Maria Santissima Vergine del Carmelo |
2^ PARTE di 15
Molto radicata la fede negli spiriti e nelle anime purganti
I
dintorni del castello di Unterdiessen sono chiamati: La valle delle
volpi.
Nella
storia locale della valle delle volpi ci sono due fatti che vale la
pena ricordare in riferimento al diario di Eugenia: si dice che in
quei dintorni c'era una forte credenza negli spiriti. Una volta
questa credenza negli spiriti era diffusa ovunque tra tutti i
popoli; non era nata da un "pressapoco", ma come ha
rilevato la parapsicologia, ha motivi reali.
Sembra
tuttavia che la gente della Valle delle Volpi abbia speciali
antenne per captare l'altro mondo. Ce lo conferma anche il fatto
che nell'anno 1694 fu fondata la confraternita per soccorrere le
anime del Purgatorio.
Qui
in terra noi possiamo sperare nella Misericordia di Dio, ma nel
Purgatorio regna soltanto la Sua Giustizia.
Che
nella Valle delle Volpi prevalga un preciso senso di giustizia lo
conferma il seguente "detto" che stava sopra la vecchia
osteria in Oberdiessen, che serviva da "Tribunale":
"O
Giudice, giudica rettamente
Dio
è Giudice, tu sei servo.
Se
tu giudicherai ingiustamente,
Dio,
a sua volta, giudicherà te!"
Lorelei e von der Ley
Da
dove proviene il nome von der Leyen? Secondo quanto ci disse la
Principessa Lodovica, la stirpe si chiamava dapprima "De Petra"
(Dalla Rocca). Ley nell'antico tedesco è e significa "Rocca,
pietra". La parola "Ley" proviene dalla storia che
ognuno conosce, la Loreley. Lore era una nicchia sul Reno. Loreley si
chiamò in seguito la rocca della Lore della nicchia sul Reno. La
rocca Loreley sorge fra St. Goarshensen o Oberwesel, 100 metri sopra
il Reno ed ha una eco straordinaria. Il nome Loreley fu introdotto
nella poesia dal Poeta Clemente Brentano, anche i poeti Eichendorff e
Heine hanno cantato la "Loreley".
Quando
la Loreley stava seduta sulla roccia e con il suo pettine ravviava i
suoi capelli d'oro affascinava subito i marinai, sicchè essi non
badavano più alle navi che andavano a frantumarsi contro la roccia.
Eugenia von der Leyen che ha preso con la Loreley la radice del nome
"Ley", ha anche essa attirato a sè lé persone e
precisamente le anime dei defunti ma non per perderle con arti
magiche ma bensì per venir loro in aiuto come madre amorosa delle
anime purganti, che aveva il cuore aperto per tutte e per tutte si
sacrificò. Eugenia ha chiesto spesso alle anime, perchè venissero
proprio da lei e la risposta era sempre uguale: "La strada per
venire da te è libera !"
S. Caterina da Genova
Che
la figlia di un Principe abbia avuto contatto con anime Purganti,
non è una novità nella storia della Chiesa. S. Caterina da Genova
morta nel 1510, della nobile famiglia dei Fieschi, dalla quale
discendevano i Papi Innocenzo IV e Adriano V ebbe numerose
apparizioni da parte di anime del Purgatorio; anche essa ha lasciato
uno scritto sul tema: "Trattato sul Purgatorio".
Caterina
da Genova è riconosciuta come "un Genio Spirituale di primo
rango".
Il
notario genovese Ettore Vernazza ci ha descritto così la sua
situazione: "Quando questa anima santa (Caterina da Genova)
durante la sua vita corporale si trovò nel purgatorio
dell'ardente amore di Dio, attraverso il quale essa fu tutta
consumata e soprattutto le fu manifestato ciò che ancora rimaneva da
purificare, affinchè alla sua dipartita da questa vita terrena,
potesse apparire davanti agli occhi di Dio, suo dolce Amore, allora
conobbe nella sua anima per mezzo di questo fuoco di Amore, in quale
condizione si trovano le anime dei fedeli nel luogo della
purificazione, e che non si erano ancora purificate da ogni
ombra e macchia del peccato mentre erano in questa vita, per essere
finalmente del tutto purificate.
