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martedì 10 maggio 2016

8^ PARTE - I MIEI COLLOQUI CON LE POVERE ANIME

Nostra Signora del Monte Carmelo
8^ PARTE di 15    

"Non mi puoi raccontare niente dell'aldilà?"

9 Dicembre. Ero appena sveglia quando venne Caterina e po­tei rilevare una cosa nuova, che mi fece pensare alla luce elettrica. Nel medesimo istante che lo spirito arriva, il mio proprio essere è come illuminato, un "crac" nel mio cervello e tutti gli altri miei pensieri spariscono. Il soprannaturale ha una forza avvincente. Pur­troppo non ho dolori: mi sarebbe interessato vedere se sparivano anche quelli.
Essa mi venne molto vicina e accostò la sua mano alla mia fronte come se volesse farmi una gentilezza. Io: “Perchè sei così cara og­gi?” Lei: "Tutto chiaro". Io: “Dove chiaro?” Lei: "In me e in te". Io: "Che cosa puoi veder ancora in me?" Lei: "Desiderio." Poi disparve. Dal momento che devo essere sincera, devo dire che pro­prio ero stata tanto contenta alla Santa Comunione, ma non mi piace scrivere queste cose, mi sembra di entrare in un campo di cose stravaganti.
Gianni fu qui, niente di straordinario.
Anche il dieci dicembre suppergiú lo stesso.

11 Dicembre. La nuova ombra venne nuovamente in camera di giorno, durante la notte fu qui Caterina, molto cara. Io: "Non puoi raccontarmi niente dell'aldila?" "No!". Io: "Non ti è permesso?" Lei: "CREDI!" Io: “E' come hai creduto?” Lei: "Si." "Allora, dimmi perchè non ti vedo, quando ho male?" Lei: "Perchè allora tu non hai alcuna forza."
Nota. Anche la Principessa tanto dimentica di sè subì la stessa cosa che una domanda curiosa premesse alle labbra. La risposta: "Credi", è un ordine preciso, perchè se al posto della Fede il mondo colpito dal peccato avesse una conoscenza scientifica, sarebbe tolta agli uomini la libertà. Soltanto la Fede rende possibile la libertg di dire si o no alle verita religiose. Dio tiene lontana dall"uomo qual­siasi costrizione, per questo egli diventa una persona responsabile anche nel male.

Poi venne Gianni sempre uguale.

12 Dicembre. La nuova ombra stava di nuovo accanto a me, nessuno se ne accorse. Gianni fu qui a lungo, un po' meglio, pare che anche verso la preghiera non abbia più sentimenti così ostili. Allo stesso momento c'era ancora qualche cosa nella mia stanza, forse l'ombra, non riuscii a distinguere nulla, quasi per tutta la notte. Ero tanto stanca che la pregai di andarsene, ed ecco il tre­mendo gemere e piagnucolare. Allora ritirai la mia richiesta e inco­minciai di nuovo a pregare. Ho avuto un cattivo pensiero, perché ho invidiato gli altri che possono dormire.

14 Dicembre. Li ho visti tutti, gli Undici, il Cavaliere, l'ombra, Caterina e Gianni ma non si è parlato.

15 Dicembre. Una pessima notte. Sembrava che un grosso uc­cello continuasse a sbattere contro la finestra. Pensando che le con­tro le finestre dell'inverno non fossero fermate, mi alzai per vedere. Era tutto in ordine, nemmeno c'era bufera e vento, ma si vedeva una grande ombra nera e una figura, che mi riempì di terrore, più bestia che uomo. Ne ho avuto una tremenda angoscia e scappai via dalla finestra. Fui molto sollevata quando, dopo, arrivò Caterina.
Io: "Hai visto quella cosa orrenda?" Lei: "No, ma la tua angoscio­sa paura." Io: "Sei sempre qui?" Lei: “Si”. Io: "Perché non ti ve­do?". Lei disparve. Il buon Dio mi difenderà da quel mostro.

16 Dicembre. C'era di nuovo il solito rumore alla finestra, pe­rò non ho visto niente. Caterina rimase a lungo, mentre recitavamo la preghiera che le è cara, si è inginocchiata, poi disse: "Ti ringrazio!" Io: "Hai un aspetto del tutto diverso, non devi più espiare?" Lei: "Per me è una gioia!" Io: "Non vieni piú?" Lei: "No." Poi mi venne molto vicina e disse qualche cosa che non capii, come una lingua diversa, disparve. Sono quasi triste di non vederla più. Lei era una difesa per me, perchè ho tanta paura dal mostro alla finestra; quello è completamente diverso da quanto vidi finora. Ho domandato mol­te cose; scrivo solo quelle alle quali mi fu risposto.
Ho visto il Cavaliere e gli Undici; l'ombra è in piedi vicino a me una nuvola nera, devo pregare. Ora dopo 10 minuti è sparito.

17 Dicembre. Gianni, il Cavaliere e l'Ombra. Il frastuono alla finestra era mescolato col temporale, non posso dire niente di preci­so.

18 Dicembre. Nella cappella dell'ospedale ho visto Suor Edvige, aveva un viso contento. Quando tornai, Gianni stava nella mia stanza. Io: "Ho appena tanto pregato per te, allora dimmi quello che vuoi ancora!" Lui: "Perdono!" Io: "Hai ucciso tu mio nonno?" Lui: "Provocato, calunniato!" Io: "Ti perdono volentieri, devi soffrire ancora molto?" Lui: " Si!" Io: "Posso chiederti se eri am­malato o posseduto?" Lui: "Posseduto". Io: "Da chi?" Lui: "Lo spirito della menzogna!" Egli disse tutto questo in tono di pianto e aveva l'espressione di chi chiede misericordia.
Sono stata contenta perchè finalmente parla. (Mi sembra come una ingiustizia, rivelare le colpe delle povere anime come una catti­veria rispetto allo loro fiducia. Obbedienza e amore del prossimo sono un po' in contraddizione dentro di me).
Nota. Il Parroco Sebastiano Wieser scrive: conosco il vecchio Gianni altrettanto quanto Fritz il pecoraio ed altri. Egli stava di casa di fronte a casa mia e nei giorni della sua alienazione sono spesso andato a trovarlo. Gianni morì circa 50 anni fa.
Si mostra ancor oggi l'orifizio dello sparo. Ora egli riconosce di aver provocato il colpo cosf fatale e risponde alla mia primitiva do­manda, se era ammalato di mente (alienato) o se era posseduto (os­sesso), risponde di essere stato posseduto dallo spirito della menzogna. Il motivo per cui io avevo fatto e proposto quella domanda è questo, perché io sono dell'idea che una gran parte "dei poveri pazzi" sono ossessi. (Nota personale del traduttore: Un medico americano la pensa così di tutti gli ammalati negli ospedali).
In tutte le apparizioni io trovo la loro infelicità nel loro com­portamento. Purtroppo non sono molto capace nè di descrivere, né di disegnare.

