Nostra Signora del Monte Carmelo |
7^ PARTE di 15
Caterina!
27
Ottobre. Ora riconosco una donna, anche se è ancora torbida,
è molto inquieta.
28
Ottobre. La donna è orribile, specialmente la sua bocca tutta
gonfia e ripugnante. Dà l'impressione di un'amarezza adirata, è
avvolta da una specie di brandello scuro.
29
Ottobre. La trovai in camera la sera, i suoi occhi mi
perseguitano, non può parlare.
30
Ottobre. Essa venne che mi ero appena alzata. Io dissi: "Va,
via, mi dai fastidio", ma lei non ci badò. Poi ho recitato
assieme le preghiere del mattino, lei se ne andò dopo. Ho paura
a vedermela davanti, mi ripugna, potrei anche diventare dura con
lei. Dove è il mio amor del prossimo? Queste cose mi opprimono
sempre di più, specie, perchè durante il giorno devo sempre
stare con la gente e non posso pensare a me stessa. Sono sempre
divisa, la anima è nel mondo di là, cioè impegnata con loro e
l'altro io deve mostrare interesse a cose, che, di fatto, non ne
hanno. Questo sdoppiamento mi stanca ed io mi sento sempre meno
coraggiosa.
31
Ottobre. Una notte tremenda: lei venne due volte e rimase sempre
a lungo. Essa si appoggia alla parete e mi guarda con sfida, ha
davvero un aspetto spaventoso. Non reagisce a niente. Mentre prego
però sta quieta. La sua bocca è orrenda, un grande gonfiore rosso,
e poi i capelli arruffati e neri. E' sempre indicibilmente estranea.
1
Novembre. Ho lottato con lei metà della notte, perché non mi
venisse tanto vicina, ma naturalmente non ci sono impedimenti per
lei. Allora la ho minacciata di non pregare piú per lei, se
continua a tormentarmi, ed essa disparve.
2
Novembre. Fu la notte peggiore, che io avessi mai passata. La
figura è come una furia, io non sapevo più come difendermi, sono
scappata fuori dalla camera. Ma io devo sopportarmi tutto da sola,
non voglio svegliare nessuno. Lei mi inseguì nel corridoio, e allora
io sono rientrata. Ho cercato di pregare, ma molto male, perché ero
sconvolta dalla paura. Essa continua a venirmi tanto vicina, che
é quasi impossibile sopportare. C'é in lei qualche cosa di così
orrendo, che non riesco a descriverlo, pur con la migliore buona
volontà. Rimase da me dalle undici fino alle 5: sono stata molto
impaurita.
3
Novembre. Essa venne solo alle 5, così ho potuto passare una
notte un po' più tranquilla. Mi sono subito messa a pregare con lei
senza guardarla, ed ecco di colpo la sua testa così vicina alla mia
che percepii un mormorìo incomprensibile. Io dissi: "Se vuoi
che io preghi ancora per te, stai lontana da me, io non posso
sopportare la tua vicinanza." Allora si mise a gridare forte e
disparve. Ora sono molto triste, perchè è chiaro che le ho fatto
male.
4
Novembre. Sono molto contenta, lei mi ha perdonato ed è venuta
di nuovo. Ha cercato di muovere le sue labbra orrende per parlare, ma
io non capii niente. Le dissi: "Se posso aiutarti davvero, dammi
un segno e vieni a svegliarmi alle cinque, dopo io farò anche molto
di piú per te." Dopo ho dormito benissimo. In punto alle cinque
sentii un grido e lei mi stava accanto. Sono stata tanto contenta
di questo. Ora sono di nuovo disposta a sopportare tutto.
I
bravi Undici stavano di nuovo vicino al monte, io non ho mai paura da
loro.
Il
cavaliere si può vedere quasi sempre in chiesa.
