Nostra Signora del Monte Carmelo |
15^ PARTE di 15
Giovanni
Da
Agosto ne ho passate di ogni specie e precisamente diverse maniere di
apparizioni, ed ho la precisa sensazione che io potei dare a loro
poco... In tutte furono ventisette fantasmi, di cui undici assai
duri...
Da
otto giorni è di nuovo tutto diverso. Adesso viene un mio buon
conoscente F.... ll..., padre di ... e vuole sempre toccarmi.
L'acqua santa lo calma un tantino. E' difficile eppure sono
contenta. La sua apparizione è come una lanterna cieca diretta su di
me. Col tempo si fece più buio intorno a lui. Di giorno lo vedo
seduto su di un albero di fronte alla mia finestra mezzo bestia e
mezzo uomo. Dopo alcuni giorni si slanciò con un urlo verso di me.
Io: "Giovanni che cosa vuoi da me?" - Lui: "La
tua pace". - Io: "Va da tua moglie che prega tanto". -
Lui: "Non la trovo". - Io: "Lei soffre moltissimo a
causa di... forse andrebbe meglio se tu andassi da lei". - Lui:
"Non posso lasciare la strada!" - Io: “Sai tutto dei
tuoi?” - Lui: "No, le preoccupazioni umane rimangono lontane".
- Io: "Come posso aiutarti?" - Lui:"Lasciami
stare con te fin tanto che posso non parlare più!" - Poi venne
davanti come se il mio parlare lo rattristasse. Mi fece molta
compassione. Ora è qui da molto ma io non parlo più. E' molto
agitato.
Viene
anche una donna e poi c'è tantissimo chiasso in camera. Ho visto in
chiesa sette figure che mi aspettavano sulla porta.
7
Novembre. La sera all'imbrunire vado a passeggio nel viale, ed
ecco venirmi incontro due donne che non conosco. Cerco di parlare con
loro - sparite! Allora mi ha proprio preso un brivido e sono tornata
in fretta a casa. Singolare: quanto più le apparizioni sono
naturali tanto più ci si spaventa. Io l'ho provato spesso con
me stessa. Appena tornata a casa trovo
Una vecchia donna seduta alla mia scrivania
Seduta
che si sostiene il capo. Io: "Che cosa fai qui?" - Lei:
"Cerco". - Io: "Che cosa cerchi?" - Lei: "La
mia promessa". - Per l'arte piacere ho aperto la mia scrivania.
In un momento tirò fuori tutto insieme. Essa fissava con occhi di
fuoco le cose. Non ho mai visto cercare in quella maniera. Anche
le sue lettere (sono lettere scritte alla Principessa dal
Parroco Wieser), le teneva in mano. Finalmente sospirò:
"Perduto!" - Ed era sparita. Non ho una idea di chi possa
essere stata! Dal suo modo di vestire era una persona del nostro
tempo.
8
Novembre. Giovanni fu qui quasi tutta la notte. - Io: "Mi
sembri contento!" - Lui: "Sono avanzato!" - Io:
"Dove'?" - Lui: "Nella conoscenza". - Io: "Allora
nel pentimento?" - Lui: "No, quello è passato. La
conoscenza della luce". - Io: "Parlami di più di questa
luce! E' il Buon Dio?" - Lui: "Lo capiscono soltanto
quelli che non hanno corpo!".
11
Novembre. La donna che cerca venne di nuovo in carnera mia
durante il giorno. Le chiesi: "Posso aiutarti a cercare?" -
Allora mi guardò e pianse. Un altro giorno stava davanti alla mia
scrivania ed ecco l'Inspiegabile: i tiretti chiusi erano aperti.
Allora provai davvero un brivido. Escluso qualsiasi inganno! Lei
stava lì vicino sorridente, mi si avvicinò e posò la sua testa
sulla mia spalla. Poi disparve. Nei cassetti era tutto in ordine come
prima.
E'
un qualche cosa di nuovo, che mi sveglio con un certo presentimento -
ed ecco che vedo tutta la parete piena di teste. E' una cosa davvero
molto brutta. Esse mi fissano con varie espressioni dolorose del
volto.
27
Novembre. E' con me Giovanni H... più luminoso e contento,
ho pregato con lui. Chiesi: "Che cosa posso fare ancora per te?"
- Lui: "Offri la tua volontà!" - Io: "Io vorrei - ma
è sempre tanto difficile". - Lui: "Ti sarà data la
forza". - Io: "Perchè non vai da tua moglie?" -
Lui: "La strada mi è indicata!" - Io: "Dimmi qualche
cosa di più dell'eternità!" - Lui: "Credi ed abbi
fiducia!" - E disparve.
4
Dicembre. Non l'ho più visto e neanche la donna, soltanto un
gran frastuono e tante figure anche di giorno.