"Il Mostruoso"

19 Dicembre. Il mostro fu da me, ora posso distinguerlo chiara­mente. E' grandissimo, arruffato, e nero, ansima in maniera spavento­sa. Io mi sono difesa con la reliquia della Santa Croce e con l'acqua Santa. Lui mi guardò fisso e uscì dalla finestra.
lo non ho mai visto nei serragli una cosa così mostruosa; è ora nella mia stanza.
Verso mattina venne Gianni. Io: "Vuoi pregare per me?" Lui: “Si” Io: "Ti allegerisce un po'?" Lui: "Si" Io: "Perché mi hai di nuovo preso per il collo?" Lui: "Nel tormento." Io: “Non lo farai piú” Lui: "No!" Io: "Perché non vai dai tuoi parenti?" Lui: "Non c'é strada!" Adesso è del tutto diverso quando prego.

20 Dicembre. Il mostro rimase con me quasi tutta la notte. Io era sveglia e avevo la luce accesa, quando egli entrò con fracasso dal­la finestra. Per fortuna rimase sempre lontano da me, ma quegli oc­chi! Io penso che spesso non potrei farcela in notti come questa. Gianni venne due volte, sembra che egli avverta il mostro, perchè una volta si voltò verso di lui; e non mi ha dato nessuna risposta.

21 Dicembre. Apparsa l'Ombra nella mia stanza. Gianni qui a lun­go. Io: "Puoi vedere l'infelice che ieri era qui con te?" Lui: "Sì". Io: "E' ancora più infelice di te?" Lui: "Sì". Io: "Sai chi è?" Lui: "No" Io: "In che modo posso aiutarti meglio?" Lui: "Sacramenti". Io. "Ti accorgi quando ho ricevuto i Santi Sacramenti?" Lui: "Sì". Io: "Co­me?" Lui: "Attiri". Allora incominciò il fracasso e Gianni disparve. Io cercai di pregare anche con questo allora venne più vicino, nella mia paura ho di nuovo lasciato lì subito. Ha l'aspetto di una grande scimmia.

23 Dicembre. La cosa più tremenda subìta finora. Il mostro venne con molto rumore e si accovacciò in un angolo, fissandomi sempre con gli occhi. Poichè ieri sono stata tanto vile e cessai di pre­gare, io raccolsi il mio poco coraggio e incominciai. Avevo appena dette poche parole, che il mostro si gettò con violenza su di me. Non ci fu dolore, che provassi ma qualche cosa di così spaventoso che io perdetti conoscenza. Che cosa fu non so, in ogni caso mi ri­presi subito, trovai la luce ancora accesa ma non c'era più nulla. Io ero sfinita per questo, e potei riposare un poco. Poi venne Gianni ma solo per poco.
Visti il Cavaliere e gli Undici. L'Ombra mi seguì per le scale e mentre si stava facendo l'albero di Natale venne anche lì.
E quasi un po' troppo, perchè è molto difficile a nascondere tutte le impressioni e vivere come una persona normale in mezzo agli spiriti.

24 Dicembre. Gianni a lungo con me; guarda fuori meglio. Io: "Stai più bene?" Lui: "Si". Io: "Allora sei presto liberato?". Lui: "18 x 7'. Io: "Dimmi almeno se ci sono ancora altre povere anime qui con me che non posso ancora vedere?". Lui: "Si'. Io: "Perché non le posso vedere?". Lui: "Sono esse che non possono". Disparve. L'Ombra venne di nuovo dopo cena. E gli Undici scesero con me per la Messa di Mezzanotte. Dopo questa Messa io ero ancora in piedi e venne quell'infelice. Poichè ero in piedi vidi che era quasi il doppio della mia statura. Provai tanto spavento che volevo correre fuori sul corridoio. Ma lui si mise davanti a me. Io: "Non puoi far­mi niente, è la Santa Notte!" Egli prese ad urlare e andare in su e in giù. Io mi inginocchiai davanti al mio presepio, senza pregare e senza pensare, ma solo piena di spavento di quello che mi potrebbe ancora accadere. Sempre quel gemere insopportabile vicino a me. Finalmente riuscii a dire: "Se non puoi parlare dammi un segno, che ti posso aiu­tare". Allora si gettò a terra e prese a urlare come un animale. Io lo aspersi di acqua santa e l'ho accarezzato un po' perché era Natale ma fu una sensazione terribile. Ho detto le preghiere a voce alta ed egli non si mosse e non mugolò. Non si può descrivere il suo aspetto, non ha vestiti, soltanto la pelle e quegli occhi! Eppure mi sento conforta­ta perchè se fosse un cattivo spirito non lo potrei aiutare.
Gianni mi svegliò per la Messa del mattino, sentii una chiamata mi svegliai e dissi: "Chi è?" Risposta: "Gerardo".
Nota. Egli aveva due nomi: "Gerardo, Giovanni".

Io mi accorgo e mi convinco sempre di più che le povere anime mi hanno sempre svegliato. L'Ombra venne di nuovo in sala da pran­zo, e non riuscii quasi ad evitare la sorpresa, mi chiesero che cosa avevo da non riuscire più a mangiare. Io ho tenuto duro e continuato a nascondere, tanto non mi capirebbero.

Noi andiamo in giro di notte.

26 Dicembre. II poveraccio, come chiamo ora il mostro restò solo poco con me. Gli Undici davanti alla porta di casa. Sono sempre ancora uguali, con loro non si riesce a nulla, comunque essi sono ben disposti verso di me. L'Ombra rimase a lungo in camera mia durante il giorno.

