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venerdì 13 maggio 2016

9^ PARTE - I MIEI COLLOQUI CON LE POVERE ANIME dI Eugenia Von Der Leyen

Nostra Signora del Monte Carmelo
9^ PARTE di 15 

"Quando morirò?"

7 Febbraio. A Sch..., effettivamente Enrico venne di notte. Non dice niente. Ma penso che ci stavano altre anime in camera mia. Si sentiva continuamente mormorare intorno a me, cosa poco simpatica.

8 Febbraio. Enrico rimase a lungo. Si presenta bene. Io: "Ver­rai ancora spesso?" Lui: "Devi darmi ancora." Io: "Che cosa?" Lui: "Mortificazione". Devo riconoscere che in quest'ultimo tempo ho lasciato andare un po', pensando che ormai gli andava meglio. Appe­na partito ho visto un'ombra che continua ad andare in su e in giù e ho anche udito diversi rumori.

9 Febbraio. Enrico venne due volte di giorno e più a lungo du­rante la notte. Io: "Puoi dirmi quando morirò?" Lui: "Tienti prepa­rata". Io: "Allora presto?" Lui: "Quando tu matura". Io: "Mi puoi indicare le mie mancanze?" Lui: "No!
Mentre lui parlava con me, ci fu improvvisamente un rumore e un bisbiglio in camera, che finora non avevo sentito, poi sparì tutto; che cosa succederà?

11 Febbraio. Enrico improvvisamente in piedi accanto a me durante le mie preghiere del mattino. Gli dissi: "Vieni qua che voglio darti l'acqua santa". "Sei contento?" Lui: "Si'. "Che vuoi ancora?" Lui: "La tua mano!" Io gliela diedi, lui prese anche l'altra e re­stammo così. Mi sembrava che se ne andassero via da me tutte le mie forze come uno sciogliersi della mia volontà. Allora dissi: "Per favore lasciami andare!" Lui: "Tieni duro, poi sono libero!" Egli mi teneva le mani strette fisse più di una morsa. Finalmente dissi: “Lasciami libera, mollami, altrimenti non faccio a tempo ad andare alla Comunione. E' già tardi”. Allora mi lasciò ed io vidi per la prima volta un sorriso sul suo volto. Egli disse: "Grazie, sono nella luce!" Era sparito.

Rainardo

16 Febbraio. Ho incontrato sul corridoio un uomo anziano, che poi scomparve nella mia stanza. I rumori nella mia stanza sono sem­pre uguali.

18 Febbraio. Ho visto in giardino una donna, sempre vicino a me. Sembra molto triste. Quando cercai di parlarle era sparita.

19 Febbraio. Ho visto di nuovo l'uomo sul corridoio, non sem­bra che metta paura.

21 Febbraio. L'uomo venne da me di notte, sembrava molto contento. Mentre pregava rimase a lungo vicino a me e poi aprì un cassetto del comò come se volesse cercare qualche cosa.

22 - 23 Febbraio. Ebbi molto male. Non sentii niente, nè musica, nè rumori.

24 Febbraio. Venne l'uomo. Poichè ero stata consigliata di pro­vare a non reagire a nulla, io feci così. Fu una cosa del tutto strana, l'uomo rimase immobile in piedi davanti a me fissandomi sembrava che mi si portassero via le forze. Mi sentii debolissima, poi quello si curvò su di me, soffiandomi adosso, fu una cosa tremenda. Volli con­tinuare la prova e non mi mossi. Allora egli fece un urlo così forte che pensai dovesse crollare tutta la casa e disparve. Mi sentivo a terra, egli mi aveva preso qualche cosa; ma che cosa? Oppure era solo la con­seguenza di una ipertensione nel resistergli? In ogni caso volli tentare ancora una volta. L'urlo fu sentito da mia nipote che pensò io avessi gridato nel sonno.

