Venerabile Maria del Carmen (9 anni)
Il piccolo fiore di Cristo Re
A
Madrid il 14 marzo 1930, nella nobile famiglia Gonzàlez-Valerio
y Sàenz de Heredia, nasce Maria del Carmen. Sarà la seconda di
cinque figli, allevati con tanto amore dai genitori, Giulio e Carmen,
forti nella fede e ferventi nella devozione alla Vergine
SS.
Battezzata
subito dopo la nascita perché aggravatasi improvvisamente,
viene consacrata dalla mamma alla Madonna del Carmelo,
con la supplica di conservarle intatta la virtù della purezza.
A due
anni, per iniziativa di Mons. Federico Tedeschini, Nunzio
in Spagna e amico dei Gonzàlez, ricevette il sacramento della
Confermazione. A sei anni, nella festa della vergine del
Perpetuo Soccorso - di cui era molto devoto il papà - venne ammessa
alla prima Comunione. D'allora in poi si accosterà
quotidianamente a Gesù eucaristico, che sarà la sua vera
forza. In quel tempo, infatti, era scoppiata la rivoluzione, con
la persecuzione religiosa.
Un
giorno la nonna domanda al nipotino Giulio: 'Vuoi farti santo?".
Prontamente interviene Carmen: "Ma tu lo sai cosa vuol
dire? Per diventare santi occorre soffrire!".
Il 15
agosto 1936, festa di Maria Assunta in cielo, l'esercito rosso
imprigiona il papà che poco tempo prima, in un accorato
presentimento, aveva espresso alla moglie la sua
preoccupazione: "I bambini adesso sono piccoli e non
comprendono; ma quando ciò accadrà ricorda loro che ho
lottato e donato la vita per Dio e per la Spagna, affinché
possano essere educati in un Paese cattolico con il Crocifisso
esposto nelle aule?". Dopo una breve liberazione, viene
nuovamente incarcerato. Il 29, al grido di "Viva Cristo Re!",
è barbaramente assassinato. In seguito, durante la malattia,
la bambina consapevole dell'eroismo paterno, affermerà:
«Il mio papà è morto martire e io, povera mamma, muoio vittima».
A seguito dell'uccisione del marito la mamma comprese che
diventava assai rischioso il pericolo per la famiglia, essendo lei
stessa imparentata con personaggi politici. Circolava inoltre la
voce che i cinque bambini sarebbero stati inviati con altri
ragazzini in URSS per inculcare nelle loro menti la dottrina
marxista. Richiese perciò aiuto all'Ambasciata belga. Dopo
un breve soggiorno, in tutta fretta si preparò la fuga: prima a
Marsiglia, poi a S. Sebastian.
Mentre
prosegue la guerra i bambini sono impegnati nello studio. Mari
Carmen frequenta un istituto religioso. Nell'osservare la
mamma sovraccarica di lavoro e di preoccupazioni, si
permette di darle un consiglio: «Ti occupi troppo delle cose
terrene. Devi pregare di più!». È pronta la risposta: "Bambina
mia, bisogna ch'io mi interessi delle cose della casa".
Carmen le fa osservare: «Mamma, la tua casa è il Cielo. Quando
sei in viaggio e trascorri la notte in albergo, tu non ti curi di
abbellire la stanza, né di metterci la foto del babbo, una
notte la si passa come si può. Ebbene, vedi mamma, così è la vita;
così siamo in questo mondo: di passaggio»
Tra
varie qualità la fanciulla si distingue nella carità
verso i poveri. Quando uno di loro suona alla porta ed è lei ad
aprire, gli dà subito tutti suoi risparmi; quindi lo invita a
risuonare «così la mamma le darà di nuovo qualcosa».
Nei
confronti della servitù, invita con delicatezza sua madre a
trattar bene i domestici: «È già molto che ci servano. Devi
pensare che anche tu sei una serva, poiché servi il buon Dio». La
nonna ricorda: "Le davamo del denaro perché si comprasse
dei giocattoli, ma lei lo passava alla balia, perché ne
regalasse ai propri figli, raccomandandole caldamente di non dir
nulla né alla mamma né a me".
Provava
inoltre gioia nell'offrire piccoli sacrifici al S. Cuore di Gesù. Il
suo insegnante di religione riferisce: "Nel preparare i
miei alunni alla Confessione, potevo leggerle sul viso l'orrore
del peccato e gli sforzi per fare un buon atto di contrizione".
