Richard
Wumbrand nasce a Bucarest il 24 marzo del 1909 nell'allora Regno di
Romania, cresce a Instambul con la famiglia ebraica ma sostanzialmente atea, fino
all'età di 9 anni, dopo la morte del padre con la madre torna in
Romania dove studia il Marxismo a Mosca e in seguito diviene agente,
leader e coordinatore del partito comunista, direttamente pagato da
Mosca.
Come
altri comunisti rumeni viene arrestato diverse volte, poi condannato
e rilasciato di nuovo.
Nel
1936 sposa Sabina
Oster,
i due sposi nel 1937 incontrano una comunità cristiana e iniziano ad
interessarsi al cristianesimo, convertendosi definitivamente
nell'anno successivo, grazie ad un semplice
carpentiere Christian Wolfkes che dona ai due sposi
una Bibbia.
In
seguito Richard W. grazie alle sue doti di grande oratore diviene un
predicatore molto apprezzato e seguito nella chiesa Anglicana dove
coraggiosamente dichiara apertamente e pubblicamente che
“IL
COMUNISMO NON E' COMPATIBILE CON IL CRISTIANESIMO”
denunciando
inoltre la forte ingerenza dello stato nelle chiese cristiane, per
questo viene arrestato e incarcerato in Romania subendo torture di
ogni genere dal 1959 al 1964, subendo in seguito altri arresti,
carcere e torture, ma la sua attività di predicatore coraggioso non
si ferma, con Sabina si trasferisce prima in Norvegia poi in
Inghilterra e definitivamente in America dove si spegne all'età di
92 anni.
Ha
scritto 18 libri di cui il suo più famoso Torturato per Cristo è
stato tradotto in 60 lingue, con la moglie ha fondato
l'organizzazione internazionale Voice of The Martyrs, una
organizzazione che ancora oggi continua ad aiutare cristiani in tutto
il mondo.
Mi
chiederete perché su un blog di ispirazione Cattolica, venga
proposta la testimonianza di un cristiano protestante, la domanda è
lecita e degna di una risposta concreta.
Propongo
questo scritto in quanto dopo averlo letto anni fa, io stessa mi
chiesi perché nessuno mi avesse mai parlato a scuola delle atrocità
del comunismo, tutti mi parlavano di Hitler e dei campi di
concentramento del Nazismo, dello “schifo” del Fascismo, ma di
Stalin se ne parlava molto meno e quando se ne parlava ci veniva
descritto come eroe.
In
non so voi, ma per quanto mi riguarda a scuola mi hanno sempre
parlato dei campi di concentramento nazisti ma mai nessuno mi ha
parlato dei Gulag.
Mi
hanno parlato degli orrori del fascismo ma non di quelli del
comunismo. La storia ci ha imposto “eroi” rosso comunismo e
carnefici neri fascismo, abbiamo strade e piazze e monumenti dedicati
a Lenin e Stalin paladini del comunismo e quindi dell'uguaglianza,
eppure Lenin e Stalin hanno ucciso con odio luciferino milioni di
persone in nome dell'ugaglianza sociale e di una liberazione da ogni
forma di fideismo religioso, definito secondo Marx “Oppio dei
popoli”, peggio ancora per i seguaci di Cristo. Con ciò non mi
voglio schierare ne con Stalin ne con Hitler figli entrambi del
nichilismo agnostico e anticristiano tipico dell'antico pensiero
luciferino, non pretendo certo che vengano dedicate vie o piazze
anche a Hitler ma anzi, sarebbe auspicabile cancellare
definitivamente anche i nomi di Lenin e Stalin, perché il buon senso
ci dovrebbe insegnare che agli assassini non si fanno monumenti.
La
storia che vi propongo non vuole nemmeno essere l'apologia del
luteranesimo e dello scisma che Lutero ha generato nella Chiesa
Cattolica che io amo, sono consapevole che il mondo protestante
disprezza apertamente la Chiesa Cattolica, ma continuo a chiamarli
fratelli perché anche loro come noi sono figli di Cristo.
I
cristiani sono stati perseguitati fin dal principio, hanno sparso il
sangue dei Martiri che unito al Sangue Preziosissimo di Cristo è
stato, è, e continuerà ad essere un spinta propulsiva per
diffondere il Vangelo in tutto il mondo.
Voglio
dedicare questa pubblicazione a tutti i cristiani del mondo,
Cattolici, Protestanti, Anglicani, Copti, Ortodossi che ancora oggi
in nome Gesù Cristo rinunciano alla propria vita, morendo da martiri
per non abiurare e a tutti noi, perché attraverso la loro
testimonianza silenziosa ed eroica possiamo attingere il coraggio per
continuare, nel nostro mondo a testimoniare l'amore di Cristo anche
contro il laicismo massone strisciante che ha favorito l'invasione
islamica in atto.
Dopo
la morte di Cristo i farisei iniziarono a perseguitare i suoi
seguaci, fra loro vi era un giovane convinto anticristiano, partecipò
al martirio di Santo Stefano il primo Martire cristiano.
Quel
giovane fariseo odiava i cristiani fino ad organizzare spedizioni per
sterminarli, ma un giorno durante una di queste spedizioni incontrò
l'amore di Cristo e da persecutore divenne perseguitato e si innamorò
di Colui che aveva perseguitato, fino a dare la sua vita per Lui.
Tutti
noi conosciamo ormai le sue epistole scritte nel libro più amato e
odiato nel mondo, ma certamente il più letto in assoluto, in un
brano delle sue bellissime epistole scrisse: “Ho
combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato
la fede.”Quel
giovane era Saulo di Tarso poi San Paolo.
Vorrei che questa storia fosse letta da molti, per questo vi chiedo di diffonderla il più possibile fra i vostri amici e conoscenti, Potete condividerla sui social di vostra preferenza cliccando sui tasti appositi che trovate in fondo. Invitate i giovani a leggere queste storie per avere una maggiore consapevolezza del futuro.
I vostri commenti saranno molto graditi.
Vorrei che questa storia fosse letta da molti, per questo vi chiedo di diffonderla il più possibile fra i vostri amici e conoscenti, Potete condividerla sui social di vostra preferenza cliccando sui tasti appositi che trovate in fondo. Invitate i giovani a leggere queste storie per avere una maggiore consapevolezza del futuro.
I vostri commenti saranno molto graditi.
La
Nazarena
Richard e Sabina Wumbrand |
PREFAZIONE: IL MARTIRE
1.
LA GRANDE SETE DI CRISTO DEI RUSSI
1.1.
UN ATEO TROVA CRISTO
1.2.
IL MIO MINISTERO TRA I RUSSI
1.3.
IL LINGUAGGIO DELL’AMORE E IL LINGUAGGIO DELLA SEDUZIONE SONO GLI
STESSI
1.4.
I RUSSI, UN POPOLO DALL’ANIMA ASSETATA
1.5.
LA PREDICAZIONE NELLE CASERME DELL’ESERCITO RUSSO
1.6.
IL NOSTRO MINISTERO CLANDESTINO A FAVORE DI UNA NAZIONE ASSOGGETTATA
1.7.
COME LA CHIESA CLANDESTINA OPERAVA PARZIALMENTE ALL’APERTO
PREFAZIONE: Il Martire
Richard
Wurmbrand affermò: “Torturato per Cristo non ha valore letterario.
