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venerdì 27 maggio 2016

13^ PARTE - I MIEI COLLOQUI CON LE POVERE ANIME dI Eugenia Von Der Leyen

13^ PARTE di 15

Una suora sotto l'aspetto di una Serpe.

8 Febbraio. Ora sì presenta "Io Spaventoso" con violenza inau­dita.
Non ho mai visto un tale spettacolo, e nemmeno sentito: "tem­pesta, urla, capovolgimento di mobili gettati a terra, proprio tutto quello che non si vorrebbe sentire. Comunque voglio essere coraggio­sa! Non riesco ancora a vedere nulla.

9 Febbraio. C'era in camera un tale uragano, come se porte e fi­nestre fossero state spalancate e avessero sbattuto assieme. Di nuovo un'angoscia terrificante, una paura che cresce a non finire. - E come posso prestare aiuto agli altri, quando io stessa avrei un gran bisogno di essere aiutata?

12 Febbraio. Fu una cosa talmente aspra e forte, che per la paura il sudore scendeva a goccioloni fino a terra. Nella mia infinita miseria mi sentii così sola, come non mai. Una invisibile potenza sem­brava infuriasse attorno a me. Poiché fu sollevato perfino il mio letto, mi rifugiai in un'altra stanza. Mi avvolse un furioso uragano, allora aprii la finestra, - fuori era tutto tranquillo.

13 - 14 e 15 Febbraio. Sempre lo stesso, "fracasso e spavento!".

18 Febbraio. Fu così tremendo, che ne uscii malata - finita. Ho continuato a recitare il salmo 90 "Qui habitat in adiutorio Altissimi, in protectione Dei Cóeli commorabitur" -. Chi sta sotto l'aiuto del­l'Altissimo, dimora sotto la protezione del Dio del Cielo". - Questo salmo è particolarmente adatto per me, perchè anche intorno a me c'è il timore notturno, saette che volano di giorno, macchinazioni della tenebra, incursione diabolica dei mezzogiorno, tribulazione... di tutto...! e senza la fiducia in Dio non resisto più.

19 Febbraio. In mezzo al fuoco si è disvincolato un mostro scu­ro, dal quale viene il frastuono tremendo. Dalle fiamme non esce al­cun calore. La tempesta di prima è cessata. Ho adoperato tantissima acqua santa.
Per essere sincera, devo dire, che al momento mi trovo in una si­tuazione di spirito molto cattiva, sono diventata così povera nel dare.
A forza di non star bene, la mia anima deve soffrire la fame, e lo sen­to sempre di più. La mia forza sta per finire, se non posso attingere dal Tabernacolo.

21 febbraio. Adesso è lui luci mostro spaventoso, la cosa che più mi fa paura. Il mostro nero è una serpe. Quando la vidi mi sentii paralizzata dalla paura. E' una cosa tremenda per me, che ho paura da un orbettino! La bestia è molto lunga, forse tre metri, ho tanta paura, che tremo al sopravvenire di ogni notte: non riesco affatto a fare alcun sacrificio. Le fiamme sono sparite, e anche lo sbattere. - Fi­nora sta ancora quieta. - Mi si augura la "buona notte", ed io vado in­contro al grande tormento!... Ecco che di nuovo mi sono lamentata, adesso devo dire: "Basta!" - Dio non mi manda di più di quanto pos­so sopportare. Ho pensato che, forse queste annotazioni potessero es­sere per me come una medicina calmante - poi la cosa diventa più facile.
Nota. Sebastiano Wieser, suo confessore, le aveva consigliato di tener un diario, perchè non comunicasse a quanti le stavano accanto e vivevano con lei quello che le succedeva e anche con l'idea che in questa maniera poteva scriver qualche cosa dell'anima. Sappiamo che anche Gòethe riteneva lo scrivere come una liberazione.

23 Febbraio. La serpe venne solo dopo l'una. Essa si fece sentire con un tonfo, come quando un corpo cade dall'alto. Rimase a lungo distesa davanti a me, non è però tre metri, come credevo, ma solo un po' più di due metri: la ho misurata con la parete dove stava. Fu ab­bastanza quieta. Le ho detto, che farò di tutto per aiutarla, perchè non mi si avvicini, questo no! - Verso le tre penetrò attraverso il mu­ro accanto al mio letto nella stanza di W..., che in quel momento fece un urlo. - Quando al mattino chiesi se aveva dormito, la donna, che lo assiste disse: "Non so che cosa abbia avuto, alle tre si è svegliato e ha gridato come se avesse avuto paura da qualche cosa". - Quando mi rincresce che il povero bambino debba patire, solo, perchè la sua stanza è accanto alla mia!