Mari
Carmen ama pregare. Fin dall'età di quattro o cinque anni
le piace dirigere il rosario in famiglia e recita a memoria le
litanie della SS. Vergine. Si è fatta confezionare un "rosario
di pratiche", su cui tiene conto dei propri atti di virtù.
Nella cartella scolastica si è trovato il "quaderno
degli atti e dei fioretti" e un'agendina, chiusi in una
busta sigillata ermeticamente, con su scritto «PRIVATISSIMO».
Venne aperta alla sua morte, e il "segreto" fu svelato da
queste parole: «Mi affido nella parrocchia del Buon Pastore - 6
aprile 1939». Che era successo in quel Giovedì Santo? È la
nonna a ricordarlo: "Mentre la mamma, rientrata in Madrid
liberata, rimetteva a posto la casa, la bambina nell'entrare in
chiesa mi domandò: «Mi affido al Signore?». Le risposi
affermativamente e mentre camminavo dietro di lei, dopo aver
ricevuto la Comunione, sembrava che la sostenessero gli angeli.
Quindi mise la testolina tra le mani e stette a lungo in ginocchio,
ringraziando. All'uscita mi chiese: «Nonna, che vuol dire
donarsi?». La risposta: "Darsi completamente a Dio".
In seguito non parlò più dell'offerta di sé.
È
probabile che l'offerta di Maria del Carmen al Signore sia in
relazione con la morte di suo padre e la salvezza dei suoi
assassini. Non solo li aveva perdonati, ma addirittura
pregava per la loro salvezza? Nella mente di bambina li
paragonava a Manuel Azana, il Presidente della repubblica di
Spagna. Infatti quando a 6 anni chiedeva alla mamma se si sarebbe
salvato, questa le aveva risposto: "Prega e fa fioretti per lui,
e si salverà". La bimba recitava il rosario delle piaghe
di Gesù e lo offriva «per papà e per i suoi assassini».
Ancora
un ricordo. È dello zio Saverio: "Desiderava la
conversione dei peccatori; ne è prova l'aver offerto le sofferenze
della malattia e della morte per Azana, considerato il simbolo
della persecuzione religiosa, di cui gli assassini di suo padre
erano lo strumento".
L'8
maggio 1939, poco dopo essersi donata a Dio, la bambina si
ammala. Un'otite si complica e degenera in setticemia, con
ulteriori e gravi complicanze. Solo il pensiero di Gesù l'aiuta
a sopportare tutto. Rimane serena e dolce. Alla mamma che la
invita a supplicare Gesù Bambino di farla guarire,
risponde: «No, non lo chiedo; chiedo di fare la sua volontà!».
Desidera che le si leggano spesso le preghiere degli
agonizzanti. Col pensiero è più in Cielo che quaggiù.
Spesso
aveva predetto che sarebbe morta il 17 luglio, data della sua festa
onomastica, ma all'obiezione che nel medesimo giorno si sarebbe
sposata la zia Sofia, annuncia che ciò avverrà il giorno
successivo. Poco prima di spirare ripete: «Amatevi gli uni
gli altri. Lasciatemi andare». "Dove?", le si chiede.
«In Cielo. Non vede, dottore, che la S. Vergine viene a
prendermi con gli angeli?». E sollevandosi leggermente,
come per afferrare qualcosa, ricade sul cuscino. Un ultimo
respiro. Sul viso nessun segno di morte. Pur sfigurata dalla
malattia, ritrova tutta la sua bellezza e il corpo emana un
soave profumo. Sono le 3 del pomeriggio.
Il 3
novembre dell'anno seguente (1940), a Montauban (in Francia)
moriva Azana che, sebbene circondato dai suoi amici fra
massoni, riceveva - come testimonierà Mons. Théas, vescovo della
Diocesi - tutti i Sacramenti, confidando nella misericordia
divina.
Azana
ignorava che una bambina di soli 9 anni aveva pregato e sofferto
per lui, aprendogli le porte del Paradiso. Il persecutore
pentito l'avrebbe scoperto solo nell'aldilà.
Il 12
gennaio 1996 Maria del Carmen è stata dichiarata
Venerabile.
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