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venerdì 20 maggio 2016

11^ PARTE - I MIEI COLLOQUI CON LE POVERE ANIME dI Eugenia Von Der Leyen

11^ PARTE di 15

"La superbia dello spirito mi ha isolato!"

15 Gennaio. Non ho più scritto niente, perchè non ci fu niente di nuovo: ogni notte il solito rumore, ma non si vede niente.
Padre O.... continua anche a venire e, spesso anche di giorno.
Questa notte fu così insopportabile che devo annotarlo. Qualche cosa mi tirava in qua e in là nel letto, una cosa così tremenda che non sapevo più che fare. Attorno a me c'era nebbia e tanta che vede­vo la luce della stanza come fosse lontana. Mi rifugiai in un'altra stan­za, li stetti in pace, solo sentivo quel rumore. Alle cinque potei cori­carmi di nuovo.

17 Gennaio. A D..... ho di nuovo incontrato la donna, che avevo già visto una volta.

23 Gennaio. Ogni notte è quasi insopportabile, ho una tremenda paura perchè devono essere molti in camera. Quando viene P. O.... il resto sta zitto, e da lui non ho paura. Sono diventata molto debole, e sò benissimo perchè. La mia anima non può attingere forza e ne avrebbe tanto bisogno, poichè il corpo è ammalato e l'ha gettata nella indolenza.

25 Gennaio. Sono venute cinque figure. Esse mi tormentano in modo tremendo, perchè continuano a volermi toccare, cosa che è per me la peggiore.

29 Gennaio. Ora P. O... può parlare. Io: "Che cosa posso fare per aiutarla?" Lui: "Continua a pregare!" Io: "Non riesco proprio a capi­re che tu non sia ancora nella beatitudine". Lui: "La superbia dello spirito mi ha isolato". Io: "Ma e tutto il bene che hai fatto?" Lui: "Mi ha salvato!" Io: Vai anche da altri tuoi alunni?" Lui: "No!" "Essi devono pregare per me"!

30 Gennaio. Ho passato di tutto. Ho chiamato P. O...perché le scacciasse, ma egli non venne se non la mattina. Io: "Non hai sentito che ti ho chiamato?" Lui: "Si, ero qui". Io: "Ma allora, perchè non ti ho potuto vedere?" Lui: "Perché eri piena di paura e non di amore!" Io: "Ma io voglio aiutare anche loro". Lui: "Tu puoi aiutare solo se dimentichi te stessa". Io: "Ma io non sono ancora arrivata così avan­ti da non aver più paura davanti a quelle cose orrende!"

1 Febbraio. P.O...rimase tutta la mattinata con me. Anche quan­do altre venivano in camera, egli restava lì. E" proprio come quando era vivo. Durante la notte quegli altri mi hanno tormentata spaven­tosamente!

4 Febbraio. Ora le cinque figure si possono riconoscere, sono cinque donne, ma non c'è niente da fare con loro. Padre O.... fu qui parecchio!
Ora devo scrivere qualche cosa, che per la verità non c'entra con queste cose. Sono piú tranquilla, se Lei lo sa.
La meravigliosa sensazione, come io la chiamo, cresce in maniera tale che mi intimorisce. Io mi trovai assente quasi mezz'ora oggi. E dove? Viene lentamente una cosa sopra di me, mi rende impossibi­le ogni occupazione. Una presenza invisibile mi attira. Tutto diven­ta luminoso attorno a me, dopo io non so più nulla di me stessa, lo mi trovo nella felicità, tutto ciò che è umano è eliminato ed io gusto qualche cosa, che non mi è possibile spiegare. La cosa mi intimorisce poichè è certo cosa anormale perdere 1a conoscenza umana. Non può essere che un mio pari possa andare in estasi. E allora mi tornano a venire gli scrupoli, che magari mi illudo e dico bugie. Oppure ciò è possibile. Ecco perchè metto tutta la mia preoccupazione nelle sue mani, se non va bene o se è sbagliato, lei me lo dirà.