24 Febbraio. Il povero animale ha gli occhi di fuoco, nei quali è sepolta la sua infinita sofferenza e agitazione. Pregare con una bestia è una sensazione del tutto particolare. Mi sono presa con me la Reli­quia di Santa Croce, che mi dà una certa tranquillità. - La bestia stava arrotolata a ciambella. - Non so che cosa preferisco! - Non mi sono affatto coricata, cosa che era più comoda. Solo non pensare che cosa potrà ancora accadere! - Le ho proibito di entrare nella stanza del bambino, minacciandola di non fare più niente per lei altrimenti. - Vuol dire che ho un certo potere su di essa, cosa che mi fa bene. Uscì fuori nel corridoio strisciando.

25 Febbraio. La ho osservata perfettamente: è di colore grigio­scuro con striature bianche. - E' assolutamente impossibile pensare che non sia un corpo reale e tangibile, ma solo un parto della fanta­sia. Chi la pensa così non ha mai provato una cosa del genere, e quin­di non può sapere. - Io la ho colpita alquanto con il mio bastone, e subito essa si è arrotolata come una ciambella: non fu una cosa facile, ma volli rendermene conto, per poterlo poi affermare!

26 Febbraio. Dopo che ebbi pregato assieme, essa si snodò così vicina da far spavento. Ad essa sembra che la cosa faccia bene, a me fa malissimo, tanto che feci un balzo sulla sedia. - Nessuna risposta al­le mie domande.­

2 Marzo. La mia superbia fu punita - non ho proprio alcun pote­re su di essa. Quando le ordinai di stare ferma, si è mossa strisciando verso di me e mi ha soffiato. - Lo spavento che provai non lo si può descrivere!

3 Marzo. Una giornata davvero spaventosa! - vidi la serpe pende­re da un albero di fronte alla mia scrivania. Uscii precipitosamente dalla mia stanza, per salvarmi da lei presso altre persone. - Dopo un'o­ra tornai, e quella se ne stava ancora in camera. - Di giorno è ancora più orrenda. Sono scappata di nuovo fuori, ma quella strisciò attra­verso la porta contro di me e disparve. - La cosa spaventosa avvenne però durante la notte. - Essa venne giù dal soffitto. Non so di più. Ma deve essere così, quando uno è colpito da un colpo apoplettico...

4 Marzo. Il serpente parla. - Io: "Vieni finalmente e mostrati co­me tu sei stato. Non ti posso più sopportare così." Lui: "Colpa tua!" - Io: "Ti do ancora troppo poco?" - Lui: "Sì!" - Io: "La mia forza è consumata, la paura di te mi divora". - Lui: "Tu non sei pura, senza macchia". Io: "Purtroppo! dimmi, come fai a saperlo?" - Lui: "C'è del torbido attorno a te". - Io: "Grazie! Cambierà!" - Ed ora la cosa più tremenda. - Si arrotolò tutto, poi si slanciò contro il mio letto. - So solo di aver urlato... ma poi era sparito. - Lo spavento però scosse le mie membra tutto il giorno.

5 Marzo. - Ero andata a ricevere i santi Sacramenti. Tornata a casa volli riprendere il mio lavoro, qualche cosa lo afferrava. Non pensai subito ad una presa da parte di spiriti, ma credetti si trattasse di uno scherzo. - Poi vidi improvvisamente una mano con un anello di argento, come lo portano le monache: essa afferrava il mio lavoro. Dopo un po' si formò una figura nebulosa, però si distingueva ancora sempre solo la mano. - Io: "Sei la serpe?" - Lei: "Sì, mi hai conosciu­ta e disprezzata!" - Io: "Chi sei? - dimmi il tuo nome!" - Lei: "Mi co­noscerai, adesso aiutami!" - Dopo ho pregato un poco con lei poi io stessa fui come avvolta in una nube, ed essa sussurrò: "Tu hai odiato le mie bugie!" - Non avevo la minima idea di chi poteva essere. - Ma ora sono io l'anima liberata, se la serpe non viene più. (Quanta sono grata a Dio, che mi ha tolto via quella cosa tremenda!

