I
MIEI COLLOQUI CON LE POVERE ANIME
EUGENIA
VON DER LEYEN
3^
PARTE di 15
Una prova per l'autenticità
Di
solito il Signore Iddio non è prodigo nel dare delle prove sulla
verità e realtà delle apparizioni, per il semplice motivo, che
altrimenti verrebbe eliminata l'esame della fede. Egli dà
sempre una prova di verità nei casi di favori mistici. Margherita
Schoeffer, morta il venerdì Santo nel 1949 a 86 anni nella casa
ricovero per anziani, Baden, dopo 68 anni di sofferenze offerte in
riparazione per le povere anime, come scrive il Prof. Giorgio
Siegmund nel suo scritto - "Dei nostri morti" chiese a Dio
un segno come prova, che essa non era vittima di un inganno, e anche
per dissipare il suo stesso dubbio, di non essere magari vittima
della propria fantasia o di influssi diabolici. Allora le
apparvero due volte anime di defunti, che misero la loro mano in un
fazzoletto lasciando impronta di bruciato e così lasciarono la prova
desiderata.
Questa
impronta della mano lei la dovette poi mandare all'Ordinariato
Arcivescovile a Friburgo in Bresgau per l'esame del fatto..."
Anna Caterina Emmerich trasmise una prova di verità del tutto
singolare: seguendo le cose o le tracce conosciute attraverso le
sue visioni furono fatti diversi scavi molto importanti (tomba
di S. Pietro in Vaticano) per es.: l'ultima abitazione della Madonna
a Efeso.
La
prova di autenticità per Eugenia von der Leyen consistette nel
fatte che un'anima del Purgatorio le predisse in maniera oscura
la data della sua morte. Il dr. Prof. Antonio Seitz dell' Università
di Monaco nel suo studio: Principali valutazioni del diario di
Eugenia von der Leyen ha studiato molto a fondo questo fatto.
Nel
giorno della commemorazione di tutti i fedeli defunti nel 1925
Eugenia chiese a un Padre Domenicano: "Sai tu quando moriró?
ed ebbe questa indicazione precisa per rispetto ai numeri: "3
volte 9".
Alla
sua osservazione "non riesco a capire questa cosa" le fu
risposto: "non devi affatto capirla". Essa morì il 9
Gennaio 1929 infatti e troviamo in questa data tre volte il
numero 9.
Il Pensiero del Cardinal Luciani circa le Rivelazioni Private
Il
futuro Papa Giovanni Paolo I ha dato una splendida risposta a tutti
coloro, che credono di poter far a meno o negare le apparizioni della
Madonna, incontri con le anime dei trapassati ed altre cose simili,
"perché sono rivelazioni private".
Quando
Albino Luciani era ancora Patriarca di Venezia, egli concelebró il
10.7.1977 una S. Messa con Vescovo J. Venancio di Leiria a Fatima; il
giorno seguente si recó a trovare S. Lucia, la veggente di
Fatima nel Convento di Coimbra. In un racconto in proposito il
Car. Luciani scrive: "A questo punto qualcuno potrebbe
chiedere: ma un Cardinale si interessa di rivelazioni private?
non sa che il Vangelo contiene tutto? Non sa che anche le apparizioni
riconosciute non sono articoli di Fede? "Certo, lo so
benissimo. Ma appunto in un articolo di fede contenuto nella
Sacra Scrittura si dice pure (Marco 16.17): che coloro che
crederanno, saranno seguiti da miracoli!
Se
oggi è diventato tanto di moda "cercare e studiare i segni dei
tempi e che noi ci troviamo in una inflazione e desolazione di segni,
io credo che ció sia un segno che ci si occupa di cose che vengono
espressamente confermate con un segno".
Nota
della Rivista "Il Cuore della Madre" organo dell'armata
azzurra Gennaio 1978.
Anche
il Concilio Vaticano II aveva posto sull'avviso di fronte alla
minimizzazione o poca stima di questi carismi: "Questi doni di
grazia, che siano di uno straordinario potere illuminante, o siano
diffusi in maniera piú semplice e generale, dovrebbero essere
accolti con riconoscenza e conforto, perché sono particolarmente
adatti e utili ai bisogni della Chiesa....
