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martedì 19 aprile 2016

2^ PARTE - I MIEI COLLOQUI CON LE POVERE ANIME dI Eugenia Von Der Leyen

Maria Santissima  Vergine del Carmelo

2^ PARTE di 15 

Molto radicata la fede negli spiriti e nelle anime purganti

I dintorni del castello di Unterdiessen sono chiamati: La valle delle volpi.
Nella storia locale della valle delle volpi ci sono due fatti che vale la pena ricordare in riferimento al diario di Eugenia: si dice che in quei dintorni c'era una forte credenza negli spiriti. Una volta que­sta credenza negli spiriti era diffusa ovunque tra tutti i popoli; non era nata da un "pressapoco", ma come ha rilevato la parapsicologia, ha motivi reali.
Sembra tuttavia che la gente della Valle delle Volpi abbia spe­ciali antenne per captare l'altro mondo. Ce lo conferma anche il fat­to che nell'anno 1694 fu fondata la confraternita per soccorrere le anime del Purgatorio.
Qui in terra noi possiamo sperare nella Misericordia di Dio, ma nel Purgatorio regna soltanto la Sua Giustizia.
Che nella Valle delle Volpi prevalga un preciso senso di giustizia lo conferma il seguente "detto" che stava sopra la vecchia osteria in Oberdiessen, che serviva da "Tribunale":
"O Giudice, giudica rettamente
Dio è Giudice, tu sei servo.
Se tu giudicherai ingiustamente,
Dio, a sua volta, giudicherà te!"

Lorelei e von der Ley

Da dove proviene il nome von der Leyen? Secondo quanto ci disse la Principessa Lodovica, la stirpe si chiamava dapprima "De Petra" (Dalla Rocca). Ley nell'antico tedesco è e significa "Rocca, pietra". La parola "Ley" proviene dalla storia che ognuno conosce, la Loreley. Lore era una nicchia sul Reno. Loreley si chiamò in seguito la rocca della Lore della nicchia sul Reno. La rocca Loreley sorge fra St. Goarshensen o Oberwesel, 100 metri sopra il Reno ed ha una eco straordinaria. Il nome Loreley fu introdotto nella poesia dal Poeta Clemente Brentano, anche i poeti Eichendorff e Heine hanno cantato la "Loreley".
Quando la Loreley stava seduta sulla roccia e con il suo pettine ravviava i suoi capelli d'oro affascinava subito i marinai, sicchè essi non badavano più alle navi che andavano a frantumarsi contro la roc­cia. Eugenia von der Leyen che ha preso con la Loreley la radice del nome "Ley", ha anche essa attirato a sè lé persone e precisamente le anime dei defunti ma non per perderle con arti magiche ma bensì per venir loro in aiuto come madre amorosa delle anime purganti, che aveva il cuore aperto per tutte e per tutte si sacrificò. Eugenia ha chiesto spesso alle anime, perchè venissero proprio da lei e la risposta era sempre uguale: "La strada per venire da te è libera !"

S. Caterina da Genova

Che la figlia di un Principe abbia avuto contatto con anime Pur­ganti, non è una novità nella storia della Chiesa. S. Caterina da Geno­va morta nel 1510, della nobile famiglia dei Fieschi, dalla quale di­scendevano i Papi Innocenzo IV e Adriano V ebbe numerose apparizioni da parte di anime del Purgatorio; anche essa ha lasciato uno scritto sul tema: "Trattato sul Purgatorio".
Caterina da Genova è riconosciuta come "un Genio Spirituale di primo rango".
Il notario genovese Ettore Vernazza ci ha descritto così la sua situazione: "Quando questa anima santa (Caterina da Genova) duran­te la sua vita corporale si trovò nel purgatorio dell'ardente amore di Dio, attraverso il quale essa fu tutta consumata e soprattutto le fu manifestato ciò che ancora rimaneva da purificare, affinchè alla sua dipartita da questa vita terrena, potesse apparire davanti agli occhi di Dio, suo dolce Amore, allora conobbe nella sua anima per mezzo di questo fuoco di Amore, in quale condizione si trovano le anime dei fedeli nel luogo della purificazione, e che non si erano ancora pu­rificate da ogni ombra e macchia del peccato mentre erano in questa vita, per essere finalmente del tutto purificate.
E quando essa stessa nel purgatorio del Divino Amore divenne una cosa sola con questo Amore ed essa si sentì tutta contenta di tutto ciò che questo Amore operava in lei, proprio allora essa conob­be lo stato delle anime che sono nel Purgatorio". 

