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domenica 24 aprile 2016

1^ PARTE DI 6 - TORTURATO PER CRISTO - di Richard Wumbrand

Richard Wumbrand nasce a Bucarest il 24 marzo del 1909 nell'allora Regno di Romania, cresce a Instambul con la famiglia  ebraica ma sostanzialmente atea, fino all'età di 9 anni, dopo la morte del padre con la madre torna in Romania dove studia il Marxismo a Mosca e in seguito diviene agente, leader e coordinatore del partito comunista, direttamente pagato da Mosca. 
Come altri comunisti rumeni viene arrestato diverse volte, poi condannato e rilasciato di nuovo.
 Nel 1936 sposa Sabina Oster, i due sposi nel 1937 incontrano una comunità cristiana e iniziano ad interessarsi al cristianesimo, convertendosi definitivamente nell'anno successivo, grazie ad un semplice carpentiere Christian Wolfkes che dona ai due sposi una Bibbia.
In seguito Richard W. grazie alle sue doti di grande oratore diviene un predicatore molto apprezzato e seguito nella chiesa Anglicana dove coraggiosamente dichiara apertamente e pubblicamente che 
IL COMUNISMO NON E' COMPATIBILE CON IL CRISTIANESIMO”
denunciando inoltre la forte ingerenza dello stato nelle chiese cristiane, per questo viene arrestato e incarcerato in Romania subendo torture di ogni genere dal 1959 al 1964, subendo in seguito altri arresti, carcere e torture, ma la sua attività di predicatore coraggioso non si ferma, con Sabina si trasferisce prima in Norvegia poi in Inghilterra e definitivamente in America dove si spegne all'età di 92 anni.
Ha scritto 18 libri di cui il suo più famoso Torturato per Cristo è stato tradotto in 60 lingue, con la moglie ha fondato l'organizzazione internazionale Voice of The Martyrs, una organizzazione che ancora oggi continua ad aiutare cristiani in tutto il mondo.
Mi chiederete perché su un blog di ispirazione Cattolica, venga proposta la testimonianza di un cristiano protestante, la domanda è lecita e degna di una risposta concreta.
Propongo questo scritto in quanto dopo averlo letto anni fa, io stessa mi chiesi perché nessuno mi avesse mai parlato a scuola delle atrocità del comunismo, tutti mi parlavano di Hitler e dei campi di concentramento del Nazismo, dello “schifo” del Fascismo, ma di Stalin se ne parlava molto meno e quando se ne parlava ci veniva descritto come eroe.
In non so voi, ma per quanto mi riguarda a scuola mi hanno sempre parlato dei campi di concentramento nazisti ma mai nessuno mi ha parlato dei Gulag. 
Mi hanno parlato degli orrori del fascismo ma non di quelli del comunismo. La storia ci ha imposto “eroi” rosso comunismo e carnefici neri fascismo, abbiamo strade e piazze e monumenti dedicati a Lenin e Stalin paladini del comunismo e quindi dell'uguaglianza, eppure Lenin e Stalin hanno ucciso con odio luciferino milioni di persone in nome dell'ugaglianza sociale e di una liberazione da ogni forma di fideismo religioso, definito secondo Marx “Oppio dei popoli”, peggio ancora per i seguaci di Cristo. Con ciò non mi voglio schierare ne con Stalin ne con Hitler figli entrambi del nichilismo agnostico e anticristiano tipico dell'antico pensiero luciferino, non pretendo certo che vengano dedicate vie o piazze anche a Hitler ma anzi, sarebbe auspicabile cancellare definitivamente anche i nomi di Lenin e Stalin, perché il buon senso ci dovrebbe insegnare che agli assassini non si fanno monumenti.
La storia che vi propongo non vuole nemmeno essere l'apologia del luteranesimo e dello scisma che Lutero ha generato nella Chiesa Cattolica che io amo, sono consapevole che il mondo protestante disprezza apertamente la Chiesa Cattolica, ma continuo a chiamarli fratelli perché anche loro come noi sono figli di Cristo.
I cristiani sono stati perseguitati fin dal principio, hanno sparso il sangue dei Martiri che unito al Sangue Preziosissimo di Cristo è stato, è, e continuerà ad essere un spinta propulsiva per diffondere il Vangelo in tutto il mondo.
Voglio dedicare questa pubblicazione a tutti i cristiani del mondo, Cattolici, Protestanti, Anglicani, Copti, Ortodossi che ancora oggi in nome Gesù Cristo rinunciano alla propria vita, morendo da martiri per non abiurare e a tutti noi, perché attraverso la loro testimonianza silenziosa ed eroica possiamo attingere il coraggio per continuare, nel nostro mondo a testimoniare l'amore di Cristo anche contro il laicismo massone strisciante che ha favorito l'invasione islamica in atto.

Dopo la morte di Cristo i farisei iniziarono a perseguitare i suoi seguaci, fra loro vi era un giovane convinto anticristiano, partecipò al martirio di Santo Stefano il primo Martire cristiano. 
Quel giovane fariseo odiava i cristiani fino ad organizzare spedizioni per sterminarli, ma un giorno durante una di queste spedizioni incontrò l'amore di Cristo e da persecutore divenne perseguitato e si innamorò di Colui che aveva perseguitato, fino a dare la sua vita per Lui.
Tutti noi conosciamo ormai le sue epistole scritte nel libro più amato e odiato nel mondo, ma certamente il più letto in assoluto, in un brano delle sue bellissime epistole scrisse: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede.”Quel giovane era Saulo di Tarso poi San Paolo.
Vorrei che questa storia fosse letta da molti, per questo vi chiedo di diffonderla il più possibile fra i vostri amici e conoscenti, Potete condividerla sui social di vostra preferenza cliccando sui tasti appositi che trovate in fondo. Invitate i giovani a leggere queste storie per avere una maggiore consapevolezza del futuro.
I vostri commenti saranno molto graditi. 