Un testimone
11
Gennaio 1928. Mandai W... in stanza mia a prendermi un libro.
Ritornò di corsa e disse: "C'è un mendicante dentro". Vi
andai subito ed ecco un uomo, che davvero sembrava un mendicante, era
assai mesto. Gli chiesi: "Da dove vieni?" - Lui: "Dalla
tribulazione". Io: "Chi sei?" - Lui: "Giuseppe
H..." (Anni fa è vissuta qui una famiglia H... non so se
uno si chiamasse Giuseppe). - Io: "Cosa posso fare per te?"
- Lui:"Con... pregare per me!" - Io: "Quando sei
morto?" - Lui: "1874" - Io: "Perchè devi
soffrire così a lungo?" - Lui: "Calunnie". - Io:
"Posso fare qualche cosa di buono?" - Lui: "Sì,
la.... di D.... M..." (un prete). - Io: "Che cosa?" -
Ma venne qualcuno e lui disparve. Ora mi sembra di ricordarmi che si
raccontava una storia riguardante il Sacerdote P... M... e mi
mandavano sempre via quando ne parlavano.
La madre del Parroco
17
Dicembre. Mi pare molto strano che io deva fare la mediatrice
con l'Aldilà. Pensi! La donna che venne da me quasi per tre
settimane e che mi rispose: "Sua Madre" è sua madre.
Segue un colloquio, che per motivi personali non riproduco.
Purtroppo non potei
più
sapere altro che mia madre è salva. Noto ancora che la Principessa
non ha conosciuto mia madre quando era viva.
La
comunicazione del 17 Dicembre fu l'ultima che potei ottenere!
Lei stessa, che ha offerto tanti sacrifici per le povere anime
nell'ultimo decennio della sua vita ora dimora nella visione di
Dio, come io decisamente credo.
Lei
morì, come già notato in altro luogo, il 9 Gennaio 1929.
Il Parroco Sebastiano Wieser
CONCLUSIONE
Lettori,
che hanno studiato attentamente il diario, continuano a ripetere, che
essi sono stati terrificati dalla natura non solo pietosa, perfino
molto cattiva dei morti apparsi. Naturalmente tutti d'accordo che
niente di impuro può arrivare alla visione di Dio, si credette
comunque che il defunto abbia ottenuto una importante visione
nella realtà dello spirito e soffra di più esternamente per i suoi
peccati. Specialmente i quadri generalmente contadineschi che
rappresentano le povere anime del Purgatorio, hanno accentuato di più
il tormento del fuoco, mentre le anime sarebbero persone che espiano
scientemente. Così la pena esterna del fuoco del Purgatorio
divenne la parte essenziale della raffigurazione del Purgatorio. Al
contrario appare essere la natura delle anime non liberate solo
un profondo desiderio di Dio e un pentimento.
Che
esse possano essere ancora cattive non solo non si rileva in queste
immagini ma contraddice a qualsiasi rappresentazione dell'Aldilà.
Perfino nell'Inferno Dantesco le anime erano più esteriormente
travolte da tempesta di dolore e di disperazione, che non dovessero
subire tutta la cattiveria nel loro proprio essere.
Ciò
che per l'arte non sembrava possibile rappresentare non era tuttavia
sfuggita all'intuizione degli uomini. Talvolta in certi casi di morte
salì sconvolgente alle labbra la parola: come l'albero cade,
rimane.
Come
cade l'albero, tale resta (prediche 11, 3).
Tommaso
D'Aquino raffigura l'anima dell'uomo a un foglio di carta non
scritto, sul quale durante la sua esistenza scrive il suo contenuto
morale e spirituale. L'anima diventa quindi durante la sua vita,
ciò che conosce e ama.
Ora
però è lasciato al libero spirito dell'uomo ciò che ha fatto suo
in conoscenza e amore. Per le persone religiose i contenuti di questa
conoscenza e di questo amore sono sempre diretti a Dio e al prossimo.
Tuttavia finché vive l'uomo può sempre capovolgere tutti i valori e
considerare il mondo e se stesso come il massimo dei valori.
I
valori della vita corporale, materiale diventano i più alti e
predominanti mentre i valori di ciò che è Santo vengono
rimessi in una lontananza irreale, oppure scompaiono
completamente. Cosi l'uomo al quale è stata insegnata l'imitazione
di Cristo come santificazione, diventa in tutto il suo essere un
assoluto avversario di Cristo. Il Mistero della S. Comunione con il
Salvatore diventa per lui una disgraziata comunione con il principe
di questo mondo. Il male sta sul foglio della sua anima quale
essenza della sua esistenza.
Quando
con la morte depone il suo corpo come un abito vecchio, niente
cambia di ciò che da vivo volle conoscere e amare.
