CHI SONO

Per contattarmi potete scrivere al mio indirizzo:  lanazarena62@gmail.com

Sono una donna cattolica. Se il blog ti piace e desideri aiutarmi economicamente affinché io possa avere il tempo necessario per aggiornarlo ogni giorno e rispondere alle e-mail dei lettori, puoi inviarmi una donazione libera. Grazie!


Visualizzazioni totali

venerdì 22 aprile 2016

I Dialoghi delle Carmelitane - di Georges Bernanos

La storia 

La comunità delle Carmelitane Scalze si era stabilita a C. (Oise, Francia) nel 1641, provenendo dal monastero di Amiens. A sette anni dalla fondazione sorgeva il convento con la chiesa dedicata all'Annunciazione. Il monastero prosperò sempre nel fervore, splendendo per regolare osservanza e per fedeltà allo spirito teresiano, godendo dell'affetto e della stima della corte francese. Allo scoppio della Rivoluzione le monache rifiutarono di deporre l'abito monastico e quando i torbidi accennarono ad aumentare, tra il giugno e il settembre 1792, seguendo un'ispirazione avuta dalla priora, Teresa di S. Agostino, tutte si offrirono al Signore in olocausto "per placare la collera di Dio e perché la pace divina, recata sul mondo dal suo caro Figlio, fosse resa alla Chiesa e allo Stato". L'atto di consacrazione, emesso anche da due suore anziane che al primo momento si erano spaventate al pensiero della ghigliottina, divenne l'offerta quotidiana fino al giorno del martirio, giunto due anni dopo.

Cacciate dal monastero il 14 settembre 1792, le carmelitane scalze continuarono la loro vita di preghiera e penitenza, divise in quattro gruppi in varie parti di Compiegne e unite dall'affetto e dalla corrispondenza, sotto la vigile direzione di Teresa di S. Agostino. Presto scoperte e denunciate dal comitato rivoluzionario, il 24 giugno 1794 furono catturate o rinchiuse insieme a Sainte-Marie, già monastero della Visitazione, trasformato in carcere. Da Compiegne le sedici religiose furono trasferite a Parigi: vi giunsero il 13 luglio e immediatamente furono rinchiuse nel terribile carcere della Conciergerie, pieno già di sacerdoti, religiosi e altre persone destinate alla morte. Esempio a tutti di tranquillità e di serena confidenza in Dio e, insieme, modello di attaccamento totale a Gesù e alla Chiesa, sapevano effondere intorno a sé anche un raggio di gioia, come avvenne il 16 luglio, festa della Madonna del Carmelo, in cui una delle sedici, chiedendo senza paura ad un recluso più libero qualcosa per scrivere, con dei fuscelli carbonizzati scrisse sull'aria della Marseillaise un canto di giubilo e di preghiera nella previsione del martirio. Il giorno dopo, con giudizio sommario, in cui esse ebbero modo di manifestare la loro fortezza, le sedici carmelitane scalze furono condannate a morte dal tribunale rivoluzionario per la loro fedeltà alla vita religiosa, per il "fanatismo" (specialmente in relazione alla meravigliosa devozione ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria) e per l'attaccamento all'autorità costituita. Mentre erano portate in carretta per l'esecuzione alla Barrière-du-Tróne, tra il silenzio della folla e degli stessi sanculotti, cantavano ad alta voce il Miserere, la Salve Regina e il Te Deum. Giunte ai piedi della ghigliottina, dopo aver cantato il Veni Creator, una dopo l'altra rinnovarono davanti alla priora la professione religiosa e furono decapitate. Ultima venne uccisa la madre Teresa di S. Agostino, che aveva preparato così bene le figlie al martirio e che aveva realizzato in maniera meravigliosa quanto ella era solita dire: "L'amore sarà sempre vittorioso. Quando si ama, si può tutto". Il martirio, avvenuto il 17 luglio 1794, dimostrava ancora una volta il potere insuperabile dell'amore di Cristo.