5
Novembre. Una notte molto difficile, perchè essa venne così
spesso ed era così inquieta. Le ho fatto tante domande, ma non ho
avuto nessuna risposta. Improvvisamente si gettò su di me e mi
soffiò qualche cosa all'orecchio, che non potei capire. Quando
glielo dissi incominciò a singhiozzare in modo da trafiggere il
cuore: io le promisi tante cose, poi se ne andò.
6
Novembre. Venne in camera mentre suonavano le campane per la
preghiera della sera, andò vicino al vaso dell'acqua santa e attese
lì. Io le diedi l'acqua santa, poi se ne andò, ma tornò durante la
notte di nuovo. Adesso è molto più chiara ed io non ho più tanta
paura. Ho trovato che se rinuncio molto alla mia volontà, posso così
aiutarla, perchè in questi giorni è più amabile; adesso sto
attenta a tutto. Finora ho evitato di scrivere tutte queste cose: ma
poichè mi sono richieste, così lo faccio.
Anche
questa è una cosa che devo dire. Mentre lavoro ed anche quando mi
trovo con altre persone, mi succede qualche cosa, che non mi so
spiegare. E' un sentimento di altissima gioia, un salire in qualche
cosa di diverso, un sentire la vicinanza di Dio, una cosa che non è
possibile descrivere. Non so dire quando mi succede questo, spesso
quando io non penso affatto a Dio. Io provo queste cose ormai da
tanto tempo, ma forse è bene ora lo dica, per avere qualcuno che lo
sa come me. Le cose stravaganti mi furono sempre antipatiche, ma ora
devo cooperare con ciò, che succede in me, e prego accoratamente,
che mi si dica ciò che non va. Anche la mia vita di preghiera è
diversa, non so se in meglio o in peggio. E' come un'immersione
nell'infinito senza formule di preghiera mi sento semplicemente
nell'abisso del mio nulla davanti a Dio.
7
Novembre. La sconosciuta mi venne molto vicina e mi sussurrò
qualche cosa all'orecchio, ma purtroppo non ho capito niente. Ora
riesco a vedere il suo vestito, fine secolo XVI, cavallerizza. Ho
perduto quell'angoscia tremenda. Non riesco mai a capire, come mai
sento subito, appena uno spirito si trova accanto a me. Anche da
sveglia, al buio, senza sentire il minimo rumore, so con certezza che
non sono più sola. Non mi sono mai sbagliata finora.
8
Novembre. Essa rimase con me quasi tutta la notte, assolutamente
quieta. Ho inventato una nuova preghiera, che evidentemente va
bene per lei: il suo sguardo divenne molto più simpatico. Ma non mi
arrischio ancora a riprendere il sonno alla sua presenza.
10
Novembre. Lei mi ha nuovamente sussurrato qualche cosa
all'orecchio, potrebbe essere "senza pace", ma non posso
affermarlo con sicurezza. Io le ho chiesto, ma lei ha scosso la
testa con grande tristezza.
11
Novembre. Il cavaliere assistette alla messa solenne, tutta. E'
ormai la seconda volta la domenica: che abbia forse da che fare con
la reliquia di Santa Croce? Lei venne durante il giorno.
12
Novembre. Finalmente essa può parlare. Si chiama Caterina. Per
il resto tornò ad essere muta, come un automa, continuava a
ripetere: "Senza pace! Senza pace!" e correva intorno. Non
ha più risposto a niente, spero tuttavia di poter sentire ancora
qualche cosa da lei.
Ho
visto di nuovo anche gli Undici.
13
Novembre. Caterina rimase a lungo: ho incominciato diverse
preghiere per vedere quale fosse quella da lei desiderata. Ma
continua a scuotere il capo, finchè mi venne in mente quella
preghiera che già una volta avevo osservato, che le era gradita. Per
la prima volta essa ha piegato il suo viso verso di me, destando
una sensazione del tutto singolare. Poi domandai: "Sei vissuta
qui al castello?" Lei: "Sì. Io: "Sei sepolta qui?"
Lei: "No!". Alle altre domande rimase muta.
