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giovedì 28 luglio 2016

“TERRORISMO ISLAMICO: San Francesco elogiava la guerra contro i maomettani. Amare il nemico non significa subire passivamente”

San Francesco e il Sultano - La prova del fuoco de Il Ghirlandaio
Guai a parlare di intervenire militarmente al di fuori o all’interno dell’Europa che subito si viene bollati come “non cristiani”.
Quindi l’ISIS avanza, sgozza il sacerdote quasi novantenne, dichiara apertamente che vuole prendere Roma, e nessuno agisce.
Non è una novità sentirsi dire che dobbiamo “amare il nemico” anche da uomini di Chiesa.
Ma siamo sicuri che sia davvero questa la vera ricetta Cristiana? È moralmente sbagliato combattere per difendere la “patria” e le proprie famiglie?
Oppure siamo tutti vittime di una mentalità dominante dove il pacifismo e il politically correct hanno modellato una generazione di cristiani della Domenica che accettano tutto, anche ciò che è iniquo (vedi questione unioni omosessuali), in nome di valori che sono figli del laicismo, della “dea europa” (che ha escluso dalla Costituzione ogni riferimento alle radici cristiane) e della secolarizzazione?
Lasciamo parlare San Francesco d’Assisi, più volte sfruttato in malo modo da pacifisti, animalisti e generi vari, ma che del Santo non conoscono quasi nulla.
Ripropongo, quindi, un estratto già pubblicato in diversi blog, in cui il sultano d’Egitto fa la medesima obiezione a Francesco, dicendo che i cristiani, che predicano l’amore al nemico, dovrebbero rimanere inermi e non prendere le armi per combattere.
Si legga bene la risposta e la si confronti con la linea ideologica assunta in questi nostri nebulosi tempi.
  • Il sultano gli sottopose anche un’altra questione: “Il vostro Signore insegna nei Vangeli che voi non dovete rendere male per male, e non dovete rifiutare neppure il mantello a chi vi vuol togliere la tonaca,ecc.  Quanto più voi cristiani non dovreste invadere le nostre terre, ecc.”. 
  • Rispose il beato Francesco: “Mi sembra che voi non abbiate letto tutto il Vangelo. Altrove, infatti, è detto: Se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo lontano da te. E con questo ha voluto insegnarci che se anche un uomo ci fosse amico o parente, o perfino fosse a noi caro come la pupilla dell’occhio, dovremmo essere disposti a separarlo, ad allontanarlo, a sradicarlo da noi, se tenta di allontanarci dalla fede e dall’amore del nostro Dio Proprio per questo, i cristiani agiscono secondo giustizia quando invadono le vostre terre e vi combattono, perché voi bestemmiate il nome di Cristo e vi adoperate ad allontanare dalla religione di lui quanti più uomini potete. Se invece voi voleste conoscere, confessare e adorare il Creatore e Redentore del mondo, vi amerebbero come se stessi ”. 
Tutti gli astanti furono presi da ammirazione per le risposte di lui.
(Numero 2691 delle Fonti Francescane)
Articolo di Pietro Romano
Fonte : http://www.ilriformatore.it

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