Tre sorelle nello spirito

Eugenia von der Leyen ebbe nelle sue vicinanze due sorelle nello spirito, che erano anche contemporanee - e si erano incontrate a Monaco nel 1721 per un colloquio spirituale: "La Beata Crescenza del vicino Kaufbeuren, e Maria Anna Lindmayr (1657-1726).
Come Eugenia von der Leyen, anche Maria Anna Lindmayr ha scritto un diario sulle apparizioni delle povere anime (5).
Anche Crescenza ebbe visioni e contatti con le povere anime, anche se il suo apostolato non si limitò esclusivamente alle anime del Purgatorio; basta leggere una volta il libro di Arturo Massimiliano Miller: "Crescentia von Kaufbeuren, vita di una mistica sveva".
Nota 5) Sotto il titolo: "Il mio rapporto con anime del Purgatorio" apparso nel 1978 in seconda edizione "Christiana- Veriag Ch-8260. Stoin am Rhein.
Il libro é pure tradotto in italiano da Don Silvio Dellandrea.
La affinità spirituale fra queste tre donne è sorprendente. Eugenia von der Leyen, Crescenza di Kaufbeuren e Maria Anna Lindmayr formano come una costellazione a tre che è rimasta non solo geograficamente, ma anche spiritualmente unita.
Anche un poeta fa parte del territorio di Waal: Pietro Doerfler, nato nel 1878, vissuto in Untergermaringer e Waalhaupten il cui romanzo "Vive ancora una madre" e "Il figlio del Cancelliere male­fico", si svolgono in quelle vicinanze. E' da notare che Pietro Doer­fler ha descritto nei tre suoi romanzi la sorte di tre donne non spo­sate, che come Eugenia, furono una benedizione per tutta una comu­nità. "Doerfler sia in Giuditta Finsterwalderin (1916) come "Nella figlia del mugnaio" rimasta nubile e nelle "Compagne della Signorina Michelina", ha creato tre incomparabili figure di donne che sacrifi­cando la loro vita superano benedicendo se stesse (11 grande Herder, 1953 IV - 487).

Il Maestro del Lago di Costanza.