La
sua vita e le sue azioni sono diventati il suo vero essere. Egli
entra nell'Eternità con la sua anima. Ciò che lui ha intimamente
amato e gustato, tutte le virtù e i vizi, tutte le nascoste
inclinazioni e passioni sono il suo "io" con la sola
differenza che i cambiamenti che erano possibili ai corpi ora non
sono più possibili, ed egli deve vivere la sua anima senza il minimo
linimento o sollievo.
Una
cosa sola si è totalmente cambiata, la visione dei valori e dei non
valori della vita. Ora egli sa che il Bene e Dio non sono separabili
e elle i suoi peccati significano pianto e stridor di denti.
Concupiscenza o curiosità degli occhi, concupiscenza della
carne e superbia della vita, cattiveria contro gli uomini,
l'insorgere della propria volontà contro la volontà di Dio, che una
volta erano ancora come qualche cosa di liberazione, ora egli
esperimenta come un cancro e una lebbra, come una vergogna
spaventosa e dolore, come tenebra e disperata solitudine.
I
suoi peccati sono le fiamme, che scuotono tutto il suo essere, di più
ancora che esprimono la sua immagine. Durante la vita tutte le azioni
sembrano soltanto un qualche cosa che appare, sembrano essere
solo esteriori, ma ora egli si è identificato con i suoi peccati.
Nel
profondo sentimento che i peccati sono diventati una insondabile
preoccupazione dell'uomo per la sua esistenza dopo la morte un poeta
del XIII secolo ha composto la sequenza che una volta si trovava per
la Messa dei defunti. Oppresso dallo stato peccaminoso dell'umanità
davanti al suo Signore e Creatore e nella fede che qui segue un
giudizio preghiamo con lui. Il "Dies Irae" Giorno d'ira
sarà quello.
Il
mondo in cenere andrà, come han detto David e la Sibilla. Quanto
grande terrore sarà, quando il Giudice verrà e tutto con rigor
discuterà! Mirando suono diffonderà la tuba nei campi dei sepolcri
e tutto al trono porterà.
La
morte stupirà e la natura, al risorger della creatura che al Gran
Giudice risponderà. Sarà portato il libro scritto in cui tutto è
contenuto e per cui giudicato sarà il mondo. Quando il Giudice
siederà, quanto è nascosto apparirà nulla senza punizione resterà.
Tremendo e maestoso che ai salvandi gratuita dai salvezza, salva pur
me, Tu Fonte di pietà. Ricordati, Gesù Buono, che il tuo cammin per
me facesti, e non mi mandar perduto in quel giorno. Stanco sostasti
me cercando, mi redimesti sulla Croce soffrendo che non sia vano sii
gran tormento. Giusto Giudice di vendicazione, donami delle colpe la
remissione, prima del giorno di offrir motivazione.
Reo
son e pien di gemiti e di rossor il volto ho pieno, o Dio a me che ti
supplico perdona!
Tu,
che Maria mandasti assolta, e del ladron la prece esaudisti a me
ancor la speme offristi. Degne, ahimè! Non son le preci mie, ma tu,
che buono sei e benigno fa che da eterno fuoco non sia consunto.
Fra
le tue pecorelle fammi posto trovar, e dai capri lungi fammi star,
alla tua destra donami posar. Condannati e ripudiati i maledetti, a
divorante paurosa fiamma destinati deh! chiamami allor coi benedetti!
Supplice ti prego ed umiliato, il cuore come cenere disfatto presta
soccorso e salvami alla fine. Giorno pien di pianto sarà quello,
quando dal fuoco risorgerà l'uomo reo e la sentenza sentirà! Orsù
misericordioso Iddio perdona! E tu, pietoso Gesù Signore, a loro
dona il riposo. Amen!
Anche
il Libera me Domine, che si cantava all'Ufficiatura o deposizione
dei defunti, ora non si usa più, benchè la grandiosità e dignità
di questo canto esprima la grandezza di Dio e il Suo universale
dominio: Libera me Domine. - Liberami o Signore dalla morte eterna,
in quel giorno tremendo, quando cieli e terra saranno sconvolti
al tuo arrivo per giudicare il mondo col fuoco.....
La morale sola non basta.
Noi
ci domandiamo come verrà spiegata la situazione fra peccato e
Divina Misericordia, chiusa entro un dilemma. Dalla spiegazione data
due secoli fa il grosso peso della rivelazione venne sempre più
riposto o ridotto a un semplice insegnamento morale. L'uomo deve e
pub rispondere soltanto del suo comportamento morale. Soltanto la sua
vita decide il suo futuro. La dottrina di un certo Monaco Pelagio
fu combattuta nel quarto secolo da S. Agostino, perchè in una
religione dove ci sia solo la Morale, Cristo e l'eterno amore di
Dio non trovano più posto. Sarebbe bastato Mosè con i suoi
Comandamenti. Oggi il moderno indirizzo della pietà ha percorso la
strada-opposta; Cristo ci ha salvati. Mosè non c'entra più. Come
prima si era giunti a un moralismo senza la grazia, oggi invece si va
verso una grazia senza morale.
