CHI SONO

Per contattarmi potete scrivere al mio indirizzo:  lanazarena62@gmail.com

Sono una donna cattolica. Se il blog ti piace e desideri aiutarmi economicamente affinché io possa avere il tempo necessario per aggiornarlo ogni giorno e rispondere alle e-mail dei lettori, puoi inviarmi una donazione libera. Grazie!


Visualizzazioni totali

venerdì 22 aprile 2016

IMPARARE IL PERDONO DA UNA PICCOLA MARTIRE - Venerabile Mari Carmen Gonzalez-Valerio

Venerabile Maria del Carmen (9 anni)

Il piccolo fiore di Cristo Re

A Madrid il 14 marzo 1930, nella nobi­le famiglia Gon­zàlez-Valerio y Sàenz de Heredia, nasce Maria del Carmen. Sarà la seconda di cinque figli, allevati con tanto amore dai genitori, Giulio e Carmen, forti nel­la fede e ferventi nella de­vozione alla Vergine SS.
Battezzata subito dopo la nascita perché aggrava­tasi improvvisamente, vie­ne consacrata dalla mam­ma alla Madonna del Car­melo, con la supplica di conservarle intatta la virtù della purezza.
A due anni, per iniziati­va di Mons. Federico Tede­schini, Nunzio in Spagna e amico dei Gonzàlez, rice­vette il sacramento della Confermazione. A sei an­ni, nella festa della vergi­ne del Perpetuo Soccorso - di cui era molto devoto il papà - venne ammes­sa alla prima Comunione. D'allora in poi si accoste­rà quotidianamente a Ge­sù eucaristico, che sarà la sua vera forza. In quel tempo, infatti, era scop­piata la rivoluzione, con la persecuzione religiosa.
Un giorno la nonna do­manda al nipotino Giulio: 'Vuoi farti santo?". Pronta­mente interviene Carmen: "Ma tu lo sai cosa vuol dire? Per diventare santi occorre soffrire!".
Il 15 agosto 1936, festa di Maria Assunta in cielo, l'esercito rosso imprigio­na il papà che poco tempo prima, in un accorato pre­sentimento, aveva espres­so alla moglie la sua pre­occupazione: "I bambini adesso sono piccoli e non comprendono; ma quan­do ciò accadrà ricorda lo­ro che ho lottato e dona­to la vita per Dio e per la Spagna, affinché possano essere educati in un Paese cattolico con il Crocifisso esposto nelle aule?". Dopo una breve libera­zione, viene nuovamente incarcerato. Il 29, al grido di "Viva Cristo Re!", è bar­baramente assassinato. In seguito, durante la malat­tia, la bambina consape­vole dell'eroismo pater­no, affermerà: «Il mio papà è morto martire e io, povera mamma, muoio vittima». A seguito dell'uccisio­ne del marito la mamma comprese che diventava assai rischioso il pericolo per la famiglia, essendo lei stessa imparentata con personaggi politici. Circo­lava inoltre la voce che i cinque bambini sarebbe­ro stati inviati con altri ragazzini in URSS per in­culcare nelle loro menti la dottrina marxista. Richie­se perciò aiuto all'Am­basciata belga. Dopo un breve soggiorno, in tutta fretta si preparò la fuga: prima a Marsiglia, poi a S. Sebastian.
Mentre prosegue la guerra i bambini sono im­pegnati nello studio. Mari Carmen frequenta un isti­tuto religioso. Nell'osser­vare la mamma­ sovraccarica di lavoro e di pre­occupazioni, si permette di darle un consiglio: «Ti occupi troppo delle co­se terrene. Devi pregare di più!». È pronta la risposta: "Bambina mia, bisogna ch'io mi interessi delle co­se della casa". Carmen le fa osservare: «Mamma, la tua casa è il Cielo. Quan­do sei in viaggio e trascorri la notte in albergo, tu non ti curi di abbellire la stan­za, né di metterci la foto del babbo, una notte la si passa come si può. Ebbene, vedi mamma, così è la vita; così siamo in questo mondo: di passaggio»
Tra varie qualità la fan­ciulla si distingue nella ca­rità verso i poveri. Quando uno di loro suona alla por­ta ed è lei ad aprire, gli dà subito tutti suoi risparmi; quindi lo invita a risuona­re «così la mamma le darà di nuovo qualcosa».
Nei confronti della ser­vitù, invita con delicatezza sua madre a trattar bene i domestici: «È già molto che ci servano. Devi pensare che anche tu sei una serva, poiché servi il buon Dio». La nonna ricorda: "Le da­vamo del denaro perché si comprasse dei giocattoli, ma lei lo passava alla ba­lia, perché ne regalasse ai propri figli, raccomandan­dole caldamente di non dir nulla né alla mamma né a me".