14
Novembre. Ho vissuto una cosa del tutto singolare. Ero molto
stanca ed avevo il cattivo proposito di continuare a dormire e non
andare in chiesa. Ed ecco che sognai una povera donna, che continuava
a chiedere ed io non le davo niente. Mi svegliai spaventata, ed
ecco Caterina vicina al mio letto con le mani stese, come a chiedere
l'elemosinà. Io dissi: "Ti ringrazio di avermi svegliata: come
hai fatto a conoscere i miei pensieri?" Lei: "Io sono
legata a te". Io: "In che modo?" Non mi rispose. Lei:
"Farai ancora sacrifici?" Io: "Sì, e che cosa
devo fare ancora per te?" Lei: "Dammi la pace!" Io: "E
come posso farlo?" Lei: "Con l'amore!". Poveretta, ora
voglio proprio occuparmi di lei. Purtroppo io penso ancora molto alla
mia comodità: potrei offrire tanti sacrifici, se non fosse cosa. Se
potessi vivere unicamente per i miei spiriti, sarebbe più facile, ma
devo stare con la gente, e perciò le mie energie fisiche spesso
non resistono. Scrivere tutto questo è un sollievo per me,
perchè non sono ancora tanto progredita, da poter fare senza
conforto umano e soprattutto ho la sensazione precisa, che
qualcuno veglia su di me.
Io
vorrei sempre tacere e non parlare di ció che mi succede di
particolare, ma se si vuole dipingere un quadro perfettamente,
non si può trascurare nessun colore. Ed ora lo faccio per
obbedienza. Nello scrivere si infiltrano alcuni pensieri di
autocompiacimento, cioè io penso perchè anche altre persone non
hanno questo? Sarebbe meglio! Ora sono costretta a pensare di piú a
me stessa e allora il contrappeso si trova da se.
15
Novembre. Lei rimase qui a lungo senza parlare. Se non avesse
quella bocca così ripugnante, non mi impressionerebbe così tanto.
Io spero che diventera un po' piú comunicativa.
Ho
visto gli Undici e il cavaliere.
Ho
visto per la seconda volta in giardino il vecchio Gianni, ha un
aspetto che mette paura.
Come
fare ad aiutare tanti?!
Mentre
mi trovavo assieme agli altri durante il giorno, ecco improvvisamente
Caterina lì di fronte a me e mi fece cenno con la mano di andare, ma
io non lo potei fare. Il fatto di aver visto tante cose mi rallegrò,
perchè durante la Santa Messa avevo pregato il buon Dio, di
mandarmene molti oggi, se questo servizio Gli era gradito. Ora sono
tranquilla. Questo fu il più bel regalo per il mio onomastico!
“Ho sempre creato divisioni fra la gente”
16
Novembre. Caterina venne alle una di notte. Pregai a lungo con
lei poi le chiesi?: "Mi puoi dire che cosa hai alla bocca?"
Lei: "Vedi questa cosa?" Io: "Sì, ma dimmi perchè è
così" Lei: "Io ho sempre creato divisioni fra la gente".
Poi incominciò a singhiozzare disperatamente. Io: "Mi fai
tanta pena! Devi soffrire ancora a lungo?" Lei: "Si!".
Io: "Ti aiuto quando vieni da me?" Lei: "Sì. Io: "E
come?" Lei: "Pace!" Io: "Spiegati meglio!"
Lei: "Tu mi dai pace!" Io: "Ma come lo posso fare?"
Allora mi venne molto vicina e mi sussurrò qualche cosa
all'orecchio, non si poteva capire, e disparve. Strano, come passa il
tempo con le povere anime! Quando lei venne il mio orologio segnava
presto l'una e se ne andò alle 4 e mezzo. Pensavo che fosse rimasta
qui al massimo mezz'ora. E' vestita bene con una lunga catenina
d'oro: se potessi dipingere: non è vecchia, forse 40 anni.
Spero che venga ancora, ormai mi è quasi simpatica.
17
Novembre. Adesso lei viene a cercarmi anche in altre stanze, si
fece vedere nove volte.