Il
giudizio della loro verità e il loro uso ordinato spetta a coloro
che nella Chiesa hanno la guida e ai quali si conviene, non spegnere
lo spirito ma esaminare tutto e tenere ció che è buono. (Vaticano
II costituzione sulla Chiesa 13).
Il Diario ha una sua missione provvidenziale
Il
diario di Eugenia è una provvidenza per i nostri tempi, un libro che
ha già fatto passare a molte persone delle ore insonni, ma ha pure
consolato molte persone perché esso ci mostra come perfino delle
donne che uccidono o hanno ucciso il loro bambino ed altri grandi
peccatori possono essere salvati dalla Misericordia di Dio. Non si
tratta di racconti dell'orrore, offerti a poco prezzo e messi insieme
come solletico per i nervi di lettori annoiati, è il racconto
di fatti sofferti in maniera esistenziale, sulle apparizioni di
defunti, che ci rende possibile un piccolo sguardo nel mondo
dell'aldilà, che un giorno sarà pure il nostro mondo. Molti
cattolici oggi non sono piú nel pieno possesso della verità. Ci
sono molte parrocchie, nelle quali non si predicano quasi piú
certe verità di fede, come i comandamenti, il peccato mortale,
il purgatorio, l'inferno, gli angeli, il diavolo, Maria; così verità
di fede della massima importanza vengono sepolte o
sottovalutate. E' nato così nella Chiesa un vuoto pauroso; ora
abbiamo soltanto una Chiesa Terrena, il popolo di Dio pellegrino
sulla terra, solo questo si ha davanti agli occhi, ma poco ci
viene parlato della Chiesa Trionfante, dei Santi del cielo e della
Chiesa purgante. Le povere anime nel luogo della purgazione. Perció
questo diario, mi pare ha una missione e un compito provvidenziale:
con la forza di un vero carisma esso puó nuovamente renderci
sensibili verso quel mondo dell'aldilà, esso può aprirci gli occhi
"i novissimi" che oggi sono tanto dimenticati.
Quanto
poveri noi siamo, quando non conosciamo la beata comunione con i
nostri potenti amici del Cielo e con i nostri compagni di dolore nel
Purgatorio, che tanto contano sul nostro aiuto.
Le
povere anime non possono pregare per se stesse, ma in pratica
tutto esse possono chiedere per noi a Dio, premesso naturalmente, che
noi facciamo qualche cosa per loro. Questo è uno dei più
meravigliosi misteri dell'economia salvifica di Dio.
La meravigliosa economia della salvezza da parte di Dio
Il
celebre Gesuita Cornelio a Lapide di Steen (1567-1637), che insegnò
a Lovanio e a Roma esegesi bibblica, ci ha descritto tanto bene
questa economia della salvezza da parte di Dio quando egli spiegò
il passo del II libro dei Maccabei 12.43 come segue:
"Quindi
santo e salutare è il sacrificio per i defunti, quando esso è
offerto con santi pensieri al Santissimo Iddio. E' santo in
riguardo delle anime che esso libera dai terribili tormenti delle
fiamme del Purgatorio e in vista dei Santi e dei beati, di cui
esso aumenta il numero e di cui ne aumenta la gioia e la gloria, e
poi per la Chiesa, per la quale esso crea nuovi avvocati e
intercessori presso Dio, finalmente per il celebrante, che esse
ricompenseranno implorando per lui molte grazie per averle salvate.
In
questo libro non si dicono paroloni; si esprime la miseria e la
sofferenza delle povere anime fino all'ultimo. Anna Catterina
Emmerich, senza dubbio, una delle più grandi mistiche del
mondo, scrive: "Oh, è triste, che si aiutino tanto poco le
povere anime; ogni azione offerta per loro, elemosine o atti di
amore, giova loro immediatamente; esse sono allora così
contente, così beate come una persona esausta, alla quale venga
offerto un bicchiere d'acqua fresca".