Il mio viaggio verso l'abitazione di Eugenia von der Leyen mi condusse lungo il Lago di Costanza ed era quindi inevitabile il ricordo di Enrico Suso di Costanza. Non so se Eugenia ha letto i libri di Enri­co Suso (1295-1366). Scientemente o incosciamente egli fu per lei un grande maestro, perché il tema del Purgatorio e delle Povere Ani­me occupa un vasto spazio nei suoi scritti e la sua dottrina divenne col tempo un bene comune di tutta la Chiesa. Nel 6° capitolo della sua "Vita" si legge:
"Nel medesimo tempo gli furono manifestate in visione molte cose future nascoste, e Dio permise che egli sentisse, fin quanto era possibile sopportare, come vanno le cose in Cielo, nell'inferno e in Purgatorio.
Non era cosa insolita per lui, che molte anime, dipartite da questo mondo, gli apparissero e gli rivelassero che cosa era loro acca­duto, come avrebbero compiuto la loro penitenza, come si poteva prestare loro aiuto, oppure quale era la loro vita davanti a Dio.
Fra gli altri le apparve anche il Beato Mastro Eckart e Giovanni della famiglia Futerer di Strasburgo. Mastro Eckart gli riveló, che e­gli si trovava in una gloria straripante nella quale la sua anima era immersa in Dio. Così il Servo di Dio lo pregó di fargli conoscere due cose: come si sarebbero trovate in Dio le persone, che cercarono de­liberatamente di compiere l'altissima verità. Allora egli comprese che nessuno sarebbe in grado di esprimere a parole l'immersione di queste persone nell'inafferabile abisso di Dio. Ma egli chiese ancora: quale fosse l'esercizio piú utile per una persona che volesse arrivare in quella altissima Unione? Allora ebbe questa risposta: "Egli deve dimenticare completamente se stesso secondo la sua natura e rinun­ciare al proprio pensiero e accettare tutte le cose come venissero da Dio e non dagli uomini (dalle creature) e sopportare con pazienza tutti gli uomini-lupi".
L'altro fratello Giovanni apparso gli mostrò anche la immensa beatitudine della sua anima glorificata. Anche a questi egli chiese la risposta a una domanda: "Quale é l'esercizio piú doloroso per una persona e il piú utile per lui?" Quegli rispose: "Nulla é piú doloroso e utile all'uomo che nel completo abbandono in Dio offrire con pa­zienza la propria volontà abbandonandosi così al volere di Dio".
Suo padre che era vissuto unicamente per il mondo, gli apparve dopo la sua morte e con il viso pieno di dolore gli fece vedere lo spa­ventoso castigo nel Purgatorio e gli fece capire perché soprattutto meritó questa cosa e specialmente, come poteva soccorrerlo di piú. Egli fece poi questo. Suo Padre gli mostró poi anche che, gra­zie al suo aiuto, egli era stato liberato dal suo castigo.
La sua pia mamma per mezzo della quale Dio aveva operato miracoli, quando essa era in vita, si tnostró anche essa in una visione e gli fece vedere il grande premio, che essa aveva ricevuto da Dio.
Cose simili gli furono partecipate anche da molte altre anime e da allora egli incominciò a provar gusto in questo e ottenne spes­so evidente conforto nella misura in cui si era curato di loro.
Queste 4 apparizioni, che il Beato ricorda espressamente, non furono le uniche, di cui egli fu degnato. Fu nel tempo del suo primo donarsi a Dio, quando lasció da parte ogni altra attività si dedicó esclusivamente alla preghiera e compì esercizi di penitenza quasi sovraumani. Queste apparizioni lo resero forte nel suo buon propo­sito, lo confortarono, quando era preso da scoraggiamento e tristez­za. Esse riempirono il suo cuore di gioia e di contentezza quando vedeva un'anima entrare in cielo; esse destarono nella sua senibilità comprensione e lo spinsero a prodigarsi quando vedeva in Purgato­rio qualche suo conoscente. "Animato dal suo abituale incontro con le povere Anime il Beato Enrico Suso faceva spesso meditazio­ni sul Purgatorio. Esse non gli servirono soltanto a pregare con maggiore zelo ed espiare per le Povere Anime. Egli ne trasse anche conclusioni per la sua propria vita.
Nel suo "libretto dell'Eterna Sapienza", cap. 24, Enrico Suso include nel suo cantico di lode anche il Purgatorio e le Povere Anime. Egli scrive: "Signore, io dico ancora di piú: se io adesso dovessi sepa­rarmi da loro, e questo fosse a tua lode, che dovessi ardere 50anni nel Purgatorio, Signore, adesso io scelgo la tua Eterna Lode. Sia Benedetto il Purgatorio nel quale si compie in me la Tua lode. Un po' piú avanti egli dice: "Mio dolce Signore, io desidero, che in questo modo giunga ai tuoi occhi una grande lode, simile a quella immensa lode e gioiosa, che ebbero gli Angeli, quando videro per la prima volta che essi avevano superato la prova e gli altri erano ri­pudiati, simile anche alla lode, che le povere anime cantano per la gioia quando uscite dal carcere del fuoco tormentoso giungono da­vanti a Te e vedono per la prima volta il Tuo Volto raggiante di gioia e di Amore".