19
Novembre. Due giorni di continua pace, è stato molto comodo.
20
Novembre. Caterina è rimasta con me quasi tutta la notte, sempre
quieta, sta soltanto qui così. Gianni venne anche, ha un aspetto
orrendo, si riconosce molto bene. Egli non ha pace e sospira in una
maniera angosciosa. Domandai a Caterina: "Vedi la povera anima
che qui con te?" Lei: "No". Io: "Perché no?"
Lei: "Perché io unita soltanto a te.".... e aggiunse
ancora qualche cosa, che non capii. Io: "Verrai ancora spesso da
me?" Lei: "Se posso". Io: "Chi è che te lo
permette?" Lei: "La Misericordia!" Poi disparve.
Dopo
pranzo vidi il cavaliere in chiesa. Andai da lui per domandargli
qualche cosa, egli però non si muove, continua a pregare. Ho toccato
la sua armatura, era dura. Non è un uomo vecchio, porta lunghi
capelli biondi.
21
Novembre. Gianni qui molto a lungo e guarda come fosse adirato.
Egli continua a piagnucolare. Il pregare lo rende ancora più
inquieto direi quasi rabbioso. Caterina venne verso mattina. Io fui
molto contenta di non essere più sola con Gianni. Essa incominciò
da sola la preghiera, che le è cara, ne fui tanto commossa che
dovetti mettermi a piangere. Mi sento tanto pentita di pensare ancora
sempre a me stessa. Gianni era lì in piedi. La differenza fra i due
è molto grande come giorno e notte, come l'ira e la mansuetudine.
Caterina è del tutto cambiata. Io dissi: "Adesso stai meglio?"
Lei: "Io vedo la luce!" Io: Allora io posso dedicarmi
completamente alle altre povere anime?" Lei: "Non
abbandonarmi ancora!" Poi sparirono tutti e due. Se io mi
potessi raccogliere di più per aiutarle! Si, io potrei digiunare
ancora di più, ma allora non posso più soddisfare tutti gli altri
non ho più la forza di nascondere durante il giorno, ciò che soffro
di notte.
Caterina morta il 1680
22
Novembre. Ho una gran voglia di cancellare ciò che scrissi ieri,
ma non lo faccio, perchè si sappia quanto poca carità abbia e
quanto sia pusillanime. Come potei pensare che Dio non mi avrebbe
dato la forza?
Furono
qui di nuovo tutti e due. Gianni sente ripugnanza alla preghiera e lo
dimostra in faccia. Ho notato un cambiamento nella bocca di Caterina:
qualche volta lei sorride anche. Io dissi: "Ma dimmi,
quando sei morta?" Lei: "Hornung 1680". Io: "Dove
sei sepolta?" Lei: "In Kempten."
Nota. Kempten
è il Capoluogo dell'Allgiiu, nota soprattutto per la Basilica di San
Lorenzo e il Castello principesco residenziale, costruiti dal celebre
architetto dell'epoca barocca, Michele Beer del Voralberg.
Io:
"Perché la tua anima è qui?" Lei: "Io ho messo
discordie!" Io: "Conosci forse la Barbera?" Lei: "Sì"
Io: "Dimmi di piú!". Ma lei era sparita. Gianni deve
poterla vedere, perchè mentre lei parlava venne molto vicino a lei.
24
Novembre. Furono qui tutti e due a lungo, ma non ci fu niente da
fare con loro. Sono molto contenta se è qui anche Caterina con
Gianni, allora la cosa non è piùú così tremenda.
25
Novembre. Gianni solo qui. Egli era così violento, che io
continuavo a pensare che sarebbe finito col cadere nel mio bagno. Io
dissi: "Hai da dirmi qualche cosa?" Allora egli si inferocì
e scappò via, tornò di nuovo e incominciò a sospirare
paurosamente: fu una cosa veramente difficile da sopportare.