E
quando essa stessa nel purgatorio del Divino Amore divenne una cosa
sola con questo Amore ed essa si sentì tutta contenta di tutto ciò
che questo Amore operava in lei, proprio allora essa conobbe lo
stato delle anime che sono nel Purgatorio".
Tre sorelle nello spirito
Eugenia
von der Leyen ebbe nelle sue vicinanze due sorelle nello spirito, che
erano anche contemporanee - e si erano incontrate a Monaco nel 1721
per un colloquio spirituale: "La Beata Crescenza del vicino
Kaufbeuren, e Maria Anna Lindmayr (1657-1726).
Come
Eugenia von der Leyen, anche Maria Anna Lindmayr ha scritto un diario
sulle apparizioni delle povere anime (5).
Anche
Crescenza ebbe visioni e contatti con le povere anime, anche se il
suo apostolato non si limitò esclusivamente alle anime del
Purgatorio; basta leggere una volta il libro di Arturo Massimiliano
Miller: "Crescentia von Kaufbeuren, vita di una mistica sveva".
Nota
5) Sotto il titolo: "Il
mio rapporto con anime del Purgatorio" apparso nel 1978 in
seconda edizione "Christiana- Veriag Ch-8260. Stoin am Rhein.
Il
libro é pure tradotto in italiano da Don Silvio Dellandrea.
La
affinità spirituale fra queste tre donne è sorprendente. Eugenia
von der Leyen, Crescenza di Kaufbeuren e Maria Anna Lindmayr formano
come una costellazione a tre che è rimasta non solo geograficamente,
ma anche spiritualmente unita.
Anche
un poeta fa parte del territorio di Waal: Pietro Doerfler, nato nel
1878, vissuto in Untergermaringer e Waalhaupten il cui romanzo "Vive
ancora una madre" e "Il figlio del Cancelliere malefico",
si svolgono in quelle vicinanze. E' da notare che Pietro Doerfler
ha descritto nei tre suoi romanzi la sorte di tre donne non sposate,
che come Eugenia, furono una benedizione per tutta una comunità.
"Doerfler sia in Giuditta Finsterwalderin (1916) come "Nella
figlia del mugnaio" rimasta nubile e nelle "Compagne della
Signorina Michelina", ha creato tre incomparabili figure di
donne che sacrificando la loro vita superano benedicendo se
stesse (11 grande Herder, 1953 IV - 487).
Il Maestro del Lago di Costanza.
Il
mio viaggio verso l'abitazione di Eugenia von der Leyen mi condusse
lungo il Lago di Costanza ed era quindi inevitabile il ricordo di
Enrico Suso di Costanza. Non so se Eugenia ha letto i libri di
Enrico Suso (1295-1366). Scientemente o incosciamente egli fu
per lei un grande maestro, perché il tema del Purgatorio e delle
Povere Anime occupa un vasto spazio nei suoi scritti e la sua
dottrina divenne col tempo un bene comune di tutta la Chiesa. Nel 6°
capitolo della sua "Vita" si legge:
"Nel
medesimo tempo gli furono manifestate in visione molte cose future
nascoste, e Dio permise che egli sentisse, fin quanto era possibile
sopportare, come vanno le cose in Cielo, nell'inferno e in
Purgatorio.
Non
era cosa insolita per lui, che molte anime, dipartite da questo
mondo, gli apparissero e gli rivelassero che cosa era loro accaduto,
come avrebbero compiuto la loro penitenza, come si poteva prestare
loro aiuto, oppure quale era la loro vita davanti a Dio.