Povere Anime con l'aspetto di animali?

Ció che molti lettori del diario di Eugenia riescono difficilmente a sopportare è il fatto, che certe povere anime appaiono sotto il terri­ficante e ripugnante aspetto di animale, come per es. Egolfo come un grande scimmione "con occhi di fuoco".
Maria R. come un serpente con la spiegazione: "questa era l'immagi­ne della mia vita, giuramenti falsi, tutta menzogne e finzione". E diciamo ancora: anche altri veggenti, uomini e donne videro povere anime in aspetto animalesco. Cristo ha detto una volta a S. Bri­gida di Svezia in una visione: "Lo Spirituale non ti appare così come esso è, ma in figura corporea; e come vestito di similitudine, affinché il tuo spirito lo possa capire".
Il medico distrettuale evangelico, dr. Giustino Kerner, scrive nel suo libro: "La veggente di Prevorst", come uno spirito parlò alla veg­gente di Prevorst: "Come sono i nostri sentimenti, così tu ci vedi. - Se io fossi vissuto come un animale, io ti apparirei come un animale". Il dr. Kerner racconta di un'altra donna alla quale spesso appari­va uno spirito "precisamente in figure di animali assai spesso ripu­gnanti, per es. civette, gatti, e orrendi cavalli ecc.
Giuseppe von Goerres, il celebre specialista in fatto di mistica dell'Università di Monaco scrive nella sua opera in 5 volumi: "Mistica cristiana" riguardo a suor Francesca del SS. Sacramento dell'Ordine del Carmelo: "Dei defunti apparvero a lei alle volte in paurose sembianze, piú simili a bestie feroci che a uomini. Poiché ogni volta Francesca alla loro vista prendeva un grande spavento tale da farla spesso svenire, essi incominciarono a mostrarsi nelle loro apparizio­ni non nelle loro vere sembianze, ma come ombre fluttuanti, fino a che essa si era abituata a vederle'".
I fenomeni qui descritti accaddero in tutte le loro particolarità anche ad Eugenia von der Leyen.

Non solo castigo, ma anche susseguente purgazione

L'anima nel Purgatorio, è semplicemente punita? Deve forse sostenere una certa quantità di dolore, una determinata durata del­la pena? Non sarebbe questo allora un puro meccanismo senza ani­ma? Il dr-Michele Schaumes, il celebre dogmatico dell'Università di Monaco ci insegna: "Il problema deve essere visto con molta maggiore profondità e in maniere differenti"; così scrive nella "sua dogma­tica cattolica": sembra piú consono all'insegnamento della scrittura (Matteo 13.22), dei Padri della maggior parte dei Teologi medioevali, della preghiera della Chiesa, della Santità di Dio e della personale dignità dell'uomo, se si ammette anche un mutamento dell'uomo nel purgatorio, una remissione dei peccati e una purificazione dell'uomo, e non solo la sopportazione di un castigo imposto da Dio. La Chiesa nelle sue preghiere implora per i defunti una remissione dei peccati (peccata). La parola "peccata" non indica solo castighi dei peccati, ma anche, e soprattutto peccati. La potenza della santità di Dio sembra essere molto piú conveniente se Dio opera nella vita dell'uo­mo cambiando e migliorando, che non se egli tiene lontano dalla entrata in Paradiso un uomo del tutto purificato, a mo' di castigo.
L'immagine descritta nella Scrittura di un Dio dell'Amore, della Santità e della giustizia unite in un'unica cosa dovrebbe essere assai piú consona, ammettendo, che quando il Signore punisce l'uomo da lui amato e arricchito di grazia, contemporaneamente lo trasforma e lo purifica. E' piú consono anche alla dignità persona­le degli spiriti, persone da lui create, se il defunto fino a che non ri­posa nella visione e nell'Amore dell'infinita Verità e Perfezione e ne è riempito per l'eternità, non come una pietra o un pezzo di legno che è immobile, ma nell'amorosa donazione a Dio viene purificato, fino a che il suo essere non è liberato da tutte le macchie di questo mondo. Questa trasformazione riguarda il peccato e le cattive incli­nazioni o abitudini che ne derivano".