La Nazarena
Richard e Sabina Wumbrand  
PREFAZIONE: IL MARTIRE
1. LA GRANDE SETE DI CRISTO DEI RUSSI
1.1. UN ATEO TROVA CRISTO
1.2. IL MIO MINISTERO TRA I RUSSI
1.3. IL LINGUAGGIO DELL’AMORE E IL LINGUAGGIO DELLA SEDUZIONE SONO GLI STESSI
1.4. I RUSSI, UN POPOLO DALL’ANIMA ASSETATA
1.5. LA PREDICAZIONE NELLE CASERME DELL’ESERCITO RUSSO
1.6. IL NOSTRO MINISTERO CLANDESTINO A FAVORE DI UNA NAZIONE ASSOGGETTATA

1.7. COME LA CHIESA CLANDESTINA OPERAVA PARZIALMENTE ALL’APERTO

PREFAZIONE: Il Martire
Richard Wurmbrand affermò: “Torturato per Cristo non ha valore letterario. E‟ stato scritto in soli tre giorni poco dopo la mia liberazione dal carcere. Ma è stato scritto con penna e lacrime. E per qualche ragione, Dio ha scelto questo scritto e lo ha usato per il Suo proposito”. In questo 30° anniversario dell‟edizione di Torturato per Cristo, poco è stato cambiato. La testimonianza originale della prigionia di 14 anni di un pastore sotto la dittatura Rumena è rimasta intatta. Nel corso degli anni, Torturato per Cristo è stato tradotto in 65 lingue, milioni di copie sono state distribuite in tutto il mondo. Siamo continuamente sorpresi di quanto questa testimonianza sia stata utilizzata da Dio per rafforzare il suo Corpo. Abbiamo scoperto che in questo Corpo, la vittoria, il coraggio, la resistenza e la tenacia non conoscono frontiere, né colore della pelle, né nazionalità, ma vengono date ugualmente a tutti dallo Spirito Santo. E‟ curioso come i pastori Cinesi, le casalinghe Americane, e i tassisti Arabi vengono ispirati e incoraggiati da un libro scritto da un ebreo romeno. I capi delle chiese domestiche Vietnamita mi hanno riferito un giorno come insegnarono al proprio gregge a sopravvivere e a crescere dopo l‟attesa conquista del Vietnam del Sud da parte dei comunisti negli anni settanta. Distribuirono la traduzione vietnamita di Torturato per Cristo come manuale di sopravvivenza, una testimonianza di fede vittoriosa, fede in circostanze estremamente difficili. Riceviamo anche lettere da molti che hanno iniziato una relazione personale con Gesù Cristo, dopo la lettura di questo libro, perché si sono resi conto che l'amore di Cristo sia una realtà potente. In tal senso, queste pagine non costituiscono un attacco politico ma presentano la “testimonianza” evangelica di un martire. Molti oggi credono che un martire sia semplicemente qualcuno che muore per la sua fede. Purtroppo, da questa definizione abbiamo perso il vero significato di martirio e la sua profondità. Sant'Agostino una volta affermò: "La causa, non la sofferenza, rende genuino un martire." Nel suo dramma, Assassinio nella Cattedrale, T.S. Eliot descrive il martire come "colui che è divenuto strumento di Dio, che ha perso la propria volontà in quella di Dio, non l‟ha persa ma l'ha ritrovata, perché ha trovato la libertà nella sottomissione a Dio. Il martire non desidera più nulla per sé, nemmeno la gloria del martirio". Secondo il testo originale greco, "martire" significa "testimone". La lettera agli Ebrei afferma che "…noi siamo circondati da un gran numero di testimoni [martiri]" (Eb 12:1), e Gesù ci istruisce in Atti 1:8, "…e mi sarete testimoni [martiri] in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e la Samaria, e fino all'estremità della terra." Nel Nuovo Testamento il martire non solo testimoniava personalmente la verità e la potenza di Gesù Cristo, ma era incaricato di portare quella testimonianza agli altri, a prescindere dal costo. Nel libro degli Atti degli Apostoli, leggiamo della lapidazione di Stefano, il primo cristiano a pagare il prezzo estremo per quella testimonianza. Fu allora che la parola martire assunse un nuovo e più forte significato e prese a indicare non solo un testimone, ma anche qualcuno disposto a dare la propria vita, ad essere martirizzato per la causa.
La verità di cui siamo testimoni può richiedere da noi un prezzo molto alto. Può costarci la reputazione, la popolarità e il prestigio. Può costarci la famiglia, gli amici, o la vita. Ma il messaggio della nostra testimonianza è così potente che veniamo esortati a deporre "ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge" (Ebrei 12:1), al fine di correre con perseveranza la "gara" che Dio ci ha posta dinnanzi nella vita. Il messaggio dei "testimoni" di Cristo, non è limitato da confini o barriere di natura fisica. Esso trascende qualsiasi etichetta o compartimento che riteniamo appropriato. Il martirio non è deprimente, ma necessario per accedere a una comprensione in preghiera della realtà cristiana globale... necessario per ricevere la grazia che ci è stata concessa “per amor di Cristo" ──"per soffrire per lui" (Filippesi 1:29). La fede di tali testimoni, o martiri, non può essere trattenuta o uccisa. Può solo piantare semi per l‟avanzamento del regno di Dio oltre “Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria e fino agli estremi confini della terra" (Atti 1:8), poiché testimoniano della verità di Gesù Cristo, il quale disse: "Su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte dell‟Ades non la potranno vincere" (Matteo 16:18). E' stato attraverso questa comprensione che sono giunto a conoscere il pastore Wurmbrand come qualcuno la cui vita riflette quella di un martire. Non a causa della morte, ma poiché egli testimonia della vita di Cristo e ha sopportato sofferenze tali che la morte era preferibile alla vita stessa. Torturato per Cristo non soltanto rivela i fatti concernenti un uomo che ha sofferto a causa di un regime comunista brutale, ma rivela la fede e la perseveranza di un uomo totalmente consacrato a Cristo e il suo desiderio di presentare la verità agli altri. È questa verità che rivive in ogni pagina e trasforma il pensiero dei cristiani occidentali, rivelando che nel corso della storia e ancora oggi i cristiani hanno sopportato e sopportano terribili sofferenze e perfino muoiono per la testimonianza resa alla vita e alla potenza di Gesù Cristo. È la nostra preghiera che questa testimonianza continui a vivere affinché possiamo giungere ad una conoscenza più profonda della nostra relazione con Gesù Cristo e del nostro compito su questa terra. Preghiamo di poter giungere alla comprensione dei veri aspetti della vita del martire e, se rientra nella volontà di Dio, saremo disposti a essere noi come quel testimone. Tom White Direttore per gli USA, di “The Voice of the Martyrs” (“Missione per la Chiesa Perseguitata”)
1. La grande sete di Cristo dei russi
1.1. Un ateo trova Cristo
Ero rimasto orfano fin dai miei primi anni. Sono cresciuto in una famiglia dove nessuna religione veniva creduta né praticata. Nella mia infanzia non ricevetti alcuna educazione religiosa. A causa di un'infanzia amara, che conobbe anche la miseria nei difficili anni della prima guerra mondiale, a quattordici anni ero già un ateo convinto e indurito così come lo sono oggi i comunisti. Avevo letto dei libri ateistici, e oltre a non credere in Dio o in Cristo sentivo ugualmente di odiare quei principi considerandoli ingiuriosi per la mente umana. Ed è così che crebbi in amarezza nei confronti della religione. Ma, come ho capito dopo, avevo già ricevuto la grazia di essere uno dei prescelti da Dio per divenire Suo testimone, per ragioni che non avevano nulla a che vedere col mio carattere che era pessimo. Benché fossi ateo, qualcosa di inesplicabile mi attirava alle chiese. Era difficile per me passare davanti una chiesa senza entrarvi. Tuttavia, non comprendevo mai quello che succedeva in quelle chiese. Ascoltavo i sermoni, ma non parlavano al mio cuore. Ero persuaso che Dio non esistesse. Odiavo il concetto di Dio come a un Padrone al quale avrei dovuto ubbidire. Odiavo il concetto errato di Dio che avevo nella mia mente. Ma desideravo tanto credere che esistesse un cuore amorevole al centro di questo universo. Avevo conosciuto poche gioie nella mia fanciullezza e gioventù. Desideravo tanto che ci fosse un cuore pieno d‟amore che batteva anche per me. Ero convinto che non esistesse Dio eppure mi affliggeva il pensiero che non ci fosse un Dio d'amore. Una volta, mosso dal mio conflitto spirituale interno, entrai in una chiesa cattolica. Vidi delle persone inginocchiate che mormoravano qualcosa. Pensai: mi inginocchierò vicino a loro, così potrò sentire quello che dicono e ripeterò le preghiere per vedere se succede qualcosa. Recitavano una preghiera alla vergine: "Ave Maria, piena di grazia." Ripetei le parole tante volte, guardai la statua della vergine Maria, ma non successe nulla. Mi rattristai enormemente. E un giorno, benché fossi un ateo convintissimo, pregai Dio. La mia preghiera era pressappoco questa: "Dio, sono sicuro che tu non esisti. Ma se per caso esistessi ugualmente, cosa che però contesto, non è allora mio dovere credere in Te, ma piuttosto è obbligo Tuo rivelarti a me". Ero ancora un ateo, ma l'ateismo non dava pace al cuore. In quel periodo di sconvolgimento interiore, come ho scoperto più tardi, in un villaggio nelle montagne della Romania un vecchio falegname pregava così: "Mio Dio, ti ho servito in terra e vorrei avere il mio premio qui in terra come anche in cielo. E il mio premio dovrebbe essere che io non muoia prima di aver guidato un ebreo a Cristo, perché Gesù discende proprio dal popolo ebreo. Ma io sono povero, vecchio e malato, non posso andare in giro a cercare un ebreo. Nel mio villaggio non ce ne sono. Conducimi un ebreo nel mio paese e farò del mio meglio per guidarlo a Cristo".