25 Febbraio. Trovai l'uomo nella mia stanza quando volli an­dare a dormire. Feci finta di non vederlo. Mentre recitavo le pre­ghiere della sera egli mi diede un pugno assai forte, come una per­sona adirata. Ma io non volli farci caso, andai a dormire e spensi la luce. Lo sentivo vicino, nella mia stanza c'era molto rumore, sic­chè pensai di accendere di nuovo la luce. Allora quello incominciò a correre intorno alla stanza, mi venne vicino e disse: "Perché mi resisti?" Non volli rispondere, allora si scagliò con tutta la forza su di me cioè strinse il mio collo e con un grido pauroso disparve. Adesso credo che basti con queste prove, devo nuovamente reagi­re. Udita di nuovo la musica.

26 Febbraio. Venne l'uomo gridando. Io: "Che cosa vuoi? So­no pronta ad aiutarti!" Lui: "Perché non mi hai ascoltato?" Io: "Perché non volevo, va da altri!" Lui: "Io posso venire solo da te". Io: "Chi sei?" Lui: "Rainardo". "Perché non hai pace?" Lui: "In­gannato". Io: “Perché hai aperto il comò” Lui: "Denaro!" Io: "Come vi posso aiutare?" Lui: "S. Messa; io rubato!" Era sparito.

27 Febbraio. Rainardo fu qui per poco senza parlare.

28 Febbraio. Venne Rainardo, adesso non fa più così paura. Io: "Sei vissuto qui al castello?" Lui: "No!" "Dove sei sepolto?" Lui: "In Heidelberg". Io: "Perché vieni qui?" Lui: "Perché il de­naro l'ho preso qui". Io: "Allora puoi stare tranquillo che farò celebrare la S. Messa". Se ne andò. Nessuno sa niente di questo Rainardo: penso che forse è stato qui un tempo come domestico.

1 Marzo. Molto fracasso, ho visto anche nel corridoio una figura di donna. Di nuovo musica.

2 Marzo. Durante il giorno ci furono molte ombre nella mia stanza e un po' troppo fracasso.

3 - 4 e 5 Marzo. Sono stata ammalata, non venne nessuno.

6 Marzo. Una donna rimase con me tutta la notte. Ancora irri­conoscibile. Parecchio agitata.

7 Marzo. Ho incontrato la donna sul corridoio. Durante la notte un fracasso quasi insopportabile nella stanza, nel cassettone, sotto il letto; provo tanta paura. Questa roba mi da sui nervi molto più che se vedessi qualche cosa.

8 Marzo. Di nuovo un frastuono quasi impossibile; nel frat­tempo venne la donna, il suo volto è ancora tutto avvolto nella neb­bia.

9 Marzo. Stavo leggendo in camera mia. Improvvisamente fui travolta da una specie di temporale e io mi trovai in un denso fumo. Porte e finestre erano chiuse. Fu una cosa molto brutta.
Mi opprime assai il pensiero che tutto continui a crescere. Eppure sono molto contenta, perchè la sensazione della presenza di Dio mi prende così spesso, che vorrei, scappare da tutto e restare in questa presenza. Solo che potessi descrivete questa cosa.
D'altra parte sono convinta che tutto questo lo si può soltanto pro­vare. Forse è ipertensione, ma non è un artificio da parte mia. Mentre mi trovo in allegra compagnia, esso sopravviene di colpo, ed io posso solo adorare, e questi secondi mi rendono felice per dei giorni. Io scrivo malvolentieri questa cosa, suona così fantastica, ma lo faccio nella certezza che Lei (il suo confessore) mi dirà se c'è qualche cosa di sbagliato.

11 Marzo. La donna venne tre volte durante la notte, ora si riconosce benissimo. La sofferenza è come impressa nella poveretta. La sua bocca è gonfia. Strano che mia nipote la sentì venire nella mia stanza. Era proprio quella l'ora.

12 Marzo. L'ho vista cinque volte durante il giorno, sempre come uno straccio.

14 Marzo. Venne da me come nel fuoco. Io le dissi: "Ma dimmi chi sei?" Lei: "Ermengarda Montfort". Poi si gettò a terra e cominciò a piangere disperatamente. Mi fece tanta pena che mi inginoc­chiai vicino a lei e dissi: "Io faccio tutto quello che posso per te, hai qualche desiderio particolare?" Lei: "Mortificazione". Io: "Morti­ficazione in che cosa?" Lei: "In questo corpo". E disparve. Se io fossi diversa quanto potrei aiutare! Grazie a Dio, che ora gli spiri­ti mi educano.