6 Marzo. - L'apparizione rimase (lui a lungo, una striatura di nu­bi con le mani, essa è così mite, che riuscii ad addormentarmi mentre era qui. - Essa non fa nessuna reazione a niente.

8 Marzo. - La nuvola si infittisce di più è una donna, non riesco a pensare chi possa essere. - Non so nemmeno di aver avuto disprez­zo per qualcuno.

La figura del serpente 'Immagine della vita'

9 Marzo. - Rimase qui tanto, ha pregato con me: quanto è sere­na adesso! Ora non ho più quell'orrido rettile! e adesso posso di nuo­vo dare di più!

10 Marzo. - E' una monaca: ora si riconosce il velo, ma non il viso. Le chiesi: "Dimmi una buona volta chi sei?" - Lei: "Un'asse­tata!" - Io:"Perchè sei venuta da me come serpente?" - Lei: "Non ero ancora capace di mostrarmi diversamente". - Io: "Perchè eri in que­sta figura ripugnante?" - Lei: "Era il simbolo della mia vita!" - Io: "E­ri una monaca?" - Lei: "Sì". Io: “E perchè non vai dalle tue conso­relle a chiedere aiuto” - Lei: "Io andai da loro, ma quelle non vede­vano niente! - Io: "Ti ho conosciuta proprio davvero?" - Lei: “Tu hai odiato il mio peccato”. - Ed era sparita. - Non capisco affatto chi pos­sa essere.

11 Marzo. In pieno giorno ecco Padre W...... era esattamente co­me da vivo. - Io: "Sta bene? come sono contenta!" - Lui: "La lunga sofferenza mi ha illuminato!, sono salvo!. Ora so che le anime vengo­no e possono venire da te. Usa bene le tue forze! - Chi dà tutto, rice­verà assai!" - Quest'apparizione mi rende felice per due ragioni: Pri­mo, perchè è buono, secondo perchè non mi volle credere, quando gli raccontai la storia della Monaca.
Nota. Confronta la prima apparizione.

- E' la terza volta questa, che coloro, che noti vogliono credere, si mostrano a me dopo la loro mor­te. - F.S. e K.T. sono anche venuti. - La mia tranquillità non è causata da superbia, ma lo trovo come un riposo - una sicurezza quando ven­gono da queste persone, che non hanno bisogno. - Sono una confer­ma per me. Molte cose che scrivo, possono suonare come vanagloria.
Io tralasciarci volentieri qualche cosa, ma allora la verità non sa­rebbe più completa.

17 Marzo. - La monaca mi ha già salutata al mio arrivo a Mona­co, quindi niente ferie! Vidi anche altre tre ombre e un uomo anziano.

19 Marzo. - Lei rimase qui tutta la notte. Allora è proprio Maria R....., una monaca francese di Pie... Morì cinque anni fa a Marsiglia. Io: "Perchè non ti mostri nel tuo monastero?" Lei: "Ci sono stata molto, ma esse non mi vedono". Io: "Mi puoi spiegare, perchè io ti vedo e quelle mezze sante là non ti vedono?" - Lei: "Il loro spirito è ancora prigioniero, mentre tu ti puoi liberare!" - Io: "Rendermi libe­ra da che cosa?" - Lei: - Da te stessa!" - Io: "Perchè sei venuta da me sotto la forma di un serpente? - Lei: "Era l'immagine della mia vita! - giuramenti falsi - tutto menzogna e commedia!" - Io: "Eppure non sei dannata!" - Lei: "Prima di morire ho finalmente ricevuto i Sacra­menti in modo degno!" - Io: "Che cosa posso fare ancora per te?" Lei: "Pregare con me e flagellarti! - Allora sarò nella luce!".

25 Marzo. Ora lei viene tutte le notti, senza rispondere. Adesso diventa sempre più bella, proprio come era da viva, solo è ancora triste.