E‟ stato scritto in soli tre giorni poco dopo la mia liberazione
dal carcere. Ma è stato scritto con penna e lacrime. E per qualche
ragione, Dio ha scelto questo scritto e lo ha usato per il Suo
proposito”. In questo 30° anniversario dell‟edizione di
Torturato per Cristo, poco è stato cambiato. La testimonianza
originale della prigionia di 14 anni di un pastore sotto la dittatura
Rumena è rimasta intatta. Nel corso degli anni, Torturato per Cristo
è stato tradotto in 65 lingue, milioni di copie sono state
distribuite in tutto il mondo. Siamo continuamente sorpresi di quanto
questa testimonianza sia stata utilizzata da Dio per rafforzare il
suo Corpo. Abbiamo scoperto che in questo Corpo, la vittoria, il
coraggio, la resistenza e la tenacia non conoscono frontiere, né
colore della pelle, né nazionalità, ma vengono date ugualmente a
tutti dallo Spirito Santo. E‟ curioso come i pastori Cinesi, le
casalinghe Americane, e i tassisti Arabi vengono ispirati e
incoraggiati da un libro scritto da un ebreo romeno. I capi delle
chiese domestiche Vietnamita mi hanno riferito un giorno come
insegnarono al proprio gregge a sopravvivere e a crescere dopo
l‟attesa conquista del Vietnam del Sud da parte dei comunisti negli
anni settanta. Distribuirono la traduzione vietnamita di Torturato
per Cristo come manuale di sopravvivenza, una testimonianza di fede
vittoriosa, fede in circostanze estremamente difficili. Riceviamo
anche lettere da molti che hanno iniziato una relazione personale con
Gesù Cristo, dopo la lettura di questo libro, perché si sono resi
conto che l'amore di Cristo sia una realtà potente. In tal senso,
queste pagine non costituiscono un attacco politico ma presentano la
“testimonianza” evangelica di un martire. Molti oggi credono che
un martire sia semplicemente qualcuno che muore per la sua fede.
Purtroppo, da questa definizione abbiamo perso il vero significato di
martirio e la sua profondità. Sant'Agostino una volta affermò: "La
causa, non la sofferenza, rende genuino un martire." Nel suo
dramma, Assassinio nella Cattedrale, T.S. Eliot descrive il martire
come "colui che è divenuto strumento di Dio, che ha perso la
propria volontà in quella di Dio, non l‟ha persa ma l'ha
ritrovata, perché ha trovato la libertà nella sottomissione a Dio.
Il martire non desidera più nulla per sé, nemmeno la gloria del
martirio". Secondo il testo originale greco, "martire"
significa "testimone".
La lettera agli Ebrei afferma che "…noi siamo circondati da un
gran numero di testimoni [martiri]" (Eb 12:1), e Gesù ci
istruisce in Atti 1:8, "…e mi sarete testimoni [martiri] in
Gerusalemme, e in tutta la Giudea e la Samaria, e fino all'estremità
della terra." Nel Nuovo Testamento il martire non solo
testimoniava personalmente la verità e la potenza di Gesù Cristo,
ma era incaricato di portare quella testimonianza agli altri, a
prescindere dal costo. Nel libro degli Atti degli Apostoli, leggiamo
della lapidazione di Stefano, il primo cristiano a pagare il prezzo
estremo per quella testimonianza. Fu allora che la parola martire
assunse un nuovo e più forte significato e prese a indicare non solo
un testimone, ma anche qualcuno disposto a dare la propria vita, ad
essere martirizzato per la causa.
La
verità di cui siamo testimoni può richiedere da noi un prezzo molto
alto. Può costarci la reputazione, la popolarità e il prestigio.
Può costarci la famiglia, gli amici, o la vita. Ma il messaggio
della nostra testimonianza è così potente che veniamo esortati a
deporre "ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge"
(Ebrei 12:1), al fine di correre con perseveranza la "gara"
che Dio ci ha posta dinnanzi nella vita. Il messaggio dei "testimoni"
di Cristo, non è limitato da confini o barriere di natura fisica.
Esso trascende qualsiasi etichetta o compartimento che riteniamo
appropriato. Il martirio non è deprimente, ma necessario per
accedere a una comprensione in preghiera della realtà cristiana
globale... necessario per ricevere la grazia che ci è stata concessa
“per amor di Cristo" ──"per soffrire per lui"
(Filippesi 1:29). La fede di tali testimoni, o martiri, non può
essere trattenuta o uccisa. Può solo piantare semi per l‟avanzamento
del regno di Dio oltre “Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria
e fino agli estremi confini della terra" (Atti 1:8), poiché
testimoniano della verità di Gesù Cristo, il quale disse: "Su
questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte dell‟Ades non la
potranno vincere" (Matteo 16:18). E' stato attraverso questa
comprensione che sono giunto a conoscere il pastore Wurmbrand come
qualcuno la cui vita riflette quella di un martire. Non a causa della
morte, ma poiché egli testimonia della vita di Cristo e ha
sopportato sofferenze tali che la morte era preferibile alla vita
stessa. Torturato per Cristo non soltanto rivela i fatti concernenti
un uomo che ha sofferto a causa di un regime comunista brutale, ma
rivela la fede e la perseveranza di un uomo totalmente consacrato a
Cristo e il suo desiderio di presentare la verità agli altri. È
questa verità che rivive in ogni pagina e trasforma il pensiero dei
cristiani occidentali, rivelando che nel corso della storia e ancora
oggi i cristiani hanno sopportato e sopportano terribili sofferenze e
perfino muoiono per la testimonianza resa alla vita e alla potenza di
Gesù Cristo. È la nostra preghiera che questa testimonianza
continui a vivere affinché possiamo giungere ad una conoscenza più
profonda della nostra relazione con Gesù Cristo e del nostro compito
su questa terra. Preghiamo di poter giungere alla comprensione dei
veri aspetti della vita del martire e, se rientra nella volontà di
Dio, saremo disposti a essere noi come quel testimone. Tom
White Direttore per gli USA, di “The Voice of the Martyrs”
(“Missione per la Chiesa Perseguitata”)
1.
La grande sete di Cristo dei russi
1.1.
Un ateo trova Cristo
Ero
rimasto orfano fin dai miei primi anni. Sono cresciuto in una
famiglia dove nessuna religione veniva creduta né praticata. Nella
mia infanzia non ricevetti alcuna educazione religiosa. A causa di
un'infanzia amara, che conobbe anche la miseria nei difficili anni
della prima guerra mondiale, a quattordici anni ero già un ateo
convinto e indurito così come lo sono oggi i comunisti. Avevo letto
dei libri ateistici, e oltre a non credere in Dio o in Cristo sentivo
ugualmente di odiare quei principi considerandoli ingiuriosi per la
mente umana. Ed è così che crebbi in amarezza nei confronti della
religione. Ma, come ho capito dopo, avevo già ricevuto la grazia di
essere uno dei prescelti da Dio per divenire Suo testimone, per
ragioni che non avevano nulla a che vedere col mio carattere che era
pessimo. Benché fossi ateo, qualcosa di inesplicabile mi attirava
alle chiese. Era difficile per me passare davanti una chiesa senza
entrarvi. Tuttavia, non comprendevo mai quello che succedeva in
quelle chiese. Ascoltavo i sermoni, ma non parlavano al mio cuore.
Ero persuaso che Dio non esistesse. Odiavo il concetto di Dio come a
un Padrone al quale avrei dovuto ubbidire. Odiavo il concetto errato
di Dio che avevo nella mia mente. Ma desideravo tanto credere che
esistesse un cuore amorevole al centro di questo universo. Avevo
conosciuto poche gioie nella mia fanciullezza e gioventù. Desideravo
tanto che ci fosse un cuore pieno d‟amore che batteva anche per me.
Ero convinto che non esistesse Dio eppure mi affliggeva il pensiero
che non ci fosse un Dio d'amore. Una volta, mosso dal mio conflitto
spirituale interno, entrai in una chiesa cattolica. Vidi delle
persone inginocchiate che mormoravano qualcosa. Pensai: mi
inginocchierò vicino a loro, così potrò sentire quello che dicono
e ripeterò le preghiere per vedere se succede qualcosa. Recitavano
una preghiera alla vergine: "Ave Maria, piena di grazia."