1
cristiani celebrano la Pasqua. Però non dovrebbero più meditare
la morte espiatrice di Cristo, o seguirlo su questa strada, ma solo
accogliere il fatto della Pasqua, come contenuto della loro Fede.
Gli
inesorabili moralisti che eliminano l'amore insieme con il rispetto
e così mettono la coscienza in continua trepidazione, sono
altrettanto bugiardi, quanto i predicatori, che rendono tutto
tanto facile, perchè Dio è Padre Nostro, e quindi certamente
non pretende più di quanto possiamo fare. E il minimo che ancora si
può chiedere, riduce quasi al nulla la cara voce piena di
amore.
Qui
l'amore diventa una stupidaggine poiché i moralisti hanno perduto il
Divino Amore e il timore fa impallidire l'immagine del Crocifisso. E'
pericoloso per lo spirito dell'uomo risolvere le cose così
semplicisticamente, solo perchè ci si trova davanti un Dio
"compiacente". - Quanti insegnano che l'anima lascia
il corpo uscendo dal fondo del cuore. Ciò sarebbe un segno, che
l'arresto dei flussi del cerebro non indica la morte vera e propria e
che il cuore importa assai di più per il destino dell'uomo che non
la ragione.
La
cura d'anime cattolica seppe anche che il segno esteriore della morte
(o morte apparente) non impedisce al sacerdote di amministrare
la S. Unzione.
La
vita è affidata all'amore. Ciò che non è amore è un camminare
in un paese perennemente straniero, anzi nel "Nulla", al
quale tuttavia è prestata anche un'eternità, l'eternità dello
spaventoso tormento della separazione di tutto l'essere.
Se
abbiamo speranza, non seguiamo nessuna persona. La Santa Madre
Chiesa, Madre della Grazia può fare in modo che il penitente stia
accanto al santo e precisamente nello stesso splendore come i santi
ma qui sta la tragedia del cuore. Il demonio non può tollerare che
l'amore di Dio si manifesti fra gli uomini. L'uomo deve venir
travolto soltanto dall'antiamore del mondo.
Difficoltà
e cattiveria, paura e straniamento, amarezze, preoccupazioni,
istinti selvaggi, avidità e ambizione sono imposti, per renderci
incapaci di riconoscere l'amore di Dio. Bacco-Dionisio contro il
Crocifisso, dice: "Nietzsche".
Dr.
Pietro Gehering.
Le povere anime e il Purgatorio nell'insegnamento della Chiesa
di P. Gaspare Demmeler S.J.
La
misericordia e l'Amore di Dio non si estende soltanto sui viventi, ma
si manifesta anche verso i defunti, che sono sulla via che li porterà
a lui: le povere anime.
Ci
chiediamo innanzitutto: "che cosa avviene dopo la morte quando
l'anima ha lasciato il corpo, essa si trova come abbandonata, come
circondata da Dio. Essa viene talmente investita da una così grande
Santità, che in un attimo essa rivede tutta la sua vita e di colpo
ciò, che essa merita".
Se
l'anima è perfettamente monda dai peccati e dalle pene ad essi
dovute, può immediatamente entrare nell'eterna visione di Dio. Essa
è rivestita dello splendido e immacolato vestito di nozze. La luce
di Dio in cui è immersa, la ricopre e riempie di una beatitudine
inesprimibile, la porta su nei gaudii del Cielo.
Niente di impuro può entrare nel Cielo.
Ma
per l'anima macchiata che non ha colpe gravi cioè senza peccati
mortali, questa luce è già giudizio; perchè uno stato di colpa non
va d'accordo con l'infinita santità e perfezione di Dio. L'unione
con Dio, "sua eterna beatitudine" è quindi impossibile.
L'anima non potrebbe sopportare la sua vicinanza.
Certo
la grande maggioranza delle persone non entrerebbe perciò mai
in cielo se non ci fosse un luogo di purificazione nell'Aldilà. Dio
dice chiaramente per mezzo della Chiesa: "dopo la morte le
anime vengono purificate dai castighi che lavano le macchie ed
esiste un purgatorio" (Concilio di Firenze e Concilio di
Trento).
La
Chiesa fonda la sua fede in questo non solo con le parole della
Bibbia: "Santo e salutare è il pensiero di pregare e offrire
sacrifici per i defunti, perchè siano liberati dai loro peccati".