26
Novembre. Di nuovo i due. Io dissi a Caterina: "Credevo che
la tua Patrona di cui porti il nome ti avesse liberata, perchè ieri
non sei venuta". Allora lei disse: "Caterina da Siena!"
e lo disse così in fretta che io quasi dovetti mettermi a ridere.
27
Novembre. Non stavo bene, ma non potevo dormire e aspettavo
i miei amici. Non vennero, come sempre, quando ho dei dolori. E'
straordinaria questa riservatezza.
28
Novembre. Di nuovo dolori senza spiriti!
29
Novembre. Gianni venne solo. Pregare e fare delle domande lo
irrita.
30
Novembre. Caterina mi stava gia aspettando, quando andai a
dormire, recitate con lei le preghiere della sera, dissi: "Perché
sei stata così a lungo senza venire?" Lei: "Io ti ero
vicina!" Io: "Perchè non ti ho vista?" Lei: "Tu
mi hai donato molto, guarda qui, e indicò la sua bocca, dove tutto
quell'orrore era sparito. Non posso descrivere quanta gioia io
provai! Io: "Adesso non devi più soffrire così tanto!"
Lei: " No!". Io: "Dimmi quando ti posso aiutare di
più?" Lei: "Quando non pecchi!" Io: "Purtroppo
non ne sono ancora capace!" Lei mi sussurrò di nuovo qualche
cosa all'orecchio che io non riuscii a capire! Forse una parola come
"Unione o Comunione". poi disparve. Non peccare, solo che
lo potessi! Qualche volta sono piena di risentimento dentro di me,
che ribolle e allora sono tanto falsa che non lo lascio vedere!
Gianni violento. - Salvata dalle elemosine.
1
Dicembre. Passai una notte veramente brutta. Il vecchio Gianni
rimase qui a lungo e faceva paura. Domandai se aveva sparato lui
a mio nonno allora.
Nota. Il
nonno di Eugenia si chiamava Carlo Eugenio Ervino 1 (1798-1879), era
sposato con Sofia Teresa Schónbom-Buchheim ( +1876). Il quadro del
nonno é appeso nel salone.
Ciò
lo fece inferocire. Prima che riuscissi a difendermi fece un balzo su
di me e mi prese per il collo con tanta forza che credetti di
soffocare. Fu solo un istante, ma fu spaventoso e rimasi
completamente sconvolta. Non dimenticherò mai quegli occhi beluini.
Ogni volta che uno spirito mi tocca o mi colpisce (Tre volte finora)
io provo piuttosto una sensazione di disgusto che di dolore, o cure
se dovessi accarezzare un rospo o un serpente.
Nota. Questa
violenza è un mistero della cattiveria che l'uomo porta con se
attraverso la sua morte. Poichè in vita volle il male, ora deve
trascinarsi appresso tutta la bruttezza e l'orrore delle sue azioni,
anche se non vuole. Da questa apparizione si può capire e spiegarci,
perché i pagani avevano un immensa paura dei morti e li cacciavano
via dai luoghi dove erano vissuti con fracasso e maschere. Il
concetto "Rumore pagano" è timore - panico è rimasto
a noi non capito fino ad oggi.
Tutto
questo non lo si può descrivere.
2
Dicembre. Egli rimase da me dalle due alle sei, ed era così
impertinente, che a malapena riuscii a difendertisi. Gli misi davanti
la Reliquia di Santa Croce, allora emise un urlo e si rifugiò in un
angolo, dove rimase accovacciato come un cane che ringhia rabbioso!
Fu
una cosa molto penosa: Io desideravo tanto che venisse Caterina.
La
domenica si potè veder di nuovo il cavaliere assistere a tutta
la Santa Messa solenne. Ho visto gli Undici, che per me sono un vero
indovinello.
3
Dicembre. Dapprima venne Gianni, poi Caterina. Io le domandai:
"Non lo puoi vedere nemmeno adesso quell'altro spirito?"
Lei: "No!" Io: "Perché non lo puoi vedere?" Lei:
"Questa cerchia è superata per me!" Io: "Per favore,
dimmi se è uno spirito cattivo?" Lei: "Salvalo!"