Fra
gli altri le apparve anche il Beato Mastro Eckart e Giovanni della
famiglia Futerer di Strasburgo. Mastro Eckart gli riveló, che egli
si trovava in una gloria straripante nella quale la sua anima era
immersa in Dio. Così il Servo di Dio lo pregó di fargli conoscere
due cose: come si sarebbero trovate in Dio le persone, che cercarono
deliberatamente di compiere l'altissima verità. Allora egli
comprese che nessuno sarebbe in grado di esprimere a parole
l'immersione di queste persone nell'inafferabile abisso di Dio. Ma
egli chiese ancora: quale fosse l'esercizio piú utile per una
persona che volesse arrivare in quella altissima Unione? Allora ebbe
questa risposta: "Egli deve dimenticare completamente se stesso
secondo la sua natura e rinunciare al proprio pensiero e
accettare tutte le cose come venissero da Dio e non dagli uomini
(dalle creature) e sopportare con pazienza tutti gli uomini-lupi".
L'altro
fratello Giovanni apparso gli mostrò anche la immensa beatitudine
della sua anima glorificata. Anche a questi egli chiese la risposta a
una domanda: "Quale é l'esercizio piú doloroso per una persona
e il piú utile per lui?" Quegli rispose: "Nulla é piú
doloroso e utile all'uomo che nel completo abbandono in Dio offrire
con pazienza la propria volontà abbandonandosi così al volere
di Dio".
Suo
padre che era vissuto unicamente per il mondo, gli apparve dopo la
sua morte e con il viso pieno di dolore gli fece vedere lo
spaventoso castigo nel Purgatorio e gli fece capire perché
soprattutto meritó questa cosa e specialmente, come poteva
soccorrerlo di piú. Egli fece poi questo. Suo Padre gli mostró poi
anche che, grazie al suo aiuto, egli era stato liberato dal suo
castigo.
La
sua pia mamma per mezzo della quale Dio aveva operato miracoli,
quando essa era in vita, si tnostró anche essa in una visione e gli
fece vedere il grande premio, che essa aveva ricevuto da Dio.
Cose
simili gli furono partecipate anche da molte altre anime e da allora
egli incominciò a provar gusto in questo e ottenne spesso
evidente conforto nella misura in cui si era curato di loro.
Queste
4 apparizioni, che il Beato ricorda espressamente, non furono le
uniche, di cui egli fu degnato. Fu nel tempo del suo primo donarsi a
Dio, quando lasció da parte ogni altra attività si dedicó
esclusivamente alla preghiera e compì esercizi di penitenza quasi
sovraumani. Queste apparizioni lo resero forte nel suo buon
proposito, lo confortarono, quando era preso da scoraggiamento e
tristezza. Esse riempirono il suo cuore di gioia e di
contentezza quando vedeva un'anima entrare in cielo; esse destarono
nella sua senibilità comprensione e lo spinsero a prodigarsi quando
vedeva in Purgatorio qualche suo conoscente. "Animato dal
suo abituale incontro con le povere Anime il Beato Enrico Suso faceva
spesso meditazioni sul Purgatorio. Esse non gli servirono
soltanto a pregare con maggiore zelo ed espiare per le Povere Anime.
Egli ne trasse anche conclusioni per la sua propria vita.
Nel
suo "libretto dell'Eterna Sapienza", cap. 24, Enrico Suso
include nel suo cantico di lode anche il Purgatorio e le Povere
Anime. Egli scrive: "Signore, io dico ancora di piú: se io
adesso dovessi separarmi da loro, e questo fosse a tua lode, che
dovessi ardere 50anni nel Purgatorio, Signore, adesso io scelgo la
tua Eterna Lode. Sia Benedetto il Purgatorio nel quale si compie in
me la Tua lode. Un po' piú avanti egli dice: "Mio dolce
Signore, io desidero, che in questo modo giunga ai tuoi occhi una
grande lode, simile a quella immensa lode e gioiosa, che ebbero gli
Angeli, quando videro per la prima volta che essi avevano superato la
prova e gli altri erano ripudiati, simile anche alla lode, che
le povere anime cantano per la gioia quando uscite dal carcere del
fuoco tormentoso giungono davanti a Te e vedono per la prima
volta il Tuo Volto raggiante di gioia e di Amore".