27 Dicembre. Il poveretto a lungo con me. Volevo pregare e di colpo era vicino a me e tacqui. Ho visto che è tutto coperto di tume­fazioni che sanguinano. Spaventosamente ripugnante, solo che non mi tocchi più. Come è debole il mio amore per quel miserabile, perchè mi è ancora sempre ripugnante. E quanto ho desiderato di non aver cuore per lui, ed ecco improvvisamente Caterina è in piedi davanti. a me e indica la sua bocca che anche era cosi ripugnante prima. Adesso è tutta splendente. Io fui tanto contenta per lei e lei mi sorrise. Io: "Sei ancora sempre con me?" Lei: "No". Io: "E per­chè adesso sei qui?" Lei: "Perchè eri debole". Io: "Sì sono sempre tanto debole, ma a guardarlo ho ben motivo di aver paura di lui, lo puoi vedere?" Lei: "No, superato". Lei sparve. Fu una cosa tanto bella e sono riconoscente, che gli spiriti mi aiutino ora a diventare migliore. Anche il poveretto se ne andò presto, io mi sono vinta e gli ho detto: "Torna presto!" (E' molto triste che alla mia età non abbia ancora compreso il sacrificio, col pensiero è “Si”, di fatto è "No".

28 Dicembre. Gianni qui. Poichè egli era così triste gli doman­dai il perchè? Lui: "Non mi hai dato niente." Io: "Scusami, lo so, ti ho trascurato perchè anche gli altri mi fanno tanta pena; adesso provvederò prima a te. Sai chi viene da me oltre che tu?" Lui: "Noi andiamo in giro tutti nella notte!" Più tardi venne il poveret­to, lo ho osservato bene; una pelle bruna, e fra mezzo rigonfiamenti e ferite, sicchè pensai che il pavimento doveva essere insanguinato. Era ripugnante. Egli mi venne vicino e mi guardò fisso. Io: "Non posso ancora aiutarti molto, devo prima aiutare qualcun altro." Allora incominciò a urlare e a correre intorno per la stanza, poi mi venne incontro con un braccio alzato, riuscii in fretta a mettergli di fronte la reliquia di S. Croce. Egli continuò a ringhiare come un cane rabbioso ma restò fermo. La sua presenza mi fa venire il batti­cuore, perchè egli mi guarda così sfacciatamente e mi spaventa. Non ha un aspetto triste, soltanto cattivo. Ora incomincia la lotta che ho gà altre volte subito; gli devo voler bene e non posso, eppu­re soltanto quando io amo l'anima avvolta nell'orrore, posso fare sacrifici.
L'Ombra venne tre volte, sono molto curiosa che cosa ne ver­rà fuori ancora, non è inquietante, è come un pezzo di parete che si muove. E' del tutto singolare ciò che mi intimidisce, e io me ne sono meravigliata spesso, quelle cosette piccole mi colpiscono di più che non cose veramente spaventose, mi sconvolge il crepitìo in camera, poi quando l'apparizione entra dalla finestra invece che dalla porta, poi sentire il respiro vicino a me, fracasso alla parete, ecc.

29 Dicembre. Gianni qui; ho fatto molte domande ma non ho avuto alcuna risposta. Egli ha pregato volentieri e quando gli detti l'acqua santa, rimase tranquillo.
Il poveretto venne più tardi, si ricantucciò in un angolo e mi guardò fisso. Io gli dissi: "Vieni qui, voglio pregare con te". Perchè sei come una bestia? "In un attimo fu accanto al mio letto.
Quando incominciai a pregare gridò paurosamente ed era come in convulsioni, un gomitolo sul pavimento. Purtroppo la reliquia della Croce non era vicina a me, gli diedi acqua santa. Pian piano il suo crampo si sciolse ed egli rimase disteso sul pavimen­to. Potei vedere molto bene quanto è grande e coperto di tumefazio­ni. Il suo viso è soltanto una massa con degli occhi. Si deve commuo­versi davanti a una cosa simile.
Mi sono alzata e mi sono inginocchiata accanto a lui e gli ho detto: "Perchè non mi lasci pregare? Io voglio aiutarti, voglio solo aiutar­ti, adesso lasciami pregare con te. Vedrai che ti farà bene!" Poi reci­tai il Padre Nostro, egli ascoltò quieto ma poi mi strinse col suo braccio spaventoso, fu una cosa molto penosa. Lasciai fare però gli dissi: "Io ti aiuto più volentieri, se tu non mi tocchi." Egli rimase nella stessa posizione ed io continuai a pregare, e poichè egli sin­ghiozzava destai con lui il pentimento. Vedendo la sua grande miseria io stessa dovetti piangere. Accade qualche cosa di straordinario: egli mi lasciò e si inginocchiò accanto a me. Allora gli ho parlato a lungo della grazia del Natale. Povera creatura quanto tremendamen­te deve patire! Io gli dissi: "Non puoi ancora parlare?" Egli fece un cenno di no scuotendo il capo. Io: "Mi capisci?" Fece cenno di sì. Adesso siamo diventati amici. Sparì subito. Fu una cosa molto dura. Ma ora sono felice. Fare una gioia ad un'anima è assai piùú bello che rendere felici le persone. Quanto è buono Iddio, io ho sentito la sua presenza come non mai, deve anche essere così; perchè altrimenti nulla potrei.
Devo purtroppo affermare che adesso faccio poche cose per me, sono sempre allo stesso punto e se la sera guardo il mio tavolino non vi trovo niente di buono.
L'Ombra era di nuovo lì all'ora di mangiare e poi sul corridoio incontrati anche gli Undici.

30 Dicembre. Gianni qui a lungo, ma qualunque genere di preghiera incominciassi egli era sempre malcontento, cosa che si ma­nifestava con sospiri e agitazioni. Finalmente mi sovvenni del "Me­morare" allora si calmò. Pensai che certamente era stata la Madon­na a salvarlo. Così gli domandai: "Come è avvenuto che ti sei salva­to?" Nessuna risposta. Io: "Lo voglio sapere." Lui: "Madre ..... cor­dia (Misericordia)" non si capiva. Io: "L'hai sempre venerata?"
Lui: "Si". Queste comunicazioni riscaldano il cuore ed io ne fui felice. Quante di queste domande ho fatto gia senza aver risposta.

31 Dicembre. Il poveretto qui a lungo, molto inquieto.
Mentre si era a tavola venne di nuovo l'ombra, io rimasi a boc­ca aperta nel bel mezzo della coversazione e tutti dissero: "Che ti succede, che fai quella faccia?" ed essa divenne ancora più stu­pita di prima. Una nuova difficoltà, rimaner naturali di fronte al soprannaturale.