Ho pregato a lungo con lui. Gianni stette quieto, era tuttavia sempre
ripugnante.
4
Dicembre. Al mattino un'ombra mi precedette, su per le scale
e poi in camera mia, ma (quando entrai non c'era piú niente. Gianni
venne di nuovo la notte, ho pregato con lui, cosa che gli é del
tutto indifferente. Mi fa sempre una strana impressione il fatto che
da principio i fantasmi sono sempre così scuri in volto: il
viso si fa piú chiaro solo quando possono parlare.
5
Dicembre. E' venuta soltanto Caterina. Io:"Puoi pregare per
me?" Lei: "Si," Io: "Vorresti pregare che le
povere anime non venissero più da me?, perché così potrei
avere ancora la mia pace?" Lei: "No!" Io: "Perché?"
Lei: "E' volere di Dio!" Ora non ci devono più essere"
"Perché?", e non devo più pensare a me stessa, perchè
quelle parole mi colpirono come un ordine di Dio!
Allora
le mostrai la Reliquia di Santa Croce e le chiesi: "Conosci
questa?" Lei: "Si!" "Che cosa è?" Lei:
"SANTO!".
6
Dicembre. La nuova ombra di nuovo sulla scala, assomiglia agli
Undici forse è una di loro. Gianni qui quasi tutta la notte. La
reliquia della Santa Croce è la mia difesa, allora non mi viene più
così vicino.
7
Dicembre. La mia cara Caterina resta a lungo. Io: "Ma dimmi
perchè sei dovuta restare tanto in Purgatorio? Hai creato proprio
tanto male con la tua lingua?" Lei: "Sì, senza
confessarmi, senza pentirmi!" Io: "Ma allora come fosti
salvata?" Lei: "Elemosine!" Io: "Perché sei
morta senza Sacramenti?" Lei: "Annegata!" Io: "Che
cosa posso fare ancora per te?" Lei mi sussurra nuovamente
qualche cosa all'orecchio: "Partecipazione al Corpo di Cristo",
ma non posso affermarlo con sicurezza, di sicuro ho capito soltanto
'Partecipazione...a Cristo", poi andò via. Subito dopo venne
Gianni, sempre il medesimo. Io riesco a fare sempre così poco per
lui, sono sempre divisa, e il poco che posso offrire non basta per
due. Mi accorsi che ora non mi spavento più, se succede qualche
cosa, posso vedere anche al buio, però alla luce è più comodo per
me.
8
Dicembre. Gianni sembrava una belva. Egli si gettò sul
pavimento, io mi sono raccomandata alla Madonna, allora si
quietò un pochino. Ma queste mie preghiere sono molto distratte,
solo un pregare con le labbra perchè tutto il mio essere e il mio
pensiero sono rivolti al fantasma, che per la paura che mi mette non
perdo mai di vista.
Alle
tre di notte se ne andò, ma ritornò alle 5. Io dissi: "Vattene
via, chè voglio andare in Chiesa, colà posso pregare meglio per te.
Allora emise un urlo pauroso. Io ripresi a pregare per lui, e lui ha
incominciato a singhiozzare tanto amaramente, che io gli volli dire
qualche cosa di amichevole, una parola amica. Così gli dissi: "Io
ti ringrazio ancora, perchè tu spesso mi hai procurato delle piccole
gioie, quando ero bambina, ed io non lo ho dimenticato. Ma dimmi come
ti posso venire in aiuto, che lo faccio volentieri. (Mi ero ricordata
che quando ero piccola egli mi passava spesso delle prugne oltre
la staccionata e così glielo ricordai). Egli come risposta fece come
un suono gorgogliante e mi porse la mano: io la presi: era
caldissima. Allora il suo viso si fece più amabile, se si può dire
così, perchè è pur sempre ancora molto ripugnante. Io
dissi:"adesso va via, che devo andare in chiesa, ed egli se
ne andò. Ora penso che la nostra amicizia sia incominciata,
perchè appena gli mostrai un po' di amore invece che paura,
diventò più buono.