Dai documenti esistenti e dalle testimonianze preziose delle tre carmelitane scalze della comunità di Compiegne che sfuggirono al martirio, possiamo fare l'elenco delle sedici martiri con i loro rispettivi nomi di religione, più o meno completi e, tra parentesi, quelli secolari:

Teresa di S. Agostino (Maria Maddalena Claudina Lidoine), priora, nata a Parigi il 22 settembre 1752;
Suor S. Luigi (Maria Anna Francesca Brideau), sottoprìora, nata a Belfort il 7 dicembre 1751;
Suor Anna Maria di Gesù Crocifisso (Maria Anna Piedcourt), nata a Parigi il 9 dicembre 1715;
Suor Carlotta della Resurrezione (Anna Maria Maddalena Thouret), nata a Mouy (Oise) il 16 settembre 1715;
Suor Eufrasia dell'Immacolata Concezione (Maria Claudia Cipriana Brard), nata a Bourth (Eure) il 12 maggio 1736;
Suor Enrichetta di Gesù (Maria Francesca de Croissy), nata a Parigi il 18 giugno 1745;
Suor Teresa del Cuore di Maria (Maria Anna Hanisset), nata a Reims (Marne) il 18 gennaio 1742;
Suor Teresa di S. Ignazio (Maria Gabriella Trézel), nata a Compiègne il 4 aprile 1743;
Suor Giulia Luisa di Gesù (Rosa Cristiana de Neuville), nata a Avreux (Eure) il 30 dicembre 1741;
Suor Maria Eririchetta della Provvidenza (Maria Annetta Pelras), nata a Cajare (Lot) il 16 giugno 1760;
Suor Costanza (Maria Genoveffa Meunier), novizia, nata a Saint-Denis (Seine) il 28 maggio 1765;
Suor Maria dello Spirito Santo (Angelica Roussel), conversa, nata a Fresne-Mazancourt (Somme) il 3 agosto 1742;
Suor S. Marta (Maria Dufour), conversa, nata a Bannes (Sarthe) il 2 ottobre 1741;
Suor S. Francesco Saverio (Elisabetta Giulietta Vérolot), conversa, nata a Lignières (Aube) il 13 gennaio 1764;
Suor Caterina Soiron, suora esterna (tourière), nata a Compiègne il 2 febbraio 1742;
Suor Teresa Soiron, suora esterna (tourière), nata a Compiègne il 23 gennaio 1748.

I corpi delle sedici martiri furono gettati in una fossa comune, con altri corpi di condannati, in un posto che divenne poi l'attuale cimitero di Picpus, dove una lapide ricorda illoro martirio. Di esse rimasero alcuni indumenti che le carmelitane scàlze stavano lavando alla Conciergerie quando furono portate in giudizio e che, due o tre giorni dopo, vennero dati alle benedettine inglesi di Cambrai, pure incarcerate, ma poi rimesse in libertà; tali indumenti preziosi sono oggi all'abbazia delle benedettine di Staribrook, in Inghilterra. Reliquie preziose sono ancora gli scritti delle martiri : lettere, poesie, biglietti; essi sono riferiti, insieme all'altra documentazione di grande valore, dal p. Bruno di Gesù Maria nella sua opera fondamentale.

Le martiri furono beatificate da s. Pio X il 13 maggio 1906, con breve pontificio, mentre già il 10 dicembre precedente era stato pubblicato il decreto de tuto per procedere alla dichiarazione del martirio delle sedici carmelitane scalze. La loro festa è celebrata il 17 luglio dall'Ordine dei Carmelitani Scalzi e dall'arcidiocesi di Parigi.

Recentemente, il nome delle beate ha avuto risonanza inaspettata grazie a opere letterarie di valore indiscutibile. Nel 1931 Geltrude von Le Fort ricavava dal racconto storico della vita e del martirio delle carmelitane di C. il romanzo Die letzte am Schafott (vers. it. : L'ultima al patibolo, Brescia 1939), dal quale il p. R. Bruckberger ebbe l'ispirazione di realizzare un film, dei cui dialoghi affidava la redazione nel 1937 a Georges Bernanos. Questi, dieci anni dopo, nel 1947-48, redigeva un lavoro che la morte gli impedì di condurre a termine. Pubblicato nel 1949 come opera letteraria a sé stante, Les dialogues des Carmélites ebbe un successo enorme in tutta Europa, e subito fu ridotto per il teatro da A. Beguin e, portato sulle scene, ebbe fortuna inaspettata. Nel genn. 1957 Les dialogues des Carmélites, presentato musicato da Francis Poulenc alla Scala di Milano, estendeva l'irradiazione dell'opera del Bernanos. Finalmente, nel 1959, con regia di Philippe Agostini, il p. Bruckberger riusciva ad attuare il suo sogno portando sullo schermo Les dialogues des Carmélites, film in coproduzione italo-francese: l'epopea delle sedici martiri figlie di s. Teresa d'Avila era così resa nota a tutto il mondo.