2 Gennaio. Il poveretto molto difficile, veniva sempre più vicino e gemeva; non era possibile pregare. Avevo un grande terrore che mi toccasse. Questa cosa è per me la più spaventosa, tutto il mio es­sere mi si ribella. Fui contenta quando venne Gianni col quale ho potuto pregare. Poi il poveretto se ne andò. Poichè mi sentivo tre­mendamente stanca, dissi: "Per favore lasciami dormire, io continuo pure a pregare per te". Lui: "Che cosa mi avevi promesso?" e se ne andò. Io mi sentivo piccola a causa della mia poltroneria.

3 Gennaio. Mi sono svegliata di soprassalto. Il poveretto appog­giava le sue mani su di me, fu una cosa terribile. L'ho pregato di allon­tanarsi e poi ho pregato per lui, ma lui era tanto irrequieto, se ne an­dò nella mia stanza accanto dove lo sentii a lungo far rumore e fracas­so. Gianni qui, piangeva. Gli chiesi: "Perchè sei così triste?" Lui: "C'è qualche cosa fra me e te". Io: "Sì, lo so, ma io devo pregare anche per gli altri". Lui: "Non devi!" Io: "Ma io ho tanta paura quando non posso aiutare quel poveretto, paura che mi tormenti". Lui:"Sop­porta!" E sparì. E' molto difficile ciò, che cosa posso fare con quel poverino.

4 Gennaio. Venne il poveretto. Io gli dissi che non avrei anco­ra potuto aiutarlo, finché non era libera l'altra anima. Allora inco­minciò a gridare e si gettò su di me, cosa tremenda! Piú tardi venne Gianni. Io: "Sei contento di me adesso." Lui: "Si." Io: "Devo fare tutto per te?" E per gli altri, niente?" Lui: "Dà di più!" Qua­le introspezione da parte sua, io potrei dare di più se non ci fosse più in me il mio "io".

5 Gennaio. Il poveretto venne durante il giorno e potei vedere tutta la sua lordura e quanto era ripugnante. Non riesco a spiegarmi che cosa avvolge il suo corpo, forse non è una pelle, ma in ogni modo è tutto pieno di ulcere e tumefazioni. Confrontandolo con la mia stufa potei rilevare la sua grandezza. Egli mi venne incontro con le braccia distese. Io mi rifugiai nella mia torre, non mi venne dietro, poi disparve.

6 Gennaio. Durante la notte ebbi dei dolori e non venne nessu­no; cosa straordinaria, però gradita. Il Cavaliere in chiesa (era dome­nica).

"Il tormento cessa, il castigo no!"

7 Gennaio. Il poveretto emtrò di nuovo dalla finestra, fece tanto rumore che mi svegliai prima. Io: "Se non puoi ancora parlare dammi un segno di risposta". Sei una povera anima?" Egli accenna di si. Io: "Ti posso aiutare davvero?" Egli assentì di nuovo e mi ven­ne molto vicino. Io: "Conosci quell'altra anima, che io devo aiutare prima di te?" Egli scuote il capo e vuol prendere la mia mano. Non riesco a dargliela questa mano! Io: "Perchè mi tocchi sempre?" Allora mostrò tutte le sue piaghe e tumefazioni gridando in modo pauroso. Io pregai con lui. Egli si calmò un po' tenendo la sua mano sul letto. Vieni ancora Gianni, pare non si vedano. Io: "Sai che c'è qui anche un'altra anima". Lui: “Si”. Io: "La vedi?" L'altro: "No". Io: "E allora come lo sai?" Lui: "Perché tu hai già dato". Io: "Che cosa ho già dato?" Lui: "Luce". Io: "Che cosa intendi dire con la parola luce?" Lui: "La strada". Io: "La dò anche a te?". Lui: "Sì". Il poveretto andò via. Gianni rimase ancora a lungo, ho pregato molto con lui. Gli ho chiesto ancora molte cose, ma non ebbi rispo­sta. Tutto ciò non lo riesco a capire, come posso dar "luce", ma una cosa è chiara, che il poveretto avrà bisogno ancora di molte cose.

9 Gennaio. Il poveretto con me dalle 10 e mezzo fino alle quattro. Niente da fare con lui. Non mi perse d'occhio un istante, e questo stanca assai. Il suo volto ha forse qualche cosa di natura­le. Una volta mi saltò addosso. Io gli gridai: "Non puoi farlo!" Allora egli divenne furioso, ma si ritirò nel suo angolo. Io provai tanto spavento. Appena se ne fu andato, sentii improvvisamente una musica proveniente da lontano, una cosa del tutto nuova. Aprii la finestra, ma dal di fuori non si sentiva niente.

10 Gennaio. Gianni venne in pieno giorno, sembrava molto allegro. Gli dissi: "Sembri molto contento, va meglio?" Lui: “Si”. Io: "Ma dimmi un po' perchè devi ancora continuare ad espiare?" "Io ho offerto per te più volte l'Indulgenza Plenaria". Lui: “Si”. Io: "L'hai ricevuta?" Lui: "Sì, Dio è giusto, il tormento cessa, non il castigo!" Egli sparve.
Incontrata l'Ombra, prende la forma di una donna, ma ancora è irriconoscibile.
Il poveretto entrò gridando. Ero ancora in piedi. Mi sono mes­sa subito a pregare con lui. Egli poggiò la sua mano sul mio capo, io lo scrollai via e allora disse: "Dà!" Io: "Che cosa devo fare per te?" Lui: "Sacrifici!" Io: "Che cosa?" Lui: "Volontà!" Capii subito che cosa pensava perchè non lo volevo toccare e dovetti farlo. Egli mi stese le braccia, io le diedi la mano, ma non volentieri, anzi con avversione. Allora egli prese anche l'altra mia mano. Io sentii la sua appiccicosa nella mia mano, avrei voluto piangere. Io gli dissi: "Che cosa ti può fare la mia mano?" Lui: "Frescura!" Stetti ferma ma in­felice fino che le sue mani caddero dalle mie, non c'era più niente da dire. Rimase alcun po' e poi disparve.