11 Febbraio. Ne ho passate troppe. P. O...fu qui a lungo. Io: "Verrai ancora per parecchio?" Lui: "No!" Io: "Sei liberato?" Lui: "Non ancora, comunque vedo più chiaro e vado verso questo chiarore da dove io non posso piú venire". Io: "Mi puoi dire se è tutto come mi hai insegnato?" Lui: "Si, però il linguaggio umano è un simbolo rispetto al Santissimo!"
Poi vennero i cinque, due dei quali hanno un viso orrendo! Uno mi sussurra qualche cosa all'orecchio, ma io non posso capire.

15 Febbraio. Mentre stavo di sopra con W...venne l'uomo che avevo visto una volta con Barbara. Egli stava in piedi immobile vici­no a me, sembra molto infelice!
Cose tremende durante la notte: i cinque tormentano in modo orribile!

17 Febbraio. Padre O...solo un po', mi sorride e poi disparve, penso sia l'ultima volta.

19 Febbraio. Mentre tenevo in braccio Wolfram, l'uomo si curvò su di noi e prese a gemere: "Mi hai dimenticato! Io: “E’ vero, non ho più pregato molto per lui, perchè non lo vedevo più.

L'Uccisore di un bambino visto anche da un fanciullo

25 Febbraio. Rividi ancora l'uomo che era venuto prima con Barbara, al terzo piano. Egli mi porse le mani, sulle quali vidi del sangue. Io: "Sei un omicida?" Lui: "Sì," Io: "Sei stato tu a ferire Barbara al capo?" Lui: "No!" Io: "Chi hai ucciso?" Lui: "Il suo bambino!" Io: "Perché?" Lui: "L'eredità!" "Era il tuo Bambino?" Lui: "No". Disparve. Egli indossa una divisa da cavaliere del sedi­cesimo secolo, è un uomo ancora giovane, non mette paura. Mi fa effettivamente tanta pena con quegli occhi imploranti aiuto. Le cinque donne continuano a venire di notte, una di loro è eccezional­mente bella: tutte di un altro secolo.

1 Marzo. Me ne stavo con Wolfram, venne l'uomo che deve aver visto pure il bambino; perchè questi spalancò gli occhi con grande sorpresa. Purtroppo i miei testimoni sono soltanto: lattan­ti, galline e gatti!
Nota. Il Sospirone di Eugenia: "Purtroppo solo lattanti, galline e gatti son i miei testimoni suona pieno di tristezza! E' significativo il fatto che il piccolo Wolfram sia stato l'unico testimone oculare!
 Io: "Perché spaventi il bambino? Non voglio". Lui: “Egli vede più di te”! Poi entrò nella stanza di N.... io lo seguii per vedere se lei si accorgeva di qualche cosa. Lui stava di fronte a lei ma quella non se ne accorse.
Questi sono i momenti in cui io posso fare i miei confronti fra Vita e Apparizione. In questa fanno impressione gli occhi, che non sono mai così in una persona viva! In tutte le apparizioni gli occhi presentano la immagine del dolore. Anche la bocca è del tutto diversa che nei vivi. Nessuna persona possiede tanta asprezza. E' evidente che le mie impressioni di giorno possono anche essere diverse, per es. i vestiti sono impeccabili, i bordi, i pizzi, tutto è come deve essere. Gli speroni e le catenelle sbattono e suonano al loro camminare, ep­pure gli altri non sentono e non vedono niente.

7 Marzo. I cinque continuano ancora a venire, ma niente da fare con loro. Ma ecco che finalmente potei vedere anche i miei cari Un­dici. Strano! Essi sono diventati ancor piú piccoli: prima erano più grandi di me ed ora sono come bambini.