Ripetei le parole tante volte, guardai la statua della vergine Maria,
ma non successe nulla. Mi rattristai enormemente. E un giorno, benché
fossi un ateo convintissimo, pregai Dio. La mia preghiera era
pressappoco questa: "Dio, sono sicuro che tu non esisti. Ma se
per caso esistessi ugualmente, cosa che però contesto, non è allora
mio dovere credere in Te, ma piuttosto è obbligo Tuo rivelarti a
me". Ero ancora un ateo, ma l'ateismo non dava pace al cuore. In
quel periodo di sconvolgimento interiore, come ho scoperto più
tardi, in un villaggio nelle montagne della Romania un vecchio
falegname pregava così: "Mio Dio, ti ho servito in terra e
vorrei avere il mio premio qui in terra come anche in cielo. E il mio
premio dovrebbe essere che io non muoia prima di aver guidato un
ebreo a Cristo, perché Gesù discende proprio dal popolo ebreo. Ma
io sono povero, vecchio e malato, non posso andare in giro a cercare
un ebreo. Nel mio villaggio non ce ne sono. Conducimi un ebreo nel
mio paese e farò del mio meglio per guidarlo a Cristo".
Qualcosa
di irresistibile mi attirò a quel villaggio pur non avendo nulla da
fare là. La Romania ha dodicimila villaggi, e io andai proprio in
quel villaggio. Il falegname, avendo saputo che ero ebreo, cominciò
a ricoprirmi di attenzioni come nemmeno si fa per una bellissima
ragazza. Vedendo in me la risposta alla sua preghiera mi diede da
leggere una Bibbia. Già tante volte avevo letto la Bibbia, ma
unicamente per interesse culturale. La Bibbia che egli mi diede era
d‟un altro genere. Come mi raccontò più tardi, aveva speso con
sua moglie molte ore in preghiera per la conversione mia e di mia
moglie. E la Bibbia che mi diede non fu scritta tanto in lettere, ma
piuttosto in fiamme d'amore alimentate dalle sue preghiere. Non
appena ne cominciai la lettura, mi misi a piangere confrontando la
mia brutta vita con la vita di Gesù, la mia impurità con la sua
purezza, il mio odio con il suo amore, e Dio mi accettò come uno dei
suoi figli. Poco dopo anche mia moglie si convertì. Ella condusse
altre anime a Cristo e queste, a loro volta, condussero altre anime a
Cristo; nacque così una nuova comunità evangelica in Romania. Venne
poi il periodo nazista. Dovevamo soffrire molto. In Romania il
nazismo prese la forma di una dittatura di elementi estremi della
chiesa ortodossa che perseguitarono evangelici ed ebrei. Molto prima
della mia consacrazione pastorale ufficiale, anzi prima ancora di
prepararmi per il ministero, ero in realtà già il pastore della
comunità di cui ero stato il fondatore. Ne avevo assunto la
responsabilità. Io e mia moglie fummo arrestati più volte,
picchiati e trascinati davanti ai giudici nazisti. Il terrore nazista
era grande, ma era soltanto un saggio di ciò che sarebbe avvenuto
sotto i comunisti. Fummo costretti a dare a nostro figlio, Mihai, un
nome non ebraico per preservarlo da morte certa. Ma c‟era pure un
grande vantaggio in questo periodo nazista: imparammo che le percosse
fisiche si possono sopportare, e che lo spirito umano con l'aiuto di
Dio può sopportare anche le torture più orrende. Imparammo altresì
la tecnica del lavoro cristiano clandestino, e ciò fu una
preparazione per una prova assai peggiore che stava per arrivare,
l‟imminente prova del fuoco!
1.2.
Il mio ministero tra i russi
Per
il rimorso profondo di essere stato un ateo, fin dal giorno della mia
conversione desiderai dare la mia testimonianza di Gesù ai russi. Il
popolo russo è educato all‟ateismo fin dall'infanzia. Il mio
desiderio di raggiungere i russi cominciò ad avverarsi già durante
il nazismo, perché avevamo in Romania molte migliaia di russi come
prigionieri di guerra e potevamo svolgere un lavoro evangelico tra
loro. Fu un lavoro drammatico e molto commovente. Non dimenticherò
mai il mio primo incontro con un prigioniero russo. Mi disse che era
ingegnere. Gli chiesi se credesse in Dio. Se mi avesse risposto di
"no", non mi sarebbe importato molto. E' il diritto di ogni
uomo quello di credere o non credere. Ma quando gli domandai se
credesse in Dio, mi guardò negli occhi senza comprendere e disse:
"Non ho ricevuto ordini militari per credere. Quando riceverò
un ordine, allora crederò". Le lacrime mi solcavano il viso
mentre sentivo il mio cuore spezzarsi. Davanti a me c‟era un uomo
la cui mente era morta, un uomo che aveva perduto il più grande dono
che Dio ha dato all'umanità: quello di essere una persona. Egli era
uno strumento senza volontà nelle mani dei comunisti, pronto a
credere o a non credere dietro a un ordine. Non era più in grado di
decidere per sé stesso. Egli era un russo tipico, il prodotto di
tanti anni di dominio comunista! Dopo aver così constatato ciò che
il comunismo aveva fatto agli esseri umani, promisi a Dio di dedicare
la mia vita a questi uomini, per aiutarli a riacquistare la loro
personalità e ad avere fede in Dio. A decorrere dal 23 Agosto del
1944, un milione di soldati russi entrarono in Romania e subito dopo
i comunisti presero il potere nel nostro paese. Cominciò un incubo
tale che le sofferenze patite sotto il nazismo, in confronto
sembravano un nulla. A quel tempo il partito comunista romeno era
composto di soli diecimila membri su una popolazione di diciotto
milioni. Andrey Vishinsky, allora ministro degli esteri dell'Unione
Sovietica, fece irruzione nella residenza del nostro amato Re Michele
I e, battendo i pugni sul tavolo, disse: "Dovete immettere i
comunisti nel governo". Al nostro esercito e alla nostra polizia
vennero tolte le armi e i comunisti, benché molto odiati dal popolo,
presero il potere con la violenza, non senza la cooperazione
governanti americani e britannici di quel tempo. Gli uomini di
governo sono responsabili davanti a Dio non solo dei loro peccati
personali, ma anche di quelli politici commessi dal popolo per colpa
loro. La tragedia di tutte le nazioni soggiogate dell‟Europa
orientale è una responsabilità che grava sui cuori dei credenti
americani e britannici. Gli americani si devono rendere conto che
talvolta, involontariamente hanno aiutato i russi a imporre su di noi
un regime di terrore e assassinio. Gli americani e gli inglesi devono
perciò riscattarsi aiutando i popoli soggiogati a venire alla luce
di Cristo.
1.3.
Il linguaggio dell’amore e il linguaggio della seduzione sono gli
stessi
Una
volta che i comunisti si furono impadroniti del potere, usarono
abilmente il mezzo della seduzione verso la chiesa. Il linguaggio
dell'amore e il linguaggio della seduzione sono gli stessi. Colui che
desidera una giovane per sposarla e colui che desidera una giovane
per una notte, per poi abbandonarla, dicono ambedue: "Ti amo".
Gesù ci esorta nella sua Parola nel distinguere il linguaggio della
seduzione dal linguaggio dell'amore e a fare una differenza tra i
lupi vestiti d‟agnello e le pecore vere. Quando i comunisti presero
il potere, migliaia di preti, pastori ed ecclesiastici non sapevano
distinguere fra questi due linguaggi. I comunisti organizzarono nel
palazzo del parlamento di Bucarest un congresso di tutte le
denominazioni cristiane. C'erano quattromila preti, pastori e
ministri di tutte le denominazioni. Questi uomini di Dio scelsero
Josif Stalin come presidente onorario di questo congresso. Allo
stesso tempo, Stalin fu il presidente del movimento mondiale degli
atei e assassino di massa di cristiani. Uno dopo l'altro, vescovi e
pastori convenuti nel nostro parlamento si alzarono in piedi per
dichiarare pubblicamente che il comunismo e il cristianesimo sono
fondamentalmente la stessa cosa e potrebbero anzi coesistere. Un
ecclesiastico dopo l'altro pronunziò parole di elogio nei confronti
del comunismo e assicurò la fedeltà della chiesa al nuovo governo.