Qualcosa di irresistibile mi attirò a quel villaggio pur non avendo nulla da fare là. La Romania ha dodicimila villaggi, e io andai proprio in quel villaggio. Il falegname, avendo saputo che ero ebreo, cominciò a ricoprirmi di attenzioni come nemmeno si fa per una bellissima ragazza. Vedendo in me la risposta alla sua preghiera mi diede da leggere una Bibbia. Già tante volte avevo letto la Bibbia, ma unicamente per interesse culturale. La Bibbia che egli mi diede era d‟un altro genere. Come mi raccontò più tardi, aveva speso con sua moglie molte ore in preghiera per la conversione mia e di mia moglie. E la Bibbia che mi diede non fu scritta tanto in lettere, ma piuttosto in fiamme d'amore alimentate dalle sue preghiere. Non appena ne cominciai la lettura, mi misi a piangere confrontando la mia brutta vita con la vita di Gesù, la mia impurità con la sua purezza, il mio odio con il suo amore, e Dio mi accettò come uno dei suoi figli. Poco dopo anche mia moglie si convertì. Ella condusse altre anime a Cristo e queste, a loro volta, condussero altre anime a Cristo; nacque così una nuova comunità evangelica in Romania. Venne poi il periodo nazista. Dovevamo soffrire molto. In Romania il nazismo prese la forma di una dittatura di elementi estremi della chiesa ortodossa che perseguitarono evangelici ed ebrei. Molto prima della mia consacrazione pastorale ufficiale, anzi prima ancora di prepararmi per il ministero, ero in realtà già il pastore della comunità di cui ero stato il fondatore. Ne avevo assunto la responsabilità. Io e mia moglie fummo arrestati più volte, picchiati e trascinati davanti ai giudici nazisti. Il terrore nazista era grande, ma era soltanto un saggio di ciò che sarebbe avvenuto sotto i comunisti. Fummo costretti a dare a nostro figlio, Mihai, un nome non ebraico per preservarlo da morte certa. Ma c‟era pure un grande vantaggio in questo periodo nazista: imparammo che le percosse fisiche si possono sopportare, e che lo spirito umano con l'aiuto di Dio può sopportare anche le torture più orrende. Imparammo altresì la tecnica del lavoro cristiano clandestino, e ciò fu una preparazione per una prova assai peggiore che stava per arrivare, l‟imminente prova del fuoco!
1.2. Il mio ministero tra i russi
Per il rimorso profondo di essere stato un ateo, fin dal giorno della mia conversione desiderai dare la mia testimonianza di Gesù ai russi. Il popolo russo è educato all‟ateismo fin dall'infanzia. Il mio desiderio di raggiungere i russi cominciò ad avverarsi già durante il nazismo, perché avevamo in Romania molte migliaia di russi come prigionieri di guerra e potevamo svolgere un lavoro evangelico tra loro. Fu un lavoro drammatico e molto commovente. Non dimenticherò mai il mio primo incontro con un prigioniero russo. Mi disse che era ingegnere. Gli chiesi se credesse in Dio. Se mi avesse risposto di "no", non mi sarebbe importato molto. E' il diritto di ogni uomo quello di credere o non credere. Ma quando gli domandai se credesse in Dio, mi guardò negli occhi senza comprendere e disse: "Non ho ricevuto ordini militari per credere. Quando riceverò un ordine, allora crederò". Le lacrime mi solcavano il viso mentre sentivo il mio cuore spezzarsi. Davanti a me c‟era un uomo la cui mente era morta, un uomo che aveva perduto il più grande dono che Dio ha dato all'umanità: quello di essere una persona. Egli era uno strumento senza volontà nelle mani dei comunisti, pronto a credere o a non credere dietro a un ordine. Non era più in grado di decidere per sé stesso. Egli era un russo tipico, il prodotto di tanti anni di dominio comunista! Dopo aver così constatato ciò che il comunismo aveva fatto agli esseri umani, promisi a Dio di dedicare la mia vita a questi uomini, per aiutarli a riacquistare la loro personalità e ad avere fede in Dio. A decorrere dal 23 Agosto del 1944, un milione di soldati russi entrarono in Romania e subito dopo i comunisti presero il potere nel nostro paese. Cominciò un incubo tale che le sofferenze patite sotto il nazismo, in confronto sembravano un nulla. A quel tempo il partito comunista romeno era composto di soli diecimila membri su una popolazione di diciotto milioni. Andrey Vishinsky, allora ministro degli esteri dell'Unione Sovietica, fece irruzione nella residenza del nostro amato Re Michele I e, battendo i pugni sul tavolo, disse: "Dovete immettere i comunisti nel governo". Al nostro esercito e alla nostra polizia vennero tolte le armi e i comunisti, benché molto odiati dal popolo, presero il potere con la violenza, non senza la cooperazione governanti americani e britannici di quel tempo. Gli uomini di governo sono responsabili davanti a Dio non solo dei loro peccati personali, ma anche di quelli politici commessi dal popolo per colpa loro. La tragedia di tutte le nazioni soggiogate dell‟Europa orientale è una responsabilità che grava sui cuori dei credenti americani e britannici. Gli americani si devono rendere conto che talvolta, involontariamente hanno aiutato i russi a imporre su di noi un regime di terrore e assassinio. Gli americani e gli inglesi devono perciò riscattarsi aiutando i popoli soggiogati a venire alla luce di Cristo.