15 Marzo. Lei rimase qui a lungo. Lei non è di quegli spiriti che mettono paura. Si ha soltanto compassione. Lei deve essere stata molto bella, soltanto la bocca è rovinata. Non ha detto niente, ma ha pregato volentieri.

16 Marzo. Durante la notte si fermarono al castello dei reli­giosi. Quando venne Ermengarda le dissi: "Vai un po' dai Padri, che possono pregare meglio per te". Lei: "Sono stata da loro ma essi non vedono". Io: "Si deve vederti per poterti aiutare?" Lei: "Dai qualche cosa ai poveri, se essi non ti stendono la mano"? Io: "Sei vissuta qui?" Lei: "No, ma qui ho peccato!" Lei ha in sèqualche cosa di tanto profondamente triste che non ho mai visto sinora in nessun altro.
Di nuovo udita la musica dopo lungo tempo.

17 Marzo. Venne Ermengarda piangendo. Io le porsi il mio crocifisso dei morenti e lei lo baciò, non si riusciva a consolarla. Io: "Ma soffri così tanto?" Lei: "Ma guardami!" Sembrava cospar­sa di fuoco, ma se ne andò subito. Verso mattina tornò. Io: "Perché devi tanto soffrire?" Lei: "Per i peccati di lingua, ho creato divisio­ni, discordie..." Non riuscii a capire il resto. Io: "Ti posso aiutare davvero?" Lei: "Si"'. Io: "Ma dimmi, non ci sono più persone che possono aiutarti?" Lei: "Esse passano oltre". Io: "Come hai fatto a trovarmi?" Lei: "Ho visto altre venire da te". Allora mi si accostò guardandomi con occhi assetati! Mi sentii così impotente, lei dispar­ve. Io non so proprio che cosa posso fare ancora per lei, perchè al momento anche i vivi esigono molto da me, e io posso dare così poco.

19 Marzo. Ho incontrato Ermengarda quattro volte durante il giorno. Dal 20 al 27 marzo ho avuto l'influenza. Non visto né sentito il minimo rumore. Vacanze!

28 Marzo. Ebbi la sensazione che c'era qualche cosa in camera, ma non vidi niente. Io: "Ermengarda sei tu?" Lei: “Si”. Io: "Dove sei stata tutto questo tempo?" Lei: "Vicino a te". Io: "Perché non ti ho potuto vedere?" Lei: "Non potevi dar niente". Io: "Ho pensato troppo a me stessa?" Lei: “Si”. Poi la vidi di nuovo. Che cosa straordinaria, è vero, ero tanto sfinita, che non pensai affatto altro che questo: "Voglio starmene in pace".

29 Marzo. Lei si sedette sul mio letto. Niente da temere. Ab­biamo pregato molto.

30 Marzo. Lei rimase con me parecchio durante il giorno, le ho domandato tante cose ma non mi ha dato risposta.

31 Marzo. Stava di nuovo tutta piangente vicino a me. Io: "Che cosa si può fare per aiutarti una buona volta?" Lei: "Con l'amore". Io: "Ma io ho questo per te?" Lei: "Non abbastanza". Poi ho pregato a lungo con lei. Non capisco bene come posso aver maggior amore per lei. Io do ciò che posso.

1, 2, 3 Aprile. Di nuovo ammalata, di nuovo nessuno.

4 Aprile. La vidi quasi tutto il giorno in tutte le stanze, corri­doio e sulle scale.

5 Aprile. Venne verso il mio letto con le braccia aperte. Le diedi le mie mani e le dissi: "Quanto spesso verrai ancora da me?" Lei: "Dammi di più". Io: "Che cosa?" Lei: "La S. Comunione" Poi disparve. Anche questo è strano perchè io feci sempre la S. Co­munione per mia nipote ammalata.

7 Aprile. Durante il giorno mi ha veramente perseguitata. Era sempre lì all'improvviso e in ogni momento.

8 Aprile. Venne di notte. Si gettò sul mio letto e mi abbracciò. La cosa non mi fa paura con lei e non me lo so spiegare; lei però strappa più energie, che non gli altri. Potrebbe però anche darsi che io sia piú stanca per l'assistenza che dò ai malati.