Io e mia moglie eravamo presenti a questo congresso. Sabina era
seduta vicina a me e mi disse: "Richard, alzati in piedi e lava
questa vergogna dal volto di Cristo! Gli stanno sputando in faccia".
Replicai a mia moglie: "Se lo facessi, tu perderesti tuo
marito”. Lei mi rispose: "Non vorrei avere per marito un
codardo". Allora mi alzai e parlai, lodando non gli assassini
dei cristiani, ma Cristo e Dio, confermando che la nostra lealtà è
dovuta prima a Lui. I discorsi del congresso furono radiotrasmessi e
tutto il paese poté ascoltare dalla tribuna del parlamento comunista
il messaggio di Gesù Cristo! In seguito dovetti pagare il prezzo di
quel mio intervento, ma ne valse la pena. I dirigenti della chiesa
ortodossa e della chiesa protestante facevano a gara per assicurare
la loro sottomissione al comunismo. Un vescovo ortodosso mise il
distintivo della falce e martello sul suo abito e chiese ai suoi
preti di non chiamarlo "vostra Eccellenza", ma "compagno
vescovo". Fui presente al congresso dei battisti nella città di
Resita, un congresso sotto l‟insegna della bandiera rossa, dove
l‟inno nazionale dell‟Unione Sovietica fu cantato mentre tutti
eravamo in piedi. Il presidente dei battisti proclamò che Stalin non
faceva altro che adempiere i comandamenti di Dio. Egli lodò Stalin
come un grande maestro della Bibbia. Preti come Patrascoiu e Rosianu
furono ancora più attivi. Divennero ufficiali della polizia segreta.
Rapp, vice vescovo della chiesa luterana in Romania, cominciò a
insegnare, nel seminario teologico, che Dio ha dato tre rivelazioni:
una
attraverso Mosè,
una
tramite Gesù,
la
terza per mezzo di Stalin, e quest‟ultima è superiore alle
precedenti.
Non
bisogna dimenticare che i veri battisti, ai quali resto molto unito,
non acconsentirono a tutto ciò e rimasero fedeli a Gesù Cristo,
esponendosi così a soffrire molto. Comunque, i comunisti “elessero
i dirigenti ecclesiastici” e i battisti, non avendo altra scelta,
li dovettero subire. Il medesimo sistema vige tuttora per occupare i
posti chiave nelle comunità cristiane. Coloro che divennero servi
del comunismo anziché di Cristo cominciarono a denunciare i fratelli
che non si erano allineati. Come i cristiani russi crearono una
“Chiesa Clandestina” dopo la Rivoluzione, l‟avvento del
comunismo al potere in Romania e il tradimento di molti dirigenti
della Chiesa, ci costrinsero a creare una Chiesa clandestina anche
nel nostro paese: una Chiesa fedele all‟ordine di evangelizzare,
alla predicazione del vangelo, e nell‟educare i bambini per Cristo.
I comunisti c‟impedivano di svolgere tutto questo con la complicità
delle chiese ufficiali.
Assieme
ad altri, cominciai un lavoro sotterraneo. Godevodi una posizione
sociale rispettabile che non aveva nulla a che fare col mio vero
lavoro, quello clandestino, e mi serviva come copertura per coprire
quest‟ultimo. Ero pastore nella missione luterana norvegese e in
pari tempo lavoravo nella rappresentanza del concilio mondiale delle
chiese in Romania (in Romania il nuovo regime non sospettava
minimamente che questa organizzazione non avrebbe mai collaborato con
i comunisti. A quell‟epoca, nel nostro paese detta organizzazione
non faceva altro se non un lavoro di assistenza). Queste due funzioni
mi procuravano una buona stima davanti alle autorità, che ignoravano
il lavoro clandestino. Esso era diviso in due rami: Il primo era il
ministero segreto fra un milione di soldati russi. Il secondo era il
ministero clandestino per il popolo oppresso di Romania.
1.4.
I russi, un popolo dall’anima assetata
Predicare
il Vangelo ai russi per me era come il paradiso sulla terra. Ho
portato il messaggio della salvezza a persone di molte nazioni, ma
non ho mai visto un popolo bere letteralmente il Vangelo, come i
russi: le loro anime erano assetate. Un prete ortodosso, mio amico,
mi telefonò un giorno dicendo che un ufficiale russo era venuto da
lui per confessarsi. Il mio amico non conosceva questa lingua e,
siccome sapeva che io parlo il russo, gli aveva dato il mio
indirizzo. Il giorno dopo quell'uomo venne a trovarmi; era aperto per
Dio, amava Dio ma non aveva mai visto una Bibbia. Non aveva mai
frequentato un culto (in Russia, d‟altronde, le chiese sono rare).
Egli non aveva avuto una educazione religiosa. Eppure amava Dio senza
possederne la minima conoscenza. Così cominciai a leggergli il
Sermone sul Monte e le parabole di Gesù. Quando le ebbe udite, si
mise a danzare per la stanza con una gioia incontenibile ed esclamò:
"Che meraviglia, che bellezza straordinaria! Come potevo io
vivere senza conoscere questo Cristo?" Era la prima volta che
vedevo qualcuno rallegrarsi per Cristo con una tale manifestazione di
gioia. Poi commisi un errore. Gli lessi la storia della passione e la
crocifissione di Cristo, senza averlo preparato. Egli non se lo
aspettava e, quando udì come il Cristo era stato battuto, che fu
crocifisso e che morì, si accasciò sulla poltrona e pianse
amaramente. Egli aveva creduto in un Salvatore e ora il suo Salvatore
era morto! Mentre l‟osservavo, mi vergognavo di essermi proclamato
cristiano, e perfino pastore e d‟aver creduto di poter insegnare
agli altri. Io stesso non avevo mai partecipato così alle sofferenze
di Cristo come lo faceva ora questo ufficiale russo. Come lo
guardavo, mi sembrava di vedere Maria Maddalena piangente ai piedi
della croce, e piangente ancora quando già il cadavere di Gesù
giaceva nella tomba. Poi gli lessi il racconto della risurrezione e
vidi la sua espressione cambiare. Egli non aveva mai sentito dire che
il suo Salvatore sarebbe uscito dalla tomba. Quando udì questa
notizia, si diede una gran botta sulla coscia e pronunciò una
orribile bestemmia, che, io credo, di per sé era perfino una “santa”
bestemmia. Questo era proprio il suo modo di parlare. Adesso
giubilava nuovamente e pieno di gioia esclamava a gran voce: "Egli
vive! Egli vive!" E ancora saltava per la stanza sopraffatto
dall‟allegrezza. Così gli dissi, "Preghiamo!" Egli non
conosceva nessuna preghiera. Non conosceva le nostre frasi pie. Cadde
in ginocchio insieme a me e le sua preghiera fu questa: "Oh Dio,
che buon tipo sei! Se io fossi te e tu fossi me, non t‟avrei mai
perdonato i tuoi peccati. Ma tu sei un tipo veramente eccezionale! E
ti amo con tutto il cuore". Io credo che tutti gli angeli del
cielo, in quel momento, si siano fermati ad ascoltare questa sublime
preghiera di un ufficiale russo. L'uomo era stato guadagnato a
Cristo!
Un
giorno, in un negozio, incontrai un capitano russo e un‟ufficialessa.