1.3. Il linguaggio dell’amore e il linguaggio della seduzione sono gli stessi
Una volta che i comunisti si furono impadroniti del potere, usarono abilmente il mezzo della seduzione verso la chiesa. Il linguaggio dell'amore e il linguaggio della seduzione sono gli stessi. Colui che desidera una giovane per sposarla e colui che desidera una giovane per una notte, per poi abbandonarla, dicono ambedue: "Ti amo". Gesù ci esorta nella sua Parola nel distinguere il linguaggio della seduzione dal linguaggio dell'amore e a fare una differenza tra i lupi vestiti d‟agnello e le pecore vere. Quando i comunisti presero il potere, migliaia di preti, pastori ed ecclesiastici non sapevano distinguere fra questi due linguaggi. I comunisti organizzarono nel palazzo del parlamento di Bucarest un congresso di tutte le denominazioni cristiane. C'erano quattromila preti, pastori e ministri di tutte le denominazioni. Questi uomini di Dio scelsero Josif Stalin come presidente onorario di questo congresso. Allo stesso tempo, Stalin fu il presidente del movimento mondiale degli atei e assassino di massa di cristiani. Uno dopo l'altro, vescovi e pastori convenuti nel nostro parlamento si alzarono in piedi per dichiarare pubblicamente che il comunismo e il cristianesimo sono fondamentalmente la stessa cosa e potrebbero anzi coesistere. Un ecclesiastico dopo l'altro pronunziò parole di elogio nei confronti del comunismo e assicurò la fedeltà della chiesa al nuovo governo. Io e mia moglie eravamo presenti a questo congresso. Sabina era seduta vicina a me e mi disse: "Richard, alzati in piedi e lava questa vergogna dal volto di Cristo! Gli stanno sputando in faccia". Replicai a mia moglie: "Se lo facessi, tu perderesti tuo marito”. Lei mi rispose: "Non vorrei avere per marito un codardo". Allora mi alzai e parlai, lodando non gli assassini dei cristiani, ma Cristo e Dio, confermando che la nostra lealtà è dovuta prima a Lui. I discorsi del congresso furono radiotrasmessi e tutto il paese poté ascoltare dalla tribuna del parlamento comunista il messaggio di Gesù Cristo! In seguito dovetti pagare il prezzo di quel mio intervento, ma ne valse la pena. I dirigenti della chiesa ortodossa e della chiesa protestante facevano a gara per assicurare la loro sottomissione al comunismo. Un vescovo ortodosso mise il distintivo della falce e martello sul suo abito e chiese ai suoi preti di non chiamarlo "vostra Eccellenza", ma "compagno vescovo". Fui presente al congresso dei battisti nella città di Resita, un congresso sotto l‟insegna della bandiera rossa, dove l‟inno nazionale dell‟Unione Sovietica fu cantato mentre tutti eravamo in piedi. Il presidente dei battisti proclamò che Stalin non faceva altro che adempiere i comandamenti di Dio. Egli lodò Stalin come un grande maestro della Bibbia. Preti come Patrascoiu e Rosianu furono ancora più attivi. Divennero ufficiali della polizia segreta. Rapp, vice vescovo della chiesa luterana in Romania, cominciò a insegnare, nel seminario teologico, che Dio ha dato tre rivelazioni:
una attraverso Mosè,
una tramite Gesù,
la terza per mezzo di Stalin, e quest‟ultima è superiore alle precedenti.
Non bisogna dimenticare che i veri battisti, ai quali resto molto unito, non acconsentirono a tutto ciò e rimasero fedeli a Gesù Cristo, esponendosi così a soffrire molto. Comunque, i comunisti “elessero i dirigenti ecclesiastici” e i battisti, non avendo altra scelta, li dovettero subire. Il medesimo sistema vige tuttora per occupare i posti chiave nelle comunità cristiane. Coloro che divennero servi del comunismo anziché di Cristo cominciarono a denunciare i fratelli che non si erano allineati. Come i cristiani russi crearono una “Chiesa Clandestina” dopo la Rivoluzione, l‟avvento del comunismo al potere in Romania e il tradimento di molti dirigenti della Chiesa, ci costrinsero a creare una Chiesa clandestina anche nel nostro paese: una Chiesa fedele all‟ordine di evangelizzare, alla predicazione del vangelo, e nell‟educare i bambini per Cristo. I comunisti c‟impedivano di svolgere tutto questo con la complicità delle chiese ufficiali.
Assieme ad altri, cominciai un lavoro sotterraneo. Godevodi una posizione sociale rispettabile che non aveva nulla a che fare col mio vero lavoro, quello clandestino, e mi serviva come copertura per coprire quest‟ultimo. Ero pastore nella missione luterana norvegese e in pari tempo lavoravo nella rappresentanza del concilio mondiale delle chiese in Romania (in Romania il nuovo regime non sospettava minimamente che questa organizzazione non avrebbe mai collaborato con i comunisti. A quell‟epoca, nel nostro paese detta organizzazione non faceva altro se non un lavoro di assistenza). Queste due funzioni mi procuravano una buona stima davanti alle autorità, che ignoravano il lavoro clandestino. Esso era diviso in due rami: Il primo era il ministero segreto fra un milione di soldati russi. Il secondo era il ministero clandestino per il popolo oppresso di Romania.
1.4. I russi, un popolo dall’anima assetata
Predicare il Vangelo ai russi per me era come il paradiso sulla terra. Ho portato il messaggio della salvezza a persone di molte nazioni, ma non ho mai visto un popolo bere letteralmente il Vangelo, come i russi: le loro anime erano assetate. Un prete ortodosso, mio amico, mi telefonò un giorno dicendo che un ufficiale russo era venuto da lui per confessarsi. Il mio amico non conosceva questa lingua e, siccome sapeva che io parlo il russo, gli aveva dato il mio indirizzo. Il giorno dopo quell'uomo venne a trovarmi; era aperto per Dio, amava Dio ma non aveva mai visto una Bibbia. Non aveva mai frequentato un culto (in Russia, d‟altronde, le chiese sono rare). Egli non aveva avuto una educazione religiosa. Eppure amava Dio senza possederne la minima conoscenza. Così cominciai a leggergli il Sermone sul Monte e le parabole di Gesù. Quando le ebbe udite, si mise a danzare per la stanza con una gioia incontenibile ed esclamò: "Che meraviglia, che bellezza straordinaria! Come potevo io vivere senza conoscere questo Cristo?" Era la prima volta che vedevo qualcuno rallegrarsi per Cristo con una tale manifestazione di gioia. Poi commisi un errore. Gli lessi la storia della passione e la crocifissione di Cristo, senza averlo preparato. Egli non se lo aspettava e, quando udì come il Cristo era stato battuto, che fu crocifisso e che morì, si accasciò sulla poltrona e pianse amaramente. Egli aveva creduto in un Salvatore e ora il suo Salvatore era morto! Mentre l‟osservavo, mi vergognavo di essermi proclamato cristiano, e perfino pastore e d‟aver creduto di poter insegnare agli altri. Io stesso non avevo mai partecipato così alle sofferenze di Cristo come lo faceva ora questo ufficiale russo. Come lo guardavo, mi sembrava di vedere Maria Maddalena piangente ai piedi della croce, e piangente ancora quando già il cadavere di Gesù giaceva nella tomba. Poi gli lessi il racconto della risurrezione e vidi la sua espressione cambiare. Egli non aveva mai sentito dire che il suo Salvatore sarebbe uscito dalla tomba. Quando udì questa notizia, si diede una gran botta sulla coscia e pronunciò una orribile bestemmia, che, io credo, di per sé era perfino una “santa” bestemmia. Questo era proprio il suo modo di parlare. Adesso giubilava nuovamente e pieno di gioia esclamava a gran voce: "Egli vive! Egli vive!" E ancora saltava per la stanza sopraffatto dall‟allegrezza. Così gli dissi, "Preghiamo!" Egli non conosceva nessuna preghiera. Non conosceva le nostre frasi pie. Cadde in ginocchio insieme a me e le sua preghiera fu questa: "Oh Dio, che buon tipo sei! Se io fossi te e tu fossi me, non t‟avrei mai perdonato i tuoi peccati. Ma tu sei un tipo veramente eccezionale! E ti amo con tutto il cuore". Io credo che tutti gli angeli del cielo, in quel momento, si siano fermati ad ascoltare questa sublime preghiera di un ufficiale russo. L'uomo era stato guadagnato a Cristo!