Essa
ricorda e si riferisce anche alle serie parabole del Salvatore nel
Vangelo, dove si parla di una prigione, dalla quale nessuno esce,
prima di aver pagato il suo debito fino all'ultimo centesimo. Anche
Paolo rileva che ci sono anime, che soltanto "attraverso il
fuoco vengono salvate" (I. Cor. 3,15).
"Un'anima
macchiata all'istante della morte si sente come annientata alla
presenza di Dio, come frantumata dal peso della sua colpa, che è
da espiare, sicché da se stessa si getta nel purgatorio. Soltanto
dopo essa comprende che cosa è per Iddio e il suo amore alle anime
e quale sfortuna è il peccato agli occhi della sua Divina Maestà".
Essa vorrebbe gettarsi con la velocità del vento nelle braccia di
Dio, ma si sente del tutto indegna, è come incatenata, frantumata
dal pentimento e dal dolore, sospira e anela verso Dio ed è piena di
profonda riconoscenza, perchè essa può ancora riparare ed
espiare, ciò chele manca.
Essa
lo sa, essa è salva e questo pensiero la conforta nel suo tormento.
Certo è una immensa misericordia di Dio, che anche dopo la morte ci
sia un luogo, dove si possa riparare. Il Purgatorio è quindi un
mistero della grazia, un fuoco della misericordia divina.
Anche tormenti corporali.
All'indescrivibile
doloroso desiderio per la maggior parte delle anime si aggiunge il
tormentante castigo per i loro particolari peccati, perchè con il
pentimento e la confessione viene bensì perdonato il peccato, ma non
viene tolto il meritato castigo.
Il
fuoco purificatore, che le brucia dentro, tormenterà soprattutto
quelle parti del corpo che furono la causa del peccato. Benché il
corpo sia stato lasciato sulla terra, la povera anima avrà la
sensazione di averlo ancora, affinché esso abbia parte al
doloroso castigo, che il Signore ha inflitto all'anima.
Questo
è un atto della Divina Giustizia perchè il purgatorio dopo il
Giudizio Finale cesserà, e il corpo, che ha peccato insieme con
l'anima, rimarrebbe altrimenti impunito.
Suor
Maria della Natività (morta nel 1798) a complemento di ciò dice:
"Parecchi anni prima del Giudizio Universale la pena del luogo
di purgazione aumenterà per ogni anima in proporzione alla grandezza
della sua colpa. Dio può far soffrire un'anima in un solo anno più
che in un periodo di tempo di cento anni. Gli angeli comunicheranno
alle anime, che esse devono patire così tanto, perchè si avvicina
il Giudizio Universale, e che Dio per questo aumenta la gravità
delle loro sofferenze, per poterne ridurre la durata".
Le povere anime sono veramente povere.
Le
anime del purgatorio si chiamano giustamente "povere anime",
cioè le anime che hanno un gran bisogno di essere aiutate. Esse non
possono più offrire alla Divina Giustizia opere con le quali
soddisfare ai loro errori, come quando erano sulla terra.
Il
Vescovo Mons. Keppler di Rottemburg un grande predicatore sulle
povere anime, dice: "L'orologio del Purgatorio ha sempre il
medesimo colpo del pendolo: soffrire, aspettare! - Soffrire,
aspettare". Per questo avviene che le povere anime soffrono
senza meritare. Invece sopportare pazientemente i dolori sulla
terra merita l'Eternità Beata. Le sofferenze e le pene delle povere
anime, secondo S. Agostino, sono peggiori dei tormenti dei
martiri. Secondo S. Tommaso d'Acquino e S. Bonaventura le povere
anime si struggono in un fuoco come quello dell'inferno (come i
dannati) - con la sola differenza, che le anime del Purgatorio lodano
e ringraziano Dio per la loro salvezza, mentre le anime dannate
nell'inferno maledicono Dio.
Le
povere anime quindi sono molto povere più di un mendicante,
perchè possono unicamente soffrire.
Secondo
Anna Caterina Hemmerich e Maria Anna Lindmayer soffrono la maggior
solitudine e la maggior pena quelle povere anime, che non
appartennero alla Chiesa Cattolica perchè esse sono assolutamente
senza aiuto; perchè i loro familiari, che non credono al
Purgatorio, compresi i protestanti, non pregano per loro e non
compiono alcuna opera buona in loro favore.
Le povere anime pregano per gli uomini.
Dobbiamo
ora, a seguito di quanto sopra, farci ancora alcune domande e darne
risposta. Esse sono prese in parte dalla rivista: "Voci
dell'Aldilà" che è segnata con diversi Imprimatur della Chiesa
e quindi possiede una grande credibilità (Edizioni Hacker - Monaco).