30 Marzo. Io: "Devo scrivere di te a Pie...'?" - Lei: "No, esse pregano per me." - Io: "Quale è il tuo dolore maggiore?" - Lei: "Il desiderio che non si quieta!" - Io: "Poveretta, mi rincresce tanto, per­ché quando eri in vita, io sono stata così cattiva con te: ora voglio ri­parare con l'amore". - Lei: "Tu mi hai compenetrata". Io: "Poiché sono stata tanto rigorosa con te, adesso siilo tu con me e dimmi ciò che in me non li pace!" - Lei: "Tu non hai ancora compreso la tua vocazione". - Io: "Che vocazione?" - Lei: "La Misericordia". Io: - Ahi, sì! sono così debole ed egoista, sono una così povera creatura. Ma dimmi di più!" Lei: "Inabissati e vedrai!" - Io: "Non capisco". - Lei: "Potresti vedere a tuo piacere attraverso la nebbia". - Io: "Io voglio solo ciò, che Dio trova bene per me, e come posso sapere io se il tuo consiglio è giusto?" - Lei: "Vedi il tuo angelo?" - Io: "No, e tu lo ve­di?" - Lei: "Sì, è accanto a te!" – Che mi è di grande consolazione, ma io non lo vorrei proprio vedere per niente e non cose troppo sopran­naturali! Vedo sempre più cose. - Ad A..... io vidi tre donne e quattro figure di nebbia. – Il digiuno mi rende più libera, ma si tratta di un povero digiuno - sono debole come sempre! -

Un segno!

21 Marzo. Mentre andavo in chiesa ad A..... mi vennero incontro due dame, che non conobbi affatto. - Io: "Chi siete?" - Esse: "Le di­menticate!" - ed erano sparite. - Me ne stavo seduta in camera mia. Improvvisamente mi sento avvolta in un turbine di nebbia, mentre entrava il sole dalla finestra. - Io: - Se siete delle Povere anime, datemi un segno!" Ed ecco cadde dalla parete un quadro - ed esse erano sparite assieme con la nebbia. - Me ne andai in giardino, ed ecco venirmi incontro un cavaliere - vestito modernamente a cavallo di una volpe. Egli passò velocemente davanti a me e sparì in un boschetto. - Un ca­ne, che stava accanto a me abbaiò. - Un pochino troppo in un sol giorno!

1 Aprile. - Mi trovavo sola in uno scompartimento del treno - ed ecco arrivare la Monaca. - Io: "Tu mi riesci a trovare dappertutto?" - Lei: "Ma io sono sempre accanto a te!" - Io: "Ma come è che io non ti vedo sempre?" - Lei: "Perchè il tuo "Fluido" cambia". Io: "Che cosa è 'sta roba?' - Lei: "Tu non lo capisci!" - Io: "Per quanto tem­po verrai ancora da me?" - Lei: "Fino quando voi canterete: Allelu­ja". - Io: "Allora dopodomani?" - Lei: "Sì". - Io: "Raccontami qual­che cosa dell'Aldilà!" - Lei: "Tu non lo potresti comprendere - Infini­to dell'Infinito!" - Poi Lei incominciò a cantare, io non potei capire niente, penso che era in latino. E così arrivammo a Monaco.
Nota. Tutte le "sapienti" espressioni in materia di religione sono ragionamenti alla maniera umana. - "Anímus" ha soltanto il suo mon­do, fuori di questo non comprende niente. - La monaca diventa "Ani­ma"come l'ha vista Patti Claudei. - Lei canta un Inno, che la Princi­pessa non capisce e non può comprendere!

Il Venerdì Santo non vidi e non udii nulla. - Il Sabato Santo vidi solo due ombre. -
Il Giorno di Pasqua fu troppo bello, e non lo dimenticherò mai!­ Al: "Vidi Aquam" la monaca stava in piedi davanti a me tutta rivesti­ta di luce, ai piedi dell'Altare. - Quale enorme differenza dalla figura del serpente!! - O mio buon Dio, ti ringrazio!" - Ora mi sono propo­sta di sopportare tutto pazientemente e non scrivere più. Ho tanta paura che si infiltri l'autocompiacimento. - Lascio comunque a Lei il giudizio.

Un conoscente nell'abisso

24 Aprile. II mio proposito di non scrivere più di queste cose non fu di lunga durata. La cosa non va. - Io non posso aver tregua! Da oltre quattordici giorni viene un uomo assai triste e misere­vole. - Lo si può sopportare - ma non lo conosco. -

27 Aprile. Egli era molto agitato e piangeva. -

30 Aprile. - Egli piombò in pieno giorno nella mia stanza come fosse stato inseguito, aveva la testa e le mani piene di sangue! - Io: "Che cosa posso fare per aiutarti?" - Lui: "Dammi la tua mano!" - Io gliela diedi con gran timore e sapendo o presentendo che anch'es­sa si sarebbe macchiata di sangue. Invece niente di tutto ciò. Solo es­se erano molto calde. - Io: "Come ti può giovare sta cosa?" - Lui: "Tu rinfreschi". - Io: "Chi sei?" Lui: "Mi devi pur conoscere!" - Io: "No, non ti conosco!" Lui: "Io sono sepolto nell'abisso!" - Io: "La tua anima o il tuo corpo?" - Lui: "il mio involucro!" - Io: "E come ti chiami? Lui: "Luigi!" - Non ho la minima idea di chi possa essere.