Si
noti la frase "immediatamente"! Perché Dio, il cui mulino
di solito a nostro modo di dire va così adagio, fa in modo che le
nostre azioni giovino immediatamente alle povere anime? Chi riflette
un po' seriamente, lo capirà da sé; perché appunto Dio
“umanamente parlando”, anche lui attende con impazienza che
le anime create a sua immagine e somiglianza, siano finalmente
del tutto pure, perchè le possa stringere al suo cuore di Padre!
Ecco qui anche la spiegazione del perché le povere anime hanno un
così grande potere. Se noi le aiutiamo, esse arrivano piú in fretta
alla meta e perché, sempre umanamente parlando, è anche nello
stesso interesse di Dio, pagare perció un certo prezzo, cioé
aiutare noi. Ecco qui la spiegazione del fatto che le povere
anime sono così potenti presso Dio, nemmeno un jota per loro, ma
ogni potere per noi. Noi siamo così stupidi e non le vogliamo capire
queste cose. E se i nostri predicatori, invece di parlare tanto
di psicologia e di altruismo, sapessero parlare di piú agli uomini
della verità che concerne le anime del Purgatorio, e delle grandi
verità della Fede, allora le nostre Chiese le vedremmo di nuovo
piene.
E
tu, caro amico, se non credi alla verità di cui parla ogni momento
questo libro, allora fa una prova: se tu hai bisogno di aiuto in una
cosa che ti riesce molto difficile, allora prometti alle povere
anime un sacrificio che ti costi in modo particolare. Prega
ardentemente Dio, che possa compiersi la sua volontà e vedrai che le
anime del Purgatorio non ti lasceranno deluso, esse sono gli amici
migliori e piú fedeli che Dio ti abbia dato su questo mondo.
L'editore
Arnoldo Guillet
Commento dei dottor Pietro Gehring
Le
sorgenti, da cui sgorgano i misteri, non si trovano mai la dove il
posto e la potenza pretendono di aver diritto di possedere questi
misteri, ma irrompono da un luogo dove nessuno se lo aspetta.
Creature favorite di speciali doni, artisti, santi, musici appaiono a
tempo e luogo come un dono dello Spirito Santo, e allora la loro
esistenza desta in noi la preghiera riconoscente: "noi ti
ringraziamo per tutte queste meraviglie della Sapienza e dell'Amore
che provengono dalla tua luce e dalla sorgente del tuo Amore e
ci vengono manifestate per mezzo degli uomini".
Noi
che da troppo tempo ci aspettiamo ogni salvezza dalla scienza e
che ora ci troviamo davanti a immense biblioteche che ci tormentano
come gracchiante coro di selvagge dissonanze ci siamo accorti
troppo tardi che questi ufficiosi professori erano teologi dello
stato, e che già Goerres, vista la divinizzazione dello stato che da
parte di Napoleone e della Prussia, grida e invoca Atanasio!
Atanasio
sostenne e rivalutó i diritti di Dio contro l'ostilità dei potenti
vescovi di corte e di Stato del IV secolo dichiarando che nessuna
potenza del mondo e nessuna persona ha il diritto di innalzarsi al
disopra del Signore. Tutta la luce della terra è luce di Dio. Ogni
verità sgorga dalla sorgente unica. Tutto si spiega pregando
davanti all'Unico Signore Gesú Cristo. Anche le autorità della
Chiesa non hanno da vantare alcuna pretesa davanti a questo Unico
Signore Iddio. Anche esse non sono sorgenti, ma sono persone che
dalla sorgente traggono benefici.
Chi
puó venirci in aiuto contro queste sabbie mobili?
La
teologia accademica dopo la sublimità del XIII secolo ha sempre dato
occasione a lagne. Così il mistico Enrico Suso si e lamentato
perché essa non poté dargli la vera tranquillità e la pace
dell'anima, e che essa lasció il suo spirito completamente vuoto. La
superba fiducia nella capacità della scienza dell'uomo proprio oggi
si è nuovamente larvata come un tentativo di un mucchio di sabbia
mobile di concetti accademici.
Cristo
e le verità eterne non hanno piú un volto. Chi puó trasmettere la
pienezza della speranza? In Giovanni 7 si legge: - "L'ultimo
giorno, il grande giorno della Festa dei Tabernacoli Gesú stava
gridando: chi ha sete venga da me e beva. Chi crede in me usciranno
da lui torrenti di acqua viva".