9 Marzo. Ho visto di nuovo il cavaliere su al terzo piano. Io: "Ma dimmi, come ti chiami!" Lui: "Il povero!" Io: "Perché pove­ro?" Lui: "Guardami!" Io: "Non vedo niente!" Allora mi venne vici­no, ma io non notai niente di straordinario in lui, solo le due mani insanguinate, Io: "Che cosa si può fare per te?' Lui: "Lavami!" Io corsi in frettd'a prendere acqua santa, e lui attese quieto. Io ver­sai dell'acqua santa sulle sue povere mani, e non potrò mai dimentica­re, con quale sguardo di riconoscenza si volse verso di me. Esse rima­sero ancora sanguinanti, ma il suo viso divenne totalmente diverso. Io: "Va bene così?" Poi ho recitato il "De Profundis", e di colpo dispar­ve. Adesso sono di nuovo contenta. Resta tuttavia sempre ancora qualche cosa di inspiegabile in questo fatto; benchè io avessi versato sulle sue mani una bottiglia quasi piena di acqua santa, sul pavimento non c'era una goccia.

11 Marzo. C'era troppo rumore nella mia stanza, come se de­gli uomini con grossi stivali andassero intorno incespicando!

13 Marzo. Accadde una cosa molto strana. Io stavo imballan­do dei bicchieri e quindi avevo davanti a me per terra della carta vecchia. Improvvisamente questa incominciò a volare, eppure non c'era un filo d'aria in stanza. Cercai di prenderla ed ecco che la mia mano incontrò un'altra mano. Fu una cosa tremenda! Scappai via perchè mi prese una paura terribile. Sopportare una cosa che non si vede è veramente difficile. Ma all'ora io sono sempre immersa nel preternaturale? Non posso dire quanto tutto ciò mi opprima, a que­ste cose non ci si può abituare.


16 Marzo. Ho visto a D..... due volte la Dama, del tutto scono­sciuta, dal vestito che indossa direi essere attorno al 1850.
1850.

 Appare il Parroco Natterer.

18 Marzo. Sentii singhiozzare tremendamente. Per parecchio tempo riuscii a vedere niente, poi da una fitta nebbia uscì fuori la figura del parroco Natterer. Io non sapevo che era morto. E' in condi­zioni da far paura, eppure non c'è dubbio, è lui. Egli fu sempre così scontroso, che il suo viso è indimenticabile. E' una cosa tremenda se continua a venire. E' avvolto dalla solita massa attaccaticcia che io vidi già in alcune apparizioni. Eppure quel poveretto mi fa pena. Devo ammettere di aver avuto tanta paura, che quasi piansi. Presto non ne posso più. Non si può nemmeno pensarci, se la cosa continua così. Ecco, io sono una povera creatura egoista.
Ah, signor parroco, che cosa mi succede? Il soprannaturale minaccia la mia mente stanca e debole. Io non posso parlare di queste cose, perchè ho paura di dire qualche parola importuna o inopportu­na, che alla fine sia magari contraria alla verità; eppure mi devo e­sprimere. Da sola non ne vengo fuori. La dipartita dal mondo prende il sopravvento ed io non mi posso difendere. Prima provo un grande dolore dei miei peccati. Quando viene questa cosa allora sò: adesso incomincia. (Poichè al mio stato naturale io sono molto spensierata). Poi mi trovo di colpo in un cerchio di luce, sento come un suono venire da lontano e poi qualche cosa mi porta con sè. Non posso vedere altro che chiarore, eppure la sensazione dice, che è qualche cosa, che mi attira a sè ed io sono qualche cosa d'altro. Non è un vedere, ma un pensare, come una volta io non avrei potuto. Io devo adorare e amare, eppure non ci sono parole, è un salire in qualche cosa di divino. Io La prego, io!. Io non la voglio questa cosa, ma viene mi afferra e mi trasporta lontana in una felicità impensata. Non è magari una fantasia? Essa mi tira talmente fuori dalla strada nonnale che ho paura.
E devo confessare qualche cosa, me ne volevo ecclissare, non ho più fatto meditazione, mi sono limitata alle mie preghiere d'obbligo. In una parola ho pensato di meno al buon Dio. Ed ora tutto si è peggiorato. "Peggiorato dice l'Uomo (Animus) in me, ma l'anima dice: "Piú bello". Ma come faccio a nascondere questa cosa, se conti­nua così?" Spesso non mi sono sentita per niente chiamare. Quanto mi sento piccola e tutta divorata dal rispetto umano. Adesso che glie­lo ho potuto dire, è di nuovo più facile per me, abbia ancora tanta pazienza con me!