Una Monaca francese pregò e offrì molto per una consorella
defunta. Per bontà di Dio e a nostra istruzione questa si poté
esprimere. Ella disse. "Ci sono anime che soffrono del
Purgatorio nei luoghi dove hanno peccato; altre ai piedi
dell'altare, però non per eventuali errori che abbiano commesso
là, ma come adorazione, e nel contempo quale premio della loro
devozione al SS. Sacramento e per il loro rispetto verso i
luoghi sacri.
Esse
soffrono meno, che se fossero nel Purgatorio e Gesù, che contemplano
con gli occhi della Fede e insieme dell'anima, alleggerisce con la
sua invisibile presenza, i dolori che esse soffrono".
Le
anime del Purgatorio non sono soltanto occupate nei loro tormenti;
esse possono pregare moltissimo e per i grandi interessi di Dio, per
gli uomini, che abbreviano i loro dolori. Esse lodano e magnificano
il Signore per la Sua infinita misericordia che riguarda loro stesse,
perchè i confini fra inferno e purgatorio sono molto piccoli per
certe anime e non sarebbe mancato molto, ed esse sarebbero cadute
nello spaventoso abisso. Puoi immaginarti quanto sia grande la
riconoscenza di queste povere anime che in tal modo furono strappate
a satana".
L'indulgenza plenaria è assai rara.
Un'altra
domanda a questa monaca del Purgatorio era questa: "Come va con
l'indulgenza plenaria?". Ecco la risposta: "Poche,
pochissime persone sono in grado di guadagnarla; è necessario
una così profonda contrizione del cuore e della volontà, che è
cosa rara, assai rara, più rara di quanto normalmente si crede, nel
Purgatorio riceviamo le indulgenze che ci vengono offerte
secondo i voleri di Dio. Se un'anima è al termine del suo desiderio,
vicina al cielo, essa per mezzo di una indulgenza plenaria che
le viene donata intera o in parte, può venir liberata. Ma per le
anime in genere questo non succede. Se esse mentre erano in vita
ebbero poca stima o poco pensavano alle indulgenze o non ne hanno
fatto alcun uso, Dio giusto ed eterno le ricompensa secondo le loro
opere. Esse possono ottenere la parte secondo la misura da lui data,
ma quasi mai una totale indulgenza".
La Santa Notte è la grande Festa delle povere anime.
Una
ulteriore domanda suona così: "Il tempo della commemorazione
di tutti i fedeli defunti porta la liberazione a molte anime del
Purgatorio?" - Risposta: "Nel giorno dei morti molte anime
lasciano il luogo dell'espiazione e per una speciale grande grazia
entrano in cielo. Soltanto in questo giorno tutte le povere anime
senza eccezione hanno parte alle pubbliche preghiere della Santa
Chiesa. Molte povere anime nel tormento ricevono per mezzo della
Giustizia di Dio, durante lunghi anni che devono passare in
Purgatorio solo questo unico sollievo. Perciò non è il giorno
dei morti che la maggior parte delle anime entrano in cielo, ma nella
notte Santa.
Mille anni davanti a Dio sono come un giorno.
"Quanto
durano le pene del purgatorio?" - Questo è diverso per ciascuna
anima; i dolori più lunghi e più gravi sono per gli uomini duri
di cuore; anche coloro dei quali il Beato Enrico Susone (morto 1365)
attesta: "Ci sono persone che hanno fatto tanto adirare Dio che
devono patire nel Purgatorio fino all'ultimo giorno. Sono i
peccatori sacrileghi che hanno rimandato la loro conversione
alla fine della vita, e i quali hanno avuto poi prima di morire un
minimo di pentimento".
Comunque
il concetto di tempo per le povere anime è totalmente diverso
dal nostro. Secondo Anna Maria Lindmayer un'ora sembra loro nel
purgatorio più lunga di venti anni di grande dolore sulla terra,
altre ancora un tempo più lungo assai e altre ancora più breve. Io
dico a te questo alla maniera con cui si calcola sulla terra; perchè
da noi è diverso...
Io
sono qui da otto anni, mi pare di esserci da diecimila anni... O mio
Dio!"
San Michele Patrono delle povere anime.
S.
Michele Arcangelo e le povere anime. Una povera anima afferma:
"Egli non è soltanto il testimone quando viene proclamata la
sentenza; è anche esecutore della Divina Giustizia... e accompagna
l'anima dopo la completa soddisfazione nella beatitudine eterna.
Egli è compassionevole con noi e ci incoraggia nel nostro dolore
parlandoci del cielo". Talvolta egli viene in compagnia
della Beata Vergine che noi vediamo corporalmente nelle sue feste.
Nelle sue feste essa viene a trovarci e poi ritorna in cielo con
molte anime. Anche il nostro Angelo Custode viene a trovarci...
Noi
possiamo aiutare le anime del Purgatorio in molte maniere.