Gli
Undici mi stavano aspettando ai piedi del monte: visti vicini alla
neve, essi sono molto scuri.
Martedì 10 Maggio 2016 la prossima puntata , vi aspetto..
PREGHIERA DETTATA DA GESU' A SANTA MATILDE
in suffragio delle povere anime del Purgatorio.
- Padre nostro che sei nei cieli Io ti prego, o Padre celeste, perdona alle povere anime del purgatorio, perché esse non hanno amato Te, loro Signore e Padre, che Tu, per pura tua grazia, hai fatto tue figlie, e non ti hanno reso quell'onore, che ti dovevano, ma Ti hanno allontanato col peccato dal loro cuore, dove Tu volevi abitare sempre. Per lavare quei debiti io Ti offro quell'amore e onore, che il Tuo Unigenito Figlio Ti ha reso durante tutta la sua vita sulla terra, e tutte le azioni e gli atti di penitenza e soddisfazione, con cui Egli ha lavato i peccati degli uomini e li ha espiati. Amen!
- Sia santificato il tuo nome Io Ti supplico incessantemente, o buonissimo Padre, perdona alle povere anime, perché esse non sempre hanno degnamente onorato il Tuo Santo nome, ma invece così spesso lo hanno avuto superficialmente sulla bocca e con una vita di peccato si sono rese indegne del nome di cristiane. In riparazione di questi loro peccati, io Ti offro tutto l'onore, che il Tuo amatissimo Figlio Ti ha reso sulla terra con la sua predicazione e le sue opere per il Tuo Nome. Amen!
- Venga il tuo regno Io Ti prego, amabilissimo Padre, perdona alle povere anime, perché esse non sempre e con grande desiderio hanno cercato Te e il tuo regno con premurosa diligenza. Per riparazione della loro superficialità nel fare il bene, io Ti offro i santi desideri di Tuo figlio, con i quali Egli desidera e chiede, che anch'esse siano coeredi del suo Regno. Amen!
- Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra Io Ti prego, o benignissimo Padre, perdona alle povere anime perché non sempre hanno sottoposto la loro volontà alla Tua e non hanno cercato di compierla in tutte le cose, ma troppo spesso sono vissute secondo il proprio volere e così hanno agito. Per la loro disubbidienza io Ti offro la perfetta unione dell'amorosissimo Cuore di Tuo Figlio con la Tua santissima volontà, e la sua profonda sottomissione con cui Egli Ti fu ubbidiente fino alla morte in croce. Amen!
- Dacci oggi il nostro pane quotidiano Io Ti prego, Amabilissimo Padre, perdona alle povere anime, perché non sempre hanno ricevuto il Santissimo Sacramento dell'altare con profondo desiderio, ma spesso senza devozione o perfino indegnamente, oppure hanno trascurato di riceverlo. Per questi loro peccati io Ti offro la grande Santità e la devozione di Gesù Cristo, Tuo Figlio, come pure il suo grande amore con cui Egli ci ha fatto questo santissimo dono e ci ha dato questo altissimo Bene. Amen!
- Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori Io Ti prego, buonissimo Padre perdona alle povere anime del purgatorio tutti i debiti, che esse si sono assunti su di se con i sette peccati capitali, e soprattutto, perché esse non hanno amato i loro nemici e non hanno voluto perdonare loro. Per questi peccati io Ti offro l'amorosa preghiera, che Tuo Figlio ti ha rivolto sulla Croce per i suoi nemici. Amen!
- E non ci indurre in tentazione Io Ti prego, o benignissimo Padre, perdona alle povere anime, perché esse tanto spesso non hanno opposto alcuna resistenza alle tentazioni e alle loro passioni, ma hanno seguito il maligno nemico e hanno accontentato i desideri della carne. Per questi loro molteplici e diversi peccati io Ti offro la gloriosa vittoria di Gesù Cristo, con cui Egli ha vinto il mondo, e il suo lavoro, le sue fatiche, la sua santissima vita e la sua amara Passione. Amen!