15 Aprile. Per molto tempo non ho più scritto una riga, perchè volli provare, come va, se ci penso di meno, ma fu lo stesso. Il Parro­co Natterer fu qui 14 volte in questi tempo. L'unica cosa che disse: "Ti prego di una Santa Messa". Dominava in lui l'inquietudine, e tale come finora non vidi mai in nessuna apparizione! Non stava fer­mo un momento. Quella roba attaccaticcia incomincia a scendere a brandelli dopo la nona apparizione: molto strano soprattutto il suo viso. Ho gettato su di lui spesso dell'acqua santa, ed allora egli mi guardava con tanta riconoscenza, che questa fu la mia piú gran­de gioia pasquale. Non devo continuamente lamentarmi perchè vivo pure delle vere gioie, che non posso descrivere.

Giovanni.

24 Aprile. Da tre giorni viene durante la notte una bestia, cosa per niente simpatica, un qualche cosa come un piccolo buffalo o un toro, tutto nero, ne sono molto spaventata. Esso saltò sul mio letto, ed io ebbi tanta paura, l'acqua santa però mi ha aiutato e quello se ne andó subito.

25 Aprile. Esso venne tre volte durante la notte, in lui non si riesce a vedere niente di umano.

26 Aprile. Quello venne di giorno. Ha un volto umano, ma an­che tutto nero, pauroso: potrebbe anche essere il diavolo. Ma non voglio lasciare spazio a questi pensieri.

27 Aprile. Quello era già in camera mia quando volli andare a dormire. Mentre recitavo le preghiere della sera esso saltava e correva attorno a me e mi colpiva in modo che decisi di non andare a dormire e mi rifugiai fuori sul corridoio. Egli rimase nella mia stanza. Dopo un certo tempo io rientrai. Non si vedeva niente. Ma ero appena dentro che quello si gettò su di me e mi gettò per terra. Credetti di morire dalla paura: la sua faccia era proprio vicina alla mia. Io: "Vattene via! Io ti voglio aiutare, ma non toccarmi più" Allora esso incominciò a urlare e si tirò indietro. Io "Dimmi, sei un'ani­ma?" Lui: "Sono Giovanni."Io: "Perché sei come una bestia?" Lui: "La mia passione!" E urlava intanto. Io: "Che cosa devo fare per te?" Lui: "Tutto quello che puoi, io soffro!" Poi incominciò a salta­re come un forsennato o meglio come una bestia infuriata.

12 Maggio. Giovanni viene anche molto più del necessario, sempre su quattro zampe, e come una bestia cattiva, ma il volto diventa un po' più umano. La sua pelle è bagnata, come venisse fuori dall'acqua.

17 Maggio. Dovetti subire cose tremende, la tremenda paura e l'angoscia mi stancano tanto.

22 Maggio. L'indesiderato ospite viene tutte le notti, adesso si può riconoscere bene la sua faccia, è il Dr. G....., che una volta pare­va un gran bravo uomo. Non si tira fuori niente da lui.

25 Maggio. Lui diventa sempre più spaventoso e di conseguenza io ho sempre più paura. Mi ha urlato: "Perchè non mi dai niente?" Io: "Io ti dò quanto posso." Allora si gettò sul mio letto come una furia. Ciò che accadde non sò più. Quando riuscii a riavermi egli si rincantucciò in un angolo. Mi sono alzata e mi sono messa a pregare accanto a lui, poi se ne andò via subito.

27 Maggio. Egli venne di giorno. Gli chiesi: "Perchè non riesci a trovar pace?" Lui: "I peccati nascosti". Di più non riuscii a capire. Io: "Allora che cosa posso fare per venirti in aiuto?" Lui: "Flagel­lati!" Io: "Tu chiedi molto da me, mentre solo il vederti è un tormente abbastanza grande. Luigi "Soltanto così liberi te e me!"