Provava inoltre gioia nell'offrire piccoli sacrifici al S. Cuore di Gesù. Il suo insegnante di religione ri­ferisce: "Nel preparare i miei alunni alla Confes­sione, potevo leggerle sul viso l'orrore del peccato e gli sforzi per fare un buon atto di contrizione".
Mari Carmen ama pre­gare. Fin dall'età di quat­tro o cinque anni le piace dirigere il rosario in fami­glia e recita a memoria le litanie della SS. Vergine. Si è fatta confezionare un "rosario di pratiche", su cui tiene conto dei pro­pri atti di virtù. Nella car­tella scolastica si è trova­to il "quaderno degli atti e dei fioretti" e un'agen­dina, chiusi in una busta sigillata ermeticamente, con su scritto «PRIVATIS­SIMO». Venne aperta alla sua morte, e il "segreto" fu svelato da queste parole: «Mi affido nella parrocchia del Buon Pastore - 6 apri­le 1939». Che era successo in quel Giovedì Santo? È la nonna a ricordarlo: "Mentre la mamma, rientrata in Madrid liberata, rimetteva a posto la casa, la bam­bina nell'entrare in chie­sa mi domandò: «Mi affido al Signore?». Le risposi af­fermativamente e mentre camminavo dietro di lei, dopo aver ricevuto la Co­munione, sembrava che la sostenessero gli ange­li. Quindi mise la testolina tra le mani e stette a lungo in ginocchio, ringrazian­do. All'uscita mi chiese: «Nonna, che vuol dire do­narsi?». La risposta: "Dar­si completamente a Dio". In seguito non parlò più dell'offerta di sé.
È probabile che l'offerta di Maria del Carmen al Si­gnore sia in relazione con la morte di suo padre e la salvezza dei suoi assassi­ni. Non solo li aveva per­donati, ma addirittura pre­gava per la loro salvezza? Nella mente di bambina li paragonava a Manuel Azana, il Presidente del­la repubblica di Spagna. Infatti quando a 6 anni chiedeva alla mamma se si sarebbe salvato, questa le aveva risposto: "Prega e fa fioretti per lui, e si sal­verà". La bimba recitava il rosario delle piaghe di Ge­sù e lo offriva «per papà e per i suoi assassini».
Ancora un ricordo. È dello zio Saverio: "De­siderava la conversione dei peccatori; ne è prova l'aver offerto le sofferenze della malattia e della mor­te per Azana, considerato il simbolo della persecu­zione religiosa, di cui gli assassini di suo padre era­no lo strumento".
L'8 maggio 1939, po­co dopo essersi donata a Dio, la bambina si amma­la. Un'otite si complica e degenera in setticemia, con ulteriori e gravi com­plicanze. Solo il pensiero di Gesù l'aiuta a soppor­tare tutto. Rimane serena e dolce. Alla mamma che la invita a supplicare Ge­sù Bambino di farla gua­rire, risponde: «No, non lo chiedo; chiedo di fare la sua volontà!». Desidera che le si leggano spesso le pre­ghiere degli agonizzanti. Col pensiero è più in Cielo che quaggiù.
Spesso aveva predetto che sarebbe morta il 17 luglio, data della sua festa onomastica, ma all'obie­zione che nel medesimo giorno si sarebbe sposata la zia Sofia, annuncia che ciò avverrà il giorno suc­cessivo. Poco prima di spi­rare ripete: «Amatevi gli uni gli altri. Lasciatemi anda­re». "Dove?", le si chiede. «In Cielo. Non vede, dotto­re, che la S. Vergine viene a prendermi con gli ange­li?». E sollevandosi legger­mente, come per afferrare qualcosa, ricade sul cusci­no. Un ultimo respiro. Sul viso nessun segno di mor­te. Pur sfigurata dalla ma­lattia, ritrova tutta la sua bellezza e il corpo emana un soave profumo. Sono le 3 del pomeriggio.
Il 3 novembre dell'anno seguente (1940), a Mon­tauban (in Francia) mo­riva Azana che, sebbene circondato dai suoi ami­ci fra massoni, riceveva - come testimonierà Mons. Théas, vescovo della Dio­cesi - tutti i Sacramenti, confidando nella miseri­cordia divina.
Azana ignorava che una bambina di soli 9 an­ni aveva pregato e sofferto per lui, aprendogli le porte del Paradiso. Il persecuto­re pentito l'avrebbe sco­perto solo nell'aldilà.
Il 12 gennaio 1996 Ma­ria del Carmen è stata di­chiarata Venerabile.

Nessun commento:

Posta un commento

CHI SONO