1 Maggio. Venne di nuovo di giorno. - Ho visto benissimo che la sua testa era tutta sfracellata. - Io: "Perchè sei così pieno di sangue?" Lui: "Perchè nessuno me lo netta via!" - Io: "Devo farlo io?" - Lui: "Tu non capisci il mio linguaggio!" - Io: " Tu parli in maniera sim­bolica. E' sangue, cioè dolore?" - Lui: Sì, io sono dimenticato nel­l'abisso". - E se ne andò piangendo.

3 Maggio. Quando entrai in stanza, lui teneva la maniglia della porta. Strano, questa circostanza mi spaventò assai più che non alla stessa apparizione! - Io: "Dimmi, perché parli sempre di Abisso?" Lui: "Perchè sono lì". - Io: "E' il modo di dire di un castigo?" - Lui: "No!" - Poi si lanciò contro di me come se volesse farmi del male. - Io: "Stai fermo, che cosa vuoi di speciale?" - Lui: "Tu mi devi cono­scere!" - ma davvero non lo conosco! 

3 e 4 Maggio. Egli fu anche troppo da me e non parlò!

5 Maggio. Mi venne in mente che poteva essere Luigi Z....., che a.... nel 1879 fu... Fu un grande rocciatore e credo sia morto al Tódi, per una sciagura alpinistica. Purtroppo oggi non venne.
Nota.Tódi è una montagna nel Glaronese, Svizzera, alta 3.620 m.

6 Maggio. - Allora è proprio come pensavo -. Io: "Sei il signor Z... dell'infortunio alpinistico?" - Lui: "Tu mi liberi!" - Io: "In che modo può esserti utile che io ti conosca?" - Lui. "Allora mi darai di più!" - Io: "Questo non cambia niente nei miei rapporti. Io faccio quello che posso. Le tue ossa sono ancora giù nell'abisso?" - Lui: "Sì" - Io: "Ma questo non nuoce per niente alla tua anima - perchè tu sei salvo". Lui: "Salvato, ma nell'Abisso! Dall'abisso io grido verso di te!" - Io: "Devi ancora espiare così tanto?" - Lui: "Tutta la mia vi­ta fu senza un contenuto - un valore! Quanto sono povero! Prega per me!
Nota. Sport e Turismo non sono il fine e lo scopo della nostra vi­ta. Di esso non rimane che il vuoto e la povertà dello spirito. Quanto pochi si avvantaggiano delle Feste del Signore, e invece vivono come separati da Dio loro Creatore tante persone in questi giorni.

Io: "Così ho fatto a lungo. Io stessa non so come lo possa fare". "In questo caso io non sono più il distratto "io". - Egli si tran­quillizzò e mi guardò con infinita gratitudine. - Io: "Adesso la cosa ti diventa più leggera?" Lui: "Si" - Io: "Perché non preghi tu stesso?" - Lui: "L'anima è soggiogata quando conosce la Grandezza di Dio!" Io:"Me la puoi descrivere?" Lui: "No!" "Pure lo straziante desiderio di rivederla è il nostro tormento". - Io:"Sei con le altre anime?" - Lui: "Sì, però ciascuno è isolato". Io: "Come hai fatto a trovarmi?" - Lui: "Tu ti trovavi sulla mia strada". - Io: "E che cosa posso fare per aiu­tarti nel modo migliore?" - Lui: "Quando tu ti fai male e non com­metti alcuna colpa". - Io: "Però, tu esigi molto da me. La prima cosa passi, ma la seconda vorrei, ma non posso! Purtroppo sono sempre u­na povera creatura esposta a tante cose". - Lui: "Quanto più tu sei pura, tanto più ci puoi aiutare!" - Io: "E come ve ne accorgete?" - Lui: "Vicini a te noi non soffriamo!" - Io: "Ma andate piuttosto da una persona più perfetta!" - Lui: "La via è segnata per noi!" - Io:"Da quali sfere potete venire da me?" - Lui: "Dalle più basse!" - Io: "E dopo?" - Non rispose, però si fermò ancora a lungo. -