9 Aprile. Lei rimase con me tre ore. Le dissi: "Adesso ti dò quello che vuoi, no?" Lei: "Si". Io: "Va meglio adesso?" Allora passò sul suo volto come un raggio di gioia e fece un cenno. Io: "Ma dimmi sono della tua discendenza? (I Monfort appaiono nel mio albero genealogico). Lei: “Si” Io: "Allora è per questo che sei venuta da me?" Lei: "No". Io: "Come hai fatto a sapere che io sono della tua discendenza". Lei: "Il sangue!" E 'una cosa del tutto particolare come io arrivai a chiederle questa cosa, perché essa era così totalmente diversa dagli altri.

11 Aprile. L'ho vista a lungo; durante la notte ebbi pace.

12 Aprile. Lei venne di nuovo come volando nella mia stanza. Io: 'Posso pregare con te?' Lei: "Si''. Dopo aver pregato a lungo con lei, mi sussurrò qualche cosa, che purtroppo non potei capire! Sembrava parlasse in latino e suona come "ex usuris" ma non posso dirlo con assoluta certezza. Poichè fu un lungo mormorio, potrebbe esser stato un versetto di un salmo.
Nota. "Ex usuris" in italiano: "egli liberò le loro anime dall'usu­ra e dall'ingiustizia..." così dice il salmo, 71 versetto 14.

13 Aprile. Lei arrivò in cappella mentre stavo mettendo in or­dine i rami di palma. Io gliene porsi uno al ché lei sorrise.

Ermengarda aiuta a pregare.

15 Aprile. Mia nipote stava molto male quando qualcuno mi svegliò di notte. Ermengarda mi seguì. Io: "Puoi aiutarmi a pregare?" Lei: "Si!" Sai se la bambina vivrà.,, Lei: "No!" Io: "Allora prega che almeno possa ricevere il Battesimo". Lei accenna di si.

16 Aprile. Ermengarda rimase continuamente in camera intorno a me. La bambina fu battezzata e quando morì lei ne fu tanto con­tenta. Come sia difficile in simili momenti, stare con la gente non è possibile dirlo. Ci vuole la massima forza di volontà, per non farsi notare. Con ciò non voglio assolutamente vantarmi. E' un dono del Signore anche questo.

17 Aprile. Mentre stavo preparando la bambina per la sepoltu­ra, lei venne di nuovo e mi guardò, come una persona viva. Io: "Quando sarai là dove è quest'anima?" Lei non rispose, mi venne vicino e mi baciò, se si può dire così. Una pressione e un panno freddo sul volto.

19 Aprile. Lei fu qui quasi tutta la notte. Ora posso vedere an­che al buio, però cerco di accendere la luce prima.

21 Aprile. L'ho vista quattro volte.

22 Aprile. Rimase qui a lungo. Ha recitato con me il Padre Nostro.

23 Aprile. Quasi tutta la notte accanto a me. Io: "Quando sei vissuta?" Lei: "Passato". Io: "Dove sei sepolta?" Lei: "In Tet­tnang".(24)
Nota. Il vecchio castello in Téttnang, oggi Municipio, apparte­neva ai conti Montfort. L"ultimo Montfort in Tettnang morì senza lasciare eredi nel 1780. Tettnang sorge a nord-est del Lago di Co­stanza.

25 Aprile. Mi sembrò che ci fosse una seconda figura nella mia stanza. Lo chiesi poi a Ermengarda, senza ricevere risposta.

26 Aprile. Lei sembra più contenta. Non c'è dubbio c'era an­cora qualche cosa in camera; forse era una figura maschile.

27 Aprile. Ermengarda aveva un espressione di felicità, e mi disse chiaramente: "Usque ad Domum Dei". (Fino alla Casa di Dio) Io: "Sei libera ora?" Lei mi sorrise, mi venne incontro a braccia aperte e disparve.

29 Aprile. La figura è stata a lungo da me. E' un uomo dalla barba bionda, si vede bene solo la testa. E' molto agitato, ma finora non molto da temere.