11 Gennaio. Gianni è qui quasi tutta la notte. Ora sembra pro­prio contento. Io: "Dimmi perché eri posseduto?" Egli: "Dato scandalo". Io: "Adesso dove sei?" Lui: "Nell'ombra!" Io: "Ancora lontano dal buon Dio?" Lui: "Si". Io: "Verrai ancora spesso da me?" Lui: "No". Io: "Perché no?" Lui: "Non puoi più darmi niente". Io: " Ma io ti aiuto ben volentieri?" Lui: "Io sono allontanato". Io: "Che cosa devi patire ancora?" Lui: "Il castigo della separazione". E disparve! Come è strano tutto questo. Io annoto solo quello di cui sono assolutamente sicura. Qualche volta devo ripetere la do­manda, perché essi molto spesso mormorano o balbettano soltanto.

Il mostro si dà da conoscere.

12 Gennaio. Il poveretto qui. Non ci sono nuove difficoltà. Vista l'ombra e gli Undici.

13 Gennaio. Mi svegliai per una stretta al mio braccio destro, il poveretto si piegò su di me. La sua testa era così vicina che mi pare­va di svenire dalla paura. Non posso descrivere quanto sia spaventoso, ma non mi voglio lamentare. Il Signore Iddio non mi manderà più di quanto possa sopportare. Anche la sua faccia è piena di eruzioni e come coperta di una massa attaccaticcia. Finalmente si drizzò in piedi accanto a me. Io incominciai a pregare. Lui disparve. Visto il Cavaliere in Chiesa.

14 Gennaio. Ero molto preoccupata per il ritorno dei miei da Roma. E L.....era ancora da me la sera. Mentre lei stava quieta se­duta accanto a me, vedo quel poveretto dietro di lei che mi fissa alla solita maniera. Non mi lascio impressionare, ma a lungo non ci rie­sco più, è un enorme sciupio di nervi. Così mando L a dormire. Men­tre la sto per abbracciare l'ombra si mette davanti a lei, io vedo co­munque L attraverso l'ombra. L....è immediatamente vicina, ma non vede niente, è soltanto sorpresa che la voglia mandare subito a letto e mi trova burbera. Appena essa se ne è andata il poveretto si getta su di me. Io tengo duro, non voglio svenire, ma c'era davvero da perdere i sensi. Non posso dire se ho pregato, ero come un arnese incapace di pensare. Riuscivo appena a respirare, tanto mi stringeva. Finalmente mi lasciò libera. Io: “Perché mi tormenti così”. Lui: "Perché prendi il mio tormento". Io: "Ma chi sei tu?" Lui: "Uno che cerca". Io. "Che cosa cerchi?" Lui: "Riposo (pace)!" Io: "Voglio sapere come ti chiami!" Lui: "Enrico". e disparve. Questa volta ero proprio disfat­ta, sono comunque contenta che egli parla, il povero Enrico.
Nota. Il Parroco Sebastiano Wieser commenta: Enrico von M...... è una persona storica. Trovai il suo nome come quello di Egolfo e Barbara nei registri della parrocchia. Egli deve aver condotto una vita feroce. Egli appare per oltre un anno. Ha fondato e lasciato dei la­sciti per Sante Messe annuali, ma la fondazione a causa dell'inflazione è ora sfumata. Per questo feci domandare, se egli sapeva che SS. Mes­se non sono più celebrate (intendevo celebrate come prima). "Il Sangue di Cristo scorre per tutti noi", è la sua risposta. L'11 Feb­braio è finalmente il giorno della liberazione di Enrico.

Udii di nuovo quella musica straordinaria. Ma potrebbe anche essere una immaginazione e provenire dalle vibrazioni dei fili telefo­nici, che passano sotto la mia finestra.

15 Gennaio. Enrico è qui a lungo, niente di brutto. Egli inco­mincia ad essere contento delle preghiere e trovo in lui anche un grande cambiamento della faccia. Mi sembra di conoscere i suoi occhi, ma non posso ancora stabilire di chi siano. L'Ombra fu nella mia stanza e non posso ancora dire se è una donna.

16 Gennaio. Enrico mi svegliò con un urlo e poi incomin­ciò a gemere paurosamente. Ho pregato con lui, ma poichè continua­va a lamentarsi presi la bottiglia con l'acqua dei Tre Re Magi e la sparsi su di lui. Si quietò subito e incominciò a mormorare la pre­ghiera con me, alla fine andò via. Sul pavimento non c'era una goc­cia d'acqua eppure io avevo vuotato tutta la bottiglia.

17 Gennaio. Strano. Durante la notte ho avuti forti dolori, non venne nessuno. Verso le 4 mi addormentai. Alle 6 venne Enrico. Gli chiesi: "Perché vieni così tardi oggi?" Lui: "Non ti ho trovata." Io: "Perché no?" Sono sempre stata qui!" Lui: "Non eri chiara". Io: "Ma dimmi perchè quell'aspetto così orrendo?" Lui: "Il pec­cato. Io: "Ti ho conosciuto quando eri vivo?" Lui: "No". Io: "Sei vissuto in questo castello?" Lui: "Si," Io: "Quando?" Era sparito.
L'Ombra salì le scale davanti a me. Visto il Cavaliere in Chiesa.

18 Gennaio. Di nuovo qui il poveretto. Egli si gettò su di me, io lo pregai di lasciarmi in pace, tutto inutile. Finalmente si rimise m piedi vicino a me! Io ero tanto spaventata che mi sarei messa a piangere volentieri. "Perché l'hai fatto di nuovo?" Lui: "Per venir liberato". Io: "Libero da che?" Lui: "Non vedi questo?" Io: "No". Lui: "Guardami bene". Poi sparì. Devo aiutarlo a liberarsi dalle sue tumefazioni? Non capisco. 'Come gli puó giovare un sacrificio che faccio per forza? Perché io non lo toccherei mai di mia volontà. 19 Gennaio. Devo dire che adesso ho paura da ogni notte. Co­munque posso dormire. All'una venne Enrico con un grido. Quale è la cosa migliore che posso fare per aiutarti? Lui: "Vinci te stes­sa!" e si slanciò contro di me. Fu una cosa tremenda. Ho sopportato quella pena in sacrificio per lui. Finalmente mi lasciò libera. Continuavo a pensare di essere tutta lordata da lui. Invece non si vede niente. Io: "Devi tormentarmi in questo modo?" Lui: "Si," Io: "E chi lo vuole?" Lui: "Io". Io: "Allora hai ancora la volontà libera?" Lui: "No". - Io: "Allora perchè dici che lo vuoi tu?" Lui: - Mi spinge, perché soltanto tu.. non ho capito il resto": Più tardi mi sve­gliai di nuovo per quella musica. Non riesco a comprendere che cosa sia, è come un canto alla parete vicino a me.