7 Maggio. - Egli venne alla prima colazione del mattino, passò fra... e me... via e qua. - Era quasi una cosa insopportabile, non la­sciar notare nulla! Finalmente potei andarmene, e quasi nel medesimo istante egli era di nuovo accanto a me. Io: "Per favore, non venire, mentre sono fra la gente". - Lui: Ma io vedo solo te!" - Io: "Ma tu conosci pure le camere dove sei stato tante volte!" - Lui: "Sì" - Allo­ra mi venne incontro e mi poggiò le sue mani sulle spalle. - Quando era vivo non mi era stato simpatico proprio niente, ed ora tanto di meno! - Io: "Lasciami stare! Non voglio che tu mi tocchi!" - Lui: "A­desso tu sei pura". - Io: "Ti accorgi che oggi sono stata alla santa Co­munione?" - Lui: "E' appunto questo che mi attrae!" - Ho pregato a lungo con lui. - Ora aveva un'espressione assai più contenta.
Scrivo tutte queste cose molto malvolentieri! -

9 Maggio. - Luigi Z... Fu qui molto a lungo, purtroppo indaffa­rato, ed ha continuato a singhiozzare. - Io: "Perchè oggi sei così tri­ste? Non ti va forse meglio?" - Lui: "Io vedo tutto così chiaro!" Io: "Che cosa?" - Lui: "La mia vita perduta!" - Io: "Se hai adesso an­cora pentimento, ti aiuta ?" - Lui: "Troppo tardi!" - Io: "Hai potu­to concepire questo subito dopo la tua morte?" - Lui: "No!" - Io: "Ma dimmi, come è possibile che tu ti puoi mostrare solo così come eri da vivo?" - Lui: "Per la Volontà".

10 Maggio. Mi sta per accadere qualche cosa di nuovo e ne ho paura.

13 Maggio. Z... è qui assai agitato. Io: "Quando vorrai star fer­mo?" - Lui: "Tu sei divisa". - Io: "Ti accorgi che c'è ormai qualche cosa di altro, che mi sta attorno?" - Lui: "Sì". - Io: "E tu puoi scac­ciare quell'altro?" - Lui: "No". - Io: "Che cosa è?" - Lui: "Dammi l'ultima cosa che hai, poi sono libero." - Io: "Bene, allora non voglio pensare ad altro". - Egli era sparito. Per la verità non è tanto facile ciò che gli ho promesso. Comunque proverò ad eliminare totalmente ciò che tormenta. D'altra parte io non posso accontentarne due. De­vo ammettere qualche cosa: mi sono sentita così infelice e così ter­ribilmente sola, che ho pianto come una bambina. - Mi sento sempre tanto poco disposta a sacrificarmi. -

15 Maggio. Io: "Sei contento adesso?" - Lui: "La pace!" - Io: "Viene sopra di te?" - Lui: "Verso la luce abbagliante!" - Durante il giorno venne tre volte, sempre un po' più contento. Fu proprio il suo commiato.

16 Maggio. - Svegliata da un frastuono spaventoso, nella mia stanza c'era un vero uragano. Mi sono alzata - fuori non c'era il mini­mo soffio di vento. - Ed ecco una grossa palla che rotolava per la stanza, oppure una specie di botte malfatta, non saprei dire di preciso che cosa era: era solo da spaventarsi! - Poi mi sentii chiamare con molta chiarezza. Io ero del tutto fuori di me stessa - poi ci fu un col­po e tutto fu di nuovo quieto ed io potei ancora riposare un pochino.

17 Maggio. Ancora qualche cosa di simile, tuttavia non del tut­to così terribile.

Ho visto in giardino due donne, che mi venivano incontro - spa­rirono di colpo.

25 Maggio. Mi trovavo ad H... (una giornata di cammino dal luo­go dove stava la veggente), ero andata in visita. Essa mi ha trovato an­che qui di bel nuovo. Adesso diventa molto umana, ma orribile. Mi fa pensare alla testa di Medusa.