Possedere
lo spirito significa avere la massima premura per la propria
eternità. Con questo religioso riconoscimento il filosofo
Kierkegaard avverte senza esitazione coloro che credono che lo
spirito così materialista dell'epoca della tecnica e della politica
potrebbe eliminare perfino il desiderio di vivere.
Sostenuto
da questo spirito la casa Editrice pone davanti all'uomo
ricercatore il libro piú significativo che riguarda le apparizioni
dei defunti, libro che è visto dai migliori conoscitori della
mistica cattolica come il piú vero e il piú puro di questo
genere. Si tratta di annotazioni del diario della Principessa
Sveva von der Leyen degli anni 1921-1929 durante i quali essa dovette
subire le straordinarie apparizioni di trapassati. Vivendo fra due
epoche noi ci accorgiamo che un tempo volge verso la fine, il tempo
di una arida teologia razionalista, di una mentalità e di un
benessere borghese, dove una gran parte dei cristiani ha perduto la
convinzione, che ci possono essere ancora parole di vita eterna.
Sarebbe tuttavia ingenuo credere ancora parole di vita eterna.
Sarebbe tuttavia ingenuo credere che dall'impallidimento della
teologia razionale dell'antica fede si potesse nuovamente risvegliare
in maniera facile e i credenti avrebbero una facile vittoria convinti
di aver comunque avuto ragione.
Nel
secondo periodo di tempo nel quale siamo entrati si fanno avanti
grandi forze fuori della fede cattolica per esprimere l'intimo
desiderio dell'uomo e per fare delle previsioni in proposito quali
misteri sono nascosti nel morire e nella morte. Associazione di
parapsicologia personaggi medianici molto avidi in Europa e in
America, misteriose leghe di mistica non solo nel terzo mondo,
pretesa scientifica in cliniche americane e avidità
spiritistica del fantasma dell'uomo spiritualizzato pretendono dirci
che potremmo facilmente e senza errori spiegare il problema della
morte.
li
principe di questo mondo, di cui parlava il Salvatore, non é
soltanto un politicante, ma egli pretende essere curatore d'anime e
tenta se non di risolvere a suo pro le profonde esigenze del cuore
dell'umanità emerse alla fine del razionalismo, almeno renderle
innocue, creando ovunque disorientamento. E molti teologi cattolici
non lo disturbano affatto, perché essi si danno da fare per
indebolire o ammalare il corpo sano della Chiesa Cattolica con
esperimenti deleteri.
Se i poeti potessero parlarci?
E
se i poeti tornassero ancora a dirci che dovremmo occuparci di piú e
con piú passione delle sofferenze delle anime dei defunti?
Ascoltiamo questo grido nelle parole del grande poeta tedesco
Federico Hebbel:
Anima,
non dimenticarli. Anima, non dimenticare i morti! Ecco essi ti
circondano leggeri, terrorizzati, abbandonati, e se tu, divenuto
indifferente, li chiudi fuori, essi impietriscono dentro fino nel piú
profondo.
Allora
li travolge la procella della notte, alla quale, come raggomitolati
in se, resistono in grembo all'amore, e quell'uragano li spinge
violento attraverso il deserto infinito, dove piú non c'é vita,
solo lotta di forze scatenate per un essere fatto nuovo! Anima, non
dimenticarli. Anima, non dimenticare i morti!
Federico
Hebbel 1813-1863.
Bisogna
rigettare e combattere come grave errore la solita frase stantia:
"non si sa niente della vita dopo la morte, perché finora
nessuno è ritornato dall'altro mondo".
E
l'altra non meno infelice espressione: "credere non significa
sapere!".