Autore: 
Valentino di S. Maria 
da http://www.santiebeati.it/dettaglio/33600

I DIALOGHI 

Bianca De la Force, figlia del marchese De La Force, nel 1789 a Compiegne, nel monastero delle Carmelitane, prende il velo con il nome di Sr. Bianca dell'Agonia di Gesu' insieme ad un'altra postulante, Sr. Costanza. La causa vera della vocazione di Bianca e' la paura di vivere nel mondo.
La sua breve vita terrena e' stata segnata da due eventi drammatici: per ben due volte ha vissuto il rischio di essere assalita dalla folla furente e imbestialita; la prima volta era ancora nel grembo della madre, poi morta nel darla alla luce; la seconda volta mentre attraversava Parigi in carrozza, durante una sommossa del popolo con la rivoluzione francese gia' praticamente in atto.
La vecchia Priora, Madre Enrichetta, avendo compreso il motivo della sua vocazione, ("La nostra Regola non e' un rifugio, non e' la Regola a custodire noi, siamo noi che custodiamo la Regola") accetta con difficolta' la postulante, ma la sua scelta del nome "sr. Bianca dell'Agonia", ("...perche' da principio fu la mia un tempo", come spiega a Madre Maria poco prima di affidargliela) crea una sorta di identificazione tra la vecchia Priora morente e la novizia gia' predestinata al Sacrificio.
Intanto gli eventi incombono: alla Priora appena eletta, Madre Maria Teresa di S. Agostino, e' imposto dal Commissario municipale di consegnare l'elenco di tutti gli averi della comunita' che vengono di fatto confiscati.
Il fratello di Bianca, di nascosto, si reca al convento per richiedere la sorella che ancora non ha pronunciato i voti solenni, ma essa rifiuta di lasciare il Carmelo. Nel frattempo il Cappellano del Carmelo, non avendo voluto prestare giuramento di fedelta' alla Costituzione della nuova Repubblica e' dimesso dalle sue funzioni e "proscritto", cioe' condannato all'esilio o a morte.
Il convento subisce una prima profanazione con l'irruzione violenta della polizia alla ricerca del fratello di Bianca che il Commissario ritiene nascosto dalle suore. Non viene trovato, ma il pericolo di essere cacciate dal monastero per esse si fa sempre piu' reale.
Viene proibito in tutta la nazione a chiunque di prendere i voti.
Ogni religiosita' e' abolita, pena la morte.
Dopo molte incertezze da parte delle suore anziane che debbono accettarne la professione, le novizie Sr. Bianca e Sr. Costanza vengono consacrate definitivamente suore coi nomi prescelti. Poi il Carmelo subisce una seconda profanazione molto piu' terribile: quella della folla che saccheggia la chiesa e il monastero. Mentre la Priora va a Parigi per cercare di contattare i superiori e prendere decisioni sul da farsi, le 16 suore rimaste al convento, su richiesta di Madre Maria dell'Incarnazione, vice-Priora, fanno "voto di martirio per meritare la conservazione del Carmelo e la salvezza della patria".
Viene poi dal Commissario l'ordine di sciogliere la comunita': le suore devono rinunciare all'abito e vivere separate, non partecipare a funzioni ne' mantenere contatti...il monastero e' occupato dai militari. Nella confusione generale Sr. Bianca dell'Agonia, che ha accettato il voto del martirio solo per non opporsi al volere delle altre suore, fugge a Parigi per tornare nella casa del padre. Ma il Marchese De La Force e' stato imprigionato come tutti i nobili rimasti in citta' e poi ghigliottinato.
Bianca ora fa la serva nella sua stessa casa, sorvegliata dai guardiani del palazzo, e' viva ma terrorizzata, presto subira' la stessa sorte del padre. Madre Maria, in abito borghese si reca al Palazzo De La Force e, cercando di far allontanare di nascosto Bianca da Parigi, le da' un indirizzo a cui recarsi. Nel frattempo le altre 15 sorelle, con la Priora, sono state trovate insieme, arrestate e condannate a morte, anche Madre Maria e' stata condannata, ma in contumacia.
Le 15 suore il 17/07/1794 salgono tutte al patibolo cantando "Laudate Dominum omnes gentes"; ad esse, per ultima, si unisce Sr. Bianca dell'Agonia di Gesu', che ha trovato finalmente il coraggio di essere fedele al suo voto.
A Madre Maria che sta anche lei per raggiungere le consorelle, il Cappellano, travestito da popolano, presente tra la folla all'esecuzione, ordina di non immolarsi ma di restare in vita per il Carmelo, sara' lei stessa a scrivere la Relazione degli avvenimenti e le 16 suore saranno poi beatificate da Papa Pio X nel 1906.

Nessun commento:

Posta un commento

CHI SONO