Un giorno, in un negozio, incontrai un capitano russo e un‟ufficialessa. Stavano facendo degli acquisti e avevano difficoltà a farsi comprendere dal negoziante, che non sapeva il russo. Io mi offrii di interpretare e così facemmo conoscenza. L„invitai a pranzo a casa mia. Prima di incominciare a mangiare, dissi loro, "Vi trovate in una casa cristiana e abbiamo l'abitudine di pregare". Dissi la preghiera in russo. Dopo di ché, deposero coltello e forchetta e non s‟interessarono più del pasto, ma mi posero domande su domande concernenti Dio, Cristo e la Bibbia. Non avevano la minima idea di tutto ciò. Non era facile parlare con loro. Raccontai la parabola dell‟uomo che aveva cento pecore e ne perse una. Non compresero affatto, tanto era il loro indottrinamento all'ideologia comunista, e chiesero: "Com‟era possibile che possedesse cento pecore? Il Kòlkhos (azienda agraria collettiva comunista) non gliele ha tolte?" Poi dissi loro che Gesù era un re. Essi risposero, “Tutti i re sono stati cattivi e hanno tiranneggiato il popolo, perciò anche Gesù deve essere stato un tiranno”. Quando raccontai loro la parabola degli operai nella vigna, obbiettarono: “Quelli hanno fatto molto bene a ribellarsi al padrone della vigna. La vigna deve appartenere alla collettività”. Tutto era nuovo per loro. Quando parlai loro della nascita di Gesù, fecero una domanda che, nella bocca di un occidentale, suonerebbe strana: "Maria era dunque la moglie di Dio?". In questa discussione, come in molte altre, io compresi che se oggi, dopo tanti anni di ateismo fra i russi, vogliamo predicare loro l‟Evangelo, dobbiamo usare un linguaggio completamente nuovo. I missionari che andarono nell‟Africa centrale ebbero grandi difficoltà nel tradurre le parole di Isaia: "Quand‟anche i vostri peccati fossero come scarlatto, essi diventeranno bianchi come la neve" (Isaia 1:18). Nessuno nell‟Africa Equatoriale aveva mai visto la neve e non se ne possedeva la parola adatta. I missionari quindi dovettero tradurle così: "…i vostri peccati diventeranno bianchi come l‟interno di una noce di cocco". E così noi dovemmo tradurre il Vangelo nel linguaggio del marxismo per renderlo comprensibile ai comunisti. Questa era una cosa che non potevamo fare da noi stessi, ma lo Spirito Santo operava per nostro mezzo. In quello stesso giorno il capitano e l'ufficialessa si convertirono a Dio. In seguito, ci furono di grande aiuto nel nostro lavoro missionario clandestino tra i russi. Stampammo segretamente e distribuimmo tra i russi migliaia di copie dei Vangeli e altra letteratura cristiana. Per mezzo dei soldati russi che si erano convertiti dall‟ateismo a Dio, potemmo mandare clandestinamente in Russia, molte Bibbie e porzioni della Bibbia. Usammo anche un altro mezzo per mettere la Parola di Dio nelle mani dei russi. I soldati russi avevano combattuto per molti anni e molti di loro avevano lasciato figli a casa che non avevano più visto per tutto quel tempo (i russi sono particolarmente affezionati ai bambini). Mio figlio Mihai, e gli altri bambini sotto i dieci anni s‟avvicinavano giornalmente ai soldati russi nelle strade e nei parchi, portando nelle loro tasche Bibbie, Vangeli, e altra letteratura cristiana. Si vedevano i soldati russi accarezzarli sul capo parlando affettuosamente con loro, certamente pensando ai loro figli che non vedevano da molti anni. Essi gli regalavano una cioccolata o una caramella e i bambini, a loro volta, davano qualcosa ai soldati: Bibbie e Vangeli, che venivano accettati con trepidazione. Spesso ciò che era per noi troppo pericoloso da fare apertamente, i nostri bambini lo facevano in completa sicurezza. Essi erano "piccoli missionari" per i russi. I risultati furono eccellenti. Molti soldati russi sono stati evangelizzati in questa maniera, quando non c'era nessun‟altra via per avvicinarli.
1.5. La predicazione nelle caserme dell’esercito russo
Lavorammo tra i Russi non solo con la testimonianza individuale, ma anche in gruppi e tenendo piccole riunioni. I russi erano particolarmente attratti dagli orologi da polso. Rubavano gli orologi a tutti. Fermavano le persone sulle strade e ognuna doveva consegnare il proprio orologio. Non era una rarità vedere dei russi che avevano allineato diversi orologi a ogni braccio e si potevano vedere perfino le ufficialesse con una sveglia che pendeva dal collo. Non avevano ancora mai posseduto un orologio e ora non riuscivano ad averne abbastanza. I romeni che desideravano un orologio dovevano recarsi alle caserme dell'esercito sovietico e acquistarne uno che era stato rubato, e spesso ricomperavano il loro proprio orologio. Così era una cosa comune per i romeni entrare nelle caserme russe. Noi della chiesa clandestina avevamo una buona scusa, quella di comprare orologi, per entrarvi pure noi. Feci il mio primo tentativo di predicare in una caserma russa durante un giorno festivo ortodosso, il giorno di San Pietro e di San Paolo. Mi recai alla base militare per chiedere di comprare un orologio. Trovai subito che uno era troppo caro, l‟altro troppo piccolo, e l‟altro ancora troppo grande. Diversi soldati mi attorniarono, e tutti mi offrirono qualcosa da comprare e io, scherzando, chiesi loro: "C‟è qualcuno fra di voi che per caso si chiama Paolo o Pietro?" Alcuni risposero affermativamente. Allora io dissi: "Sapete che oggi è il giorno in cui la vostra chiesa ortodossa celebra San Pietro e San Paolo?" Qualcuno fra i più anziani lo sapevano. Perciò continuai: "Sapete chi erano Pietro e Paolo?" Nessuno rispose, allora iniziai a raccontare loro di Pietro e Paolo. Uno dei soldati russi più anziani, interrompendomi, disse: "Tu non sei venuto per comprare orologi. Sei venuto a parlarci della tua fede. Siediti qui assieme a noi e parlaci! Ma sii cauto! Noi sappiamo da chi dobbiamo guardarci. Tutti questi intorno sono uomini buoni, ma appena metterò la mia mano sopra il tuo ginocchio devi soltanto parlare di orologi. Quando ritirerò la mia mano invece potrai proseguire col tuo messaggio". Nel frattempo un bel gruppo di persone si era raccolto attorno a me e io parlai loro di Pietro e Paolo, a anche di Cristo, Colui che appunto era morto per Pietro e Paolo. Di quando in quando si avvicinava qualcuno di cui non avevano fiducia. Il soldato allora metteva la sua mano sul mio ginocchio e ci rimettevamo a parlare di orologi. Quando quel tale si allontanava, continuavo a predicare di Cristo. Questa visita fu ripetuta spesso e molte volte con l'aiuto dei soldati russi cristiani. Molti dei loro compagni accettarono Cristo e migliaia di Vangeli furono distribuiti clandestinamente. Molti nostri fratelli e sorelle della chiesa clandestina furono scoperti e torturati duramente, ma non tradirono mai la nostra organizzazione. Durante questo lavoro abbiamo avuto la gioia di incontrare fratelli della chiesa clandestina in Russia e di ascoltare le loro esperienze. Anzitutto vedevamo in loro il volto dei grandi santi di Dio. Malgrado avessero trascorsi tanti anni sotto l‟influenza comunista, essi erano rimasti fedeli. Ma come un pesce vivendo in acqua salata mantiene la sua carne dolce, essi erano passati attraverso le scuole comuniste mantenendo la loro anima limpida e pura in Cristo. Che anime meravigliose erano questi credenti russi! Dicevano: "Sappiamo che la stella con la falce e martello, che portiamo sul nostro berretto, è la stella dell'anti-Cristo". E facevano questa dichiarazione con grande tristezza. Essi ci aiutarono grandemente a diffondere il Vangelo tra gli altri soldati russi. Posso dire che essi possedevano tutte le virtù cristiane eccetto una sola: la gioia. La possedevano solo il giorno della conversione a Cristo; poi essa scompariva. Ciò mi meravigliò moltissimo. Una volta chiesi ad un battista: "Come voi non conoscete la gioia?" Egli rispose: "Come posso gioire quando devo nascondere al pastore della mia chiesa che sono un vero credente, che conduco una vita di preghiera, che cerco di guadagnare delle anime a Cristo? Il pastore ufficiale della chiesa è un informatore della polizia segreta. Noi siamo spiati l‟uno dall'altro e i pastori sono quelli che tradiscono il gregge. Nell‟intimo del cuore c‟è la gioia della salvezza, ma questa allegrezza visibile che tu possiedi, noi non la possiamo più avere". Il cristianesimo per noi è diventato un dramma. Quando voi credenti nei paesi liberi guadagnate un‟anima a Cristo, voi guadagnate un membro a una chiesa che vive indisturbata. Ma quando noi guadagniamo un uomo, sappiamo che c‟è la possibilità che egli vada in prigione e che i suoi figli diventino orfani. La gioia di aver condotto qualcuno a Cristo è sempre frammista al sentimento che c‟è un prezzo da pagare”.