30 Maggio. Venne camminando su due piedi, però ha ancora quella pelle. Egli va attorno per la camera cercando, finalmente sedette per terra e mi guardò fisso. Non fu una cosa facile comun­que potei così osservare che i suoi occhi avevano perduto quella espressione cattiva. Io: "Io, adesso ti aiuto di più?" Lui: "Si"'. Io: "Perchè non sei venuto ancor prima da me?" Lui: "Non mi era ancora permesso". Io: "Perchè, vieni da me, ci sono pur altre persone, che ti possono aiutare". Lui: "Tu ci sei più vicina". Io: E come vi sono più vicina?" Lui: "La tua anima". Io: Ma come?" Lui: "Tu vivi come non vivessi!" Poi disparve, io avrei voluto do­mandargli ancora altre cose.

4 Giugno. Viene tutti i giorni, ma è muto. Adesso non ha più la pelle di animale, ma qualche cosa di grigio addosso.
Due giorni di perfetto riposo, che mi fa tanto bene. Potei di nuovo osservare, che mi riesce molto seccante scrivere, ciò che ri­guarda me stessa, ma anche questo fa parte del tutto.

8 Giugno. Quello venne in aspetto completamente umano. Gli chiesi: "Ora sei proprio come una volta, ma dimmi, perchè eri come una bestia". Lui: "La Giustizia di Dio vede del tutto diversamente dagli uomini. La mia anima ha avuto fame, io ho cercato, ma non ho trovato." Io: "Come hai potuto essere salvato?" Lui: "All'ulti­ma ora io ho creduto!" Io: "Dimmi qualche cosa dell'Aldilà!" Lui: "E' la chiarezza e il riconoscimento. Chi ha seminato raccoglie­re!" Io: "Che cosa è che ti tormenta di più?" Lui: “Il desiderio!" Io: "Il desiderio di Dio?” Giovanni: "Io mi trovo nello spazio inter­medio". Io: "Nel Purgatorio?" Lui: "No!" Ha detto ancora qualche cosa, ma è impossibile capire, forse suonava come "perciò", ma non lo posso dire con esattezza!

10 Giugno. Io: "Dimmi ancora una volta dove sei precisamen­te?" Lui: "Nello spazio intermedio!" Io: "Che cosa vuol dire?" Lui: "Fra oscurità e splendore!" Io: "Allora sei presto libero?" Lui: "Sì". Io: "Tutto questo tempo non ha pregato nessuno per te?" Lui: "Si, il torrente del Sacrificio continua a scorrere. Salvezza per coloro che ci hanno creduto". Io: "Vuoi dire la Santa Messa?" Lui: “Si”.

12 Giugno. Egli venne tutto luminoso e contento. Io: "Ma oggi tu sei uno splendore". Lui: "Tu mi hai dato molto". Io: "Puoi dirmi anche perchè da principio venite così ripugnanti? Sapevi di aver l'aspetto di un bufalo?" Lui: "Si". Ed è questa una parte del casti­go?" Lui: "Il peccato". Io: "Posso fare qualche cosa perchè le anime non vengano più da me?" Il torrente è incessante. Io: "Dammi almeno un segno che tu sei stato da me, perchè si creda finalmen­te!" Egli mi venne motto vicino e mi sussurrò in un orecchio: "Un sacrificio di più per noi". E sparì credo per sempre!

Il Povero Martino

4 Luglio. Il dottor G..... non viene più. Invece vengono due al­tre figure con indicibile frastuono. Esse non sono riconoscibili.

7 Luglio, Mi venne incontro un uomo sulla scala. Credendo che fosse un mendicante, gli dissi: "Aspetti, Le porto subito qualche cosa". Allora mi passò vicino tutto scuro e si disciolse in una nube". Era così naturale che non mi passò nemmeno per la mente che potes­se essere uno spettro. A D.... ho visto per sette volte la Dama, si chiama Isabella, di più non le potei chiedere perché non ero sola.

9 Luglio. Svegliata da un enorme frastuono per un po' la mia stanza era come una fiamma. Non ho visto niente, solo oltre il ru­more ho sentito come un chiamare da lontano. Sentire è molto più brutto che vedere, uno si trova in un'angoscia tremenda di ciò che gli potrà accadere. Devo confessare che i miei nervi sono talmente tesi, che quasi non riesco più a dormire.