27 Maggio. Me ne stavo seduta con mia N... ed ecco che qualcu­no mi afferra per le spalle e incomincia a scuotermi in qua e in là, tanto che si sono accorti anche gli altri e mi hanno domandato se ave­vo freddo? - Quasi avevo freddo davvero, ma dalla paura! E' una brut­tissima donna, davvero ripugnante.

29 Maggio. Mentre ero nel bosco mi vidi venire incontro una fi­gura in volo.

2 Giugno. Quella donna orribile fu qui assai a lungo. Non ci fu comunque nulla di nuovo. - La figura volante venne proprio su di me e pareva avvolta in una nube luminosa. Mi sentii immersa in una sen­sazione del tutto particolare, nessuna angoscia, ma una felicità! Ma contemporaneamente vidi me stessa e tutto era cattivo in me visto in una nuova luce. Ero nel bosco, ma non vedevo più alberi, ero come rinchiusa in un cerchio di nube bianca e soltanto Anima - e perciò non è cosa che possa descrivere. - Ma che cosa è questa cosa, che mi circonda, e mi rende così felice? - Capisco benissimo, che la cosa non ha nulla a che vedere con gli Spiriti!
L'eccezionale mi ripugna tanto, ma ho paura di essere vanesia davvero.
Avevo tanto desiderio della Santa Comunione, che (lui si può a­vere solo di rado, e mentre ci stavo pensando, ecco che venne quella cosa. - A chi posso aprire il mio cure, se non a Lei? - Forse mi posso difendere da questa cosa, se lei trova che sia più giusto, parlando però sinceramente, sarebbe per me un vero sacrificio, perchè questa cosa dà troppa felicità. Ma che cosa è? Non potrebbe provenire da uno spi­rito malvagio, che in tal modo si potrebbe impossessare di me? - Per­ché il buon Dio dovrebbe mandare a me questa dimostrazione di be­nevolenza, che Egli dona soltanto ai buoni? - Ed io non lo sono per niente, non possiedo ancora nemmeno una virtù, tutto solo proposi­ti non realizzati. Questo mi inquieta parecchio. - Bene, ora Lei sa di nuovo tutto, la carta è sempre un grande tranquillante! -

11 Giugno. La donna viene quasi tutte le notti, ma non si com­bina niente con Lei. Solo pare che sia contenta della preghiera.

17 Giugno. Finalmente balbetta qualche cosa, che è di Passavia e si chiama Eleonora.

22 Giugno. Essa mi ha quasi fatta andare fuori di me stessa pri­ma della Santa Comunione. Mi ha talmente scrollato per il braccio, mentre stava in piedi come un gigante davanti a me, che credetti tutti avrebbero dovuto vedere. - Che essa possa leggere anche il mio pensiero? - Perchè appena mi venne l'idea di offrire per lei la santa Comunione, essa disparve. - Durante la notte essa poggiò il capo sulla mia mano, io sentivo i suoi occhi fissi su di me. Presi dell'acqua san­ta e gliela versai addosso. - Lei: "Tu sei misericordiosa!" - Io: "Era così difficile poterti aiutare, che sei venuta per così lungo tempo?" Lei: "Se tu sapessi come ho peccato!" - Io: 'Io non lo voglio sapere affatto! solo che io ti posso aiutare!" - Lei: "Scrivi a Passavia che..." (impossibile capire. Mi riempì di tristezza, ma fu solo un mormorio, spero di poterle far dire tutto!).

24 Giugno. Dimmi subito che cosa devo scrivere a Passavia?"
Lei: "Il bambino ucciso era mio". - Io: "A chi lo devo scrivere?" - Lei: "Gr....". - Io: "Quando hai ucciso il bambino?" - Lei: "Estate 1823". - Io: "Ma Gr.... non sarà più viva!" - Lei: "Io la ho calunnia­ta". - Io: "Bene, vedrò che cosa potrò fare, ma forse è già più facile per te, ora che lo hai detto". - Lei: "Infelice! Infelice!" - e disparve -. Due giorni di completo riposo. E un riposo meraviglioso.

27 Giugno. Apparve qualche cosa di nuovo con molto fracasso e lamenti era irriconoscibile! Era grande come un armadio!
Venne anche Eleonora e mi diede un bacio, cosa che non mi va affatto. Poi ho pregato a lungo con lei ed essa sembra contenta. - Io: "Posso fare ancora qualche cosa per te?" - Lei: "Non cacciarmi via da te!" - Io: "Ma io non lo faccio!" - Lei: "Tu mi eviti se cerco di toccarti!" Io: "Sì, la cosa mi fa rabbrividire e a te non giova". Lei: "Lasciami!" - Poi si accomodò accanto a me. Può anche darsi che la cosa le dia sollievo e la aiuti, se io riesco a sopportarla come un atto di offerta per lei!