Avevamo incontrato un nuovo tipo di credente: il credente della Chiesa sotterranea o clandestina. Molte sorprese ci attendevano. Come ci sono molti che pensano di essere credenti e in realtà non lo sono, così trovammo che fra i russi ci sono quelli che credono di essere atei, mentre in realtà non lo sono. Su un treno, un ufficiale russo si sedette di fronte a me. Parlai con lui di Cristo solo per pochi minuti quando interruppe con un torrente di argomentazioni atee. Fece citazioni tratte da Marx, Stalin, Voltaire, Darwin e altre, contrarie alla Bibbia, appena diede fiato alla sua bocca. Non mi diede nessuna possibilità di contraddirlo. Parlò per quasi un'ora per convincermi che Dio non esisteva. Quando ebbe finito, gli chiesi: "Se non c'è Dio, perché allora preghi quando sei nei guai?" Come un ladro sorpreso nelle mani nel sacco, egli rispose: "Come fai a sapere che io prego?" Allora non gli permisi di sfuggirmi. "L‟ho chiesto prima nella mia domanda. Ti ho chiesto perché preghi. Ti prego di rispondere!” Chinò la testa e lo riconobbe, "Sul fronte, quando eravamo circondati dai tedeschi, abbiamo pregato tutti! Ma non sapevamo come farlo. Così abbiamo detto: Dio è lo spirito materno! ", il che è sicuramente un‟ottima preghiera al cospetto di Colui che guarda al cuore. Un giorno avevo davanti a me due coniugi russi, ambedue scultori. Quando parlai loro di Dio, essi mi risposero molto spontaneamente: "No, Dio non esiste. Noi siamo bezboshniki (senza Dio). Ma ti racconteremo però qualcosa di interessante che ci è capitato”. "Una volta lavoravamo a una statua di Stalin e durante questo lavoro mia moglie mi chiese: “Marito, che ne pensi del pollice? Se noi non potessimo toccare le altre dita con il pollice, se le dita delle mani fossero come le dita dei piedi, non potremmo tenere in mano un martello, uno scalpello, un arnese, un libro, nemmeno un pezzo di pane. La vita umana sarebbe impossibile senza questo piccolo pollice. Ora, chi ha creato il pollice? Ambedue abbiamo studiato il marxismo a scuola e sappiamo che il cielo e la terra esistono da sé stessi. Non sono stati creati da Dio. Così ho imparato e così credo. Ma se Dio non ha creato il cielo e la terra, e se Egli avesse creato solo il pollice, sarebbe degno di lode già per questa piccola cosa.” "Noi lodiamo Edison, Meucci e Stephenson che inventarono la lampadina elettrica, il telefono, il treno a rotaie, e tante altre cose. Ma perché non lodiamo Colui che ha inventato il pollice? Se Edison non avesse avuto un pollice, non avrebbe inventato nulla. E‟ giusto allora che noi adoriamo Dio che ha creato il pollice". Il marito si adirò molto, come avviene spesso quando le mogli dicono delle cose sagge. "Non dire stupidaggini! Hai imparato che Dio non esiste. Se questa casa fosse per caso fornita di microfoni segreti saremmo nei guai. Mettiti in mente una volta per tutte che Dio non esiste. In cielo non c'è nessuno!" Tranquillamente essa replicò: "Questo è un prodigio ancor più grande. Se nel cielo dovesse esistere un Dio onnipotente, in cui i nostri antenati stupidamente credevano, sarebbe del tutto naturale che noi avessimo dei pollici. Un Dio onnipotente può fare qualunque cosa, quindi Egli può fare anche un pollice. Ma se nel cielo non c'è nessuno, per quel che mi concerne mi son decisa ad adorare con tutto il mio cuore quel 'Nessuno' che ha creato questo pollice". E così divennero adoratori di "Nessuno!" La loro fede in questo "Nessuno" aumentava con il passar del tempo, e credettero in Lui quale Creatore non soltanto del pollice, bensì anche delle stelle, dei fiori, dei bambini, e di tutto ciò che è bello nella vita. Era esattamente come ad Atene nei tempi antichi, quando Paolo incontrò gli adoratori dell‟Iddio sconosciuto (Atti 17:23). Questi coniugi erano indicibilmente felici nell‟apprendere da me che avevano creduto giusto, che in cielo veramente c‟era un Qualcuno, un Dio che è Spirito: uno Spirito di amore, di saggezza, di verità e di potenza, che li aveva tanto amati mandando il Suo Unigenito Figlio a sacrificare sé stesso sulla croce per loro. Inconsapevolmente avevano creduto in Dio. Ebbi poi il privilegio di condurli un passo più avanti verso l'esperienza della salvezza e della redenzione. Vidi una volta per strada un‟ufficialessa russa. Mi avvicinai scusandomi: "So che è mancanza di educazione avvicinare una signora sconosciuta per strada, ma io sono un pastore evangelico e le mie intenzioni sono serie. Desidero parlarle di Cristo". Essa mi domandò, “Lei ama Cristo?” E io dissi: “Si! Con tutto il mio cuore.” Allora cadde tra le mie braccia e mi baciò ripetutamente. Era una situazione molto imbarazzante per un pastore, perciò contraccambiai i baci, sperando che la gente pensasse che fossimo congiunti. Lei esclamò: "Anch‟io amo Cristo!" La condussi a casa nostra e lì scoprii con grande sorpresa che non sapeva nulla di Cristo, assolutamente nulla, tranne il nome. Eppure essa Lo amava. Non sapeva che Egli è il Salvatore, né cosa significasse la Salvezza. Non conosceva nulla della sua vita, del suo ministero e dei Suoi insegnamenti. Per me quel caso rappresentava una curiosità psicologica. Com‟è possibile amare qualcuno conoscendone solo il nome? La interrogai ed essa rispose: "Quando ero bambina mi è stato insegnato a leggere tramite immagini. Per la A c‟era un albero, per la B un bue, per la C una casa e così via. Quando ho iniziato le scuole superiori mi hanno insegnato che il mio sacro dovere è di difendere la patria comunista. Mi hanno insegnato la morale comunista. Ma non conoscevo l‟immagine del sacro dovere o della morale. Avevo bisogno di un‟immagine per questo. Ben sapevo che i nostri antenati avevano avuto un‟immagine per tutto ciò che era bello, lodevole e verace nella vita. Mia nonna si inginocchiava sempre davanti a un quadro, dicendo che era l'immagine di uno chiamato Cristo. Io amavo molto questo nome per sé stesso ed esso divenne una realtà per me! Solo a pronunciare questo nome il mio cuore si riempie di gioia". Mentre