30 Aprile. Mi svegliai con un senso di angoscia, ma non potei veder niente. Poi fui investita da un uragano. Pensai che fossero aperte porte e finestre, ma non era così. Finalmente vidi la figura correre di qua e di là. Quando incominciai a pregare si avvicinò al mio letto.

3 Maggio. Dopo tanto tempo di nuovo gli Undici. L'uomo visto a Sch...forse è rimasto lì.

4 Maggio. La musica di nuovo alla parete accanto al mio letto. Per trovarne l'origine, mi sono alzata e sono uscita fuori. I suoni mi risuonavano intorno; è bello ma inspiegabile.
La sensazione di cui spesso ho scritto, che mi sembra ravvici­nanza di Dio ora è talmente grande, che a questo punto ne devo parlare. Diventa per me sempre più impossibile descriverla, ma è ora diversa da prima. Poichè io vedo, che tutto diventa luminoso intorno a me, come stessi davanti a un fuoco aperto. Poi qualche cosa sembra imprigionare tutta la mia capacità di pensare. Viene del tutto eliminato ciò che è umano e la mia anima gusta l'inde­scrivibile. Quando devo nuovamente tornare fra le persone, è co­me svegliarsi da un bellissimo sogno, con la sola differenza che qualche cosa rimane dentro di me, che mi permette di vivere l'In­descrivibile. E' come se crescesse dentro di me qualche cosa. Prima questo sentire veniva per qualche minuto, poi tutto ritornava in me come prima; ora invece rimane in me un "Contatto" o un desi­derio, non so io stessa coree chiamarlo. Spesso mi penso: "E' mai possibile che io possa vivere una cosa così? Poi rei domando se for­se è una immaginazione, ma dopo aver pensato di tutto, devo pur sempre riconoscere la realtà del fatto. Ritengo pure assolutamen­te escluso che qualcuno possa immaginarsi una cosa come questa". Ho visto di nuovo il Cavaliere in Chiesa davanti alla S. Croce.

Appare il consigliere demaniale Fridolino Weiss.

(Questo Signore fu per lunghi anni amministratore al Castello di Waal).

5 Maggio. Ora è qui l'uomo di Sch....; ho paura che diventi difficile è molto agitato e feroce.

6 Maggio. L'uomo quasi tutta la notte, è molto ostile (ripu­gnante, arruffato). La preghiera è una cosa indifferente per lui.

7 Maggio. Quando la sera rientrai in camera, l'uomo stava disteso sul pavimento. Una cosa penosa e difficile che uscii di nuo­vo. Ma non giovò a nulla, allora ripresi coraggio e rientrai. Gli die­di dell'acqua santa e mi inginocchiai vicino a lui, egli piagnucolava in modo sconvolgente. Credo di conoscerlo, ma non sono del tutto si­cura.

8 Maggio. Molto duro; l'uomo rimase qui quasi tutta la notte ed è sempre molto agitato. Come sono sciocca, pur sapendo che non mi succede niente, aver sempre questa paura e ripugnanza.

9 Maggio. Entrò in camera prima di me, io ho incominciato a pregare, allora mi venne vicino. Sono quasi sicura, che egli è il Consi­gliere Fr. W..., ha un aspetto orrendo, come fosse rivestito di una massa attaccaticcia. Non reagisce affatto. Ho sentito la musica.

10 Maggio. L'uomo è molto seccante, continua a uscirgli di boc­ca quel gemito. Venne 4 volte durante la notte. Ho rivisto gli Undici.

11 Maggio. Mentre la sera alla finestra aperta stavo guardando le stelle, l'uomo venne come il volo verso di me attraverso l'aria. Una sensazione veramente spaventosa. Sono talmente spaventata quale da tempo non lo ero piú, non fui capace di restare in camera mia e mi sedetti sul corridoio. Non mi segui. Quando mi fui di nuovo un po' riavuta tornai dentro e lo trovai che mi aspettava. Ho fatto con lui la funzione di Maggio, egli stava in piedi immedia­tamente dietro le mie spalle. Rimase per poco e poi disparve, per ritornare come inferocito. Fu una cosa molto dura. Egli è il Con­sigliere Demaniale.