Stavano facendo degli acquisti e avevano difficoltà a farsi
comprendere dal negoziante, che non sapeva il russo. Io mi offrii di
interpretare e così facemmo conoscenza. L„invitai a pranzo a casa
mia. Prima di incominciare a mangiare, dissi loro, "Vi trovate
in una casa cristiana e abbiamo l'abitudine di pregare". Dissi
la preghiera in russo. Dopo di ché, deposero coltello e forchetta e
non s‟interessarono più del pasto, ma mi posero domande su domande
concernenti Dio, Cristo e la Bibbia. Non avevano la minima idea di
tutto ciò. Non era facile parlare con loro. Raccontai la parabola
dell‟uomo che aveva cento pecore e ne perse una. Non compresero
affatto, tanto era il loro indottrinamento all'ideologia comunista, e
chiesero: "Com‟era possibile che possedesse cento pecore? Il
Kòlkhos (azienda agraria collettiva comunista) non gliele ha tolte?"
Poi dissi loro che Gesù era un re. Essi risposero, “Tutti i re
sono stati cattivi e hanno tiranneggiato il popolo, perciò anche
Gesù deve essere stato un tiranno”. Quando raccontai loro la
parabola degli operai nella vigna, obbiettarono: “Quelli hanno
fatto molto bene a ribellarsi al padrone della vigna. La vigna deve
appartenere alla collettività”. Tutto era nuovo per loro. Quando
parlai loro della nascita di Gesù, fecero una domanda che, nella
bocca di un occidentale, suonerebbe strana: "Maria era dunque la
moglie di Dio?". In questa discussione, come in molte altre, io
compresi che se oggi, dopo tanti anni di ateismo fra i russi,
vogliamo predicare loro l‟Evangelo, dobbiamo usare un linguaggio
completamente nuovo. I missionari che andarono nell‟Africa centrale
ebbero grandi difficoltà nel tradurre le parole di Isaia:
"Quand‟anche i vostri peccati fossero come scarlatto, essi
diventeranno bianchi come la neve" (Isaia 1:18). Nessuno
nell‟Africa Equatoriale aveva mai visto la neve e non se ne
possedeva la parola adatta. I missionari quindi dovettero tradurle
così: "…i vostri peccati diventeranno bianchi come l‟interno
di una noce di cocco". E così noi dovemmo tradurre il Vangelo
nel linguaggio del marxismo per renderlo comprensibile ai comunisti.
Questa era una cosa che non potevamo fare da noi stessi, ma lo
Spirito Santo operava per nostro mezzo. In quello stesso giorno il
capitano e l'ufficialessa si convertirono a Dio. In seguito, ci
furono di grande aiuto nel nostro lavoro missionario clandestino tra
i russi. Stampammo segretamente e distribuimmo tra i russi migliaia
di copie dei Vangeli e altra letteratura cristiana. Per mezzo dei
soldati russi che si erano convertiti dall‟ateismo a Dio, potemmo
mandare clandestinamente in Russia, molte Bibbie e porzioni della
Bibbia. Usammo anche un altro mezzo per mettere la Parola di Dio
nelle mani dei russi. I soldati russi avevano combattuto per molti
anni e molti di loro avevano lasciato figli a casa che non avevano
più visto per tutto quel tempo (i russi sono particolarmente
affezionati ai bambini). Mio figlio Mihai, e gli altri bambini sotto
i dieci anni s‟avvicinavano giornalmente ai soldati russi nelle
strade e nei parchi, portando nelle loro tasche Bibbie, Vangeli, e
altra letteratura cristiana. Si vedevano i soldati russi accarezzarli
sul capo parlando affettuosamente con loro, certamente pensando ai
loro figli che non vedevano da molti anni. Essi gli regalavano una
cioccolata o una caramella e i bambini, a loro volta, davano qualcosa
ai soldati: Bibbie e Vangeli, che venivano accettati con
trepidazione. Spesso ciò che era per noi troppo pericoloso da fare
apertamente, i nostri bambini lo facevano in completa sicurezza. Essi
erano "piccoli missionari" per i russi. I risultati furono
eccellenti. Molti soldati russi sono stati evangelizzati in questa
maniera, quando non c'era nessun‟altra via per avvicinarli.
1.5.
La predicazione nelle caserme dell’esercito russo
Lavorammo
tra i Russi non solo con la testimonianza individuale, ma anche in
gruppi e tenendo piccole riunioni. I russi erano particolarmente
attratti dagli orologi da polso. Rubavano gli orologi a tutti.
Fermavano le persone sulle strade e ognuna doveva consegnare il
proprio orologio. Non era una rarità vedere dei russi che avevano
allineato diversi orologi a ogni braccio e si potevano vedere perfino
le ufficialesse con una sveglia che pendeva dal collo. Non avevano
ancora mai posseduto un orologio e ora non riuscivano ad averne
abbastanza. I romeni che desideravano un orologio dovevano recarsi
alle caserme dell'esercito sovietico e acquistarne uno che era stato
rubato, e spesso ricomperavano il loro proprio orologio. Così era
una cosa comune per i romeni entrare nelle caserme russe. Noi della
chiesa clandestina avevamo una buona scusa, quella di comprare
orologi, per entrarvi pure noi. Feci il mio primo tentativo di
predicare in una caserma russa durante un giorno festivo ortodosso,
il giorno di San Pietro e di San Paolo. Mi recai alla base militare
per chiedere di comprare un orologio. Trovai subito che uno era
troppo caro, l‟altro troppo piccolo, e l‟altro ancora troppo
grande. Diversi soldati mi attorniarono, e tutti mi offrirono
qualcosa da comprare e io, scherzando, chiesi loro: "C‟è
qualcuno fra di voi che per caso si chiama Paolo o Pietro?"
Alcuni risposero affermativamente. Allora io dissi: "Sapete che
oggi è il giorno in cui la vostra chiesa ortodossa celebra San
Pietro e San Paolo?" Qualcuno fra i più anziani lo sapevano.
Perciò continuai: "Sapete chi erano Pietro e Paolo?"
Nessuno rispose, allora iniziai a raccontare loro di Pietro e Paolo.
Uno dei soldati russi più anziani, interrompendomi, disse: "Tu
non sei venuto per comprare orologi. Sei venuto a parlarci della tua
fede. Siediti qui assieme a noi e parlaci! Ma sii cauto! Noi sappiamo
da chi dobbiamo guardarci. Tutti questi intorno sono uomini buoni, ma
appena metterò la mia mano sopra il tuo ginocchio devi soltanto
parlare di orologi. Quando ritirerò la mia mano invece potrai
proseguire col tuo messaggio". Nel frattempo un bel gruppo di
persone si era raccolto attorno a me e io parlai loro di Pietro e
Paolo, a anche di Cristo, Colui che appunto era morto per Pietro e
Paolo. Di quando in quando si avvicinava qualcuno di cui non avevano
fiducia. Il soldato allora metteva la sua mano sul mio ginocchio e ci
rimettevamo a parlare di orologi. Quando quel tale si allontanava,
continuavo a predicare di Cristo. Questa visita fu ripetuta spesso e
molte volte con l'aiuto dei soldati russi cristiani. Molti dei loro
compagni accettarono Cristo e migliaia di Vangeli furono distribuiti
clandestinamente. Molti nostri fratelli e sorelle della chiesa
clandestina furono scoperti e torturati duramente, ma non tradirono
mai la nostra organizzazione. Durante questo lavoro abbiamo avuto la
gioia di incontrare fratelli della chiesa clandestina in Russia e di
ascoltare le loro esperienze. Anzitutto vedevamo in loro il volto dei
grandi santi di Dio. Malgrado avessero trascorsi tanti anni sotto
l‟influenza comunista, essi erano rimasti fedeli. Ma come un pesce
vivendo in acqua salata mantiene la sua carne dolce, essi erano
passati attraverso le scuole comuniste mantenendo la loro anima
limpida e pura in Cristo. Che anime meravigliose erano questi
credenti russi! Dicevano: "Sappiamo che la stella con la falce e
martello, che portiamo sul nostro berretto, è la stella
dell'anti-Cristo". E facevano questa dichiarazione con grande
tristezza. Essi ci aiutarono grandemente a diffondere il Vangelo tra
gli altri soldati russi. Posso dire che essi possedevano tutte le
virtù cristiane eccetto una sola: la gioia. La possedevano solo il
giorno della conversione a Cristo; poi essa scompariva. Ciò mi
meravigliò moltissimo. Una volta chiesi ad un battista: "Come
voi non conoscete la gioia?" Egli rispose: "Come posso
gioire quando devo nascondere al pastore della mia chiesa che sono un
vero credente, che conduco una vita di preghiera, che cerco di
guadagnare delle anime a Cristo? Il pastore ufficiale della chiesa è
un informatore della polizia segreta. Noi siamo spiati l‟uno
dall'altro e i pastori sono quelli che tradiscono il gregge.