l‟ascoltavo, mi ricordai che sta scritto nella lettera ai Filippesi 2:10 che ogni ginocchio si piegherà davanti al nome di Gesù. Forse l'anticristo potrà cancellare per un certo tempo dal mondo la conoscenza di Dio, ma c'è una grande potenza nel semplice nome di Cristo, e ciò lo condurrà alla luce. Nella mia casa quella donna trovò Cristo e adesso è giubilante perché Colui il cui nome già amava vive ora nel suo cuore. Ogni ora che io vissi con i russi fu piena di profonda poesia e di grande significato spirituale. Una sorella che diffondeva il Vangelo nelle stazioni ferroviarie diede il mio indirizzo a un ufficiale russo. Una sera egli entrò in casa mia; era un tenente, alto e simpatico. Gli chiesi: “Come posso aiutarla?” Egli rispose: “Sono venuto in cerca di luce”. Incominciai a leggergli i passi essenziali della Scrittura. Posò la sua mano sulla mia e disse: "Le chiedo dal profondo del cuore, di non sviarmi. Appartengo a un popolo che viene mantenuto al buio. Mi dica sinceramente: è questa la vera Parola di Dio?" Lo assicurai che era così. Mi ascoltò per ore e ore e accettò Cristo. I russi non sono mai superficiali o frivoli nelle questioni religiose; sia che combattano la religione o che la seguano o ricerchino Cristo, sempre agiscono con tutta la loro anima. Perciò in Russia, ogni credente è un missionario che guadagna delle anime. Ed è per questa ragione che non c‟è paese al mondo che sia tanto aperto e maturo per l‟Evangelo. I russi sono per natura uno dei popoli più religiosi della terra. Il corso della storia del mondo potrebbe essere cambiato se noi portassimo loro l‟Evangelo con fedeltà e con forza. E‟ una vera tragedia che mentre la terra di Russia è così affamata della Parola di Dio, i credenti di tutto il mondo sembrano aver perduta la speranza di potergliela offrire. Il nostro ministero fra i russi ci diede molto frutto.
Ricordo il giovane Piotr. Nessuno sa in quale prigione russa egli sia morto. Aveva 20 anni. Era venuto in Romania con l'esercito sovietico. Si convertì in una riunione clandestina e mi chiese di essere battezzato. Dopo il battesimo, lo invitai a dirci quale versetto della Bibbia lo avesse maggiormente colpito e spinto a venire a Cristo. Egli disse che aveva ascoltato attentamente quando in una delle nostre riunioni clandestine aveva letto Luca 24, il racconto di Gesù con i due discepoli che a Emmaus: “Quando si furono avvicinati al villaggio dove andavano, egli fece come se volesse proseguire" (Luca 24:28). Piotr disse: "Mi domandavo perché Gesù avesse agito così. Certamente Egli desiderava rimanere coi suoi discepoli. Perché allora fece per andare oltre? La mia spiegazione fu che Gesù non vuole costringere nessuno. Egli voleva assicurarsi veramente di essere desiderato. Quando vide che era il benvenuto, con gioia entrò in casa con i discepoli”. I comunisti sono violenti. Essi entrano con la violenza nel nostro cuore e nella nostra mente. Ci costringono ad ascoltarli dalla mattina fino a tarda sera. Lo fanno per mezzo delle loro scuole, della radio, dei giornali, della pubblicità, del cinema, delle riunioni ateistiche e, ovunque vi troviate, siete costretti ad ascoltare di continuo la loro propagande atea, che vi piaccia o meno. Gesù rispetta la nostra libertà. Egli bussa alla porta. Gesù mi ha guadagnato con la Sua gentilezza”. Questa netta opposizione tra il comunismo e Cristo lo aveva convinto. Egli non fu l'unico russo che era stato impressionato da questa caratteristica di Gesù. Io come pastore, non ci avevo mai pensato prima. Dopo la sua conversione, Piotr rischiò la libertà e la vita a varie riprese, portando clandestinamente letteratura cristiana dalla Romania alla Russia. Infine fu preso. So che nel 1959 si trovava ancora in carcere. E‟ morto? E‟ egli già in cielo o continua a combattere il buon combattimento sulla terra? Non lo so. Solo Dio sa dove egli si trova oggi. Come Piotr, molti altri sono stati convertiti. Non dobbiamo mai fermarci dopo aver guadagnato un‟anima a Cristo perché con ciò abbiamo solo fatto metà del lavoro. Ogni anima conquistata per Cristo deve divenire a sua volta conquistatrice di anime. I russi non solo si convertivano, ma diventavano pure "missionari" nella Chiesa clandestina. Erano coraggiosi e rischiavano tutto per Cristo, dicendo sempre che era ben poco ciò che essi potevano fare per Colui che era morto per loro.
1.6. Il nostro ministero clandestino a favore di una nazione assoggettata
L‟altro aspetto della nostra attività era il lavoro missionario clandestino tra i romeni. Ben presto i comunisti si tolsero la maschera. All‟inizio per guadagnare i dirigenti della chiesa usarono la seduzione, ma poi venne il terrore spietato. Gli arrestati furono migliaia. Conquistare un'anima a Cristo divenne anche per noi una cosa drammatica, come lo è stato, per lungo tempo, per i russi. Più tardi io stesso fui in prigione con le persone che avevo conquistato a Cristo. Mi ritrovai nella stessa cella con uno che aveva sei figli e che era stato incarcerato per la sua fede cristiana. Sua moglie e i suoi figli morivano di fame. C‟era la probabilità di non rivederli mai più. Gli chiesi: "Hai qualche risentimento contro di me perché ti ho condotto a Cristo e per cui la tua famiglia si trova ora in tale miseria?" Lui rispose: "Non ho parole per esprimere la mia riconoscenza per avermi guidato a questo meraviglioso Salvatore. Non vorrei che fosse altrimenti". Predicare Cristo in quelle nuove condizioni non era facile. Riuscimmo a stampare diversi opuscoli cristiani, facendoli passare attraverso la severa censura dei comunisti. Presentammo al censore comunista un opuscoletto che aveva in copertina la figura di Karl Marx, il fondatore del comunismo. Questi opuscoletti avevano come titolo “La religione è l‟oppio del popolo” o altri titoli analoghi. Il censore li considerò come libri comunisti e vi appose il suo visto. In questi opuscoli, dopo poche pagine piene di citazioni di Marx, Lenin e Stalin che piacevano al censore, davamo il nostro messaggio di Cristo.