11 Luglio. L'uomo della scala mi venne incontro all'oratorio aprì in maniera del tutto normale la porta. Io mi sono tanto spa­ventata, però rimase quieto in ginocchio. Prima stette in piedi vicino a me poi si inginocchiò. Non potei resistere a lungo, e così uscii, ed egli mi seguì.
Gli domandai: "Che cosa vuoi da me?" Lui: "Amore". Io: "Te lo darò se mi dici chi sei." Lui: "Tu mi hai aiutato quando ero vivo". "Guardami!" Io: "Io non ti conosco, solo la giacca, te la ho donata io?" Lui: “Si”. Io: "Sei vissuto qui?" Lui: "No!" Io: "E allora come viene qui?" Lui: "Perchè tu mi devi aiutare". Io: "Perchè dovere? nessuno può costringermi!" Lui: "L'Amore". Io: "Si, ma allora dimmi il tuo nome". Lui: "Il povero Martino". E disparve: non ho la minima idea chi possa essere. Ha un aspetto molto dimesso, un uomo piuttosto anziano con una grande barba, per il resto dei tutto come un mendicante. Si faceva notare per via della giacca. Come può es­sere una cosa simile, io ricordo ancora benissimo che stavo ricaman­do e leggevo Sven Hedin.
Fui per quindici giorni a Monaco, ma la cosa lì era insoppor­tabile! Dapprima solo rumore, poi cinque giorni dopo una paurosa figura di uomo, che rimase per delle ore in piedi davanti a me, che io non conosco, e faceva dei gesti supplichevoli. Ho pregato molto con lui, ma egli non vi prendeva parte per niente, solo una volta egli mise la sua mano sul mio capo. Oh! questa mano! Fu una cosa spavento­sa. Alla domanda chi fosse, rispose: "Anima (un'anima)" Non riu­scii a fargli dire altro.
Vidi anche una donna in un negozio accanto al venditore. Quando io domandai qualche cosa, l'uomo mi guardò del tutto sorpreso e lei disparve.
Quando andai in clinica da mia sorella, incontrai due donne sul corridoio, con un'espressione così piena di tristezza, che dovetti chie­dere loro come stavano, tanto mi fecero pena. Dalla faccia di una suora della Misericordia, notai che mi tenne per pazza e difatti li non c'era più nessuno.
Appena tornata a Waal vidi il povero Martino, mi venne incon­tro in giardino. Gli chiesi: "Ti accorgi che prego per te?" Lui: "Si, ma dammi ancora di più!" Io: "Ti ringrazio, perchè non vieni di notte!" Lui: "Gli altri non mi permettono!" Io: "Chi gli altri?" Lui: "Quelli che ti sono vicini". Io: "Sono molti?" Sono quelli che fanno quel terribile frastuono?" Lui: “Si”. Io: "Perchè non li posso ancora vedere?" Lui: "Essi non ne sono ancora capaci". Io: "Quando avviene questo?" Lui: "In una sfera superiore". Io: "Tu sei già in quella?" Lui: "Io sono nello spazio intermedio". Io: "Po­tete venire da me solo dallo spazio intermedio?" Lui: "Non tutti possono trovare la strada". Io: "Ma dimmi, che cosa è questa stra­da che vi porta da me?" Lui: "Faticosa, ma tu ci attiri." Io: "Dove sei sepolto?" Lui: "Erlangen". Poi disparve. Se io non abbandono con lo sguardo le figure esse partecipano di più, mi pare. Spesso il fracasso di notte è intollerabile, e poi io devo ancora vedere tutta quella roba!
Adesso ho visto a U...... sedici volte Isabella. Io: "Da dove vieni?" Lei: "Dal tormento!" Io: "Eri una mia parente?" Lei: "No!" Io: "Quando sei morta?" Lei: "1846". Io: "Dove sei sepolta?" Lei: "A Parigi." Io: "Perché non riesci a trovar pace?" Lei: "Io non ho mai pensato alla mia anima!" Io: "Come ti posso aiutare?" Lei: "Una Santa Messa". Io: "Non avevi più altri parenti?" Lei: "Essi hanno perduto la Fede!" Io: "Sei sempre stata qui al Castello in tutto questo tempo?" Lei: "No". Io: "E perché adesso?" Lei: "Perché ci sei tu". Io: "Ma quando eri viva sei stata qui parecchio?" Lei: "Si. Io ero l'amica di molti". Essa è impeccabile, compitissima. Ora ancora una cosa, che mi inquieta parecchio, la mia stanza fu ancora assai volte piena di fiamme, anche di giorno.