20 Gennaio. Egli venne di corsa nella mia stanza come un uragano spinto dal vento. Io ero ancora sveglia, e gli dissi subito: "Per favore, oggi stammi lontano!" Lui: "Perché?" Io: "Perché non posso resistere". Lui: "Allora non mi vuoi aiutare?" e mi ven­ne subito piú vicino. Io non parlai piú e chiusi gli occhi. Allora egli posò le sue manaccie sulle mie spalle e premette la sua testa sulla mia. Di più non sò, era troppo. Dopo, un po' di tempo ri­tornai in me. Quando posso avere il conforto della S. Comunione è di nuovo tutto dimenticato.

21 Gennaio. Di nuovo così tremendo, solo che questa volta riuscii a non perdere i sensi. Sono diventata così debole perchè penso continuamente e con ripugnanza e orrore a questa cosa.

22 Gennaio. Andò un pochino meglio. Non riesco più a far­lo parlare, potei almeno pregare con lui.
L'Ombra di nuovo a lungo nelle mie vicinanze, visto il cava­liere in Chiesa.

23 Gennaio. Enrico ha un aspetto diverso. Non posso ancora di­re in che cosa sia diverso, comunque non è più così ripugnante. Sono felice, perchè non mi ha più toccata. Io: "Dimmi sei Enrico von M...?" Lui: "Si!" Io: "Perché devi fare una penitenza così lunga?" Lui. "Il peggior peccato!" Io: "Sei andato in giro per il castello per tutto questo tempo?" Lui: "Si" Perché non ti ho mai visto prima?" Lui: "Non ti era ancora permesso." Io: "Devo chieder­ti se ti accorgi che le SS.Messe Legatorie per te non vengono piú celebrate?" Lui: "Il Sangue di Cristo continua a scorrere per noi!"
Nota. "Il Sangue di Cristo continua a scorrere per tutti noi". Quei "Signori" che la pensano diversamente a proposito del Santo Sacrificio della Messa e non credono piú alla Transustanziazione, non sanno quello che fanno!

Poi incominciò a piangere. Io: "Perché piangi?" Lui: "Perchè non posso attingere!" Io: "E perché?" Lui: "Il castigo". Io: "Ed io ti aiuto?" Lui: “Si”. Poi ho pregato con lui, non si poteva più fargli dire altro, si fermò tuttavia ancora un pezzo.
Mentre io stavo in Chiesa la sera, il cavaliere si inginocchiò verso di me e potei vedere quanto era bello e felice. Non ebbi il coraggio di parlare con lui. Questa è una classe di spiriti del tutto diversa, ai quali io non mi posso avvicinare.

24 Gennaio. Poichè ho affidato tutto a questi fogli, devo anche dire che sono quasi completamente finita nel mio fisico.
E per continuare materialmente dovetti rinunciare ai bisogni dello spirito, non potei andare a Messa perché ero troppo stanca. E' un metodo di cura capovolto, perché allora mi viene a mancare tutto, e allora salta fuori tutto quello che non dovrebbe, tanta impazien­za e una creatura senza carità!
Enrico qui tre volte durante la notte; adesso ha davvero un aspetto più umano, non più come una scimmia. Non vidi più nem­meno eruzioni. Ho pregato parecchio con lui e ho l'impressione che il "De Profundis" gli convenga meglio. Improvvisamente mi venne vicinissimo, senza toccarmi, per grazia di Dio! Lui: "Hai visto?" Io: "Si, che hai un aspetto diverso; e da che proviene questo fat­to?" Lui: "Ti sei flagellata!" e sparì. Io l'avevo fatto, perchè mi venne come una ispirazione che ciò gli poteva giovare.
Purtroppo io riesco a fare così poco per quei poveretti!
L'ombra stava di nuovo sulle scale. Ho udito la musica, è un compenetrarsi e muoversi di suoni di un genere del tutto diverso.

25 Gennaio. Enrico rimase qui a lungo, è molto triste; perciò non riuscii a cavarne fuori niente. Le pustole ed eruzioni sono ef­fettivamente sparite. Porta una camicia bruna. La tristezza è scolpi­ta in maniera tanto evidente nel suo stesso contegno; se la potessi descrivere!

26 Gennaio. Enrico venne di giorno. La sua vista è più tollera­bile di giorno che di notte. La sua testa e il suo volto sembrano un mosaico di colori messi insieme e proprio la trasparenza fa una pro­fonda impressione. Io gli domandai: "Perchè ieri eri così triste?" Lui: "Non potei venire da te". Io: "Perché no? eri pur stato qui?" Lui: "Erano troppi gli altri intorno a te". Io: "Non ho visto niente!" "Chi era?". Lui: "Anime". Io: "Eppure io ho pregato con te". Lui: "Tu eri divisa". Io: "Per questo oggi sei venuto così di buon'ora?" Lui: "Si" Effettivamente ero stata in pace tutta la notte e fu un vero sollievo. Mi opprime però il pensiero che altre anime mi aspetta­no. La potrò continuare a sopportare con l'andar del tempo questa situazione? Ma dov'è la mia fiducia in Dio? E il mio spirito di sacri­ficio? L'ombra mi ha proprio perseguitata tutto il giorno; è una figura di donna ma non ancora riconoscibile.
Enrico venne di notte per poco tempo. Ho di nuovo udito quella mu­sica mi rende alquanto triste. E' una cosa così indefinita, è fantasia o meno, non lo posso dire, ma lo scrivo. Invece non voglio più scri­vere quello che faccio per le povere anime, perchè è logico che fac­cio qualche cosa, e dovrò fare sempre di più.

28 - 29 Gennaio. Dolori, quindi pace. Durante la notte volli fare una prova ed ho chiamato Enrico. Ma inutilmente.

30 Gennaio. Molto strano. Venne Enrico e mi fece un cenno di andare con lui. Finsi di non vedere, allora mi venne molto vicino e mi disse: "Vieni con me!" Fu tutt'altro che simpatico e non mi mos­si. Allora egli incominciò ad agitarsi tanto che io raccolsi tutto quel poco di coraggio che avevo e andai da lui. Suonanvano allora le tre. Egli mi precedette fuori e poi giù fino alla porta della cantina sotto la cucina. Io aprii e scendemmo le scale. Una cosa davvero poco simpatica da fare! Arrivati di sotto mi mostrò un angolo e sparì. Stavo in piedi davanti al muro. Non vidi nulla. Che gioia, che c'é dappertutto la luce e potei accenderla, altrimenti sarebbe stato una cosa ancora piú tremenda.
E' meglio non descrivere quali tremendi pensieri colgono una persona in simili circostanze, eppure bisogna sopportare. Ma purtroppo io sono sempre ancora troppo "io!"