Questa
profonda concezione del mondo propria del facile mondo
liberaloide, marxista e della gioventú da loro formata è stata
rifiutata ormai da tempo, da molte persone, come Lodovico Klages
perché egli sentì che la testa aveva compiuto una fatale divisione
dell'insieme dell'uomo. Pure il riconoscere un errore, non è ancora
per se stesso un riconoscere la verità, e così questi poveri
delusi non trovano una via che li porti alla sapienza dei geni
religiosi, cioè dei santi, ma si aggrappano ai metodi e alle
teorie dell'antroposofia, dello spiritismo e addirittura alla
droga per cercare di estendere il loro limitato sapere in un
abisso sconosciuto. Lo scrittore Aldous Huxley fece lui stesso
il tentativo con Meskalin, egli vide figure eroiche, esseri favolosi,
fantasmi, terreni e masserie visionarie e affermó che la capacità
di discernere e di guidare del cervello sconvolto viene
diminuita da veleni di stupefacenti, per cui si apre una interna
serratura e una parete dapprima impenetrabile diventa penetrabile.
Ora la droga come distruttrice dell'uomo è smascherata e nessuno si
aspetta piú, che l'aldilà si manifesti attraverso permeabili
pareti.
Claudel ce ne da una spiegazione
Lasciando
da parte gli abissi demoniaci della droga e gli altrettanto
demoniaci influssi delle sedute spiritiche, domandiamo perché il
nostro spirito è così arido al poeta francese Paul Claudel, a un
grande funzionario del Ministero degli Esteri di Francia, che si
dibatteva disperatamente nel dubbio della sua santità, che
aveva potuto raccogliere esperienze in tutte le parti del mondo.
La
sua storia di "Animus" (testa) e di "Anima"
(l'anima) dimostra quanto fu difficile la sua strada.
Il
lettore non pratico di simboli, come è oggi l'uomo comune, non
potrebbe davvero pensare mai a un connubbio (matrimonio), ma alla
tragedia del nostro intimo diviso e contrastante, che subisce i
tormenti della disarmonia e così è diventato insensibile (senza
cuore).
Claudel
vuol mostrare lo sviluppo diffettoso del nostro spirito e chiarire,
perché noi con la superficiale conoscenza della moderna cultura
abbiamo infangato le sorgenti della conoscenza dell'Amore di Dio.
Ecco la sua storia:
"Il
matrimonio tra Animus (testa) e Anima (l'anima) non è dei migliori,
il connubio fra lo spirito e l'anima.
E'
ormai molto lontano il tempo "la luna di miele passó presto",
quando "Anima" aveva il diritto di parlare secondo il
proprio gusto, e "Animus" (la testa) la ascoltava con
rispetto. Ma forse non è in fin dei conti Anima, che ha introdotto
il veleno, e la vita di casa vive a sue spese? Ma Animus non si é
lasciato soggiogare a lungo in questa posizione subordinata e ha
subito mostrato la sua natura superba, (gonfia) pedante e tiranna.
Anima
è un'oca stupida e ignorante, che non è mai andata a scuola mentre
Animus sa un mucchio di cose, perché egli ha letto un mucchio
di cose nei libri... Tutti i suoi amici dicono, che nessuno saprebbe
parlare meglio di lui... Anima non ha piú diritto di aprire bocca o
di dire una parola… Lui sa meglio di lei ciò che essa vuol dire.
Animus non è fedele, ma ciò non gli impedisce di essere geloso,
perché in fondo egli sa benissimo (no, lo ha semplicemente
dimenticato), che Anima è la signora proprietaria dei beni, e
lui è solo un pitocco, e vive soltanto di ciò che essa gli
somministra. Per questo egli la tormenta e continua a spillarle
denaro fino all'ultimo. Essa se ne sta silenziosa in casa, per badare
alla cucina e alle pulizie, meglio che può...
Ma
una volta è accaduto qualche cosa di straordinario… Un giorno
quando Animus arrivò inaspettatamente a casa... egli udii come
Anima tutta sola dietro la porta chiusa cantava una meravigliosa
canzone, qualche cosa, che egli non conosceva; e non ci fu mezzo
di trovare le note o le parole o la chiave; un cantico insolito
e meraviglioso. Da allora egli ha tentato di tutto per muoverla
(costringerla) a ripetere quel canto, ma Anima fece finta di non
capirlo. Essa tace quando lui la guarda. L'anima tace, quando lo
spirito la guarda. Ma ecco che Animus si è inventato un trucco e
incomincia a metterlo in pratica in modo da farle credere che lui non
è in casa... Un po' alla volta Anima si mette in pace, guarda fuori,
ascolta, respira, si crede sola e va leggera e apre la porta al suo
"Amante Divino".