29 Giugno. - Quell'altro tormento fu di nuovo qui. Sembra uno che porta un peso molto grave. - Poi ritornò Eleonora. - Io: "Vieni, dammi la tua mano!" - Allora Lei mi venne incontro sorridendo. - Io: "Sei contenta così, che sorridi?" - Lei: "E' superato!" - Io: "Che cosa?" - Lei: "Lo sconforto!" - Io: “Perché” - Lei: "Perchè tu dai!" Io: "Proprio oggi che ti ho dato tanto poco! Ebbi tanto poco tempo, per pensare a te". - Lei: "La tua volontà era offerta". - Io: "Poiché tu sai tutto di me, dimmi che cosa è in me ancora che non ti piace". - Lei: "Tu esiti ancora nel dare, non devi più preoccuparti di te stessa.­ Ed ecco entrare il Nuovo e lei disparve. Certo se fossi così avanti, co­me vogliono gli spiriti! Ma ce ne manca ancora! -

30 Giugno. - Lei mi venne incontro sulle scale, mi sorrise e con la mano fece un cenno lontano. - Forse questa era la conclusione.

4 Luglio. Eleonora spesso da me. Essa non parla più ed ha una espressione di felicità. L'uomo che porta il peso è molto tormentante per via della sua inquietudine. - Si può distinguere la sua faccia: ha una lunga barba grigia. - Non lo conosco.

7 Luglio. - Durante il giorno ci fu un grande rumore nella mia stanza. Il mio cassettone e la porta saltavano per aria - non si poté ve­dere niente. La cosa si ripeté quattro volte.

9 Luglio. La realtà ha completato il sogno. Io sognai. Un uomo carico di un grande peso veniva verso di me, poggiava il suo carico ac­canto al mio letto. - Io mi svegliai. - E l'uomo era veramente lì davanti a me, dalla sua schiena piegata qualcosa cosa che non potei conoscere­ una cosa scura - sul pavimento. - La cosa mi impressionò talmente, che mi alzai per convincermi, che ero sveglia. - Scrivo questo perchè non mi era mai successo.
Pare che Eleonora non venga più.
Sento di nuovo un nuovo frastuono e un chiamare, ma non il mio nome, ma: "Ascoltaci! - Aiutaci!" e poi un grido che ti trapassa l'anima.

11 Luglio. - Io mi sono esaminata a fondo, se la cosa che scrivo, corrisponde alla Verità, e posso affermare: "Ebbene, sì!" - Io ho la abitudine di rileggere e rileggere sempre ciò che ho scritto, prima di consegnarlo e talvolta ho trovato di aver omesso ciò che mi sembrava esagerato. - Forse la mia sensazione per l’Altro" è troppo compene­trante...
Nota. Il tenore del Diario talvolta lo ripeto a questo posto. Qui si tratta di apparizioni e Visioni, non hanno niente a che fare con le Povere Anime. La veggente rilevando queste visioni, ha anche colle­gato una sua caratteristica, che era riservata solo a colui al quale era­no indirizzate, e che è molto simile a una confessione scritta per let­tera. - Essa scrive in proposito: "Ora mi devo preparare alla morte e finalmente fare sul serio...".

Parroco, Sebastiano Wieser

Martedì dì 31 Maggio 2016  la prossima puntata, vi aspetto..

Preghiera a Maria SS. per le Anime del Purgatorio più dimenticate

  • O Maria, pietà di quelle povere Anime che, chiuse nelle prigioni tenebrose del luogo di espiazione, non hanno alcuno sulla terra che pensi a loro. Degnatevi, o buona Madre, abbassare su quelle ab­bandonate uno sguardo di pietà; ispirate a molti cristiani caritatevoli il pensiero di pregare per esse, e cercate nel Vostro Cuore di Madre i modi di venire pietosa­mente in loro aiuto.
  • O Madre del perpetuo soccorso, abbia­te pietà delle Anime più abbandonate del Purgatorio. Misericordioso Gesù, date loro il riposo eterno.
  • 3 Salve Regina

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