1 Febbraio. Enrico qui durante la notte; muto a tutte le doman­de. Ho pregato per lui.
L'ombra ora èben riconoscibile. E' la vecchia signorina camerie­ra Janette, che fu per 40 anni con la mia nonna. La vidi passare oltre accanto a me.
Quando tornata a casa dalla S.Messa, volli aprire la porta della mia stanza; la chiave si girò nella toppa e la maniglia in mano; e chi c'era ? Enrico. Mi sono proprio spaventata. Io: "Ho appena tanto pregato per te!" "Te ne sei accorto?" Lui: “Si” Io: "Allora dimmi, c'è qualcuno sepolto in cantina?" Lui: "No!" Io: "E allora perché mi hai condotto?" Lui: "Perché ho peccato lì” Io: "Hai ucciso qualcuno?" Lui: "No! Continua a far domande!" Io: “Ti fa bene se io lo so” Lui: "Si". Io: "E' un peccato contro il VI comandamen­to?" Lui: "Si!" Io: "Io non voglio più sapere altro, che cosa posso fare per aiutarti?" Lui: "Prega oggi!" Io: "Ma perchè proprio oggi?" Lui: "Perchè sei tutta pura!" Io: "Vuoi dire perchè ho ricevuto i S. Sacramenti?" Lui: "Si!" e disparve. (Io scrivo ciò solo per ubbi­dienza, non voglio perdere un pensiero. Solo che non mi vengano immaginazioni, altrimenti la purezza è bella e sparita).

2 Febbraio. Di nuovo la musica, che mi svegliò. Più tardi ven­ne Enrico. Gli domandai: "Per quale motivo devi andare in giro così a lungo?" "Non ti sei potuto confessare?" Lui: Sì" Perdonato ma non ho espiato o fatto la penitenza!" Io: "Mi puoi dire perché tua cognata Barbara aveva una ferita alla nuca?" Lui: "No." Io: "Vedi anche altre anime nel castello?" Lui: "Io posso vedere sol­tanto la mia S..... era (non si capiva, forse voleva dire sfera). Io: "Adesso non mi troverai più, perchè io vado via, ma continuerò a pregare per te". Lui: "Non c'è spazio!" Io: "In che modo?" Lui: "Per la Misericordia di Dio!" E sparì.
Certamente è Dio che lo vuole, mi ha tutta acceso il pensiero che posso fare qualche cosa per lui, come mi sono comportata in modo deplorevole tutto questo tempo, pensando sempre soltanto a me.
Ciò dà all'anima una spinta, che la aiuta a vedere in mezzo alla pau­ra e alla penosa sofferenza. Il buon Dio mi manda da fare. Oggi mi trovo in una situazione spassosa, completamente sdoppiata. Lo spiri­tuale non permette all'umano di alzare la testa, ma sono così abile che nessuno se ne accorge. Devo comunque uscir fuori, ma sono contenta perchè io posso confidare tutto a chi mi conosce, anche se qualche volta mal volentieri, perché in fondo la mia anima è proprieta privata.
Visto il Cavaliere in chiesa durante il S. Rosario.
Incontrai gli amici Undici vicino al monte. Forse Enrico sa qualche cosa su di loro. Domanderò.

3 Febbraio. Il Cavaliere rimase lì durante quasi tutta la Messa, tanto da farmi pensare che gli inservienti dovessero sbattere con­tro di lui. Enrico fu qui solo per poco.

4 Febbraio. Enrico rimase quasi tutta la notte. Io gli dissi che dovevo andar via ed ero convinta che non mi avrebbe trovata. Allora mi disse: "La via è illuminata".
Nota. Commento del suo Direttore Spirituale Sebastiano Wieser: Il viaggio avvenne fra il 4 e il 7 Febbraio. Ció che segue avvenne a Sch...., esattamente 100 chilometri lontani dal castello di Waal.

Venerdì  13 Maggio 2016  la prossima puntata , vi aspetto..



Santa Gertrude di Turingia
 PREGHIERE DI S. GERTRUDE 
per i defunti
Prima orazione Ti saluto e benedico, dolcissimo Gesù, Ti adoro con tutto il mio cuore e Ti ringrazio per l'amore che ci hai manifestato con la tua incarnazione, la nascita nella povertà e per averci lasciato Te stesso nel Santissimo Sacramento. Ti prego di unire questa mia preghiera, che Ti offro per la cara Anima del defunto (nome) ai meriti della tua santissima vita. Con l'abbondante grazia di tale preghiera desidero supplire e compensare perfettamente ciò che questa Anima ha trascurato nelle tue lodi, nelle preghiere, virtù e buone opere che avrebbe dovuto compiere per tuo amore, avrebbe potuto con la tua grazia e non ha fatto con pura intenzione e perfettamente. Amen. 
  • L'eterno riposo dona loro Signore, splenda ad essi la lucce perpetua, riposino in pace, amen 
  • De profundis Salmo 129 Canto delle ascensioni:
Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera.
Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere?
Ma presso di te è il perdono: e avremo il tuo timore.
Io spero nel Signore, l'anima mia spera nella sua parola.
L'anima mia attende il Signore più che le sentinelle l'aurora.
Israele attenda il Signore, perché presso il Signore è la misericordia
e grande presso di lui la redenzione.

Egli redimerà Israele da tuttr le sue colpe.