E'
quindi il nostro stato d'animo secolarizzato la cusa per cui non
comprendiamo piú l'intimità della vita e l'amore donatoci da Dio ci
è diventato estraneo. Fu l'avidità, la smania di potere, la
passione sessuale, che ci hanno fatto credere, che possiamo
sciogliere tutti i misteri della vita con la nostra grande bravura?
In ogni caso noi ci siamo separati da tutta l'umanità, che credette
alla sopravvivenza dell'uomo, perché gli incontri con i trapassati
non cessarono mai, così che si può dire, che non una credenza, ma
una scienza animò in questo campo i popoli e le genti.
Che
cosa fu il mistero dell'Egitto, se non l'infinita ansia
dell'eternità dell'uomo? La conoscenza della eterna grandezza
della vocazione umana ha creato tutte le culture. Ma questa
conoscenza era nel medesimo tempo piena di preoccupazione,
inquietudine e sconforto, perché essi avvertirono, che l'uomo non è
Dio, ma viene giudicato da Potenze dell'aldilà. E noi saremo
giudicati secondo che saremo vissuti.
L'amore
è però sempre partecipazione dell'amore di Dio. Arrivare a
riconoscere questo è la strada più faticosa dei defunti apparsi.
Non c'erano muri per Eugenia von der Leyen
La
Principessa Eugenia von der Leyen partecipò assai duramente alla
sorte delle povere anime, che durante la vita terrena non erano
vissute nel vero amore di Dio. Per lei il muro che divide la
Chiesa Purgante dalla Chiesa militante era caduto tanto, che
divenne visibile ai suoi sensi la spaventosa gravità del peccato e
divenne un peso tremendo per la sua anima piena di amore. Fu
verificabile che essa vide dei defunti, perché essi manifestarono il
loro nome, anche taluni che erano sconosciuti e dei quali fu rivelata
la vita terrena. La persona della veggente è nota e dovrebbe essere
un motivo di credibilità per il lettore di questa opera
straordinaria sapere quale personalità stia dietro questo diario. La
Principessa, che noi preferiremmo chiamare una cristiana per via
della sua natura umile e amorosa, non parlò con nessuno dei
fenomeni, di cui era oggetto e soggetto insieme, tranne che
esclusivamente con il suo Parroco, nemmeno con la sua famiglia, ebbe
la fortuna di avere per Parroco un uomo molto dotato e anche molto
colto, che la consigliò a scrivere un diario. Prima di morire,
9 Gennaio 1929 a 62 anni, essa consegnò il suo libro al suo
Direttore Spirituale, che se lo portò via con se quando se ne
andò dalla sua Parrocchia. Prima di morire egli lo consegnò a
sua volta allo scrittore Bruno Grabinski, molto esperto di mistici e
di parapsicologia, a cui dobbiamo la pubblicazione. A tutti e
due vogliamo dire il nostro piú sentito grazie! Il Direttore
Spirituale di Eugenia, uomo certamente dotato di grande prudenza e
spirito critico, cì ha lasciato una dichiarazione e un giudizio
giurato sulla Principessa: "Io ho conosciuto la Veggente
negli ultimi 12 anni della sua vita ed ho avuto giorno per giorno la
rivelazione delle sue esperienze ed incontri con le apparizioni.
Dietro mio consiglio essa ha segnato in un diario giorno per giorno
ciò che aveva veduto e ciò naturalmente non in vista di darle fuori
alla pubblicità, e nemmeno io da principio ebbi questa idea.... la
Veggente ha condotto una vita di santità. Essa era profondamente
pia, un'anima umile come S. Francesco, zelante nel bene, illimitata
nel fare del bene, pronta ad aiutare in qualsiasi momento e
pronta a qualsiasi sacrificio, pronta a offrirsi quasi oltre le sue
forze, una creatura cara a Dio e agli uomini. Tutti coloro che
l'hanno conosciuta hanno avuto un grande rispetto verso di
Lei e una venerazione.