Nell‟intimo del cuore c‟è la gioia della salvezza, ma questa
allegrezza visibile che tu possiedi, noi non la possiamo più avere".
Il cristianesimo per noi è diventato un dramma. Quando voi credenti
nei paesi liberi guadagnate un‟anima a Cristo, voi guadagnate un
membro a una chiesa che vive indisturbata. Ma quando noi guadagniamo
un uomo, sappiamo che c‟è la possibilità che egli vada in
prigione e che i suoi figli diventino orfani. La gioia di aver
condotto qualcuno a Cristo è sempre frammista al sentimento che c‟è
un prezzo da pagare”.
Avevamo
incontrato un nuovo tipo di credente: il credente della Chiesa
sotterranea o clandestina. Molte sorprese ci attendevano. Come ci
sono molti che pensano di essere credenti e in realtà non lo sono,
così trovammo che fra i russi ci sono quelli che credono di essere
atei, mentre in realtà non lo sono. Su un treno, un ufficiale russo
si sedette di fronte a me. Parlai con lui di Cristo solo per pochi
minuti quando interruppe con un torrente di argomentazioni atee. Fece
citazioni tratte da Marx, Stalin, Voltaire, Darwin e altre, contrarie
alla Bibbia, appena diede fiato alla sua bocca. Non mi diede nessuna
possibilità di contraddirlo. Parlò per quasi un'ora per convincermi
che Dio non esisteva. Quando ebbe finito, gli chiesi: "Se non
c'è Dio, perché allora preghi quando sei nei guai?" Come un
ladro sorpreso nelle mani nel sacco, egli rispose: "Come fai a
sapere che io prego?" Allora non gli permisi di sfuggirmi. "L‟ho
chiesto prima nella mia domanda. Ti ho chiesto perché preghi. Ti
prego di rispondere!” Chinò la testa e lo riconobbe, "Sul
fronte, quando eravamo circondati dai tedeschi, abbiamo pregato
tutti! Ma non sapevamo come farlo. Così abbiamo detto: Dio è lo
spirito materno! ", il che è sicuramente un‟ottima preghiera
al cospetto di Colui che guarda al cuore. Un giorno avevo davanti a
me due coniugi russi, ambedue scultori. Quando parlai loro di Dio,
essi mi risposero molto spontaneamente: "No, Dio non esiste. Noi
siamo bezboshniki (senza Dio). Ma ti racconteremo però qualcosa di
interessante che ci è capitato”. "Una volta lavoravamo a una
statua di Stalin e durante questo lavoro mia moglie mi chiese:
“Marito, che ne pensi del pollice? Se noi non potessimo toccare le
altre dita con il pollice, se le dita delle mani fossero come le dita
dei piedi, non potremmo tenere in mano un martello, uno scalpello, un
arnese, un libro, nemmeno un pezzo di pane. La vita umana sarebbe
impossibile senza questo piccolo pollice. Ora, chi ha creato il
pollice? Ambedue abbiamo studiato il marxismo a scuola e sappiamo che
il cielo e la terra esistono da sé stessi. Non sono stati creati da
Dio. Così ho imparato e così credo. Ma se Dio non ha creato il
cielo e la terra, e se Egli avesse creato solo il pollice, sarebbe
degno di lode già per questa piccola cosa.” "Noi lodiamo
Edison, Meucci e Stephenson che inventarono la lampadina elettrica,
il telefono, il treno a rotaie, e tante altre cose. Ma perché non
lodiamo Colui che ha inventato il pollice? Se Edison non avesse avuto
un pollice, non avrebbe inventato nulla. E‟ giusto allora che noi
adoriamo Dio che ha creato il pollice". Il marito si adirò
molto, come avviene spesso quando le mogli dicono delle cose sagge.
"Non dire stupidaggini! Hai imparato che Dio non esiste. Se
questa casa fosse per caso fornita di microfoni segreti saremmo nei
guai. Mettiti in mente una volta per tutte che Dio non esiste. In
cielo non c'è nessuno!" Tranquillamente essa replicò: "Questo
è un prodigio ancor più grande. Se nel cielo dovesse esistere un
Dio onnipotente, in cui i nostri antenati stupidamente credevano,
sarebbe del tutto naturale che noi avessimo dei pollici. Un Dio
onnipotente può fare qualunque cosa, quindi Egli può fare anche un
pollice. Ma se nel cielo non c'è nessuno, per quel che mi concerne
mi son decisa ad adorare con tutto il mio cuore quel 'Nessuno' che ha
creato questo pollice". E così divennero adoratori di
"Nessuno!" La loro fede in questo "Nessuno"
aumentava con il passar del tempo, e credettero in Lui quale Creatore
non soltanto del pollice, bensì anche delle stelle, dei fiori, dei
bambini, e di tutto ciò che è bello nella vita. Era esattamente
come ad Atene nei tempi antichi, quando Paolo incontrò gli adoratori
dell‟Iddio sconosciuto (Atti 17:23). Questi coniugi erano
indicibilmente felici nell‟apprendere da me che avevano creduto
giusto, che in cielo veramente c‟era un Qualcuno, un Dio che è
Spirito: uno Spirito di amore, di saggezza, di verità e di potenza,
che li aveva tanto amati mandando il Suo Unigenito Figlio a
sacrificare sé stesso sulla croce per loro. Inconsapevolmente
avevano creduto in Dio. Ebbi poi il privilegio di condurli un passo
più avanti verso l'esperienza della salvezza e della redenzione.
Vidi una volta per strada un‟ufficialessa russa. Mi avvicinai
scusandomi: "So che è mancanza di educazione avvicinare una
signora sconosciuta per strada, ma io sono un pastore evangelico e le
mie intenzioni sono serie. Desidero parlarle di Cristo". Essa mi
domandò, “Lei ama Cristo?” E io dissi: “Si! Con tutto il mio
cuore.” Allora cadde tra le mie braccia e mi baciò ripetutamente.
Era una situazione molto imbarazzante per un pastore, perciò
contraccambiai i baci, sperando che la gente pensasse che fossimo
congiunti. Lei esclamò: "Anch‟io amo Cristo!" La
condussi a casa nostra e lì scoprii con grande sorpresa che non
sapeva nulla di Cristo, assolutamente nulla, tranne il nome. Eppure
essa Lo amava. Non sapeva che Egli è il Salvatore, né cosa
significasse la Salvezza. Non conosceva nulla della sua vita, del suo
ministero e dei Suoi insegnamenti. Per me quel caso rappresentava una
curiosità psicologica. Com‟è possibile amare qualcuno
conoscendone solo il nome? La interrogai ed essa rispose: "Quando
ero bambina mi è stato insegnato a leggere tramite immagini. Per la
A c‟era un albero, per la B un bue, per la C una casa e così via.