Seconda orazione Ti saluto e benedico, dolcissimo Gesù, Ti adoro e Ti ringrazio per l'amore infinito che ci hai manifestato quando Tu, Creatore dell'universo, per Redimerci Ti sei reso Vittima inerme nelle mani degli uomini che Ti hanno legato, trascinato, battuto, insultato, flagellato, coronato di spine e condannato a morte, spogliato, crocifisso, fino a morire d'una morte terribile sulla croce, con il cuore trafitto da una lancia. Mi unisco al tuo immenso amore offrendoti queste mie orazioni e Ti prego, per i meriti della tua santissima Passione e Morte, di cancellare ciò che l'Anima per la quale Ti prego ha fatto contro la tua volontà ha fatto con pensieri, parole ed opere. Ti prego pure di offrire a Dio Padre i tuoi meriti, ogni pena e dolore del tuo Corpo piagato e della tua Anima addolorata per riparare alle mancanze commesse da quest'Anima e soddisfare così la tua giustizia. Amen. 
  • L'eterno riposo dona loro Signore, splenda ad essi la lucce perpetua, riposino in pace, amen 
  • De profundis Salmo 129 Canto delle ascensioni:
Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera.
Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere?
Ma presso di te è il perdono: e avremo il tuo timore.
Io spero nel Signore, l'anima mia spera nella sua parola.
L'anima mia attende il Signore più che le sentinelle l'aurora.
Israele attenda il Signore, perché presso il Signore è la misericordia
e grande presso di lui la redenzione.

Egli redimerà Israele da tuttr le sue colpe.

Terza orazione Ti saluto e benedico, dolcissimo Gesù, Ti adoro e Ti ringrazio per l'amore e la bontà con cui Tu, risorgendo ed ascendendo al Cielo, glorificasti la nostra umanità già vinta dalla morte, e la collocasti alla destra del Padre. Ora ti prego che l'Anima per la quale Ti supplico possa presto partecipare alla tua gloria e al tuo trionfo. Amen. 
  • L'eterno riposo dona loro Signore, splenda ad essi la lucce perpetua, riposino in pace, amen 
  • De profundis Salmo 129 Canto delle ascensioni:
Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera.
Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere?
Ma presso di te è il perdono: e avremo il tuo timore.
Io spero nel Signore, l'anima mia spera nella sua parola.
L'anima mia attende il Signore più che le sentinelle l'aurora.
Israele attenda il Signore, perché presso il Signore è la misericordia
e grande presso di lui la redenzione.

Egli redimerà Israele da tuttr le sue colpe.

Quarta orazione Ti saluto e benedico, dolcissimo Gesù, Ti adoro e Ti ringrazio per tutti i benefici di cui hai colmato la tua gloriosa Madre e tutti i tuoi eletti. Desidero unirmi ora all'amore dei tuoi Santi che Ti glorificano e Ti ringraziano per la salvezza ottenuta per mezzo della tua Incarnazione, Passione e Resurrezione e Ti prego di supplire con i meriti e con le preghiere della tua e nostra Madre Immacolata e dei Santi a quanto manca a quell'anima per giungere nella Patria beata e poter godere per sempre della tua presenza. Amen.
  • L'eterno riposo dona loro Signore, splenda ad essi la lucce perpetua, riposino in pace, amen 
  • De profundis Salmo 129 Canto delle ascensioni:
Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera.
Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere?
Ma presso di te è il perdono: e avremo il tuo timore.
Io spero nel Signore, l'anima mia spera nella sua parola.
L'anima mia attende il Signore più che le sentinelle l'aurora.
Israele attenda il Signore, perché presso il Signore è la misericordia
e grande presso di lui la redenzione.
Egli redimerà Israele da tuttr le sue colpe.

Santa Geltrude, recitando queste orazioni insieme con l'Ufficio, chiedeva al Signore quanto e come gli fosse accetta l'opera di coloro che così pregavano. Ed il Signore rispose: “La gradisco tanto ed è come se liberassero me stesso dalla prigionia ogni volta che con queste preghiere si libera un'Anima dalle sue pene. Ricambierò al momento opportuno queste opere di carità, secondo l'onnipotenza della mia generosità”.

Breve biografia 
di Santa Gertrude da Thuringen

Santa Geltrude di Helfta (1256-1301)

Santa Geltrude di Helfta, detta la Grande, nacque ad Eisleben (Turingia) nel 1256. Entrò in monastero a 5 anni presso le monache Cistercensi di Helfta (Sassonia). L'abbadessa Geltrude di Hackeborn accoglie Geltrude nel 1261 all'età di 5 anni nel monastero di Helfta, perché la bimba restò orfana prestissimo. A 25 anni il 27 gennaio del 1281, ha la prima manifestazione divina. Incomincerà a scrivere in latino per un impulso interiore e sentendo la voce di Gesù che vuole far conoscere i suoi scritti. Verso il 1284 riceve le stimmate invisibili. A 45 anni poco prima di morire riceve anche il dono della ferita o freccia d'amore, la trasveberazione del cuore.

Percorse in modo meraviglioso la via della perfezione, dedicandosi alla preghiera e alla contemplazione, impiegando la sua cultura per la stesura di testi di fede, tra cui i celebri Exercitia e quello che è forse il suo libro più famoso: le "Rivelazioni". è ricordata tra le iniziatrici della devozione al Sacro Cuore, la prima a tracciarne una teologia, senza però il tema delle riparazioni che sarà predominante in seguito. Ebbe grande influenza ai suoi tempi perché la fama della sua santità e delle sue visioni attirava molti per chiedere consiglio e conforto.

Esperienze
  • A Santa Geltrude appare l'abbadessa Geltrude nella gloria, mentre lei offre la messa e vede che il Signore la riceve nel suo cuore. In queste visioni Geltrude vede la connessione tra il S. Cuore di Gesù, la messa e le anime agonizzanti e delle defunte.
  • Geltrude assiste anche alla morte di Matilde cantrice del monastero e vede che Gesù avvicina le labbra dell'agonizzante alla ferita del divin cuore.
  • Geltrude pregava un giorno per il fratello F. morto da poco e vide la sua anima sotto l'aspetto di un rospo ripugnante, bruciato interiormente in modo orribile e tormentato per i suoi peccati da varie pene. Sembrava avesse un gran male sotto il braccio e un peso enorme lo obbligava a stare curvo fino a terra, senza potersi rialzare.
  • Geltrude comprese che appariva sotto forma di un rospo perché durante la sua vita religiosa aveva trascurato di innalzare la mente alle cose divine, capì anche che il dolore che lo tormentava sotto il braccio era dovuto al fatto che aveva lavorato oltre al permesso del Superiore, per acquistare beni temporali e per aver nascosto il suo guadagno.
  • Doveva espiare la sua disobbedienza. Geltrude avendo recitato i salmi prescritti per quell'anima, chiese al Signore se ne avesse avuto vantaggio: "Certo - rispose Gesù - le anime purganti vengono sollevate da tali suffragi, però preghiere anche brevi ma dette con fervore, sono ancor di maggiore profitto per esse".

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