Niente era più lungi da Lei della ricerca dì
onori o di fama, essa volle soltanto rendere felici gli altri ed in
questo era abilissima. La personalità della Principessa è il
miglior fondamento di assoluta credibilità. lo dichiaro con
giuramento di aver esortato la Principessa ad annotare in modo chiaro
e preciso i fatti realì vissuti, ma di non averle mai suggerito
ed in nessun modo una mia personale visione delle cose. Io mi
dichiaro garante sotto qualsiasi punto di vista per la credibilità
di cui è degno il diario e prego il lettore di conservare della
Principessa, che ora essa pure riposa nell'aldilà e certamente nella
beata visione di Dio, un riconoscente e venerato ricordo".
Un
parente di Lei Principe C.L. conferma il giudizio del Parroco
Sebastiano Wieser con questa dichiarazione: "Io sottoscrivo in
pieno il giudizio sulla sua personalità come lo esprime il Signor
Parroco Wieser, è assolutamente conforme. La sua vita consistette
nell'offerta di se stessa a prò degli altri. Questo essa lo ha
fatto sempre volentieri e con gioia. Essa fu una persona
assolutamente schietta e spontanea, mai preoccupata di se
stessa. In più, saggia, vivace, molto allegra, e molto facile
allo scherzo e piena di arguzia. Già per questo tutti le
volevano bene e cercavano la sua compagnia. Era un idolo per i
bambini".
Una
cameriera scrive a Bruno Grabinski: "Io conobbi la Principessa
solo come persona cara, serena e dimentica di se, che doveva per
forza riuscir cara ad ognuno. Lei era sempre uguale, gioiosa e
simpatica. Io ho l'impressione che già allora il pensiero di
offrirsi e di espiare sia stato una sua particolarità, quando io
incominciai a conoscerla.
Una felicità impensata mi porta via....
Quanto
poco fossero di tipo parapsicologico i fatti vissuti da Eugenia lo
dimostrano i periodi e le frasi da Lei scritte al Parroco sotto la
data rispettivamente 4 Maggio 1924 e 18 Marzo 1925 e annotati
quasi di sfuggita nel suo diario.
Sorprendono,
perché vi si rileva come Lei sperimentasse una intima abitazione
dello Spirito Santo del tutto sconcertante, e con umiltà, senza
poter capire, essa chiede una spiegazione di ció, che accade nella
sua anima. Non sono visioni, non sono estasi, é il sentire
l'unione intima con Dio, il piú alto grado dell'Amante di Lei che
portava la Croce. "Io devo pregare e amare" qui non sono
parole - è come un salire in qualche cosa di Divino. Io la prego -
io! - Io non la voglio questa cosa, ma accade, mi prende, mi porta
via in una felicità inimmaginata. Questo fenomeno che l'Amore
Divino improvvisamente senza la sua cooperazione opera in lei e lei
quindi non può pronunciare preghiere proprie, non è possibile
spiegarlo naturalmente. L' "Anima" (l'anima) viene
presa dal calore e dallo splendore di Dio e compenetrata. L'Amore di
Dio brucia nel piú intimo dell'anima, dopo che essa ha fatto
della Croce una totale donazione della sua vita e del suo modo di
pensare. Noi possiamo arrivare a conoscere questa beatitudine
negli scritti di Teresa d'Avila, dottore della Chiesa e di altri
mistici, mentre con dolore e spavento dobbiamo constatare di quanto
ci sono rimasti debitori in questo campo i teologi moderni.
"Come potremo udire e credere se non c'é chi insegna?"
(Rom. 10.14)
Molti
lettori del diario, uomini che vollero conoscere, che cosa è vera
religione, vi vedono appunto delle Rivelazioni, i cui frutti sono
Fede, Speranza e Umiltà e che in tal modo portano l'anima verso se
stessa. Un mondo tormentato da tutte le perfidie del maligno,
degradato a sotto bestia, divorato dalla lebbra dei peccato, non è
comunque del tutto senza speranza. "Io vengo da te come un
ammalato dal medico della vita, come un cieco alla luce
dell'eterno splendore", Tomm. d'Acquino.
Di
quale Casa Editrice sarebbe a disposizione un autore, che potesse
scrivere un tale libro?
Il
mondo in cui viviamo é stato spesso interrogato. Era il mondo in cui
viviamo? E' il tutto che ci circonda?