11 Agosto. II povero Martino venne di nuovo da me in giar­dino. Io "Che cosa vuoi di nuovo?" "Io faccio quello che posso per te". Lui: "Tu potresti fare anche di più, ma tu pensi troppo a te stessa". Io: "Tu non mi dici niente di nuovo, purtroppo. Dimmi anche altro, se vedi qualche cosa di cattivo in me". Lui: "Tu pre­ghi troppo poco e perdi forza andando in giro con la gente". Io: "Lo so, ma non posso vivere solo per voi. Che cosa vedi ancora in me, forse peccati per i quali tu devi patire?" Lui: "No. Altrimen­ti non mi potresti vedere nè aiutare." Io: "Dimmi ancora di più". Lui: "Ricordati che io sono soltanto Anima!" Mi guardò allora con tanta amabilità, che mi riempì proprio di gioia. Ma io avrei voluto sapere ancora di più da lui. Se io potessi dedicarmi solo alle Povere Anime, sarebbe una gran bella cosa, ma..... gli uomi­ni!

Martedì 24 Maggio 2016  la prossima puntata, vi aspetto..


San Gregorio I° detto Magno

Preghiera

di San Gregorio Papa

in suffragio 

di un'anima 

del Purgatorio

Dopo aver recitato per 33 giorni questa preghiera, anche quell'anima condannata in Purgatorio fino ai giorno dei giudizio, lo stesso giorno verrà liberata.
1 - 0 Signore Gesù Cristo, questa preghiera sia fatta a lode della Tua ultima agonia, di tutte te Tue piaghe, dei Tuoi dolori, dei sudori e delle pene che Tu soffristi sul Calvario per amore nostro.
Ti prego di offrire tutto il Tuo sudore, il Tuo sangue, le Tue piaghe al Celeste Padre per i peccati commessi dall'anima di (Nome defunto)
  • Padre nostro ...
  • Ave Maria ...
2 - 0 Signore Gesù Cristo, questa orazione sia fatta a lode della Tua ultima agonia, delle grandi pene, del martirio, e di tutto ciò che per noi hai sofferto, specialmente quando il Tuo cuore si spezzò ...
Ti prego di offrire il martirio e le pene Tue al Celeste Padre per tutti i peccati che ha commesso l'anima di (Nome defunto) in pensieri, parole, opere ed omissioni.
  • Padre nostro ...
  • Ave Maria ...

3 - 0 Signore Gesù Cristo, questa orazione sia offerta in lode al grande amore che avesti per il genere umano e che Ti sforzò a venire dai Cielo in terra a patire pene, martirio e la morte stessa.
Ti prego per quell'amore con cui apristi il Paradiso all'uomo che col peccato l'aveva perduto, degnati offrire al Tuo Padre Celeste i Tuoi meriti infiniti per liberare l'anima di (Nome defunto) da tutte le pene del Purgatorio.
  • Padre nostro ...
  • Ave Maria ...
OFFERTA:
Amabilissimo mio Gesù, Ti offro l'anima
di (Nome defunto) ed imploro sopra di lei ad uno ad uno, tutti imomenti, i patimenti, le azioni, le virtù, i meriti, le suppliche, i sospiri e i gemiti della Tua vita santissima, Passione e morte penosissima sulla Croce, il Sacro Sangue che spargesti per la nostra salute e redenzione, con tutti i meriti del Tuo Cuore Divino, di Maria, di Giuseppe e di tutti i Santi.




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