- Ma liberaci dal male E per tutti i castighi per i meriti del Tuo amatissimo Figlio, e conduci le povere anime e noi nel Regno dell'eterna gloria, che sei Tu stesso. Amen!
Breve biografia di
Santa Matilde di Germania
da http://www.santodelgiorno.it
Nome: Santa Matilde di Germania
Titolo: Regina
Ricorrenza: 14 marzo
Di principesca famiglia, nacque S. Matilde nella Sassonia. I cristiani genitori, consci della vanità delle grandezze umane, affidarono la fanciulla all'abadessa di Erfurt, perchè la educasse all'amore e al desiderio delle virtù cristiane. Matilde corrispose alle premure dei genitori e alle sollecitudini della sua educatrice, e non ritornò in famiglia, se non quando seppe essere quella la volontà di Dio.
Nell'anno 913 ella giurava fedeltà di sposa al principe Arrigo, figlio di Enrico duca di Sassonia. Questo matrimonio fu di grande vantaggio per Matilde. Infatti il suo pio sposo, dopo la morte di Corrado re di Germania, nel 919, divenne imperatore. La modestia, l'umiltà, l'innocenza e tutte le egregie doti del suo nobile animo colpivano chiunque la mirasse, molto più di quanto l'abbagliasse la magnificenza delle vesti regali. Sovente la Santa si portava a visitare gli ammalati e i poveri. Le occupazioni del suo stato non permettevano d'occupare nelle pratiche di pietà tutto quel tempo che avrebbe desiderato e perciò nel cuore della notte, mentre nella reggia tutto taceva, essa si portava in chiesa e passava ore ed ore in unione con Dio nella preghiera e nella contemplazione. Il marito era pure profondamente cattolico e assecondava la pietà e le opere della consorte.
La Divina Provvidenza quando chiama un'anima ad un grado sublime di santità, la fa passare per il crogiuolo del dolore. E Matilde che era un'anima tutta di Dio, fu visitata con il flagello della desolazione. Ecco infatti che, per una paralisi cardiaca, venne improvvisamente a mancarle lo sposo Arrigo. Fu questo per la Santa un colpo assai doloroso, sia per l'amore che portava all'amato consorte, sia per le tristi conseguenze che sarebbero seguite a questo decesso. Matilde aveva avuto tre figli: Ottone, Enrico e Brunone. Il primo era stato designato dal padre come suo successore. Ma siccome l'impero di Germania era elettivo, Enrico insorse a contrastare il potere del fratello. La Santa, che prediligeva il secondo, si dichiarò per lui, il che fu causa che fra i due prìncipi fratelli scoppiasse la guerra. Il Signore punì la predilezione della Santa per il secondogenito e permise che i suoi figli si alleassero contro di lei, la spogliassero di ogni potere. e la costringessero a ritirarsi presso un monastero. Grandi sofferenze, dispiaceri e umiliazioni dovette sopportare la regina in questi avvenimenti, tanto più che le erano causati da persone da lei tenerissimamente amate: ma tutto sopportò in ispirito di penitenza. Questa umiliazione fu lunga, ma la virtù della santa regina trionfò e i suoi figli si riconciliarono con lei e tra loro e rimisero la madre nel primitivo stato. S. Matilde spese il restante della vita specialmente nella preghiera e nelle opere di carità. Piena di meriti e di opere sante volò al premio il 14 marzo dell'anno 968.
PRATICA. L'inizio della santità sta nel desiderarla, nel domandarla a Dio, e nello sforzarsi per averla.
PREGHIERA. Dio, che con l'umiltà e costanza della tua serva Matilde ci hai insegnato come si giunga al possesso delle vere grandezze, fa', ti preghiamo, che anche noi ne imitiamo l'esempio e che le cose non ci siano che stimolo per il tuo santo servizio.
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