Quando ho iniziato le scuole superiori mi hanno insegnato che il mio
sacro dovere è di difendere la patria comunista. Mi hanno insegnato
la morale comunista. Ma non conoscevo l‟immagine del sacro dovere o
della morale. Avevo bisogno di un‟immagine per questo. Ben sapevo
che i nostri antenati avevano avuto un‟immagine per tutto ciò che
era bello, lodevole e verace nella vita. Mia nonna si inginocchiava
sempre davanti a un quadro, dicendo che era l'immagine di uno
chiamato Cristo. Io amavo molto questo nome per sé stesso ed esso
divenne una realtà per me! Solo a pronunciare questo nome il mio
cuore si riempie di gioia". Mentre l‟ascoltavo, mi ricordai
che sta scritto nella lettera ai Filippesi 2:10 che ogni ginocchio si
piegherà davanti al nome di Gesù. Forse l'anticristo potrà
cancellare per un certo tempo dal mondo la conoscenza di Dio, ma c'è
una grande potenza nel semplice nome di Cristo, e ciò lo condurrà
alla luce. Nella mia casa quella donna trovò Cristo e adesso è
giubilante perché Colui il cui nome già amava vive ora nel suo
cuore. Ogni ora che io vissi con i russi fu piena di profonda poesia
e di grande significato spirituale. Una sorella che diffondeva il
Vangelo nelle stazioni ferroviarie diede il mio indirizzo a un
ufficiale russo. Una sera egli entrò in casa mia; era un tenente,
alto e simpatico. Gli chiesi: “Come posso aiutarla?” Egli
rispose: “Sono venuto in cerca di luce”. Incominciai a leggergli
i passi essenziali della Scrittura. Posò la sua mano sulla mia e
disse: "Le chiedo dal profondo del cuore, di non sviarmi.
Appartengo a un popolo che viene mantenuto al buio. Mi dica
sinceramente: è questa la vera Parola di Dio?" Lo assicurai che
era così. Mi ascoltò per ore e ore e accettò Cristo. I russi non
sono mai superficiali o frivoli nelle questioni religiose; sia che
combattano la religione o che la seguano o ricerchino Cristo, sempre
agiscono con tutta la loro anima. Perciò in Russia, ogni credente è
un missionario che guadagna delle anime. Ed è per questa ragione che
non c‟è paese al mondo che sia tanto aperto e maturo per
l‟Evangelo. I russi sono per natura uno dei popoli più religiosi
della terra. Il corso della storia del mondo potrebbe essere cambiato
se noi portassimo loro l‟Evangelo con fedeltà e con forza. E‟
una vera tragedia che mentre la terra di Russia è così affamata
della Parola di Dio, i credenti di tutto il mondo sembrano aver
perduta la speranza di potergliela offrire. Il nostro ministero fra i
russi ci diede molto frutto.
Ricordo
il giovane Piotr. Nessuno sa in quale prigione russa egli sia morto.
Aveva 20 anni. Era venuto in Romania con l'esercito sovietico. Si
convertì in una riunione clandestina e mi chiese di essere
battezzato. Dopo il battesimo, lo invitai a dirci quale versetto
della Bibbia lo avesse maggiormente colpito e spinto a venire a
Cristo. Egli disse che aveva ascoltato attentamente quando in una
delle nostre riunioni clandestine aveva letto Luca 24, il racconto di
Gesù con i due discepoli che a Emmaus: “Quando si furono
avvicinati al villaggio dove andavano, egli fece come se volesse
proseguire" (Luca 24:28). Piotr disse: "Mi domandavo perché
Gesù avesse agito così. Certamente Egli desiderava rimanere coi
suoi discepoli. Perché allora fece per andare oltre? La mia
spiegazione fu che Gesù non vuole costringere nessuno. Egli voleva
assicurarsi veramente di essere desiderato. Quando vide che era il
benvenuto, con gioia entrò in casa con i discepoli”. I comunisti
sono violenti. Essi entrano con la violenza nel nostro cuore e nella
nostra mente. Ci costringono ad ascoltarli dalla mattina fino a tarda
sera. Lo fanno per mezzo delle loro scuole, della radio, dei
giornali, della pubblicità, del cinema, delle riunioni ateistiche e,
ovunque vi troviate, siete costretti ad ascoltare di continuo la loro
propagande atea, che vi piaccia o meno. Gesù rispetta la nostra
libertà. Egli bussa alla porta. Gesù mi ha guadagnato con la Sua
gentilezza”. Questa netta opposizione tra il comunismo e Cristo lo
aveva convinto. Egli non fu l'unico russo che era stato impressionato
da questa caratteristica di Gesù. Io come pastore, non ci avevo mai
pensato prima. Dopo la sua conversione, Piotr rischiò la libertà e
la vita a varie riprese, portando clandestinamente letteratura
cristiana dalla Romania alla Russia. Infine fu preso. So che nel 1959
si trovava ancora in carcere. E‟ morto? E‟ egli già in cielo o
continua a combattere il buon combattimento sulla terra? Non lo so.
Solo Dio sa dove egli si trova oggi. Come Piotr, molti altri sono
stati convertiti. Non dobbiamo mai fermarci dopo aver guadagnato
un‟anima a Cristo perché con ciò abbiamo solo fatto metà del
lavoro. Ogni anima conquistata per Cristo deve divenire a sua volta
conquistatrice di anime. I russi non solo si convertivano, ma
diventavano pure "missionari" nella Chiesa clandestina.
Erano coraggiosi e rischiavano tutto per Cristo, dicendo sempre che
era ben poco ciò che essi potevano fare per Colui che era morto per
loro.
1.6.
Il nostro ministero clandestino a favore di una nazione assoggettata
L‟altro
aspetto della nostra attività era il lavoro missionario clandestino
tra i romeni. Ben presto i comunisti si tolsero la maschera.
All‟inizio per guadagnare i dirigenti della chiesa usarono la
seduzione, ma poi venne il terrore spietato. Gli arrestati furono
migliaia. Conquistare un'anima a Cristo divenne anche per noi una
cosa drammatica, come lo è stato, per lungo tempo, per i russi. Più
tardi io stesso fui in prigione con le persone che avevo conquistato
a Cristo. Mi ritrovai nella stessa cella con uno che aveva sei figli
e che era stato incarcerato per la sua fede cristiana. Sua moglie e i
suoi figli morivano di fame. C‟era la probabilità di non rivederli
mai più. Gli chiesi: "Hai qualche risentimento contro di me
perché ti ho condotto a Cristo e per cui la tua famiglia si trova
ora in tale miseria?" Lui rispose: "Non ho parole per
esprimere la mia riconoscenza per avermi guidato a questo
meraviglioso Salvatore. Non vorrei che fosse altrimenti".
Predicare Cristo in quelle nuove condizioni non era facile. Riuscimmo
a stampare diversi opuscoli cristiani, facendoli passare attraverso
la severa censura dei comunisti. Presentammo al censore comunista un
opuscoletto che aveva in copertina la figura di Karl Marx, il
fondatore del comunismo. Questi opuscoletti avevano come titolo “La
religione è l‟oppio del popolo” o altri titoli analoghi. Il
censore li considerò come libri comunisti e vi appose il suo visto.
In questi opuscoli, dopo poche pagine piene di citazioni di Marx,
Lenin e Stalin che piacevano al censore, davamo il nostro messaggio
di Cristo.