12 Maggio. Ho visto gli Undici ed ho incontrato sulle scale la cameriera di mia nonna.
Il Consigliere Demaniale fu qui due volte, egli si curvò su di me; è ripugnante, il volto pieno di buchi, senza occhi ma la barba rosso fuoco. Finora nessuna apparizione aveva così impresse le im­pronte di un teschio.

13 Maggio. Ho visto di nuovo la cameriera. W...qui a lungo. Un po' più calmo; sembra contento di ricevere l'acqua santa. Udita la musica.

14 Maggio. Sempre la stessa cosa con W...., molto selvaggio e ripugnante. Ho udito la meravigliosa musica. Poichè io sono una persona che non se ne intende di musica non riesco a descriverla, comunque mi riempie di gioia.

15 Maggio. Ho visto un mucchio di cose; tre volte W...., 5 volte la cameriera, due volte gli Undici; ma niente di grave.

16 Maggio. W.... singhiozzante durante il giorno. Alla luce del giorno ha un aspetto ancora più pauroso. Io cerco di vedere se riesco a farlo parlare. Mentre pregavo stette un po' piú tranquillo.

17 Maggio. W.... sulla scala e anche nella stanza da fumo e in­sieme con l......e il bambino, faceva paura. Poi fu da me anche di notte.

18 Maggio. Egli si gettò su di me e mi prese per il collo. Io glielo impedii ed egli cadde sul pavimento. Rimase così a lungo; io avevo molta paura, perchè le sue occhiaie sembravano come di fuoco. Poi di colpo saltò in piedi e tentò di nuovo di lanciarsi su di me. Io gli tenni davanti la reliquia di S. Croce e non lo vidi piú. Ho sentita la musica. Ho visto in Chiesa il Cavaliere.

19 Maggio. Una cosa tremenda, ho avuto un terrore agghiac­ciante. W..... si slanciò contro di me. Fu come con Enrico, ma non perdetti conoscenza, benchè forse sarebbe stato meglio per me. La cosa non è da descriversi, non vorrei mai più subire questo, cioè se proprio Dio lo vuole, allora si. W....., rimase ancora un pez­zo dopo, ho pregato molto, ma sembra non ascolti.

20 Maggio. Molto bello, niente W..... solo la musica e un buon sonno.

Viene il Dottor G......

21 Maggio. Una notte molto agitata. W...... rimase qui quasi sempre. Egli volle parlare ma non riesce; sembra comunque che capisca ciò che dico.
Sulla strada che porta al castello incontrato il dottor G......., che ebbe un colpo a 80 anni durante la caccia, alla stazione. Lo riconob­bi subito. Egli mi venne incontro e mi porse la mano, sembrava pro­prio naturale come un uomo. Non potei far niente con lui, perchè purtroppo non ero sola. Egli camminò a lungo accanto a me. Un'al­tra volta ancora molto difficile, essere divisa. Speravo di rivederlo al ritorno, e perciò rimasi alquanto indietro, ma purtroppo non venne piú. Invece quando arrivai a casa fui accolta dagli Undici.

22 Maggio. Musica. Dopo venne W..... sempre uguale ma non difficile.
Finalmente W....... parla. Io: “Sei Fr. W..... ?” Lui: "Si'. Io: "Soffri molto?" Lui: “Si”. Io: "In che modo posso aiutarti?" Lui: "Sacri­ficio!" Io: "E di che cosa?" Lui: "Te stessa". Io: "Lo faccio pure". Lui: "Non abbastanza!" Io: "Che cosa devo fare ancora?" Lui: "Devi staccarti!" Io: "Non puoi pretendere troppo da me, sono ancora tanto debole e non sto bene. Va da persone migliori!" Allora venne verso di me, poggiò la sua mano sul mio braccio e disparve. Lo so, sono attaccata ancora a molto. Avrò la forza di sopportare tutto? Per intanto non ancora, se voglio essere giusta. Mi riesce mol­to spassoso vedere così adesso il cerimonioso Consigliere Demaniale W......, per es. specialmente quando mi fa del male. Me lo ricordo ancora troppo umanamente.

