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lunedì 16 maggio 2016

Sensibilità delle donne

Dagli scritti di P. Pierre Dufoyer


Quarto carattere dell'anima femminile: la profonda sensibilità. Veramente, l'affermazione non ha valore universale; ma quasi. Bisogna dire che molte, per timidezza o per altre cause, non si espandono, non vogliono o non possono espandersi, mentre altre manifestano facilmente la loro sensibilità. Da che cosa dipende? Dal sistema ormonale? Non è provato. all'ambiente sociale che lascia ancor oggi la donna in uno stato di parziale inferiorità? È più probabile. Dal sentimento di umiltà della sua vita fisiologica, che agisce nello stesso senso? In parte, sì. L'idea della superiorità maschile e dell'inferiorità femminile, fuori del campo fisico, è un pregiudizio maschile. La verità è che, in certi campi, di solito è superiore l'uomo; in altri, la donna. Ma il pregiudizio è ammesso dalle donne stesse. Ora, noi siamo influenzati non da ciò che è vero in sé, ma da ciò che si pensa sia vero. Basta che le donne abbiano l'impressione e la coscienza d'essere inferiori all'uomo, perché questa convinzione produca i suoi effetti. 

La donna ha inoltre servitù materne, specialmente la gestazione, ed è anche priva di indipendenza economica; è quindi meno libera nei suoi movimenti e nelle sue decisioni. Essa accetta volentieri questa condizione nel matrimonio felice; la subisce dolorosamente in quello infelice; essa si rende conto che senza risorse e mezzi di sussistenza, la lotta fra lei e il marito diventa ineguale. L'esperienza prova che l'inferiore ha sempre una sensibilità più viva del superiore. Questo deriva dal fatto di dover spesso frenare l'espressione delle proprie emozioni; essendo costretti a tacere e a ripiegarsi su se stessi, il sentimento si dilata. Un superiore è di cattivo umore? Lo sfogherà in una violenta collera, ed ecco che la sua tensione cade, perché ha potuto esternarsi. Un inferiore pensa tutto il male del suo superiore, ma non glielo può dire, per non averne danni e fastidi. Dover inghiottire i propri giudizi, parlare ed agire contrariamente ai propri sentimenti, li rende più suscettibili e li esaspera. 

Ugualmente, l'amabilità di un superiore verso un inferiore che sente la propria inferiorità, avrà più pregio, per quest'ultimo, che per il superiore l'amabilità dell'inferiore. Nel primo caso l'inferiore si sente, per la maniera di comportarsi del suo capo, ingrandito ai propri occhi. Il complesso di superiorità di cui gode — magari immeritatamente — il superiore, lo rende quasi indifferente a ogni elogio come a ogni biasimo; il complesso d'inferiorità di cui soffre — magari a torto — l'inferiore, Io rende più intensamente sensibile. 

Nel campo dei sentimenti, la donna è più dipendente dall'atteggiamento dell'uomo, che non viceversa. Una ragazza può difficilmente essere la prima a fare, con speranza di riuscita, una dichiarazione d'amore a un giovane. Una donna che si offre ha, per l'uomo, meno attrattiva di una donna ch'egli conquisti; da questo, verosimilmente, il senso di umiliazione e di rancore che di solito prova chi ricorre ai retribuiti servizi delle professioniste dell'amore. Questa situazione sociale particolare della donna, e anche il suo complesso ormonale, creano la sua maggiore sensibilità, sempre, di solito, assai viva, e che le fa risentire intensamente ogni atteggiamento dell'uomo a suo riguardo: lode o biasimo. È molto semplice: essa registra tutto. Simile agli apparecchi meccanici ad alta sensibilità creati dall'uomo, il suo ago oscilla al minimo tocco. Non solamente essa risente tutto, ma risente intensamente, e di solito, esageratamente. Il raggio pesatore di una bilancia oscilla al grammo, quello di una basculla, all'ettogrammo. L'oscillazione del raggio sarà ben più forte, a parità di peso, per la bilancia che non per la basculla. Lo stesso si può dire delle emozioni della donna in confronto a quelle dell'uomo. 

Non soltanto essa risente tutto intensamente, ma ne conserva il fedele ricordo ad anni di distanza. Per la maggior parte degli uomini, un incidente liquidato è liquidato; un cattivo ricordo, dimenticato. Non ci penserà più. Non ci ritornerà più sopra. Per lui, il passato è passato; morto e sepolto. Per una donna, niente è mai definitivamente sepolto: i morti risuscitano; ad anni di distanza, a intervalli di decenni — i fatti lo testimoniano — esse ricordano le vostre più remote azioni e ve Io ricordano per benedirvi o rimproverarvi, Può accadere che essa perdoni e che, davanti a prove d'amore e di buona volontà, non tenga più conto di ciò che fu male o mal fatto. Ma si può essere certi che non accadrà mai ch'essa dimentichi. La psicologia sperimentale ne spiega la ragione; a una emozione viva corrisponde un ricordo più duraturo. La donna ha dei ricordi più duraturi precisamente perché le sue emozioni sono più vive. 

Il fidanzato, e specialmente il giovane marito, prenda buona nota di questo aspetto della psicologia femminile. Ne può ricavare molto per la felicità o l'infelicità della sua sposa o del suo matrimonio. Una donna non dimenticherà mai una parola dura o un rimprovero amaro, pronunciato a sproposito durante una piccola scena coniugale, come ricorderà la parola o il gesto amabile durante un parto, una malattia, una prova, un lieto avvenimento. Di qui la necessità per l'uomo di evitare ogni durezza di parola, di gesto o di atteggiamento, e di vivere in vera cortesia e sincera bontà. È la condizione di una felicità duratura. 


(Brano tratto da "Per te fidanzato e giovane marito", di Pierre Dufoyer, Edizioni Paoline)

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