La
Chiesa clandestina non è interamente nascosta. Come un iceberg, una
piccola parte del suo lavoro emerge, è visibile. Andavamo alle
dimostrazioni comuniste portando questi opuscoli “comunisti”. I
comunisti vedendo il ritratto di Marx, facevano a gara per comprare
il libro. Prima che fossero giunti a pagina 10, dove potevano
rendersi conto che si parlava di Dio e Gesù, noi eravamo già
sufficientemente lontani. No, non era davvero facile il nostro
lavoro. I comunisti tolsero tutto a tutti. Al contadino presero i
campi e le pecore; al barbiere o al sarto la botteguccia. Non
soltanto i capitalisti furono espropriati, anche i poveri soffrirono
molto. Quasi ogni famiglia aveva qualcuno in carcere e la miseria era
grande. Gli uomini si chiedevano: “Com‟è possibile che un Dio
d‟amore permetta il trionfo del male?” Anche per i primi
discepoli non sarebbe stato facile predicare quel Venerdì Santo, in
cui Cristo moriva sulla croce pronunciando le parole: "Dio mio,
Dio mio, perché mi hai abbandonato?" Ma il fatto che,
nonostante tutto, un lavoro sia stato svolto, prova che esso veniva
da Dio e non dagli uomini. La fede cristiana ha una risposta agli
interrogativi dell‟uomo. Gesù ha detto che il povero Lazzaro,
oppresso quanto noi stessi lo eravamo, morente, affamato, con le
piaghe leccate dai cani, fu portato alla fine dagli angeli nel seno
di Abramo.
1.7.
Come la chiesa clandestina operava parzialmente all’aperto
La
Chiesa Clandestina si radunava in case private, nei boschi, negli
scantinati, dovunque poteva farlo. Là, in segreto, preparava il
lavoro che doveva poi svolgere all‟aperto. Sotto gli occhi dei
comunisti, progettammo un piano di predicazioni all‟aperto che, con
il tempo, divenne però molto pericoloso; ma in questo modo potemmo
raggiungere molte persone, come non sarebbe stato possibile usando
altri mezzi. E questo avviene in molte nazioni prigioniere tutt‟oggi,
le chiese clandestine in Romania furono solo in parte nella
clandestinità. Come un iceberg, una piccola parte del suo lavoro era
allo scoperto. Mia moglie fu particolarmente attiva in quest‟opera.
Alcuni credenti si radunavano a un angolo di strada e cominciavano a
cantare. La gente si affollava attorno per ascoltare il bel canto, e
mia moglie porgeva loro un messaggio. Lasciavamo il posto prima che
giungesse la polizia. Un pomeriggio, mentre mi trovavo all‟opera
altrove, mia moglie diede un messaggio di Cristo a migliaia di
lavoratori difronte all'ingresso della grande fabbrica MALAXA nel
centro della città di Bucarest. Parlò di Dio e della salvezza. Il
giorno dopo, parecchi operai di quella fabbrica furono fucilati per
essersi ribellati alle ingiustizie dei comunisti.Essi avevano udito
il messaggio dell‟Evangelo giusto in tempo! Eravamo una chiesa
clandestina, ma come Giovanni Battista parlavamo apertamente di
Cristo agli uomini e ai dirigenti. Una volta due dei nostri fratelli
di fede si spinsero sugli scalini di uno dei nostri edifici
governativi e giunsero fino al nostro presidente del consiglio,
GheorghiuDej. Nei pochi istanti che avevano a loro disposizione gli
testimoniarono di Cristo scongiurandolo di abbandonare i suoi peccati
e la persecuzione dei credenti. Egli li fece arrestare e imprigionare
per la loro temeraria testimonianza. Anni più tardi, quando lo
stesso presidente del consiglio GheorghiuDej si ammalò gravemente,
il seme dell'Evangelo che era stato posto nel suo cuore tempo prima e
per il quale i nostri fratelli avevano grandemente sofferto, portò
il suo frutto. Nell'ora del bisogno il Primo Ministro si ricordò
delle parole che gli erano state rivolte. La Parola di Dio è, come
dice la Bibbia, "vivente ed efficace, e più affilata di
qualunque spada a due tagli" (Ebrei 4: 12). Essa penetrò nel
suo Cuore indurito ed egli consegnò la sua vita a Cristo. Confessò
i suoi peccati, accettò il Salvatore e cominciò a servirlo,
malgrado la sua malattia. Poco tempo dopo morì, ma poté andare
incontro al suo Salvatore soltanto perché due credenti erano stati
disposti a pagarne il prezzo. Essi sono tipici esempi dei coraggiosi
credenti nei paesi comunisti di oggi. Così la Chiesa clandestina non
operò soltanto nelle riunioni segrete e per mezzo delle attività
clandestine, ma proclamando apertamente e coraggiosamente l'Evangelo
per le strade e ai dirigenti comunisti. C'era un prezzo da pagare e
noi eravamo pronti a pagarlo. Ancora oggi la Chiesa clandestina è
pronta a pagare il prezzo!
La
Polizia Segreta perseguitava la Chiesa Clandestina in maniera tanto
dura perché si rendeva conto che era l'unica resistenza effettiva
che fosse rimasta. Ed era questo genere di resistenza, la resistenza
spirituale che, lasciata libera, avrebbe distrutto la forza del loro
ateismo. Riconoscevano in essa, come solo il diavolo può farlo,
un'immediata minaccia. Sapevano che se un uomo avesse creduto in
Cristo, egli non sarebbe mai stato un cittadino servile e senza
propria volontà. Sapevano che avrebbero potuto gettare gli uomini in
prigione, ma non avrebbero mai potuto imprigionare la fede in Dio.
Perciò ci combattevano accanitamente.
Ma
la Chiesa clandestina aveva anche i suoi simpatizzanti o membri
perfino nel governo comunista e nella polizia segreta. Demmo
istruzioni ai credenti di farsi membri della polizia segreta e di
indossare l'uniforme più odiata e sprezzata del nostro paese per
informarci dell'attività della polizia segreta. Alcuni fratelli
della Chiesa clandestina lo fecero, riuscendo a tener nascosta la
loro fede. Non è una cosa facile essere disprezzati dai familiari e
amici perché si indossa l'uniforme comunista senza poter neppure dir
loro la propria vera missione. Eppure essi lo fecero, tanto grande
era il loro amore per Cristo. Quando fui arrestato per strada e
tenuto per anni nel più segreto isolamento, un medico credente si
fece membro della polizia segreta per scoprire dove mi trovavo! Come
medico, aveva libera entrata in tutte le celle dei carcerati e così
sperava di rintracciarmi. Tutti i suoi amici lo evitavano, pensando
che fosse divenuto comunista. Andare in giro vestito con l'uniforme
dei torturatoriè un sacrificio maggiore che indossare la tenuta del
carcerato. Il medico mi trovò in una cella profonda e buia e diede
ai fratelli la notizia che ero ancora vivo. Egli fu il primo amico a
scoprirmi durante i miei otto anni e mezzo di carcere. Per mezzo di
lui si sparse la voce che ero ancora in vita e quando durante il
"disgelo" di Eisenhower-Kruschev, nel 1956, dei prigionieri
furono rilasciati, I credenti insistettero anche per la mia
liberazione, e fui rilasciato per breve tempo. Se non fosse stato per
questo medico credente, che si arruolò nella polizia segreta con
l'unico scopo di trovarmi, io non sarei mai stato liberato. Oggi
sarei ancora in prigione o addirittura nella tomba. Servendosi della
loro posizione nella polizia segreta, i membri della Chiesa
clandestina ci avvertirono molte volte di un pericolo imminente e ci
furono di grandissimo aiuto. Oggi ancora la Chiesa clandestina ha
nella polizia segreta degli uomini che proteggono e avvertono i
credenti del pericolo incombente. Alcuni sono in posizioni molto in
vista nei circoli comunisti; riescono a mantenere segreta la loro
fede in Cristo e quindi ci aiutano grandemente. Un giorno, in cielo,
potranno proclamare pubblicamente Cristo, Colui che ora servono in
segreto. Nondimeno, molti membri della Chiesa clandestina furono
scoperti e incarcerati. Abbiamo avuto anche noi dei traditori, i
nostri "Giuda", che parlavano e riferivano alla polizia
segreta. Mediante battiture, droghe, minacce e ricatti, i comunisti
costrinsero pastori e laici a riferire sui loro propri fratelli.
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