24 Maggio. Egli venne, due volte; nemmeno una parola!


25 Maggio. Nella mia stanza ci fu un frastuono orrendo, stre­pitio e gemiti. Non potei vedere nulla. Io: "Chi è là?" Risposta "Molti". Io: "E' la voce di Fridolino?" Lui: "Si!" "Perchè non ti posso vedere?" Lui: "Perchè sei ammalta (ed era vero)". Io: "Chi porti ancora con te?" Lui: "Non li conosco". Io: "Dimmi perché non posso vedere quando sono ammalata?" Lui: "La capacità soffre insieme". Io: "Potresti aiutarmi?" Lui: "No". Io: "Come fai a ve­dere che soffro?" Lui: "Non attiri!" Io: "E allora perchè siete ancora qui?" Lui: "E' la nostra strada". Il frastuono intorno a me durò ancora a lungo ma non ottenni più alcuna risposta. Ebbi an­cora per un pezzo l'impressione di non essere sola, cosa molto penosa. Sono molto mal soddisfatta di me stessa perchè penso troppo a me, sono scoraggiata e tanto stanca.

Martedì 17 Maggio 2016 la prossima puntata, vi aspetto..


OFFERTA DELLA SS. PASSIONE PER DIVERSE ANIME DEL PURGATORIO 
  • Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. 
  • O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. 
  • Gloria al Padre. 
1 - Gesù, per il sudore di Sangue che versasti nell'Orto degli Ulivi, quando Ti vedesti ricoperto del cumulo dei peccati degli uomini di tutti i tempi e ne avesti un grande ribrezzo, ma per nostro amore li accet­tasti su di Te, Vittima espiatoria dell'umanità, abbi misericordia delle Anime dei miei parenti che soffrono in Purgatorio. 
  • Pater, 
  • Ave, 
  • Gloria… 
2 - Gesù, per la crudele flagellazione che soffristi legato alla colonna, docile bersaglio di un'umanità empia e scellerata, abbi misericordia delle Anime dei miei amici e conoscenti che penano in Purgatorio.
  • Pater, 
  • Ave, 
  • Gloria… 
3 - Gesù, per il casco di spine che Ti procurò terribili fitte alla testa e abbondanti perdite di sangue, abbi misericordia dell'Anima più abbandonata, priva di suf­fragi, e di quella che è più lontana ad essere liberata dalle pene del Purgatorio. 
  • Pater, 
  • Ave, 
  • Gloria… 
4 - Gesù, per quei dolorosi passi che facesti con la Croce sulle spalle che Ti procurò una piaga dolorosis­sima, abbi misericordia dell'Anima più prossima ad uscire dal Purgatorio, e per le pene che provasti insie­me alla tua Santissima Madre quando Vi incontraste lungo la via del Calvario, libera dalle pene del Purgatorio le Anime che furono devote della più tenera e addolorata delle madri. 
  • Pater, 
  • Ave, 
  • Gloria… 
5 - Gesù, per il tuo santissimo corpo steso sulla Croce, per i piedi e le mani trafitte da grossi chiodi, per la morte crudele e per il tuo santissimo Cuore aperto dalla lancia, abbi pietà e misericordia delle Anime del Purgatorio; liberale dalle pene che soffrono, chiamale a Te, accoglile finalmente tra le tue braccia in Paradiso. 
  • Pater, 
  • Ave, 
  • Gloria… 
Preghiamo 

Padre misericordioso, che nella tua grande bontà e nel tuo immenso amore, non hai abbandonato le Anime che soffrono in Purgatorio, anzi, sei felice di alleviarne le pene per mezzo delle nostre preghiere, Ti preghiamo di sollevarle dai tormenti e di esaudirne le preghiere e le suppliche. Ti ricordiamo, Padre, il Sangue versato da Gesù nella dolorosa Passione e Morte che sostenne per noi e per loro. Per tutti i peccati che le Anime che ora soffrono in Purgatorio commisero, Ti offro in riparazione la sua vita santissima e per le pene a cui soggiacciono con tanto dolore, Ti offro tutte le penitenze, i digiuni, i sacrifici, le preghiere, le fatiche, le afflizioni, i colpi, le ferite, la Passione e la Morte che Gesù, innocente e santo, volontariamente sostenne, e Ti prego, per tali offerte, di condurle alla gioia eterna. Amen. 

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