La Verità del Purgatorio interessa anche ai non cattolici

La verità di un luogo di purgazione incomincia ad attirare an­che i non cattolici. Cosí' scrisse lo storico Golo Mann in una lunga recensione del libro "L'ora di Tommaso Moro" di Pietro Berglar:
"Moro, conoscitore della scrittura quanto Lutero, sostenne ció, che aveva aiutato la Chiesa nel suo sviluppo, e lo storico non si vergogna di seguire. Che egli si identifichi nella maniera piú forte e completa con il suo eroe la, dove Moro sostiene la dottrina del Pur­gatorio, delle Messe e preghiere per le povere anime e anche della in­dulgenza, puó sembrare straordinario a colui che lo apprende solo dalla mia recensione; ma non al lettore di quel capitolo.
Al contrario, mai ho trovato piú chiaramente e fortemente rappresentato la Tradizione della Comunione di tutte le Anime, dei vivi e dei defunti, e della necessità di una purificazione prima o dopo la morte.
C'erto che il lettore può chiedersi: puó essere falso ciò che è in se così grandiosamente pieno di significato? Oppure storicamente parlando: quanto deve essere stata tremenda per il Santo la soluzione di un simile fatto o di questo mistero allor quando essa si verificó sotto un grande disprezzo e umiliazione?
Fra il giorno della morte di Tonunaso Moro e quello di Eugenia von der Leyen ci stanno 450 anni.

Per questo libro

Il diario di Eugenia è passato da una mano all'altra durante il terzo Reich in esemplari ciclostizzati come le poesie di Rinaldo Sclineider. La moglie del maestro Giuseppe Feistle ne tiene ancora una di queste copie. Dopo la seconda guerra mondiale l'opera usci con il titolo "Anime salvate" in 12 edizioni Schacke-Verlag, Wies­baden; questa Casa Editrice non esiste piú da anni.
L'Editore belga Marco Schroeder in Eupen ha pure stampato 4 edizioni con il titolo "Fra Cielo e Inferno"; Marco Schroeder mori il 24.3.1976.
Guardando indietro fra i rimasti, i nomi delle persone ricordate nel diario o non sono scritti oppure ci stanno solo le iniziali. Ma ora essendo passato mezzo secolo dalla morte di Eugenia, non c'è piú mo­tivo di tacere i nomi, quindi cade la logica riserva.
Perció noi abbiamo riportati i nomi almeno fino dove fu possi­bile con l'ausilio dei parenti o dei testimoni oculari. Così il libro gua­dagna in autenticità e molte espressioni possono venir riesaminate.
L'uomo che ordinó questo diario e per primo lo rese pubblico fu Sebastiano Wieser, confessore e Direttore Spirituale della Princi­pessa Eugenia. Dietro nostra richiesta l'ordinariato di Augusta ci ha comunicato che è morto il giorno 11 Ottobre 1937 ad Augsburg Oberhausen. Dall'Annuario diocesano della Diocesi di Augusta ab­biamo potuto rilevare, che egli fu Parroco di Waal dal 1916 fino al 1 giugno 1926. 


Venerdì 22 Aprile 2016 la prossima puntata, vi aspetto..

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Giaculatoria 
per le anime purganti

Anime sante, anime purganti, pregate Dio per noi e noi pregheremo per voi,

affinchè Dio vi conceda il santo paradiso e la gloria eterna. Amen



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