Povere Anime con l'aspetto di animali?
Ció
che molti lettori del diario di Eugenia riescono difficilmente a
sopportare è il fatto, che certe povere anime appaiono sotto il
terrificante e ripugnante aspetto di animale, come per es.
Egolfo come un grande scimmione "con occhi di fuoco".
Maria
R. come un serpente con la spiegazione: "questa era l'immagine
della mia vita, giuramenti falsi, tutta menzogne e finzione". E
diciamo ancora: anche altri veggenti, uomini e donne videro povere
anime in aspetto animalesco. Cristo ha detto una volta a S. Brigida
di Svezia in una visione: "Lo Spirituale non ti appare così
come esso è, ma in figura corporea; e come vestito di similitudine,
affinché il tuo spirito lo possa capire".
Il
medico distrettuale evangelico, dr. Giustino Kerner, scrive nel suo
libro: "La veggente di Prevorst", come uno spirito parlò
alla veggente di Prevorst: "Come sono i nostri sentimenti,
così tu ci vedi. - Se io fossi vissuto come un animale, io ti
apparirei come un animale". Il dr. Kerner racconta di un'altra
donna alla quale spesso appariva uno spirito "precisamente
in figure di animali assai spesso ripugnanti, per es. civette,
gatti, e orrendi cavalli ecc.
Giuseppe
von Goerres, il celebre specialista in fatto di mistica
dell'Università di Monaco scrive nella sua opera in 5 volumi:
"Mistica cristiana" riguardo a suor Francesca del SS.
Sacramento dell'Ordine del Carmelo: "Dei defunti apparvero a lei
alle volte in paurose sembianze, piú simili a bestie feroci che a
uomini. Poiché ogni volta Francesca alla loro vista prendeva un
grande spavento tale da farla spesso svenire, essi incominciarono a
mostrarsi nelle loro apparizioni non nelle loro vere sembianze,
ma come ombre fluttuanti, fino a che essa si era abituata a
vederle'".
I
fenomeni qui descritti accaddero in tutte le loro particolarità
anche ad Eugenia von der Leyen.
Non solo castigo, ma anche susseguente purgazione
L'anima
nel Purgatorio, è semplicemente punita? Deve forse sostenere una
certa quantità di dolore, una determinata durata della pena?
Non sarebbe questo allora un puro meccanismo senza anima? Il
dr-Michele Schaumes, il celebre dogmatico dell'Università di Monaco
ci insegna: "Il problema deve essere visto con molta maggiore
profondità e in maniere differenti"; così scrive nella "sua
dogmatica cattolica": sembra piú consono all'insegnamento
della scrittura (Matteo 13.22), dei Padri della maggior parte dei
Teologi medioevali, della preghiera della Chiesa, della Santità di
Dio e della personale dignità dell'uomo, se si ammette anche un
mutamento dell'uomo nel purgatorio, una remissione dei peccati e una
purificazione dell'uomo, e non solo la sopportazione di un castigo
imposto da Dio. La Chiesa nelle sue preghiere implora per i defunti
una remissione dei peccati (peccata). La parola "peccata"
non indica solo castighi dei peccati, ma anche, e soprattutto
peccati. La potenza della santità di Dio sembra essere molto piú
conveniente se Dio opera nella vita dell'uomo cambiando e
migliorando, che non se egli tiene lontano dalla entrata in Paradiso
un uomo del tutto purificato, a mo' di castigo.