La Chiesa clandestina non è interamente nascosta. Come un iceberg, una piccola parte del suo lavoro emerge, è visibile. Andavamo alle dimostrazioni comuniste portando questi opuscoli “comunisti”. I comunisti vedendo il ritratto di Marx, facevano a gara per comprare il libro. Prima che fossero giunti a pagina 10, dove potevano rendersi conto che si parlava di Dio e Gesù, noi eravamo già sufficientemente lontani. No, non era davvero facile il nostro lavoro. I comunisti tolsero tutto a tutti. Al contadino presero i campi e le pecore; al barbiere o al sarto la botteguccia. Non soltanto i capitalisti furono espropriati, anche i poveri soffrirono molto. Quasi ogni famiglia aveva qualcuno in carcere e la miseria era grande. Gli uomini si chiedevano: “Com‟è possibile che un Dio d‟amore permetta il trionfo del male?” Anche per i primi discepoli non sarebbe stato facile predicare quel Venerdì Santo, in cui Cristo moriva sulla croce pronunciando le parole: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" Ma il fatto che, nonostante tutto, un lavoro sia stato svolto, prova che esso veniva da Dio e non dagli uomini. La fede cristiana ha una risposta agli interrogativi dell‟uomo. Gesù ha detto che il povero Lazzaro, oppresso quanto noi stessi lo eravamo, morente, affamato, con le piaghe leccate dai cani, fu portato alla fine dagli angeli nel seno di Abramo.
1.7. Come la chiesa clandestina operava parzialmente all’aperto
La Chiesa Clandestina si radunava in case private, nei boschi, negli scantinati, dovunque poteva farlo. Là, in segreto, preparava il lavoro che doveva poi svolgere all‟aperto. Sotto gli occhi dei comunisti, progettammo un piano di predicazioni all‟aperto che, con il tempo, divenne però molto pericoloso; ma in questo modo potemmo raggiungere molte persone, come non sarebbe stato possibile usando altri mezzi. E questo avviene in molte nazioni prigioniere tutt‟oggi, le chiese clandestine in Romania furono solo in parte nella clandestinità. Come un iceberg, una piccola parte del suo lavoro era allo scoperto. Mia moglie fu particolarmente attiva in quest‟opera. Alcuni credenti si radunavano a un angolo di strada e cominciavano a cantare. La gente si affollava attorno per ascoltare il bel canto, e mia moglie porgeva loro un messaggio. Lasciavamo il posto prima che giungesse la polizia. Un pomeriggio, mentre mi trovavo all‟opera altrove, mia moglie diede un messaggio di Cristo a migliaia di lavoratori difronte all'ingresso della grande fabbrica MALAXA nel centro della città di Bucarest. Parlò di Dio e della salvezza. Il giorno dopo, parecchi operai di quella fabbrica furono fucilati per essersi ribellati alle ingiustizie dei comunisti.Essi avevano udito il messaggio dell‟Evangelo giusto in tempo! Eravamo una chiesa clandestina, ma come Giovanni Battista parlavamo apertamente di Cristo agli uomini e ai dirigenti. Una volta due dei nostri fratelli di fede si spinsero sugli scalini di uno dei nostri edifici governativi e giunsero fino al nostro presidente del consiglio, GheorghiuDej. Nei pochi istanti che avevano a loro disposizione gli testimoniarono di Cristo scongiurandolo di abbandonare i suoi peccati e la persecuzione dei credenti. Egli li fece arrestare e imprigionare per la loro temeraria testimonianza. Anni più tardi, quando lo stesso presidente del consiglio GheorghiuDej si ammalò gravemente, il seme dell'Evangelo che era stato posto nel suo cuore tempo prima e per il quale i nostri fratelli avevano grandemente sofferto, portò il suo frutto. Nell'ora del bisogno il Primo Ministro si ricordò delle parole che gli erano state rivolte. La Parola di Dio è, come dice la Bibbia, "vivente ed efficace, e più affilata di qualunque spada a due tagli" (Ebrei 4: 12). Essa penetrò nel suo Cuore indurito ed egli consegnò la sua vita a Cristo. Confessò i suoi peccati, accettò il Salvatore e cominciò a servirlo, malgrado la sua malattia. Poco tempo dopo morì, ma poté andare incontro al suo Salvatore soltanto perché due credenti erano stati disposti a pagarne il prezzo. Essi sono tipici esempi dei coraggiosi credenti nei paesi comunisti di oggi. Così la Chiesa clandestina non operò soltanto nelle riunioni segrete e per mezzo delle attività clandestine, ma proclamando apertamente e coraggiosamente l'Evangelo per le strade e ai dirigenti comunisti. C'era un prezzo da pagare e noi eravamo pronti a pagarlo. Ancora oggi la Chiesa clandestina è pronta a pagare il prezzo!
La Polizia Segreta perseguitava la Chiesa Clandestina in maniera tanto dura perché si rendeva conto che era l'unica resistenza effettiva che fosse rimasta. Ed era questo genere di resistenza, la resistenza spirituale che, lasciata libera, avrebbe distrutto la forza del loro ateismo. Riconoscevano in essa, come solo il diavolo può farlo, un'immediata minaccia. Sapevano che se un uomo avesse creduto in Cristo, egli non sarebbe mai stato un cittadino servile e senza propria volontà. Sapevano che avrebbero potuto gettare gli uomini in prigione, ma non avrebbero mai potuto imprigionare la fede in Dio. Perciò ci combattevano accanitamente.
Ma la Chiesa clandestina aveva anche i suoi simpatizzanti o membri perfino nel governo comunista e nella polizia segreta. Demmo istruzioni ai credenti di farsi membri della polizia segreta e di indossare l'uniforme più odiata e sprezzata del nostro paese per informarci dell'attività della polizia segreta. Alcuni fratelli della Chiesa clandestina lo fecero, riuscendo a tener nascosta la loro fede. Non è una cosa facile essere disprezzati dai familiari e amici perché si indossa l'uniforme comunista senza poter neppure dir loro la propria vera missione. Eppure essi lo fecero, tanto grande era il loro amore per Cristo. Quando fui arrestato per strada e tenuto per anni nel più segreto isolamento, un medico credente si fece membro della polizia segreta per scoprire dove mi trovavo! Come medico, aveva libera entrata in tutte le celle dei carcerati e così sperava di rintracciarmi. Tutti i suoi amici lo evitavano, pensando che fosse divenuto comunista. Andare in giro vestito con l'uniforme dei torturatoriè un sacrificio maggiore che indossare la tenuta del carcerato. Il medico mi trovò in una cella profonda e buia e diede ai fratelli la notizia che ero ancora vivo. Egli fu il primo amico a scoprirmi durante i miei otto anni e mezzo di carcere. Per mezzo di lui si sparse la voce che ero ancora in vita e quando durante il "disgelo" di Eisenhower-Kruschev, nel 1956, dei prigionieri furono rilasciati, I credenti insistettero anche per la mia liberazione, e fui rilasciato per breve tempo. Se non fosse stato per questo medico credente, che si arruolò nella polizia segreta con l'unico scopo di trovarmi, io non sarei mai stato liberato. Oggi sarei ancora in prigione o addirittura nella tomba. Servendosi della loro posizione nella polizia segreta, i membri della Chiesa clandestina ci avvertirono molte volte di un pericolo imminente e ci furono di grandissimo aiuto. Oggi ancora la Chiesa clandestina ha nella polizia segreta degli uomini che proteggono e avvertono i credenti del pericolo incombente. Alcuni sono in posizioni molto in vista nei circoli comunisti; riescono a mantenere segreta la loro fede in Cristo e quindi ci aiutano grandemente. Un giorno, in cielo, potranno proclamare pubblicamente Cristo, Colui che ora servono in segreto. Nondimeno, molti membri della Chiesa clandestina furono scoperti e incarcerati. Abbiamo avuto anche noi dei traditori, i nostri "Giuda", che parlavano e riferivano alla polizia segreta. Mediante battiture, droghe, minacce e ricatti, i comunisti costrinsero pastori e laici a riferire sui loro propri fratelli. 

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