Noi
siamo circondati dai trapassati che cercano con un dolore insondabile
di rendersi percettibili, mentre noi abbiamo lo sguardo rivolto solo
verso il mondo. Quale perdita!
Concorda con la dottrina della Chiesa
Affinché
il lettore del diario possa comprendere qualche cosa del mistero
dell'anima e qualche cosa della miseria del nostro spirito del mondo
d'oggi, mettiamo in evidenza dall'abbondanza degli avvenimenti
misteriosi o dei misteri due cose: che si rilevano dalle
apparizioni: "musica e bellezza".
La
Principessa ode dei suoni che provengono da qualche parte. Per quanto
sia poco da credere allo spiritismo, sta di fatto comunque, che un
medium difficilmente puó concentrarsi senza una musica religiosa.
Anche un popolo che vive una catastrofe e piange un morto deve
rigettare il moderno programma radio TV perchè è semplicemente
impossibile conciliare l'amore e la dignità con la selvaggia musica
dei muscoli. Elwis Presley alla fine della sua vita deve essere
giunto a capire e riconoscere che una grande parte della musica
moderna ha rovinato l'anima della gioventù. Per questo non ci può
essere liturgia senza una musica sublime; la musica dei muscoli
giustamente va ritenuta come una bestemmia nel luogo sacro.
L'anima
anela verso la melodia che apre gli occhi per lo sposo celeste, una
gioia che non è di questo mondo. Essa vide anche con orrore la
bruttezza del peccato nell'uomo, e vide nel risalire delle anime
verso la luce la riavuta bellezza della immagine di Dio.
I
sapienti greci vedevano tre possibilità per raggiungere Dio: il
Bene, il Bello e il Vero. Che cosa ci è piombato addosso, perché
l'orrore, il grottesco, lo sciocco, il perverso e il vergognoso
venga presentato come cultura? Sono i figli delle tenebre i
nostri maestri e i nostri capi? La profanazione della bellezza della
creazione può soltanto destare in noi ripugnanza e guardarci
dal - pensare che la deformità dell'arte possa creare una qualsiasi
elevazione.
Il
diario concorda perfettamente con la dottrina della Chiesa; e anche
la teologia, fino a pochi anni fa, ha affermato ciò che fu vissuto
dalla Principessa. Solo che in questi circoli si pensava che
"L'Aldilà" fosse un ferro caldissimo che nessuno
vorrebbe toccare.
Quanto
poco però le alte scuole compresero gli uomini, e quanto
giustamente Kierkegaard protestò contro il rifiuto accademico della
Sapienza vivente ed Enrico Suso si sentì del tutto "dissipato",
questo ora noi lo viviamo, quando la gioventú ed anche persone
adulte si gettarono nel disordinato mondo delle sette, "delle
religioni giovanili" ed anche del marxismo, e avendo
perduto il Salvatore Crocefisso si rifugiarono nel mondo
selvaggio e disgraziato del Sangue. Selvaggia ubriacatura della
profonda conoscenza affamata contro il Crocefisso! Così la vide
Nietzsche.
Che
cosa è la verità? Domanda Pilato. Ció che la Principessa visse
come realtà e confidò al suo diario, questa è una verità, che ci
rende capaci di liberarci dalla misteriosa intima paura dell'eternità
e di comprendere la virtù della Speranza come un dono di Dio.
Sacerdote
Dr. Pietro Gehring
Lindau
sul Lago di Costanza
Martedì 26 Aprile 2016 la prossima puntata, vi aspetto..
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CORONCINA ALLA FIAMMA D’AMORE
DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
Da recitarsi con una
comune corona del Rosario.
All’inizio,
- fare il segno della Croce cinque volte in onore delle Sante piaghe di Gesù.
Sui grani grossi
- O Cuore Addolorato e Immacolato di Maria, prega per noi che ricorriamo a te!
Sui grani piccoli
- Madre, salvaci con la Fiamma d’Amore del Tuo Cuore Immacolato
Alla fine
- 3 Gloria al Padre
- Irradia, o Maria, su tutta l'umanità l'effetto di grazia della Tua Fiamma d'Amore adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.