L'immagine
descritta nella Scrittura di un Dio dell'Amore, della Santità e
della giustizia unite in un'unica cosa dovrebbe essere assai piú
consona, ammettendo, che quando il Signore punisce l'uomo da lui
amato e arricchito di grazia, contemporaneamente lo trasforma e lo
purifica. E' piú consono anche alla dignità personale degli
spiriti, persone da lui create, se il defunto fino a che non riposa
nella visione e nell'Amore dell'infinita Verità e Perfezione e ne è
riempito per l'eternità, non come una pietra o un pezzo di legno che
è immobile, ma nell'amorosa donazione a Dio viene purificato, fino a
che il suo essere non è liberato da tutte le macchie di questo
mondo. Questa trasformazione riguarda il peccato e le cattive
inclinazioni o abitudini che ne derivano".
La Verità del Purgatorio interessa anche ai non cattolici
La
verità di un luogo di purgazione incomincia ad attirare anche i
non cattolici. Cosí' scrisse lo storico Golo Mann in una lunga
recensione del libro "L'ora di Tommaso Moro" di Pietro
Berglar:
"Moro,
conoscitore della scrittura quanto Lutero, sostenne ció, che aveva
aiutato la Chiesa nel suo sviluppo, e lo storico non si vergogna di
seguire. Che egli si identifichi nella maniera piú forte e completa
con il suo eroe la, dove Moro sostiene la dottrina del Purgatorio,
delle Messe e preghiere per le povere anime e anche della
indulgenza, puó sembrare straordinario a colui che lo apprende
solo dalla mia recensione; ma non al lettore di quel capitolo.
Al
contrario, mai ho trovato piú chiaramente e fortemente rappresentato
la Tradizione della Comunione di tutte le Anime, dei vivi e dei
defunti, e della necessità di una purificazione prima o dopo la
morte.
C'erto
che il lettore può chiedersi: puó essere falso ciò che è in se
così grandiosamente pieno di significato? Oppure storicamente
parlando: quanto deve essere stata tremenda per il Santo la soluzione
di un simile fatto o di questo mistero allor quando essa si verificó
sotto un grande disprezzo e umiliazione?
Fra
il giorno della morte di Tonunaso Moro e quello di Eugenia von der
Leyen ci stanno 450 anni.
Per questo libro
Il
diario di Eugenia è passato da una mano all'altra durante il terzo
Reich in esemplari ciclostizzati come le poesie di Rinaldo
Sclineider. La moglie del maestro Giuseppe Feistle ne tiene ancora
una di queste copie. Dopo la seconda guerra mondiale l'opera usci con
il titolo "Anime salvate" in 12 edizioni Schacke-Verlag,
Wiesbaden; questa Casa Editrice non esiste piú da anni.
L'Editore
belga Marco Schroeder in Eupen ha pure stampato 4 edizioni con il
titolo "Fra Cielo e Inferno"; Marco Schroeder mori il
24.3.1976.
Guardando
indietro fra i rimasti, i nomi delle persone ricordate nel diario o
non sono scritti oppure ci stanno solo le iniziali. Ma ora essendo
passato mezzo secolo dalla morte di Eugenia, non c'è piú motivo
di tacere i nomi, quindi cade la logica riserva.
Perció
noi abbiamo riportati i nomi almeno fino dove fu possibile con
l'ausilio dei parenti o dei testimoni oculari. Così il libro
guadagna in autenticità e molte espressioni possono venir
riesaminate.
L'uomo
che ordinó questo diario e per primo lo rese pubblico fu Sebastiano
Wieser, confessore e Direttore Spirituale della Principessa
Eugenia. Dietro nostra richiesta l'ordinariato di Augusta ci ha
comunicato che è morto il giorno 11 Ottobre 1937 ad Augsburg
Oberhausen. Dall'Annuario diocesano della Diocesi di Augusta abbiamo
potuto rilevare, che egli fu Parroco di Waal dal 1916 fino al 1
giugno 1926.
Venerdì 22 Aprile 2016 la prossima puntata, vi aspetto..
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Giaculatoria
per le anime purganti
affinchè Dio vi conceda il santo paradiso e la gloria eterna. Amen