Come
possiamo venire in aiuto alle povere anime?
1 -
Prima di tutto con la S. Messa che non può essere sostituita da
nessuna altra cosa. Noi non dovremo quindi soltanto farla celebrare
per loro, ma noi stessi celebrare insieme. Nella S. Messa,
l'incruento sacrificio di Cristo, noi offriamo al Padre Celeste
i meriti e le sofferenze del suo Divin Figliolo, le sue sacre
ferite, il suo Sangue prezioso. La sua morte tormentosa
espiatrice. Nel suo amore Misericordioso per le povere anime
egli ci permette di devolvere loro questo tesoro infinitamente
prezioso e di ricevere e offrire per loro la S. Comunione -
naturalmente solo per mezzo della nostra Madre Celeste. Maria Anna
Lindmayr accentua decisamente questo: "Lei deve affidare
tutte le buone opere alla Madre di Dio e non dovrebbe donare niente
alle povere anime secondo la propria volontà.
"Giovano
loro in maniera del tutto particolare le "Messe Gregoriane"
durante le quali per 30 giorni consecutivi viene offerta la S. Messa
per un defunto. Esse risalgono al Papa Gregorio Magno (590 - 604).
2 -
Per mezzo della sofferenza riparatrice. Ogni sofferenza che viene
offerta per le povere anime porta loro un grande sollievo. Anna
Caterina Emmerich dice: "Non si può descrivere quale grande
consolazione possono trarre le povere anime dal nostro
autodominio e dai piccoli sacrifici". Si sa del Santo Curato
d'Ars, che egli ha pregato Dio di poter soffrire di notte per le
povere anime.
3 -
La recita del S. Rosario dopo la S. Messa è il mezzo più
importante per aiutare le povere anime. Per mezzo del S. Rosario
ogni giorno vengono liberate numerose anime, che altrimenti
dovrebbero patire per molti anni. Con questo mezzo le raccomandiamo
alla potente intercessione della cara Madre di Dio, la quale
aiuta volentieri le povere anime lei che è la più grande
Consolatrice.
4 -
Anche il compiere la Via Crucis porta alle povere anime una grande
diminuzione dei loro tormenti. Se noi con questa preghiera o
divozione offriamo per loro i dolori e la morte di Gesù e le lacrime
della Sua Madre Addolorata.
Ad
ogni stazione noi possiamo aggiungere: "Signore Gesù Cristo
Crocefisso abbi pietà di noi e delle povere anime del Purgatorio".
E' di grande aiuto anche l'uso di recitare le preghiere delle cinque
piaghe di Cristo, specialmente davanti alla bara del defunto.
5 -
Inestimabili sono le indulgenze, dicono le povere anime a Maria
Simma. Certamente perchè esse abbreviano soprattutto ed
esclusivamente le loro pene; infatti le indulgenze è la
remissione valida davanti a Dio della pena temporale che qui sulla
terra o nell'Aldilà non è ancora stata espiata.
Chi
guadagna da vivo molte indulgenze per le povere anime anche in
punto di morte otterrà più delle altre la grazia, di ottenere
l'indulgenza plenaria in articolo mortis. Attingiamo quindi con
zelo a questo tesoro di grazia che Gesù ha meritato per noi con la
sua passione e ci viene donato per mezzo della sua Chiesa.
6 -
Esercizi di virtù e buone opere. Gesù per mezzo di Maria Anna
Lindmeyr ci raccomanda: "Noi dovremmo proporci ogni settimana
una precisa virtù ed esercitarci in essa davanti a Dio ed agli
uomini, a seconda che si offre l'opportunità. Questi atti però
dobbiamo trasmetterli alla Madonna per mezzo del nostro Angelo
Custode affinché lei devolga i meriti alle povere anime: per
esempio atti interni di umiltà e di rinuncia di se stessi per quelle
anime, che soffrono a causa della loro superbia e hanno disprezzato
gli altri. Lei dice espressamene: "Proprio con l'umiltà si
può essere di grande aiuto alle anime, assai di più che con
altre opere di penitenza".
La
sorte delle anime che sulla terra peccarono per il troppo mangiare e
bere possono essere sollevate con il digiuno; altre invece hanno
bisogno di atti di pazienza e dolcezza, per essere liberate dalle
pene per l'impazienza e l'ira. I tormenti dello spirito dei duri di
cuore possono essere mitigati con le opere di misericordia, a ciò
aggiungiamo di fare elemosine specialmente offerte per le
missioni nel Mondo.
7 -
Un altro mezzo molto facile per aiutare le povere anime è la buona
intenzione, per esempio prima di fare qualche cosa dire: "In
nome di Dio" oppure "Gesù tutto per te" oppure "Tutto
per Te Sacro Cuore di Gesù per mezzo della Tua SS. Madre".
Una
defunta monaca accentua la loro importanza dicendo: "Nel mondo e
perfino nel monastero succede, che molte azioni, buone in se stesse,
nell'ora del rendiconto non vengono ricompensate, perchè prima non
furono offerte a Dio. (vedi la N.d.T.)
Delle
buone intenzioni fanno parte anche l'atto eroico di amore a conforto
delle povere anime.
In
una offerta volontaria che dura per sempre noi devolviamo tutte le
buone opere che noi stessi facciamo e che verranno offerte per noi
dopo la morte, alle anime del purgatorio. Non ci perdiamo niente in
questo modo, perchè: "Ciò che voi farete al più piccolo dei
miei fratelli, lo avete fatto a me".
8 -
Come molto utile per le povere anime Maria Anna Lindmeyr, indica
l'acqua santa. Spesso dallo stesso Salvatore le fu indicato di
aspergere acqua santa. Essa aveva la pia abitudine prima di mettersi
a letto di dare l'acqua santa alle povere anime.
Una
volta, essa racconta, me ne dimenticai e andai a dormire; ma le
povere anime girarono tanto a lungo attorno al mio letto, finché
mi alzai e diedi loro l'acqua santa. Soltanto allora ebbi pace".
Quindi se noi diamo l'acqua santa alle povere anime sale di nuovo al
cielo la preghiera della Chiesa e attira grazie su di loro, perchè
questa acqua è appunto benedetta dal Sacerdote ed è un sacramentale
della Chiesa.
Il
valore e l'azione dell'acqua santa però poggia anche sulla fede e la
fiducia di ciascun singolo cristiano. Le povere anime sentono la
forza purificatrice e santificatrice dell'acqua santa, ma anche
l'amore con cui viene loro data.
(Nota del
Traduttore). S. Maria Maddalena de Pazzi soleva dire alle sue
novizie: "Animine, non scendete inultimente le scale!"
voleva dire: anche la più piccola cosa, fatela come atto di
ubbidienza e con retta intenzione, offrendola a Gesù Amore, per
amore a Lui!.
9 -
Anche l'ardere delle candele giova alle povere anime. Non ultimo
perchè è un gesto di attenzione e di amore, poi perchè le candele
sono benedette e la loro luce illumina le tenebre delle povere anime.
Se
con la nostra meditazione abbiamo riconosciuto la miseria e la
sfortuna del peccato, anche dei cosiddetti peccati veniali, allora
noi dobbiamo nuovamente fare il fermo proposito di combattere le
nostre debolezze e le nostre mancanze.
Viviamo
quindi ogni giorno consapevoli della Divina presenza di Gesù in noi,
perchè noi siamo riempiti del Suo Amore, che tutto abbraccia, e
siamo completamente conformati in lui. In questa intima unione con
Dio noi potremo donare anche di più a coloro che non possono più
far niente per se stessi: le povere anime.
Preghiera di offerta per le povere anime.
Amabilissimo
e buono Iddio, poiché è Tua volontà che noi preghiamo per le
povere anime, noi Ti offriamo per le mani purissime di Maria tutte le
S. Messe che oggi vengono celebrate, per il Tuo altissimo onore
e per la liberazione delle anime del purgatorio. Noi Ti preghiamo
umilmente, cancella la loro colpa per i ricchissimi meriti del Tuo
Amatissimo Figlio, ed abbi pietà di loro. - Amen.
Fine
Nostra Signora del Monte Carmelo |
Offerta della giornata per le anime del purgatorio
Mio Dio eterno ed amabile, prostrato in adorazione della tua immensa Maestà umilmente Ti offro i pensieri, le parole, le opere, le sofferenze che ho patito e quelle che patirò in questo giorno.
Mi propongo di compiere ogni cosa per tuo amore, per la tua gloria, per adempiere alla tua divina volontà, così da suffragare le Anime sante del Purgatorio e supplicare la grazia di una vera conversione di tutti i peccatori.
Intendo operare ogni cosa in unione alle purissime intenzioni che nella loro vita ebbero Gesù, Maria, tutti i Santi che sono in Cielo ed i giusti che sono sulla terra.
Ricevi, mio Dio, questo mio cuore, e dammi la tua santa benedizione insieme alla grazia di non commettere peccati mortali durante la vita, e di unirmi spiritualmente alle Sante Messe che oggi si celebrano nel mondo, applicandole in suffragio delle Anime sante del Purgatorio e specialmente di (nome) affinché siano purificate e finalmente libere dalle sofferenze.
Mi propongo di offrire i sacrifici, le contrarietà e ogni sofferenza che la tua Provvidenza ha stabilito oggi per me, per aiutare le Anime del Purgatorio e ottenere loro sollievo e pace. Amen.
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